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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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At The Gates - With Fear I Kiss the Burning Darkness
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( 5198 letture )
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Oscuri, traboccanti rabbia e dolore, feroci, ma anche innovativi e sperimentatori: questi e molti altri aggettivi del medesimo tenore si addicono agli svedesi At the Gates ed alla loro straordinaria musica, che ha influenzato -se non creato- il melodic death metal degli anni '90 e seguenti. Non c'è bisogno di richiamare in questa sede la storia della seminale band di Göteborg, del sound che proprio dalla città ha preso il nome, dell'unione fra la voce al vetriolo di Tomas Lindberg ed il genio compositivo dei fratelli Björler, né occorre citare le dozzine di band che hanno seguito la strada aperta dagli svedesi e da altri apripista come Dark Tranquillity e Carcass. Si tratta, come si suol dire, di storia nota. Quel che ci interessa, in questo frangente, è analizzare gli embrioni di quello stile eccezionale e, per restare in casa At the Gates, del capolavoro Slaughter of the Soul. Lindberg e soci, difatti, non hanno prodotto un album uguale all'altro e, prima di arrivare al culmine della loro produzione, hanno realizzato tre lavori egualmente eccellenti, ove mischiavano in varie misure le loro influenze principali, che andavano dal thrash al death più crudo, con intermezzi inconsueti come i famosi violini di Terminal Spirit Disease.
With Fear I Kiss the Burning Darkness, secondo album del gruppo risalente al 1993, è verosimilmente il lavoro più cupo ed asfissiante prodotto dagli At the Gates, nonché uno dei più brutali, influenzato com'è in maniera considerevole dal thrash più pesante. Vi sono, tuttavia, come detto, già avvisaglie della particolare svolta che si sarebbe realizzata di lì a due anni, grazie alla quale, pur non perdendo di certo in violenza e ferocia, gli svedesi avrebbero inserito insospettabili dosi di melodia nella loro miscela. L'esempio più calzante di questo mix, naturalmente, è la meravigliosa Raped by the Light of Christ, introdotta da un arpeggio melodico e decadente, prima che una devastante sfuriata musicale e lirica colpisca in pieno volto l'attonito ascoltatore. Prima di questa gemma, che i nostri eseguono tuttora regolarmente nei loro show dal vivo, l'album si apre però con Beyond Good and Evil, un'altra mazzata di considerevole entità, su cui svetta l'inarrivabile voce del singer e dove si possono distintamente udire due frenetici assoli di slayeriana memoria; della serie: va bene la melodia, ma qui ancora si vuole colpire duro! Il riffing delle chitarre del duo Björler/Svensson è devastante almeno quanto l'ugola di Lindberg e si caratterizza, oltre che per la rapidità, anche per i numerosi cambi di ritmo e velocità sparsi sull'album, come ad esempio si può udire in Break of Autumn, ma anche in Non-Divine, dove fra l'altro è affiancato da un drumming considerevole di Erlandsson. La strumentale Primal Breath rallenta lievemente, mettendo in mostra il lato più melodico della band di Göteborg, mentre The Architects ci riporta in un'atmosfera intrisa di odio ed in un groviglio di riff impazziti, ancora una volta degnamente sostenuti dalla voce di Lindberg; non è screaming in senso stretto, né tantomeno growl, fa semplicemente accapponare la pelle! Stardrowned muta ancora pelle, presentandoci una band quasi prog death, con frequenti stacchi ed improvvisi sfoghi tecnici di Jonas Björler, ma per chi ama la violenza priva di compromessi allora la traccia giusta è indubbiamente la seguente, la spaventosa Blood of the Sunsets, dove il singer raggiunge livelli di malvagità inauditi. The Burning Darkness è meno rapida e più oscura, con una parte quasi recitata di Lindberg che appare indubbiamente figlia dello stile del buon Tom Gabriel Fischer dei Celtic Frost e, oggi, dei Triptykon. Non sarebbe male uno show condiviso fra artisti di tale calibro e genialità, eh? Ci avviciniamo alla fine di questo album micidiale e gli At the Gates trovano il tempo di inscenare un duetto fra il loro frontman ed un altro singer dall'ugola martoriata, vale a dire Matt Karki dei Dismember, nella potente Ever-Opening Flower. A chiudere il tutto, infine, provvede Through the Red, più thrash e diretta, ma certamente non per questo meno affascinante.
C'è tanta, ma tanta carne al fuoco già in questo secondo album della band di Göteborg. In un certo senso, lo strepitoso successo di Slaughter of the Soul, per quanto meritato dalla prima all'ultima nota, ha oscurato l'importanza e bellezza dei lavori precedenti, che meritano invece di essere riscoperti. With Fear I Kiss the Burning Darkness, rispetto al capolavoro del 1995, è meno diretto, più frenetico e mutevole, ma nasconde al suo interno una carica, un pathos ed una potenza che hanno poco da invidiare anche rispetto alla storia del melodic death metal. Si tratta in sostanza di un'altra perla della carriera degli At the Gates, che dovete ascoltare perché, oltre a costituire un lavoro validissimo, contiene al suo interno anche i semi di ciò che sarebbe avvenuto a breve. Che altro aggiungere a quanto già detto? Una semplice speranza: cari fratelli Björler, caro Tompa, regalateci un quinto album degno dei quattro che avete partorito finora!
