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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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DragonForce - Maximum Overload
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( 7334 letture )
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Non mi accontento di scrivere solo DragonForce, ma ci aggiungo anche Metallica, Dream Theater ed Opeth, così posso dire di aver inserito le quattro realtà più controverse e criticate della musica metal in una sola frase, che dovrebbe fungere da introduzione ad una recensione estremamente complicata. Dio (Ronnie James) mi scampi dal voler fare alcun tipo di paragone tra le realtà succitate, viste le loro storie ed evoluzioni completamente differenti, così come mi scampi di vituperare il sestetto londinese basandomi esclusivamente sui due singoli di maggior prestigio della loro carriera, liquidando il resto come inutile “fuffa”; d’altronde, l’essere diventati famosi per aver composto un brano elaboratissimo che sembrava fatto apposta per far scervellare i ragazzini a guitar-hero, li ha privati sin dall’inizio di quella serietà che il metallaro più intransigente esige dalle sue band preferite. Se non l’aveste ancora capito, oggi ci troviamo di fronte la nuova fatica di Sam Totman e amici che, come il loro contratto d’esistenza impone sin dagli esordi, sfoggia un titolo che inneggia all’esagerazione, Maximum Overload. Successore di The Power Within, l’album presenta dieci tracce (più sei bonus-track nell’edizione speciale) di cui l’ultima una coraggiosissima cover di Ring of Fire, brano reso famoso dal cantautore di Kingsland, Johnny Cash; il risultato sono cinquanta minuti di power tiratissimo e grondante di virtuosismi, da sempre punto di forza e di debolezza del combo inglese, nel quale -affermazione da prendere con le pinze, sempre tenendo a mente verso quale band è rivolta- si può udire qualche timido tentativo d’innovazione sonora. Mettendo le mani avanti, è chiaro che dare una valutazione che accontenti tutti risulta essere già una missione impossibile quando si analizza una band leggendaria ed idolatrata, motivo per cui sarà ancora più difficile che questa disamina possa soddisfare la maggior parte dei lettori; alla fine, comunque, la tattica della band del “parlatene anche male, basta che se ne parli” ha sempre dato loro ragione, costruendo un seguito numericamente notevole negli ultimi anni, per cui appropinquiamoci all’ascolto dell’album, lasciando da parte i consueti pregiudizi da detrattore o l’esaltazione da fan-boy e basiamoci oggettivamente su quanto è stato impresso su nastro (o, per dirlo in maniera più moderna, registrato digitalmente).
È il singolone The Game ad aprire le danze su Maximum Overload, introdotto dai soliti effetti pirotecnici della chitarra di Herman Li, prima di adagiarsi su una struttura più scontata, composta da batteria martellante e lineare, riffing serrato dai sapori thrashy e vocals che si esaltano esclusivamente nel refrain catchy; malgrado questo brano, così come No More e Defenders, veda la presenza dell’ospite Matt Heafy, il cantante dei Trivium non riesce a spiccare vistosamente, né ad offrire un imprinting riconoscibile al pezzo, ricalcando le linee già tracciate dal singer. Procedendo nella riproduzione ci appare evidente di come il limite principale di un disco come Maximum Overload -e dei precedenti targati DragonForce- sia una ripetitività eccessiva, che pare quasi sfociare nell’autoplagio tra un brano e l’altro. La prova di Marc Hudson aveva dato un po’ di fiato alla band nel precedente The Power Within, ma qui ci dimostra di essersi limitato a svolgere il compitino d’affiancamento alle ritmiche e d’inneggiamento al solito refrain catchy che potrà fare facile presa sugli amanti del genere. La sostanza musicale, tuttavia, è poco presente: gli assoli, per quanto pirotecnici ed a tratti esaltanti, ripescano nel solito guazzabuglio composto da tapping progressivo, whammy bar, pennata alternata, sweep picking e armonici a valanga, dando l’impressione che i nostri girino e rigirino sempre sulle