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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4237 letture )
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Appena un anno dopo aver pubblicato Survivors, debut album autoprodotto in grado di far risaltare fin da subito il loro nome tra i principali esponenti della N.W.O.B.H.M., i Samson diedero alle stampe un secondo disco di ancor più alto livello, finalmente sotto contratto con una vera etichetta discografica e con un fresco innesto alla voce, il giovanissimo ma già molto promettente Bruce Dickinson. La formazione britannica, capitanata dal chitarrista Paul Samson, visse i suoi anni più gloriosi proprio a cavallo tra i due decenni (Settanta e Ottanta), grazie ad una formazione che, completata dal bassista Chris Aylmer e dal batterista-icona Barry Graham Purkis (in arte “Thunderstick”), non aveva nulla da invidiare a quelle dei “diretti concorrenti” sulla scena. Entrando più nello specifico, questa fu una formazione che al completo durò ben poco, appena due album, il qui presente Head On ed il successivo Shock Tactics, in quanto nel 1979 non era ancora presente Dickinson, mentre dopo il 1981 sia quest’ultimo che Thunderstick intrapresero carriere musicali differenti. La fortuna sorrise ovviamente più al cantante che al batterista, ma questa è un’altra storia. Head On, registrato tra aprile e maggio del 1980 e pubblicato a giugno dello stesso anno, è un disco immediato, di quelli che non lasciano spazio a dubbi sulla direzione musicale del gruppo o sulle qualità tecniche dei singoli; tuttavia, come vedremo, presenta molti spunti che vanno anche al di là di una semplice e banale classificazione. Il sound di quest’album, come possiamo immaginare, è abbastanza primigenio, ma allo stesso tempo fresco ed energico, sincero nelle intenzioni e non privo di sbavature (soprattutto certe parti di batteria non sembrano propriamente perfette), ma proprio per questo ancor più apprezzabile per gli amanti delle sonorità di un tempo che fu. L’ugola del quasi ventiduenne Bruce Dickinson raggiunge già vette incredibili, la chitarra di Paul Samson è libera di agire incondizionatamente e sciorina riff anche di un certo peso, mentre basso e batteria contribuiscono a dare al tutto un impatto più deciso. Si parla spesso di quanto Paul Samson sia a tutt’oggi uno dei chitarristi più sottovalutati nel suo genere, ma anche Barry Graham Purkis non è da meno in quanto ad impopolarità. Quello che un tempo rappresentava non solo un pilastro portante del gruppo inglese, ma ne era anche l’icona, la “mascotte” per così dire, viene ormai nominato solo in virtù dei Samson e dei pochi album pubblicati con loro; a tal riguardo ricordiamo che invece nel 2005 la rivista inglese Classic Rock l’ha classificato al numero 36 tra i 50 più grandi batteristi rock, non una cosa da poco.
Thunderstick compare anche sull’artwork di copertina, con la maschera di pelle nera come suo solito e tenendo in mano una falce. La tracklist, composta da dieci pezzi, comprende una canzone scritta insieme a Steve Harris degli Iron Maiden a conferma di come le due band avessero più di un punto in comune tra di loro. In generale quest’album mostra sonorità a metà strada tra hard rock e heavy metal; le stesse linee vocali di Dickinson si rifanno spesso a generi come il rock’n’roll e il blues, pur non uscendo troppo dal contesto del disco e la chitarra di Samson mostra un attitudine molto hard rock, lasciandosi andare solo talvolta a soluzioni più heavy. L’iniziale Hard Times ha le fattezze di un brano “innocente” e divertente e ne troviamo conferma nel piglio scanzonato di Dickinson, ma già dalla successiva Take It Like a Man i ritmi, dettati da una batteria piuttosto aggressiva, si fanno più incalzanti e il buon Bruce Bruce -come veniva chiamato all’epoca- inizia a tirare fuori dal cappello alcuni acuti interessanti. Il mood atipico e un po’ cupo di Vice Versa è l’ideale per rifiatare dall’assalto del pezzo precedente; il lavoro di contorno di Thunderstick è sublime con rullate ora più moderate ora più potenti e veloci a seconda della necessità e sugli scudi sale anche Samson stesso, con un assolo meraviglioso posto intorno alla metà del pezzo, salvo poi tornare in men che non si dica sulle pacate atmosfere iniziali e concludere col ritornello. Molto più diretta è invece Manwatcher, che si rivela però anche uno dei pezzi meno interessanti se non fosse per il grandioso lavoro di Samson alla sei corde. La prima metà del disco si conclude con la frizzante Too Close to Rock (e qui più che mai troviamo rimandi al rock’n’roll), che sembra una scheggia impazzita senza freni e ci mette sul piatto le notevoli capacità tecniche dei quattro inglesi. Ma è ora il momento della strumentale Thunderburst, il famoso brano scritto insieme a Steve Harris che di lì a poco diverrà The Ides of March, traccia d’apertura di Killers. In realtà il pezzo fu scritto in tempi non sospetti proprio dai Maiden, ai tempi in cui Barry Graham Purkis militava nelle loro fila. La movimentata Hammerhead ci riporta sui lidi tipici dei Samson, mentre Hunted sembra fare il verso (scusate il gioco di parole) a Vice Versa, ma non riesce ad incidere allo stesso modo di quest’ultima. Take Me to Your Leader è invece a tutti gli effetti un pezzo a metà tra il punk e l’heavy, che ci chiarisce una volta per tutte su quali livelli si muovono le straordinarie corde vocali di Dickinson. L’album si conclude con una canzone un po’ fuori dal comune, dal titolo Walking Out on You. Nei suoi sei minuti e mezzo di durata ci mette in mostra la facciata più melodica della band inglese, dall’alto di un processo compositivo che pare anche leggermente più curato del solito.