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16
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Disco spettacoloso e parecchio sottostimato. Ha un\'importanza storica ENORME. |
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15
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Conobbi questa band quando uscì quest\' album e lo consumai, terminal e slauther ancora meglio, band che mi piaceva molto ma secondo me da lì in poi..... |
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14
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FOREVER BURN!!!.. cazzo ho le lacrime.. Voto 100 |
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13
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Il loro miglior album! Registrato in mono..personalmente mi mette freddo quando lo ascolto. VOTO 100 |
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12
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Lo ascoltavo oggi. Storicamente importantissimo, ma per me Slaughter Of The Soul è anni luce avanti. |
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11
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era il 1995 quando suonarono a Reggio Emilia al circolo sociale Maffia. Suonarono da band di supporto dei Napalm Death (mi sembra che fossero tutte e due sotto contratto con la Earache) ...immensi ed inarrivabili!!! |
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10
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Ragazzi era ora! Che tempi e che dischi...tecnica e caos, disperazione e melodia il tutto sovrastato dalla voce lacerante di Tompa,qui al top per me. Ho sempre preferito questa incarnazione degli At The Gates più contorta e progressiva rispetto a quanto fatto successivamente, per quanto si tratti al momento di una discografia eccellente, non fosse per il fatto di aver aperto a un modo nuovo e in seguito imitatissimo di intendere il death metal. Due piccole considerazioni: meritevole di una citazione è Alf Svensson,sicuramente l'anima più sperimentale della band, poi i testi molto belli e differenti di Lindberg, non tanto nelle tematiche quanto nel modo di affrontarle. Non sono maniaco dei voti, ma uno dei miei dischi preferiti. Ah, bella rece!!! |
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9
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"Oscuri, traboccanti rabbia e dolore, feroci, ma anche innovativi e sperimentatori." E nulla, basta questo per ogni loro disco, immensi e stop. Nel genere di meglio non ce n'è e penso non ce ne sarà mai. Il voto al disco è superfluo  |
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8
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mi butto sulla loro discog...... iniziando da S.O.T.S. che l'ho assimilato sul tubo, ''CAPOLAVORO MOSTRUOSO'' |
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7
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Io ce l'ho quella raccolta, se hai già intenzione di comprare i dischi originali puoi pure lasciarla stare, non aggiunge niente alla loro stupenda discografia. |
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6
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ma guarda è una semplicissima compilation con tracce prese da tutti i dischi più 2 versioni demo, bò io se fossi in te comprerei i dischi separatamente tanto si trovano facilmente ristampati in dicipack dalla peaceville , io questa compilation non la ho infatti. ste cose so untili se contengono interi ep o demo per esempio ma se hanno solo tracce prese un po' li e un po' là per me sono abbastanza inutili. |
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5
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ciao a tutti, io degli at the gates ho ascoltato S.O.T.S. sul tubo niente da dire (bellisssimo) da dove compro i cd ha ritirato Suicidal Final Art mi sembra che sia un best of. Che faccio lo prendo a scatola chiusa? pur non conoscendo l'intera discografia ma solo S.O.T.S.? Accetto consigli da tutti i lettori e recensori del sito. Un ciao a tutti voi, e vi ringrazio già da adesso.  |
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4
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Finalmente recensito questo grandioso album. Per me il vero capolavoro degli At The Gates. Nettamente superiore a SOTS, album che apprezzo, ma che ritengo sin troppo celebrato. Voto 97 |
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3
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Finalmente adesso è completa la discografia degli At The Gates! Aspettavo questa recensione! Per me questo è il disco più sperimentale partorito fino ad ora a causa dei tempi dispari, credo, tipici di una band prog-death come dice la recensione. Ancora lo devo assimilare bene, come tutti gli altri alla fine dei conti, ma indubbiamente sono dischi molto interessanti. Impossibile per me dare un voto. |
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2
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Assolutamente d'accordo con il commento qui sotto del trucido! Da loro solo disconi.....ahhhh...che tempi quando uscivano ste perle svedesi... |
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1
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Discone come tutto quello fatto da loro fino ad oggi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Beyond Good and Evil 2. Raped by the Light of Christ 3. Break of Autumn 4. Non-Divine 5. Primal Breath 6. The Architects 7. Stardrowned 8. Blood of the Sunsets 9. The Burning Darkness 10. Ever-Opening Flower 11. Through the Red
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Line Up
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Tomas Lindberg (Voce) Anders Björler (Chitarra) Alf Svensson (Chitarra) Jonas Björler (Basso) Adrian Erlandsson (Batteria)
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