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Shining (Nor) - International Blackjazz Society
07/01/2016
( 2872 letture )
Gli Shining norvegesi, da non confondere con i colleghi blackster omonimi svedesi, tornano a cinque anni di distanza dall’ottimo Blackjazz (album che personalmente ho ascoltato in modo quasi ossessivo) e a due anni dal sempre buono, ma lievemente inferiore dal punto di vista qualitativo One One One.
International Blackjazz Society, ovvero l’ultima fatica in studio della combo capitanata dal polistrumentista Jorgen Munkeby, si presenta con un lavoro che, dopo numerosi ascolti può essere interpretato come un’efficace via di mezzo tra i due capitoli precedenti, in un perfetto mix tra le sonorità schizzate e intellettuali di Blackjazz e le tendenze maggiormente catchy di One One One.

Escludendo l'intro Admittance, dove un sax acido e impazzito rievoca le reminiscenze dei King Crimson (è conosciuta infatti la loro personale rivisitazione del classico della band inglese 21st Century Schizoid Man), già con la successiva The Last Stand il quintetto norvegese ci propone un misto di sonorità a cavallo tra Marilyn Manson e Nine Inch Nails ( si prendano ad esempio i passaggi più metallici o la voce quasi sempre effettata e distorta) e i già citati King Crimson (soprattutto per l’uso del sax nella coinvolgente parentesi strumentale) giungendo nella prefetta quadratura del cerchio, almeno a livello compositivo con la doppietta House of Warship, House of Control.
E per il resto?
Semplicemente possiamo dire che il disco in tutta la sua durata (quasi quaranta minuti) si attesta su buoni livelli qualitativi, in cui la band cerca di far amalgamare le due anime che contraddistinguono il sound del gruppo: la prima schiettamente industrial è evidente in brani come la trascinante Burn it All o la seguente The Last Days, la seconda invece, più intellettuale, impegnativa e cervellotica, in questo disco ridotta a pochi azzeccatissimi episodi come Thousand Eyes e la strumentale House of Warship, che si distinguono per la forte venatura free jazz. Questa influenza rende i brani pieni di soluzioni ardite che richiedono numerosi ascolti per essere apprezzate, ma che dal punto di vista strettamente musicale sono vere e proprie ventate di aria fresca che faranno la gioia degli amanti del metal più imprevedibile e strutturalmente disarticolato.
Il finale dell’album è poi affidato a un ottimo brano come Need, a sua volta ante-ceduto dall’inquietante, ma totalmente accessorio intermezzo Church of Endurance: Need è una canzone che alterna momenti ricchi di groove ad altri più aggressivi ed ostici, con una batteria pestona quasi punk, che picchia duro accentuando enormemente la pesantezza complessiva soprattutto nel ritornello -ammesso che si possa definire tale- visto che è tutt’altro che accessibile.

In conclusione vorrei menzionare anche il missaggio di Sean Beavan (Depeche Mode, Slayer e A Perfect Circle) e il mastering di Tom Baker, già noto per aver lavorato con NIN, Deftones e Beastie Boys. Il lavoro dei due è assolutamente impeccabile ed esalta le parti di tutti i musicisti durante la performance, rendendo più fruibile l’ascolto di un lavoro impegnativo, ma che è senza dubbio una delle migliori release dell’appena trascorso 2015.
Certo, in ultima analisi possiamo affermare che con International Blackjazz Society, gli Shining siano diventati un’ottima band dal sound riconoscibile, ma in costante mutazione ed evoluzione stilistica.
Chi conosceva già questa nevrotica band saprà già cosa aspettarsi e amerà questo album nelle sue peculiarità, chi non la conosceva e vorrà addentrarsi nel mondo degli Shining, avrà modo di scoprire una delle migliori realtà in ambito metal degli ultimi anni.
Disco da avere, senza se e senza ma.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
88.66 su 3 voti [ VOTA]
Zess
Domenica 10 Gennaio 2016, 18.21.57
7
Dal vivo mi hanno annoiato parecchio, non si capisce dove vadano a parare. Ascolterò anche questo, ma non ci spero...
TheDarkOne
Sabato 9 Gennaio 2016, 0.04.55
6
Rimandato, ai primi ascolti non mi ha convinto molti. Un po' troppo NIN il primo quarto d'ora, poi si fa un po' più interessante. Resta distante da Blackjazz, e anche dall'avantgarde...
Papi
Venerdì 8 Gennaio 2016, 17.09.37
5
@ luca, personalmente ti consiglio Grindstone, concettualmente vicino a blackjazz, anche se meno estremo e complesso
luca
Venerdì 8 Gennaio 2016, 15.51.05
4
@Papi
luca
Venerdì 8 Gennaio 2016, 15.50.52
3
oltre a Blackjazz e International Blackjazz Society quali sono gli altri album che mi puoi consigliare di questo gruppo?
BlackSoul
Venerdì 8 Gennaio 2016, 13.21.37
2
Non sono d'accordo, per me è stata una delusione così come il precedente. Per me i migliori sono Grindstone e Blackjazz, qualcosa anche del debutto...
Saahg
Venerdì 8 Gennaio 2016, 9.28.41
1
Una delle migliori band degli ultimi anni.
INFORMAZIONI
2015
Spinefarm Records
Avantgarde
Tracklist
1. Admittance
2. The Last Stand
3. Burn it All
4. The Last Days
5. Thousand Eyes
6. House of Warship
7. House of Control
8. Church of Endurance
9. Need
Line Up
Jorgen Munkeby (Voce, chitarra, flauto, clarinetto e sassofono)
Hakon Sagen (Chitarra)
Eirik Tovsrud Knutsen (Tastiere e sintetizzatori)
Ole Vistnes (Basso)
Tobias Ornes Andersen (Batteria)
 
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