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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 5038 letture )
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Che Mark Tremonti sia un dannatissimo chitarrista pieno di talento e con una mente creativa sempre al lavoro, lo si sapeva già da tempo. Basta guardare i suoi lavori storici con i Creed, i quattro album targati Alter Bridge e la sua carriera solista, per renderci conto di essere di fronte ad uno dei musicisti più prolifici degli ultimi anni. A questa innaturale rapidità di songwriting si associa una qualità mai al di sotto del livello buono, rendendo il tutto ancora più interessante. Ed è questo il principale motivo per cui l’arrivo quasi in sordina di Cauterize, secondo disco solista del chitarrista americano, spara le nostre aspettative a mille, dopo il buonissimo debutto di All I Was. In quel disco, Mark ha condensato tutto il suo amore per l’heavy/thrash più sanguigno, aggiungendovi il suo tocco sapiente nel regalare linee vocali catchy ed assoli al fulmicotone senza quella matrice malinconica/passionale che è ormai un marchio di fabbrica degli Alter Bridge. Attenzione: con questa affermazione non si vuole associare la musica solista di Tremonti a semplice "scarto" della sua band, quanto ad una sorta di sfiatatoio, da cui le linee più catchy, aggressive e libertine che vengono partorite dalla mente del chitarrista possono trovare sfogo, senza contaminare il sound ormai intoccabile del suo quartetto ufficiale. Per parlare di Cauterize dobbiamo per forza partire dai due elementi "negativi": copertina e titolo scelto sono tutt’altro che ottimi e, anche se alla fine è la sostanza che conta, ci fanno un po’ storcere il naso; diciamo che se Mark Tremonti avesse optato per la scelta originaria, di rendere title-track il brano Providence, forse sarebbe stato meglio. Ora che abbiamo snocciolato i pochissimi aspetti negativi dell’album, possiamo concentrarci su tutto quanto vi è di positivo, il che non è poco.
Radical Change è la summa perfetta di quanto Tremonti abbia scelto di scrivere per l’intero album: un impatto frontale con un riffing in pennata alternata che è più vicino al thrash che all’heavy, a cui viene unita una linea vocale catchy che contrasta pesantemente con alcuni riff di matrice molto più estrema. Alla fine, il risultato finale è caratteristico e lascia una buona impressione, sebbene possa risultare un po’ disomogeneo. La sensazione è che, senza l’estro e l’esagerazione creativa della sei corde di Tremonti, il brano sarebbe potuto essere tranquillamente una hit, tanto che la linea vocale della strofa potrebbe far compiere sacrileghi accostamenti da chi ha avuto la sfortuna di ascoltare i canali radio più popolari negli ultimi mesi. Non tutti i pezzi all’interno dell’album, tuttavia, sono dei singoloni d’effetto e questo rende Cauterize un lavoro maturo e facilmente apprezzabile: Flying Monkeys è un mid-tempo su cui Mark Tremonti sfoggia tutte le sue qualità di singer, andando a confermare la tesi secondo la quale negli Alter Bridge non canta, solo a causa della presenza di Myles Kennedy; così come quest’ultimo non si occupa dei solismi per la presenza di questo talentuoso ragazzone e della sua urticante pennata alternata. Sebbene la straordinaria accoppiata sia separata, il risultato finale è comunque molto più valido di quanto ci si aspetterebbe. Se tralasciamo la potente title-track, che farà la gioia dei metallari più incalliti, possiamo comunque notare di come il quartetto in questione dia il meglio di sé sui brani più lenti e ragionati: Dark Trip ne è l’esempio e mette in luce sia le qualità dei due chitarristi, sia il buon gusto nella scelta di sound e di linee del neo-entrato Wolfgang Van Halen al basso. Allo stesso modo, la conclusiva Providence, che sarebbe dovuta essere la title-track come prima scelta, ci regala forse il Tremonti che più guarda al passato ed al suo progetto principale; forse è per questo motivo, forse è per l’innegabile songwriting di altissimo livello con una particolare cura per le linee vocali, ma non possiamo esimerci dal definirla uno dei brani più azzeccati del lotto, che avrebbe realmente meritato di essere la traccia principale dell’intero disco. In una setlist di dieci pezzi, c’è spazio anche per brani più ariosi e solari (SympathyAnother Heart, Tie the Noose); una scelta organizzativa e stilistica che, fortunatamente, paga più per la sua capacità di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, piuttosto che per il rischio di rendere il lavoro disomogeneo.
Andiamo al sodo: se vi è piaciuto All I Was, allora apprezzerete allo stesso modo Cauterize. Sebbene vi sia un certo miglioramento delle linee vocali, forse un po’ troppo acerbe nelle scelte stilistiche nel primo album, lo stile principale dell’album non si discosta più di tanto da quanto sentito tre anni fa: una varianza molto piacevole di linee heavy, thrash, qualcosetta di speed, sfuriate aggressive e refrain catchy, un po’ più inclini all’hard rock. Alla sezione ritmica del disco precedente, vi è l’ottima aggiunta di Wolfgang Van Halen al basso, figlio d’arte ed autore di una prestazione molto convincente, graziata da una produzione pressoché perfetta. Per cui se volete ascoltare un po’ di sano heavy metal contaminato dall’estro mutevole di un grande chitarrista e songwriter, che suona moderno e spontaneo al contempo, allora Cauterize è un disco che non può mancare alla vostra lista della spesa del 2015. Certo, non saremo ai livelli raggiunti dagli Alter Bridge, ma scommetto che chiunque vorrebbe avere una creatività tale da mantenersi ben oltre la valutazione buona in qualsiasi disco vi si mettano le zampe.
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8
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La passione e l'umiltà di Tremonti nel suonare continuano a mervagliarmi ogni giorno che lo ascolto.. artista sempre in grado di fare musica in maniera personale, con tecnica sempre eccelsa,suonando come solo lui sa fare.. questo "Cauterize" è l'ennsima prova MAIUSCOLA !!! Ci troviamo di fronte a un artista che è già nella storia ! Grazie per l'ennesimo,stupendo,album che ci ha regalato.. 95 |
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7
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Ahahahah grande Sgrunf...mi hai fatto tornare in mente le scenette di Guzzanti...mitica quelle delle slot Per quanto riguarda l'album devo ancora ascoltarlo,ma di solito Tremonti è una garanzia... |
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6
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Ancora un lavoro eccellente. Quest'uomo è un genio. |
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5
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Una bomba, spettacolare. Un po' più "oscuro" di All I Was e leggermente più atmosferico, ma Tremonti si stacca quasi definitivamente dallo stile "alter bridge", senza abbandonarlo mai del tutto. Rischia più volte di cadere nel monotono, ma si salva sempre grazie alla sua grandiosa creatività. Non è il miglior chitarrista al mondo, ma lo adoro  |
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4
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GRANDE....povca tvoia e povca puttana |
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3
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Apprezzo!  |
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2
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Non male, ma il debut di Draghi è di tutt'altro spessore |
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1
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Lo sto ascoltando in questi giorni...non mi fanno impazzire, ma è innegabile che Tremonti sia un grande chitarrista e musicista in generale. Buon album. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Radical Change 2. Flying Monkeys 3. Cauterize 4. Arm Yourself 5. Dark Trip 6. Another Heart 7. Fall Again 8. Tie the Noose 9. Sympathy 10. Providence
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Line Up
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Mark Tremonti (Voce, Chitarra) Eric Friedman (Chitarra) Wolfgang Van Halen (Basso) Garrite Whitlock (Batteria)
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