stesse linee, adattandosi alla tonalità del pezzo in questione (ad esempio, l’assolo di No More pesca a piene mani da quello celeberrimo di Through the Fire and Flames). Qualche lato parzialmente positivo comunque non manca, come un minutaggio dei brani più contenuto rispetto agli album precedenti che, malgrado non basti a rendere l’ascolto più snello, almeno non inficia ulteriormente sul risultato finale ed una produzione più aggressiva e thrashy, a dare almeno l’impressione di una parziale evoluzione sonora. Oltretutto, una volta giunti al quarto pezzo, si rimane spiazzati come avessimo sentito Lemmy dei Motorhead esibirsi in un piano-bar: Three Hammers si presenta con un solo melodico e prosegue con un arpeggio in clean che si evolve in un riffing cadenzato, senza pestare a tutti i costi sull’acceleratore. Il risultato, seppur leggermente degenerato verso la parte finale dove l’effettistica arzigogolata la fa nuovamente da padrone, è buono e si elegge a pezzo migliore del lotto, grazie all’estensione vocale sfoggiata da Marc Hudson ed alla sezione ritmica elaborata da Frederic Léclércq e Dave Mackintosh. Purtroppo per il risultato finale, la seconda parte dell’album ritorna ad ondeggiare sulle solite caratteristiche che inducono allo skip facile e che difficilmente offriranno una buona longevità al disco: solo Symphony of the Night, in cui spicca un piacevole duetto tra basso e chitarre in un assolo azzeccato, e The Sun Is Dead con il suo intermezzo ragionato e progressivo, riescono a colpire per il loro songwriting. Il resto non è altro che la solita minestra riscaldata ed opportunamente servita ad un elevatissimo livello di bpm che potrebbe raggiungere la sufficienza solamente se fosse intesa come parodia stessa del sound dei DragonForce. A tutto ciò, viene scomodato e buttato in mezzo un pezzo da novanta come Johnny Cash: tirate voi le conclusioni.
Con Maximum Overload, i DragonForce cercano di compiere un piccolo passo in avanti, mantenendo tuttavia saldamente la gamba d’appoggio sul gradino precedente, quello caratterizzato dall’iperattività musicale e dagli arzigogoli funambolici sempre più pedanti e meno efficaci. Giunti a questo punto della recensione è necessario fare una precisazione: se l’intreccio delle chitarre di Sam Totman e di Herman Li vi ha sempre esaltati, difficile che in questo album possano deludervi; le costruzioni ritmiche, gli assoli funambolici e carichi d’effetti e la continua ricerca dell’esagerazione sono un marchio di fabbrica che caratterizza anche quest’ultima uscita, tanto da ricordare ben più di una volta le registrazioni passate. Al contrario, se avete sempre trovato pedanti e fastidiosi gli arzigogoli eccessivi e la spasmodica ricerca dell’appariscenza dei due chitarristi, è inutile che vi dedichiate all’ascolto di questo album, visto che non troverete grosse modifiche sostanziali. Serve a poco anche la presenza di Matt Heafy, guest singer in tre brani che, pur rimarcando la sua bravura dietro il microfono, non riesce a spiccare nel prodotto finale con il suo saltuario utilizzo del growl e si trova irrimediabilmente fagocitato dalle consuete linee vocali dei DragonForce. La solita produzione cotonata e che fa presagire un criticabile e marcato intervento post-registrazione, marchia questa nuova fatica dei DragonForce come l’ennesimo lavoro destinato a spaccare in due la cerchia di ascoltatori; quindi, se siete dei detrattori del sestetto inglese, potete tranquillamente evitarlo come la peste e limitarvi a scuotere la testa, stupefatti soprattutto dalla sfacciatissima cover di chiusura del disco sulla quale è meglio stendere un velo pietoso; al contrario, se appartenete alla categoria degli irriducibili fanatici dei DragonForce, allora potreste trovarlo tanto interessante quanto i precedenti -forse qualcosa in più- e gridare all’ennesimo capolavoro. E se vi sentite infastiditi da questa disamina che non combacia con la vostra visione del disco, provate a rileggerla velocemente, intorno ai duecentosessanta bpm e scorrendo spasmodicamente la pagina in alto e in basso: potrebbe diventare di vostro gradimento.