I Samson riescono così a portare a termine un disco dalle diverse sfaccettature, nonostante la Storia ci consegni a tutti gli effetti questo Head On come un album appartenente alla N.W.O.B.H.M. e quindi 100% heavy metal senza possibilità di smentita. Ma, come abbiamo visto, al suo interno si passa dal rock’n’roll al punk (con tutti i limiti del caso), dall’hard rock all’heavy metal, senza dimenticare le influenze blues che emergeranno nei Samson in maniera più evidente qualche anno più tardi. Head On rispetto al buonissimo album d’esordio Survivors dimostra una maggiore maturità, che convoglierà nell’ancor più convincente Shock Tactics. Purtroppo dopo questi tre lavori la band non avrà propriamente la buona sorte dalla sua parte, finendo per restare una meteora all’interno della scena classica dei primi anni Ottanta. Ma ogni occasione è buona per riscoprire band di questa portata, per cui non abbiate timore di rispolverare certi piccoli capolavori, vedrete che non avrete modo di restarne delusi.
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19
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Buon album ma sopravvalutato dalla presenza di Dickinson. Mi chiedo cosa si ricorderebbe di questo cantante se si fosse fermato ai Samson |
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Non sono d'accordo Philosopher, dovresti sentire Before the Storm del'82 più maturo perché i Samson hanno fatto dischi dignitosi anche fuori dal periodo iniziale Bruce anche senza di lui, non li ritengo soltanto divertenti anzi li preferisco ad altre band più blasonate della NWOBHM |
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Un buon album di sano Hard Rock con alcune puntate sul metal...Paul Samson era un buon chitarrista..la band,niente di eccezionale,era divertente.. |
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Gran debutto di un certo Bruce Dickinson (22 anni) che dimostrava già dall'inizio la sua enorme padronanza, talento e voce eccezionale, già addocchiato da Steve Harris nei club inglesi. Bravissimo Thunderstick alle percussioni di batteria e un formidabile Paul Samson. Questo lo trovo con piú dai tocchi da riminiscenze zeppeliani non da poco, rispetto al prossimo più tirato Shock Tactics. Due egregi album |
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15
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Un autentico classico della NWOBHM a partire da Thunderburst e le sabbathiane Viceversa e Haunted. 78 |
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L'ingresso di Dickinson nei Maiden ha avuto cambiato faccia al gruppo. Da band Heavy Metal influenzata dal Punk e dal Rock, si è passati agli Iron Maiden più precisi e tecnici. Che questo sia un pregio sta deciderlo al pubblico, non c'è dubbio che preferisca di molto i primi: lo pseudo - intellettualismo Dickinsoniano dopo un po' mi rompe le scatole. |
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Mah, credo che Dickinson più che rovinare i Maiden direttamente abbia amplificato una tendenza distruttiva di Harris. Col divino Paul nel gruppo c'era un dipolo: positivo/negativo, sole/luna, yang/yin: Di'Anno/Harris ovvero rocker/ragioniere. Con l'ingresso di Dickinson, un Harris al quadrato, s'è avuto invece uno pseudo-dipolo: Harris/Dickinson ovvero ragionere/commercialista. Con questo non voglio togliere nulla a Dickinson, buon cantante, credo anche una brava persona (pur con quel che da Tiranno delle Vie Aeree.. ..) Comunque, la provocazione di pirce è intelligente, e quindi ci sta. |
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12
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disco buono ma nulla di eccezionale che si meriti un fin troppo sopravvalutasto 85. E' un lp ben fatto, ben cantato con belle canzoni ma niente di eclatante, per me è n 75. |
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11
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Lo preferisco a "Shock Tactics" perchè più grezzo e sincero: grande album! |
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10
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Beh Di Anno (per carita' gran cantante, tanto di cappello) si e' rovinato da solo, vabbe' poi a me gli ultimi de Maiden non mi tirano, ma che Bruce invece abbia rovinato i Maiden mi mancava nel repertorio ahah , tornando all'album, gran bella prova canora, la stoffa del campione c'era tutta, buona recensione e bel disco, per me 82. |
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9
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Beh ragazzi! I fatti sono li sotto gli occhi di tutti a dimostrare che Bruce fu la "rovina" dei Maiden!  |
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8
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Se ne leggono proprio di tutti i colori..... |
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7
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buon album. grande Bruce. shock tactics è superiore però questo direi che un 80 se lo merita. Take me to your leader gran pezzo. |
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Anche a me piacciono molto i primi due album dei maiden,ma dire che Dickinson è stato la loro rovina mi sembra una falsità |
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ai maiden preferivo decisamente di anno i primi due album erano un vero pugno nello stomaco e di anno era un cantante metal decisamente anomalo.... bruce mi piaceva nei samson.... passato ai maiden ho smesso di ascolatarli |
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4
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bruce infatti fuùla rovina di due band.... samson e maiden |
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3
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il debutto del mitico Bruce! un album ed una band fantastica , spesso poco tenuta in considerazione! |
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2
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Gli albori dell'immenso Bruce Dickinson!!! |
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buon disco, giusta recensione ...poi arrivo' 'shock tactis' ....grande apice dei samson...chi ama i maiden e non lo avesse mai ascoltato si metta alla caccia del cd perche' fa venire la pelle d'oca se uno pensa a quel chei avvennne! di li a poco |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hard Times 2. Take It Like a Man 3. Vice Versa 4. Manwatcher 5. Too Close to Rock 6. Thunderburst 7. Hammerhead 8. Hunted 9. Take Me to Your Leader 10. Walking Out on You
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Line Up
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Bruce Bruce (Voce) Paul Samson (Chitarra) Chris Aylmer (Basso) Thunderstick (Batteria)
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RECENSIONI |
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