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Ad Nauseam - Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est
07/12/2015
( 2224 letture )
Provenienti da Schio, paesino nei pressi di Vicenza, i veneti Ad Nauseam giungono alla pubblicazione del loro primo full-length, Nihil Quam Vaquitas Ordinatum Est. L’album, della durata di quasi un’ora, contiene otto tracce di puro e brutale death metal, dalle forti tinte progressive. Questo platter dunque farà la gioia dei fan di Gorguts, Hate Eternal, Deathspell Omega, Morbid Angel e Voivod.

L’album, fin dall’iniziale My Buried Dream, si approccia in modo destabilizzante, con chitarre che non sfornano veri e propri riff, ma un'alternanza di arpeggi distorti e note suonate in maniera apparentemente caotica. Allo stesso modo, basso e batteria creano un muro ritmico imprevedibile e disturbante, che tramortisce l’ascoltatore tra accelerazioni micidiali, blast beats al fulmicotone e momentanei, quanto repentini, break di matrice quasi jazz. Fin dal primo ascolto si può notare come l’influenza prog sia fondamentale nell’economia del sound della band: difatti tutti i cambiamenti di tempo, di arrangiamento e di groove sono inseriti appositamente per creare un effetto disorientante, quasi barocco nelle sue ridondanze labirintiche. Tuttavia, non è finita qui: la voce si inserisce in un contesto di per sé già ostico, vomitando tutto il suo odio e la sua violenza con growl e rantoli pesanti come macigni, rendendo l’ascolto ancora più malato e criptico. La stessa cosa accade nella Successiva Key to Timeless Laws, che continua imperterrita e tellurica con la stessa formula, ma aggiungendo al tutto un assolo stridente e atonale che potrà ricordare all’ascoltatore più scapestrato gli Slayer (ma molto alla lontana). Proseguendo, gli Ad Nauseam continuano a torturare le orecchie dell’ascoltatore con un lotto di canzoni destrutturate e di difficile approccio, che alzano sempre di più l’asticella dell’estremismo sonoro: in questo modo un tripletta di brani composti da La Maison Diev, Into The Void Eye e Terror Haze gettano l’ascoltatore in un baratro senza fondo, dove echi dei già citati Morbid Angel, Origin, Deathspell Omega e Voivod risuonano in modo tanto improbabile quanto efficace. Infine, dopo la cervellotica coppia composta da brani anche fin troppo simili tra di loro, ossia Lost in the Antiverse e The Black Veil of Original Flaw, l’album si conclude con la lunghissima e sfiancante Superimposing Mere Will and Sheer Need. Una suite di quasi undici minuti che riassume e porta alle estreme conseguenze quanto detto finora, senza aggiungere nulla di nuovo, a parte il lunghissimo breakdown centrale, che spezza in due il ritmo della canzone, che passa dai martorianti blast beats iniziali, fino al plumbeo e soffocante rallentamento che prosegue per quasi tutta la durata del brano. Personalmente, sin dal primo ascolto, questo passaggio musicale mi ha dato la sensazione di sprofondare in un pozzo senza fondo, in un letale crescendo di straziante disperazione. Tuttavia, questo pezzo, nella sua linearità rimane probabilmente il brano migliore del platter, proprio in virtù della semplicità compositiva che se ben impiegata può benissimo sostituire qualsiasi virtuosismo.