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A me non dispiace! Certo, è un genere che a pochi può piacere, ma questo recensore manca assolutamente di giudizio oggettivo. Ho trovato la Cover del buon vecchio Johnny Cash molto divertente alla fine e comunque con una sua identità. VOTO 70 |
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A me questo cantante piace un sacco di più rispetto a quello originale. 50 è troppo poco, diciamo 75. Poi quale dei due sia meglio è difficile dirlo, ma di certo Hudson non viene stracciato... molto spesso dato che qualcosa è originale deve essere per forza migliore del rimpiazzo, perché la band era stata concepita in quel modo e quelli sono i primi dischi, per me non vuol dire nulla. Alcune volte la formazione originale è effettivamente migliore, altre volte accade che in seguito si aggiungano musicisti più bravi o più calzanti. Per esempio Zakk Wylde e Gus G sono mille volte meglio di Jake E Lee e Randy Rhoads, ecc ecc |
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Sinceramente preferivo i primi album, non per il cantante, ma per i 3 minuti di assoli infiniti, fantastici. |
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A me non dispiace, anzi noto un leggero miglioramento dall'arrivo di Marc Hudson che promette bene. Per me è un 75. |
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le recensioni nn andrebbero fatte in base ai gusti personali o simpatie, se tu nn li sopporti questo nn vuole dire nn essere razionali nel giudizio finale! a questo album nn si può dare 50 è fatto bene e merita molto di più (; nn sn un loro fan e anche il lavoro precedente lo avevo quasi ignorato ma questo merita davvero e io personalmente gli do 80 se si calcola il netto miglioramento he hanno fatto! recensore vai a zappare la terra e fai compagnia a nino d'angelo! |
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Che tristezza che mi fanno... Non basta fare assoli da 250 note al secondo se il resto della canzone è piatto... 50, concordo con il recensore. |
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Per me è il migliore dei DragonForce! Premetto che sono un loro fan e questo disco l ho aquistato a scatola chiusa ma anche hgli ho dato solo un asxolto. Cazzo non mi aspettavo una ventata di novità del genere da loro lentamente si stanno evolvendo anche loro. Lo riascolteró meglio comunque ma per ora si attesta sul 79/80. Comunque Monky bella recensione anche se non la condivido per niente è davvero ben fatta |
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Non riesco a capire il perché dei pregiudizi sui dragonforce, veramente, questo disco è forse uno dei migliori mai fatti dai DF. Un disco dove dimostrano di non aver paura ad arricchire, variare il loro sound, pur tenendo ben chiara la loro personalità. Voto 78 |
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a me è piaciuto. bello |
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è un disco molto bello. i pregiudizi sono una brutta bestia e precludono ad alcuni di andare ad ascoltare un disco veramente valido. l'arrivo del nuovo cantante ha migliorato molto la band. le canzoni più belle sono le già citate sun is dead e city of gold oltre che the game. voto 77 |
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buon disco, a me piace, nonostante non sia un loro fan, li seguo dagli ultimi due lavori, e li apprezzo. |
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Tranqui Daniele68, era ovviamente chiaro!  |
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@ Rada. Guarda,riguardo a cio' che dici su pregiudizi e crociate pro e contro ,la penso esattamente come te. Sul "outing" rivolto a te,era ovviamente una battuta,avendo intuito che a te sto disco non dispiace. Ciao |
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Io non sono un fan della band e di questo genere di power metal però canzoni tipo My Spirit Will Go On, Fury of the Storm o Heroes of our time sono piacevoli, niente di sconvolgente ma ben suonate e con belle melodie. |
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@daniele68: ascoltati anche City of gold...molto bella |
