|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
( 3039 letture )
|
Gli Arthemis sono una band veronese formatasi nel 1994 con già all’attivo ben sei album in studio ed una vasta esperienza alle spalle; un gruppo ormai collaudato e noto anche all’estero al servizio di un verace heavy metal che ammicca al power con qualche divagazione al thrash. La loro musica viene propinata senza infamia e senza lode e con poche pretese di innovazione; in quest’ottica il nuovo disco We Fight non tradisce assolutamente le aspettative proponendo il solito cliché con grande professionalità e un’apprezzabile tecnica complessiva. In particolare va menzionato sia l’ottimo lavoro alla sei corde di Andy Martongelli che il drumming potente e preciso assicurato da Paolo Caridi, mentre convince un po’ di meno il vocalism di Fabio D., a tratti troppo scontato e privo di qualsivoglia tentativo di azzardare per uscire un po’ dai consueti canoni. Valido nel complesso l’utilizzo dei chorus. We Fight è stato curato in ogni minimo particolare e presenta un sound perfetto (sono stati utilizzati quattro studi di registrazione), segno palese che il gruppo, con questo full length, è alla ricerca dell’agognato salto di qualità. Non è detto però che riusciranno già stavolta a centrare l’obiettivo, perché va onestamente fatto notare che il songwriting se da un lato non presenta soverchi momenti di stanca, dall’altro non eccelle per brillantezza compositiva; mancano, infatti, brani che sappiano prepotentemente elevarsi rispetto agli altri, finendo così per far ristagnare tutto su uno standard largamente passabile e null’altro di più. Alla fin fine è sicuramente tale aspetto la più grave pecca di We Fight.
Tra i pezzi meritevoli di menzione vanno citati la splendida strumentale Apocalyptic Nightmare, dall’andamento possente e marziale; la ben congeniata Empire, dall’incedere sostenuto, con in risalto una prova maiuscola di Paolo Caridi, atmosfere melodiche e un bell’assolo di chitarra; l’anthemica title track, munita di una ritmica dirompente -probabilmente diventerà uno dei cavalli di battaglia durante le esibizioni live del gruppo-; la ballata Alone, nella quale eccelle il vocalism di Fabio D.; la trascinante Reign of Terror, della quale mi preme sottolineare l’assolo di chitarra iniziale sullo stile classicheggiante accostabile a quello di Malmsteen; il durissimo pezzo di chiusura Metal Hammer. I restanti brani lasciano invece il tempo che trovano, nulla di trascendentale con qualche sprazzo di buona levatura sparso qua e là.
In definitiva, questa nuova fatica discografica va giudicata abbastanza positivamente, riscontrando anche una più proficua versatilità stilistica rispetto al passato; gli Arthemis confermano sostanzialmente le loro qualità artistiche in questo nuovo lavoro il quale, però, risulta privo di quel quid in più in grado di suscitare maggior interesse da parte dell’ascoltatore e di renderlo in qualche modo maggiormente intrigante.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Apocalyptic Nightmare 2. Empire 3. We Fight 4. Blood of Generations 5. Burning Star 6. Cry for Freedom 7. Alone 8. Reign of Terror 9. Still Awake 10. The Man Who Killed the Sun 11. Metal Hammer
|
|
Line Up
|
Fabio D. (Voce) Andy Martongelli (Chitarra)
Damian Perrazzini (Basso)
Paolo Caridi (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|