|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Dragonforce - Warp Speed Warriors
|
08/04/2024
( 1123 letture )
|
Il tempo vola e anche i Dragonforce superano il traguardo del ventesimo anniversario di attività. Si affacciarono sulle scene nel 2003 quando la Sanctuary Records diede alle stampe l’album di esordio Valley of the Damned, un concentrato di power metal melodico lanciato alla velocità della luce, tanto da paragonare la band britannica a una sorta di mix tra Gamma Ray, Blind Guardian e Freedom Call. La proposta negli anni non è cambiata sostanzialmente, finendo peraltro per risultare a tratti ripetitiva, se non addirittura stucchevole in alcuni episodi che ne hanno marchiato la prolifica carriera, con brani molto simili e di maniera, ben suonati ma dalla scarsa capacità di lasciare davvero il segno in una scena power che (fatte poche eccezioni) risulta ancora oggi legata ai maestri più longevi del genere. A detta di chi scrive un costante e imperterrito lento declino rispetto al suddetto esordio, che quantomeno colpì per la proposta di un power così veloce e frenetico come mai sentito in precedenza. I Dragonforce non hanno mai smesso di crederci e hanno portato avanti imperterriti la propria proposta, guidati dai membri fondatori Herman Li e Sam Totman, coppia di asce affiatate e capaci di spingere riff e soli velocissimi, grazie anche a buoni riscontri commerciali e a una base solida di fan, anche grazie alla promozione di primarie case discografiche, ultima l’attuale Napalm Records. Warp Speed Warriors si presenta come titolo e copertina in linea al filo conduttore della band britannica, incentrato su tematiche fantascientifiche, spaziali e fortemente nerdy, perfette colonne sonore di videogames o cartoons degli anni Ottanta e Novanta. Ma siamo nel 2024 e a tratti davvero sorprende come la band sia giunta ormai al nono album restando ancorata a un sound di power speed tirato a velocità e ritmiche ipersoniche, alternato a brani di pop metallizzato, il tutto forse troppo semplicisticamente descrivibile come “Nintendo metal”. I nove pezzi, più tre bonus track, fanno calare l’ascoltatore in un trip di un’ora fatta di scariche di elettricità e adrenalina come l’opener Astro Warrior Anthem, The Killer Queen o Pixel Prison, una summa del Dragonforce sound, vale a dire cavalcate in stile Gamma Ray o Blind Guardian a velocità quasi raddoppiata; momenti leggermente più rallentati come Power of the Triforce, un tributo ai Freedom Call, o mix tra pop e metal come le tamarrissime Kingdom of Steel, power ballad ricca di tastiere e riferimenti a Edguy, H.E.A.T. e The Poodles, o il mid-tempo sostenuto Space Marine Corp dal testo demenziale e dall’andamento che fa il verso a certi Manowar e con inserti del guest Francis Ausley degni dei peggiori brani da Oktoberfest. Unico brano capace di svettare risulta essere Burning Heart, sparata a velocità inumane, con buoni cambi di tempo nella parte centrale e a onor del vero ottimamente suonata (al netto di alcuni suoni di tastiera troppo da videogame del guest Coen Janssen degli Epica), ma anche convincente nelle trame melodiche e nel refrain, un brano che si preannuncia killer track anche in sede live. Doomsday Party si presenta come un brano tra i Seventies e gli Eighties più patinati come se gli ABBA avessero preso vitamine e usato distorsioni, un momento simpatico e scanzonato, meglio in versione alternative in cui la brava Elyze Ryd (Amaranthe) duetta con piglio assieme a un Hudson non sempre all’altezza. Non manca addirittura una cover di Taylor Swift, vale a dire Wildest Dreams, hit planetaria di dieci anni fa riproposta a livelli di metronomi da ipertensione, ma finendo per stretchare in modo esagerato le armonie di quello che tutto sommato è un pezzo pop con i crismi della cantante americana, senz’altro penalizzato dalla voce strillante di Hudson.
Un disco che continuerà a mietere consensi tra gli adepti e i seguaci più fedeli del quintetto, che lascia però molti punti interrogativi in quanto a originalità e spunti di vero valore intrinseco. Un lavoro omogeneo, scorrevole, che non aggiunge una virgola al curriculum della band né farà nulla per aggiungere seguaci o tantomeno ridurre i non pochi detrattori.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
Classico disco alla DragonForce, si trova sempre qualcosa di interessante, ma personalmente ritengo che sia faticoso ascoltarlo con piacere dall\'inizio alla fine.
Peccato, con Reaching into Infinity secondo me avevano trovato la strada giusta, ma da allora hanno subito un leggero calo.
Buon disco, comunque, voto 70, non sarà un capolavoro ma certe canzoni gasano di brutto. |
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
un pezzo come doomsday party avrebbe di sicuro sfondato nelle classifiche dei primi anni ottanta... |
|
|
|
|
|
|
5
|
Mi impressiona un po vedere la lista di recensioni a fianco degli album dei dragonforce. La media è molto bassa, che un po stona con quello che i dragonforce hanno di fatto ottenuto sul campo. Sono pur sempre una delle più importanti power metal band con due chitarristi fuori dalla norma, penso ci si possa trovare d\'accordo su questo. Quest\'album, secondo me, conferma la loro bravura, personalmente lo valuto 75. Ad esempio, le due hit power of the triforce e doomsday party le trovo notevoli. C\'è forse soggezione negativa (aka invidia) verso la tecnica di Totman & Li? Solo una congettura? De gustibus! |
|
|
|
|
|
|
4
|
*Eroes*,adoro il power in tutte le sue forme ma loro per me sono una mosca bianca in negativo,ma in fin dei conti hai ragione...ogni tanto bisogna divertirsi  |
|
|
|
|
|
|
3
|
Well, possono peccare di mancanza di originalità e risultare sempre uguali a sè stessi, ma non dimenticate che alcune volte \"more of the same\" non è necessariamente un male, soprattutto se in mezzo ci sono due o tre anni di break.
Le mie figlie sono appassionate di Zelda (il nostro gatto si chiama Link... ^_^ ) e in auto ascoltando la traccia \"Power of the Triforce\" ci gasiamo di brutto!
Suvvia ragazzi, il power è fatto anche per divertirsi  |
|
|
|
|
|
|
2
|
Mi basta l\'Ultra Beatdown che ho preso originale (chiedo perdono)..Peccato non sia riscrivibile. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Non ve ne sfugge uno....😂 |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Astro Warrior Anthem 2. Power of the Triforce 3. Kingdom of Steel 4. Burning Heart 5. Space Marine Corp 6. Doomsday Party 7. Prelude to Darkness 8. The Killer Queen 9. Pixel Prison 10. Wildest Dreams 11. Doomsday Party (Alternative Version) 12. Power of Triforce (Instrumental Version)
|
|
Line Up
|
Marc Hudson (Voce) Herman Li (Chitarra) Sam Totman (Chitarra) Alicia Vigil (Basso) Gee Anzalone (Batteria)
Musicisti Ospiti: Francis Ausley (Voce nella traccia 5) Elyze Ryd (Voce nella traccia 11) Coen Janssen (Tastiere)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|