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@daniele68: la canzone che citi tuè probabilmente la migliore del disco (e anche una traccia molto bella a livello globale) e di sicuro valore ma non è questione di fare outing, in certi casi e per certe band dato che vi è un pregiudizio incallito è veramente inutile stare a esprimere commenti perchè già solo per partito preso per il 90% dei lettori i Dragonforce sono un gruppo di merda ecc ecc...quindi in questo caso mi tengo per me i miei giudizi su questa band e su questo disco se non un fugace parere che ho già espresso (post 4). Le battaglie contro i mulini a vento non mi sono mai piaciute.... |
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Ho ascoltato in passato tutti i loro album e mi hanno sempre dato l'impressione di non avere dei pezzi decenti. Mi sembra che solo un assolo su un pezzo, mi sia piaciuto. Velocità e tecnica, come qualcuno ha già detto, non servono a niente se non hai dei brani piacevoli. Concordo con la recensione. Album che non dice niente. Over and out. |
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recensione fin troppo lunga per un gruppo che a mala pena sarebbe stato adatto come sottofondo musicale per i video-game della Commodore e sto facendo anche un bel complimento. ad ogni modo un plauso al recensore per la enorme pazienza dimostrata |
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Ho sentito parecchi pezzi, musicalmente non sono il mio genere (troppa melodia) . per quanto riguarda i chitarristi sono veramente dotati di ottima tecnica ma totalmente impersonali niente di diverso a certi fenomeni che trovo sul tubo. Malmsteen altro iper-tecnico è altra roba. |
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Aggiungo che per me il pezzo "the sun is dead" e' ad adesso il migliore del 2014. Rada,che ne pensi ?fai outing!!!! |
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@royaloscar: Gee è arrivato dopo che le registrazioni erano concluse  |
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Si nomina dietro le pelli Dave Mackintosh ma non è il Torinese Gee Anzalone il batterista? O Gee è arrivato a registrazioni già ultimate? |
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@Lizard: guarda che la mia è semplicemente una constatazione ( se questa è l'unica recensione negativa che ho letto non è colpa mia ), ed era riferita a chi commenta la recensione e non alla recensione ( per altro ottima ). Il recensore da un suo giudizio personale che merita rispetto, perchè si sa che c'è sempre qualcuno che non è d'accordo.Io, ho ammesso di non aver ascoltato il disco e quindi non l'ho commentato, a differenza di altri che stroncano il gruppo per partito preso o perchè non rientra nei loro gusti musicali. |
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Io non credo di screditare Davide se constato che ha un background thrash-oriented. Di sicuro non e' mia intenzione. Detto questo,ho ascoltato il disco 9-10 volte e secondo me,rimanendo fedeli al loro stile ,ma aggiungendo piccoli inserti prog qua e la,ilrisultato finale e' piu' che soddisfacente. Per me promossi. Ciao |
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Ragazzi, fatemi un regalo, recensite il nuovo Destrage, che a 'sti pagliacci fanno pelo e contropelo  |
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@Daniele 68: "per dovere di precisione" rispetto a cosa? il fatto che Davide normalmente recensisca album nel settore thrash non implica che ascolti solo quello. Ha recensito anche Lou Reed, se è per questo. Mi spiace, ma la prevenzione la leggo molto di più in un intervento come il tuo. Semplicemente il voto non rispecchia la vostra opinione, allora diventa ai vostri occhi "necessario" andare a screditare il redattore, in maniera dietrologica, sventolando una presunta prevenzione (sua o addirittura del sito, senza contare che li abbiamo anche intervistati con dovizia di domande...) non suffragata da fatti. Basterebbe che spiegaste il vostro punto di vista sul disco e avremmo uno scambio di opinioni. Così, il tutto diventa molto sterile, perché si riduce a pura illazione. |
