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Forklift Elevator - Borderline
( 2055 letture )
Direttamente da Padova, con furore e carrello elevatore, ecco arrivare i Forklift Elevator: dediti ad uno stile variopinto che mescola influenze disparate, dall’heavy classico al thrash, passando per un tocco di southern metal in stile Black Label Society che lascia piacevolmente sorpresi, hanno conosciuto diversi scossoni di line-up, prima di stabilizzarsi attorno al 2012; da allora, invece che finire assieme al mondo secondo i Maya (che in realtà non previdero mai l’Apocalisse, ma qui apriremmo un discorso troppo lungo e poco interessante), questi ragazzi hanno conosciuto l’inizio di una vita artistica molto interessante e ricca di impegni, che li ha portati a partecipare a diversi festival nostrani ed a dar vita a questo sudato lavoro, intitolato Borderline.

Il sound dei nostri, come detto, è molto variegato ed energico, ma si muove con decisione attorno alle chitarre suonate da Stefano Segato e Mirco Maniero, molto abili nell’alternare riff più muscolosi ad altri più rapidi e privi di compromessi. Le influenze thrash dei patavini sono ben evidenti, come è possibile ascoltare nel notevolissimo trittico iniziale, Misery (indubbiamente uno degli highlights del lavoro), Blackout e The Skin: i chitarristi sciorinano infatti tutta la loro abilità, mostrando sia influenze del thrash classico, sia di quello più moderno, debitore in un modo o nell’altro dei compianti Pantera; il singer Enrico M. Martin, dal canto suo, offre interpretazioni graffianti, seppur non troppo e complessivamente convincenti, che ben si sposano ai ritmi dei brani proposti dai suoi compagni di avventure. Molto bella anche Struggle of Life, meno legata a schemi tipici del thrash e che annovera al suo interno sia un riff thrashy, sia una conclusione cupa e lugubre, nonché un chorus relativamente arioso, se pensiamo al tipo di musica proposto. Nonostante l’autoproduzione, oltretutto, il sound è complessivamente discreto, anche se la batteria del bravo Andrea Segato è un po’ sacrificata, schiacciata dalla ruvidezza delle chitarre e, qui e là, superata anche dal basso di Marco Daga. Dove sono, allora, le influenze souther di cui parlavamo inizialmente? E’ presto detto: Overload si muove esattamente in questa direzione, l’influenza di Zakk Wylde appare evidente, ma non soffocante ed il brano vive di una intrigante luce propria; lo stesso si può dire di Arey, ballad che più classica non si può, dall’evoluzione forse un po’ scontata, ma comunque piacevole nel suo omaggio agli intramontabili anni 80 che furono. Prima di tornare al thrash con la divertente Dream Reaper, i nostri trovano anche il modo di fare una più netta incursione negli anni 90, con le pesanti Cathedral e The Fog, cariche di groove a pallettoni e che invogliano al pogo forsennato.

In sintesi, Borderline è davvero un buon lavoro, che ci consegna una band solida, affiatata e dalle interessanti qualità compositive e tecniche. Non è certamente l’album complessivamente più originale del mondo, tuttavia il modo in cui i patavini giocano con le loro influenze è nondimeno interessante ed intrigante, come tale siamo certi che saprà conquistarvi. Approfittando della recensione, rivolgiamo dunque un appello a tutte le label che dovessero essere in ascolto: date una chance, come lo stiamo facendo noi, a questa giovane band, offrite loro una produzione ancor migliore e vedrete che non vi deluderà. A risentirci a presto!



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
68.66 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2015
Autoprodotto
Heavy/Thrash
Tracklist
1. Intro
2. Misery
3. Blackout
4. The Skin
5. Overload
6. Damn Bug
7. Struggle Of Life
8. Arey
9. Cathedral
10. The Fog
11. Dream Reaper
Line Up
Enrico M. Martin (Voce)
Stefano Segato (Chitarra, Cori)
Mirco Maniero (Chitarra)
Marco Daga (Basso)
Andrea Segato (Batteria)
 
RECENSIONI
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