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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Deathrow - Riders of Doom
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( 3004 letture )
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"Nel frattempo negli USA, nello stesso anno, gli Slayer hanno pubblicato un disco lento e debole"
Frase provocatoria ed esageratissima, quella riportata qua sopra, ma che dovrebbe darvi un’idea di ciò che alcune persone possono pensare di un disco come Riders of Doom. Infatti, se rivolgete la vostra attenzione per un momento al genere e all’anno di pubblicazione scritti qui di fianco, avrete già una perfetta idea di che tipo di album stiamo andando a parlare oggi. I puristi del thrash metal conosceranno benissimo il disco in questione che, insieme a centinaia di altri, ha fatto la fortuna del genere musicale in quei dodici mesi leggendari che hanno composto il 1986. Se invece non siete molto ferrati sul thrash metal, sappiate almeno che in quegli anni non sono esistiti solamente Reign in Blood e Master of Puppets che, nonostante la loro indubbia qualità e l’infinito valore storico ed artistico, non rappresentano la summa del movimento ottantiano ma la sua parte più famosa. Infatti, sono dischi come il qui presente Riders of Doom a comporre quell’underground colmo di sfaccettature che è stato capace di mettere a ferro e fuoco il mondo trent’anni or sono, con punti focali nella Bay Area e nella terra teutonica. Ebbene, i Deathrow fanno parte, insieme a svariate altre band (clicca qui per l’articolo dedicato), di quella cerchia che è stata oscurata dal successo di pochi gruppi che oggi conosciamo tutti, in questo particolare caso la Triade composta da Sodom, Kreator e Destruction. Nati nel 1984 con il nome di Samhain, i Deathrow hanno cambiato monicker dopo due anni, proprio poco prima di pubblicare il debut album. Il genere è thrash puro, di quello suonato con l’attitudine di chi partecipa ad un movimento neonato e contribuisce a svilupparlo con la propria passione e la propria voglia di suonare, uno di quei dischi che hanno reso grandioso e pieno di fascino quello che oggi viene chiamano comunemente "old school" ed è emulato da centinaia di giovani gruppi.
Winds of Death è una strumentale dal ritmo cadenzato, capace di introdurci immediatamente nel mondo targato Deathrow, dove le distorsioni di chitarra sono sature ma ben definite, mentre basso e batteria offrono il loro ottimo apporto sebbene decisamente penalizzate da una produzione non proprio adeguata. Un riff solista, chiara reminiscenza di For Whom the Bell Tolls e di Fairies Wear Boots, ci accompagna in un bel crescendo verso la prima vera traccia di Riders of Doom: Satan’s Gift. L’impatto frontale della traccia è quello tipicamente teutonico, anche se si possono cogliere numerose sfumature provenienti dalla Bay Area, soprattutto a livello vocale. La title-track spezza per un momento il ritmo con alcuni armonici gnaulanti di casa Slayer, prima di buttarsi a capofitto in una cavalcata alla velocità della luce, che in quegli anni avrebbe fatto impallidire buona parte dei thrasher nel mondo. Le pennate alternate di Thomas Priebe e Sven Flügge spazzano via ogni cosa, come un fiume in piena, sciorinando riff al fulmicotone che grondano attitudine thrashy ad ogni battuta. Hell’s Ascent è un perfetto mix tra il thrash brutale ed ignorante degli anni ottanta, unito ad una tecnica strumentale tutt’altro che mediocre e che sboccerà due anni dopo nel meraviglioso Deception Ignored, vera perla technical thrash di fine decennio. Milo, con la sua voce potente ed aggressiva, riesce a dare una personale timbrica a brani tiratissimi e tecnici, dimostrandosi un interprete passionale e versatile. Al contempo, le due asce sono sicuramente il valore aggiunto ad una formazione di livello assoluto: gli assoli, i cambi di tempo ed i bridge composti sono qualitativamente ottimi, come si può evincere nella meravigliosa Violent Omen, forse uno dei pezzi migliori del lotto. Per rimanere nel tema della versatilità e della tecnica strumentale mai fine a se stessa, bisogna porre anche attenzione alla cupa Dark Tales, caratterizzata da un’intro acustica che sfocia in un riffing complesso e cadenzato sul quale l’ugola di Milo graffia l’ascoltatore alternandosi ai solismi eccellenti di Priebe e Flügge. A chiudere c’è spazio per una rivisitazione della demo della "vecchia" band, i Samhain che, ovviamente, riprende il monicker come titolo: il succo è sempre quello, velocità, potenza esecutiva e grande attitudine che solo le grandi thrash metal band del passato sono state in grado di cavare dagli anni ottanta.