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@Lizard. Per dovere di precisione er me e' poco compresibile come si faccia fare la recensione dei Dragonforce a un recensore dai gusti e conoscenze spiccatamente thrash- oriented. Mi sono preso la briga di guardare cosa aveva recensito Monky nelle altre sue recensioni(oltre cento). E' come se a me facessero recensire un disco brutal: puo' essere stupendo ma io non lo apprezzerei. Felice di sbagliarmi,na secondo me c'e prevenzione. Ciao. |
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Sandro70: il voto è conseguenza del pensiero critico sviluppato nella recensione. Un disco non è necessariamente una schifezza se prende 50. Il punto semmai è perché ha preso 50, e perché da altre parti ha preso un voto diverso, non il voto in se. Comunque, quello che scrivono altri siti attiene a loro. Certo come si possa pretendere di partecipare ad una discussione in maniera costruttiva, senza avere la minima idea dell'oggetto della discussione e anzi rivendicandone l'ignoranza, per me resta un mistero. Evidentemente la possibilità di dire qualcosa porta per alcuni all'estremo di voler dire qualunque cosa purché sia qualcosa. |
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Io il disco non l'ho ascoltato e neanche mi interessa ascoltarlo più di tanto ma bisogna dire che mediamente sugli altri siti ( anche esteri ) e sui giornali il voto al disco è tra 6.5 e 8. Quindi, non penso sia così nà schifezza come lo si dipinge. |
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In effetti l'ultima frase della rece è geniale grande Monty, ottima intervista che, secondo me, riesce nel difficile intento di essere obiettivi di fronte a questa band, che la gente lo capisca o meno. Loro gli ascolto ogni tanto, però devo dire che @er colica ha centrato in pieno: magari hanno creato canzoni divertenti, ma la loro tecnica dovrebbero usarla per suonare veramente, non solo andare velocissimi su scale ritrite tanto per far vedere che loro ce la fanno. Ripeto, io non sono contro il gruppo (d'altronde a volte ascolto pure gli Avenged che non mi dispiacciono, rimanendo in tema di gruppi insultati a priori) ma da quel poco che ho sentito anche in questo disco mi pare siano tornati a plagiarsi come nei vecchi dischi con quell'assurdo cantante di ZP. E pensare che Power Within lo trovo carino perchè, un minimo, si discosta dal loro solito genere.. |
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@Davide: mio omonimo, evidentemente hai tralasciato l'ultima frase della mia recensione che è rivolta proprio a quelli come te e ai loro commenti costruttivi  |
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...mai piaciuti, la nota positiva (per me) è che alla batteria adesso c'è GEE ANZALONE !!! @Davide, complimenti per il tuo commento, inutile !! |
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E' sempre un piacere leggere commenti ineducati, che non dicono assolutamente nulla sul disco e sul perchè la valutazione sarebbe sbagliata, risultando quindi totalmente inutili. E questo l'ascoltatore tipo della band? Allora dovrebbe aver preso 5. |
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il recensore ha vomitato il cervello dopo qualche birra e una colazione andata a male.. |
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intanto io li ringrazio per farmi passare delle serate sia da solo che in compagnia all'insegna delle risate e dei sfottoni a cui li sottopongo, fatta questa premessa dico che con d.r.i. parlavamo appunto di loro e del tapping... vero d.r.i.? io li prendo per il culo un minuto si e l'altro pure, anche in strada parto a razzo e imito orma l'idolo herman nei suoi funambolici assoli di power giutar. però seriamente proverò a dire la mia: sti tizi avrebbero un grosso potenziale tecnico ma non sanno suonare! suonare non significa solo sparare alla velocità del cosmo le note, se solo riuscissero ad usare la loro tecnica in modo giusto e meno invadente allora potrebbero fare robe più decenti forse, senò rimangono macchiette , io vedo un video loro co tutte quelle ditina che viaggiano e rido che ci devo fare?? |
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Se vogliono diventare delle superstar basta trasferirsi in Giappone, li vanno pazzi per questa merda fumante che suonano. |