Facendo un bilancio finale, possiamo dire che Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est è un buon album, che vede una band dalle indubbie capacità tecniche e che ha tutte le carte in regola per poter fare ancora meglio, soprattutto in termini di songwriting. Le canzoni, nella loro complessità non hanno mai quella melodia o riff che le rendono memorabile e alla lunga, i brani si assomigliano un po' tutti. Tuttavia, a conti fatti, per essere un album di debutto, va bene così.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
87.2 su 15 voti [ VOTA]
Kuru
Venerdì 21 Aprile 2017, 18.12.05
7
Sto disco è meraviglioso, dall'85 in su per me.
Bassi
Martedì 22 Dicembre 2015, 9.34.39
6
Dopo parecchi ascolti costellati da puro godimento, torno qui per scrivere che questo è un capolavoro di death estremo ma vedo che mi hanno anticipato. Il disco, è fedele al sound degli ulcerate, ma ha qualche sfumatura che ricorda la "malvagità" dei deathspell omega, pur restando un album death. Considerando la recensione come soltanto un giudizio da parte del recensore, mi limito a consigliarlo a tutti coloro a cui piacciono i due gruppi citati.
Malleus
Domenica 20 Dicembre 2015, 12.54.22
5
Per quanto mi riguarda dar meno di 80 a quest'album è eresia, queste sono le release da valorizzare.. Forse ci sta anche un 85
Papi
Lunedì 14 Dicembre 2015, 19.51.47
4
Stefano, rispetto il tuo parere, ma non sono d'accordo quando mi accusi di inesperienza e di avere un approccio da neofita alla materia in riguardo, dal momento che sebbene abbia vent' anni, ascolto metal, in tutte le sue forme da quando ne avevo dieci, dedicandomi alle derivazioni più complesse di questo genere quasi subito. Volevo chiarire che non ho accennato agli Ulcerate in primo luogo perché non ho sentito molto vicine le sonorità dei neozelandesi con questa band e inoltre, nemmeno la band stessa cita ( informazioni alla mano prese dalla pagina ufficiale di facebbok del gruppo in questione) gli Ulcerate tra le influenze principali. In secondo luogo credo di essere stato frainteso quando mi riferivo al songwriting troppo complesso che rende i brani quasi tutti uguali: volevo dire che essendo la musica degli Ad Nauseam estremamente complessa e cacofonica, lo è a tal punto da negare un qualsiasi punto di riferimento, che sia un riff, una linea vocale anche solo accennata, che faccia fare al disco e alle canzoni il vero salto di qualità per trasformare le canzoni da "buone" a "ottime". Questo era il senso della mia critica e sopratutto della motivo del voto.
paolo
Domenica 13 Dicembre 2015, 19.56.21
3
Assolutamente d'accordo con Stefano Cocco, questo è un disco che va ascoltato bene e soprattutto va capito. Appare evidente che il recensore non abbia approfondito l'ascolto e non sia entrato in simbiosi con la musica della band. Poi per carità, non si discutono i gusti però sono rimasto anch'io un po' così nel leggere questa recensione.
Stefano Cocco
Sabato 12 Dicembre 2015, 15.51.52
2
Premetto di essere un amico della band. Premetto anche, doverosamente, di essere un ex recensore di Metallized. Ebbene: non può non destare la mia meraviglia leggere una recensione così "tiepida" concernente un prodotto che, ben al di la del mio modesto parere, ha visto il plauso non solo di altre testate nostrane, bensì di numerose colleghe internazionali. E, me lo si conceda, cito solo la comparsa dei nostri al Brutal Assault 2015 (festival ceco di metal estremo di indubbio rilievo internazionale del quale, tra l'altro, non ho trovato live reports nel vostro sito), come coronamento del sopracitato successo di critica e pubblico, il quale raramente (per non dire mai) viene concesso ad una band death metal italiana. Ma, anche tralasciando questi che (lo so bene) possono essere meriti facilmente sindacabili o, banalmente, sconosciuti e\o ignorati dal recensore di turno che si appresta a commentare un album (ma già qui, permettetemi, l’informazione dell’addetto ai lavori non dovrebbe essere un obbligo deontologico?), mi si lasci contestare la perizia di ascolto e critica del Paparesta. Innanzitutto l’indubbia influenza principale degli Ad Nauseam è il death metal cacofonico degli Ulcerate (come ha notato il lettore Bassi). Anzi, direi che se proprio si volessero mettere i puntini sulle i ad un album come questo, si dovrebbe denunciare l’ eccessiva derivazione ulceriana del sound della band. Passi l’evidente ignoranza del recensore nei confronti dei maestri neozelandesi (primo punto sul quale, da ascoltatore di metal estremo, ci si deve mettere in guardia), ma descrivere come “fin troppo simili tra di loro” svariati brani del disco i quali, addirittura, finiscono in conclusione per “assomigliarsi tutti”, fa un po’ sorridere. Quel che contesto è l’evidente “mancanza di palato” del recensore nei riguardi del genere qui proposto. I commenti e le descrizioni dei brani rivelano il palese approccio del neofita innanzi ad un prodotto death metal estremo. Con altre parole: si tratta indubbiamente di composizioni complesse, criptiche ed ostiche per chiunque da ascoltare e giudicare, ma ciò non può essere un pretesto valido per bollare uno dei “dischi death metal dell’anno” (parole di Trevor dei Black Dahlia Murder) come un “buon album” di una band che “può far meglio” “soprattutto in termini di songwriting”. Ma se è proprio il songwriting il punto di forza del genere (e della band in particolare)? Del suo essere complesso fino alla nausea (perdonate la citazione)! Da questo punto di vista mi viene da dire, sogghignando, che proprio la cacofonia reiterata delle anti-melodie e il tappeto sonoro cervellotico e insano degli Ad Nauseam rivelano subito la natura (e la cultura) dell’ascoltatore che li deve giudicare. E perciò, non me ne voglia Paparesta, ringrazio Metallized per la conferma che offre ai miei giudizi, sebbene dispiaccia, dopotutto, che un lavoro di tale caratura debba essere trattato in questo modo proprio sulle pagine di una testata nostrana, lasciando al resto del mondo l’onere (e l’onore) di supportare realtà così rare quanto vitali per la scena internazionale del metal estremo.
Bassi
Martedì 8 Dicembre 2015, 10.29.33
1
Tra le influenze ci metterei gli ulcerate, più che gli hate eternal e morbid angel.
INFORMAZIONI
2015
Lavadome Productions
Prog Death
Tracklist
1. My Buried Dream
2. Key to Timeless Laws
3. La Maison Diev
4. Into the Void Eye
5. Terror Haze
6. Lost in the Antiverse
7. The Black Veil of Original Flaw
8. Superimposing Mere Will and Sheer Need
Line Up
Andrea P. (Voce, chitarra)
Matteo G. (Chitarra, voce addizionale)
Matteo B. (Basso)
Andrea S. (Batteria)
 
RECENSIONI
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