Puro, sano, veloce e fottuto thrash metal: Riders of Doom è questo. Non c’è da stupirsi se in uno dei loro primi concerti ad Altenessen, un certo Mille Petrozza presente tra il pubblico abbia voluto acquistare una loro demo per presentarla all’etichetta che stava sostenendo i Kreator in quegli anni. Da questa proposta è nata la collaborazione tra Deathrow e Noise Records che, purtroppo, non fu così prolifica dopo la pubblicazione del grandioso Deception Ignored nel 1988. In questi tre anni, in cui i nostri hanno sparato un tris di album di ottimo livello, i Deathrow hanno avuto il grande pregio di essere una delle poche band dell’epoca a convogliare grande tecnica, melodia e songwriting su un canovaccio che non perde un’oncia della brutalità tipica del movimento. Purtroppo la produzione inficia parzialmente sul risultato finale, anche se non è delle più scadenti che si possono trovare nelle vecchie cassette degli anni ottanta. Fortunatamente, i due dischi successivi verranno prodotti in modo migliore (soprattutto Deception Ignored) e metteranno in luce -se ce ne fosse ancora il bisogno- le grandiose potenzialità del quartetto di Dusseldorf. In conclusione, Riders of Doom è un debutto coi fiocchi, uno di quei dischi che trasudano thrash ogni secondo che passa e dall’infinito potenziale nelle riproposizioni live. Se siete amanti del genere e siete macchiati dal peccato di non conoscere ancora questa band, allora leggendo queste righe riceverete l’assoluzione, a patto che lo ascoltiate almeno una decina di volte nei prossimi giorni.
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6
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Ottimo esordio per una band super che ha poi partorito quel maga classico di Deception ingnored, ma qui c'era già tutta la velocità e il dinamismo. Voto giusto |
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5
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Bravo d.r.i. Adesso mi ricordo ,l'ho letto qualche anno fa sul web, prima di avere internet non conoscevo questo disco, avevo solo il secondo e il terzo registrati. |
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4
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Ecco la spiegazione: "The original title was Satan's Gift and was released as such in Europe, but since the artwork was banned in places, the album was repressed as Riders of Doom with new cover art." |
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3
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Ho letto la recensione di fretta, non so se è stato detto che era uscito anche col nome "Satan's Gift", qualcuno che ne sa più di me magari potrà spiegare il motivo, boo.. |
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2
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Strano non abbia commentato, poco da dire, disco importante, considerato che ha 30 anni, suona ancora bene, bello veloce e con una buona produzione, bisogna sentire tutti e 4 gli album , loro sono stati davvero dei grandi ,per me. |
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1
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Fantastico gruppo, un thrash ben elaborato con composizioni e brani articolati ma mai noiosi e banali, Milo ha una voce caratteristica che da quel senso di atmosfera appassionante in ogni brano e gli assoli esemplarmente funzionali alla esprressivita' dei brani, sia nei momenti ruvidi e cadenzati che nelle parti tirate e , rapide, veloci e arrembanti, variazioni di tempo e perti strumentali accompagnate da batteria e basso che svolgano un lavoro che da quel quid in piu' in molti brani.Thrash ottantiano da tramandare ai postrri, veramente emozionalmente incisive le due asce che non sbagliano un colpo, eh si Priebe e Flugge sono davvero bravi.Violent Ome , condivido la rece,gran pezzo da antologia thrash, bellisdime anche la titletrach e Hell's Ascent, Spider attack e Dark Tales.Questi sono autori di un considerevole thrash di ottantiana memoria,vecchia scuola da goduria assoluta.Gran Disco.Per me 87. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Winds of Death 2. Satan’s Gift 3. Riders of Doom 4. Hell’s Ascent 5. Spider Attack 6. Slaughtered 7. Violent Omen 8. Dark Tales 9. Samhain
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Line Up
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Milo (Voce, Basso) Thomas Priebe (Chitarra) Sven Flügge (Chitarra) Markus Hahn (Batteria)
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RECENSIONI |
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