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Ieri ho comprato un dvd di Goldrake, voi mi direte, ma che c...o ce ne frega ,troia d'un semo, io vi dico che anche per me loro sarebbero adatti per la colonna sonora di qualche cartone giappo, specialmente di robot, visti anche live un paio di volte, sanno suonare però mi fan venire 2 maroni....se vi piace il robot power metal, sentite anche i banzai Galneryus....sembra o no il nome di un supereroe???? |
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@danny boy: La tua ignoranza in campo power metal è molto evidente ma almeno non metterti in ridicolo più di quanto non hai già fatto. Uno che paragona gli Stratovarius (uno dei nomi migliori se non il migiore in ambito power) ai DragonForce è come uno che paragona i Metallica del periodo MOP ai Megadeth di Supercollider |
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Da un lato non posso che quotare danny boy... la musica è importante anche per quello che trasmette non per chi spara più veloce. Ammiro il lato tecnico ma a livello compositivo non ho mai sentito nulla di inebriante da parte loro se non cavalcate a velocità assurda ma anche, lasciatemelo dire, senza senso. Spero che mi contraddicano ma per ora li lascio volentieri ai 15enni in cerca di musica veloce e basta..perchè è di questo che stiamo parlando. |
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...questa roba non merita. Già gli Stratovarius facevano venire l'orchite 15 anni fa figuriamoci questi qua. Per curiosità me li sono visti su you tube e basta poco per capire che è porcheria ridicola. Capisco che possano piacere a qualche imberbe giovanotto ma su questo fronte hanno già detto tutto e pure troppo gli Helloween fino a quando c'era Kiske. DRANGONFORCE mitico! e dire che pure fanno dischi. A sentirli suonare pare di vedere un robot giapponese spuntare dalle montagne per sconfiggere trionfalmente il nemico dell'umanità. Ma perpiacere... |
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Non è odio, è invidia!  |
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Ridicoli... roba x bimbiminkia... |
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Veramente stucchevole questa non obiettivita' nei confronti di sta band.bahh |
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Azz, stroncati ancora... Ho sentito veramente poco di loro e dunque non posso esprimere chissà quale giudizio, però effettivamente nemmeno io mi spiego quest'astio (in generale, non mi riferisco alla rece dell'ottimo Monky) nei loro confronti... Vedrò di recuperarli! |
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Mah, io non capisco tutto questo astio nei loro confronti, ho avuto modo di ascoltare anche questo ultimo loro lavoro e devo dire che la sufficienza la prende eccome. I musicisti sono tecnici di brutto ma anche a livello di songwriting non sono male e il nuovo cantante mi sembra abbia un bel timbro. Poi boh, qualcuno mi spiegherà l'odio che aleggia intorno a loro! (non intendo certamente la rece di Monky, sia chiaro). Voto 65 |
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A dire il vero è la prima recensione negativa che leggo di questo album. Non sono così male ivertenti,velocissimi e sicuramente tecnici. Non mi dispiacciono,. |
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Personalmente non capisco il successo che ottengono ma sinceramente questo disco l'ho sentito e non è così male...gli darei un 65 |
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Vista la serie negativa di voti prima o poi mi dovrò prendere la briga di ascoltarli. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Game 2. Tomorrow’s Kings 3. No More 4. Three Hammers 5. Symphony of the Night 6. The Sun Is Dead 7. Defenders 8. Extraction Zone 9. City of Gold 10. Ring of Fire (Johnny Cash Cover)
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Line Up
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Marc Hudson (Voce) Herman Li (Chitarra) Sam Totman (Chitarra) Vadim Pruzhanov (Tastiere) Frédéric Leclercq (Basso) Dave Mackintosh (Batteria)
MUSICISTI OSPITI
Matt Heafy (Voce in tracce 1, 3 e 7)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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