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HIM - Greatest Lovesongs Vol. 666
07/05/2016
( 4616 letture )
Album d’esordio della celeberrima band finlandese, Greatest Lovesongs Vol. 666 è un disco che non presenta i difetti e le incertezze tipiche di una prima release. Ottima produzione, brani per la maggior parte d’impatto ed ispirati, caratterizzati da un songwriting quasi sempre maturo ed un’esecuzione impeccabile, con la splendida, intensa voce di un frontman dall’impareggiabile fascino a rappresentare la gemma più brillante di un diadema prezioso nella sua interezza. Non c’è da stupirsi che il love metal un po’ ruffiano ma indubbiamente accattivante della band finnica abbia mietuto innumerevoli vittime già a partire da questo lavoro, che non ha nulla di interlocutorio ma fa anzi piena e bella mostra di sé e di tutte le caratteristiche precipue del loro sound. E se nel prosieguo della loro carriera il romanticismo scadrà nello stucchevole e le canzoni perderanno sovente di nerbo, qui esse mostrano appieno il loro vigore soprattutto per merito del lavoro delle chitarre, che con i loro riff pesanti e ruvidi bilanciano la malinconia ed il pathos, altri elementi fondanti il loro linguaggio musicale. Il disco ha un’architettura singolare, ad onor del vero un po’ artificiosa ma degna di nota per il suo palese simbolismo: è composto da sessantasei brani -per un totale di sessantasei minuti-, ma di questi solo nove sono canzoni vere -l’ultima, la sessantaseiesima, è una bonus track strumentale-, mentre le altre tracce sono di varia lunghezza ma vuote.
Ma entriamo nel dettaglio dei singoli brani.

Apre l’album Your sweet 666, uno dei pezzi in assoluto più famosi ed a buon diritto, poiché unisce tiro, intensità e facilità -ma non banalità- d’ascolto. Un vero cavallo di battaglia per gli HIM che ne sfrutteranno l’appeal live fino alla nausea, la loro, mai quella dei fan! Segue Wicked Game la superlativa cover della celebre hit di Chris Isaak, che nella sua versione originale provoca alla sottoscritta un’immancabile ed immediata reazione allergica. Qui il mood romantico dell’originale viene “metallizzato” con grande sensibilità, mentre il cantato di Ville Valo si modella mirabilmente all’andamento del brano, impennandosi in acuti e vocalizzi per poi farsi basso e profondo.
Una melodia romantica ed orecchiabile sostanzia The Hearthless, una sorta di semi-ballad caratterizzata da brevi cori che ne enfatizzano alcuni momenti salienti ed intervallata alla sua metà da un passaggio di riff pesanti un po’ fuori contesto. Nel complesso appare comunque sostenuta da un’ispirazione viva, vitale che le conferisce una piacevolezza easy listening da non disdegnare.
La successiva Our Diabolical Rapture presenta una melodia leggermente meno languida rispetto alla media, alternando riff pesanti a passaggi più morbidi e lenti.
It’s All Tears è un brano non particolarmente riuscito. ma nella sua energia e rudezza contrasta positivamente con la successiva When Love and Death Embrace, ballad celeberrima che con le sue suggestive tastiere e la superba, mirabile prova vocale di Valo si mostra capace di sdilinquire anche il più rude fra gli ascoltatori. Ogni battuta sul contenuto glicemico della song mi sembra anacronistica ed inappropriata, ma non posso esimermi dal rilevare che è proprio questo genere d’indubbio pregio ad aver sancito il successo planetario degli HIM ma ad averli anche contemporaneamente condannati alla stigmatizzazione “sine die” dei puristi del metal.
(Don’t Fear) the Reaper, cover dei Blue Oyster Cult, è fondata su un duetto tra una guest voice femminile e la voce di Ville e su una melodia “in crescendo” di grande potenza emotiva, con un’ampia parte strumentale vagamente psichedelica nel mezzo a darle la giusta pausa.
Il disco si conclude con For You, brano paradigmatico del primo periodo degli HIM: melodie malinconiche ma non estenuate accompagnate sovente da un’ispirata tastiera, chitarre distorte e limose, qui a tratti così opprimenti e lente da spingersi ai confini del doom, ed infine la voce intensa ed espressiva del fascinoso singer.
Sono proprio queste le caratteristiche positive che rendono Greatest Lovesongs Vol. 666 un pregevole album d’esordio e che dimostrano quanto gli HIM abbiano saputo forgiare uno stile innovativo ed inedito che almeno agli inizi non aveva quel tono affettato ed infiacchito da un eccesso di sentimentalismo che prevarrà in seguito. Un sound originale ed al contempo fortemente melodico ed easy listening, ma in un’accezione che non riteniamo, almeno in questa fase, negativa.

Lo spessore artistico del frontman Ville Valo dimostra inoltre che il saldo possesso di una voce di grande pregio e di doti interpretative fuori dal comune possono andare di pari passo all’esposizione mediatica ed alla cura per gli aspetti più estetizzanti dell’immagine della band, almeno finché l’ispirazione regge. Il criticarne gli atteggiamenti ruffiani e le pose da bel tenebroso mi è sempre sembrato un accanimento puerile e sterile, soprattutto se tale critica è avulsa da una più ampia considerazione dell’operato artistico della band nella sua globalità. Che in questo album si attesta su un livello decisamente alto.

Un disco bello ed ispirato cui seguirà l’altrettanto notevole Razorblade Romance. E poi tutta una serie di singoli di successo, che purtroppo galleggiano solitari e sperduti in un mare magnum di tutt’altra e scarsa profondità.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
89.16 su 18 voti [ VOTA]
Screwface
Lunedì 13 Aprile 2020, 22.25.22
14
Questo l’ho preso di importazione appena uscito. L’ho riascoltato di recente ed è tuttora un gran bel disco. Riuscite entrambe le cover, ottimi gli altri brani e ottima la produzione. Purtroppo dopo il successivo Razorblade Romance, già più pop di questo, sono calati decisamente puntando maggiormente sul pubblico delle ragazzine.
dan
Martedì 16 Agosto 2016, 9.56.44
13
allora cosa vai a commentare se ti stanno sulle balle???
Father Picard
Martedì 16 Agosto 2016, 3.06.43
12
mai sopportati. Dal vivo pessimi. Penso che tra loro e le spice girls non c'e poi molta differenza
Sicktadone
Martedì 10 Maggio 2016, 11.54.18
11
Ricordo anche che n Finlandia, ai tempi, c'era una netta scissione fra chi amava loro e chi preferiva i Negative hahaha
black
Lunedì 9 Maggio 2016, 11.59.54
10
all' inizio non capivo tutto questo successo per questo gruppo, poi ascoltando bene fu amore, questo e razorblade posso benissimo metterli nella lista dei dischi della mia adolescenza! atmosfere cupe, grandi ritornelli, ville valo ai tempi era un grande, morti per me con love metal! voto 95!
Andrrr
Lunedì 9 Maggio 2016, 11.55.25
9
Addirittura ero nel fan club italiano e ho partecipato a diverse richieste per un loro concerto in Italia...bello che quando sono venuti qui uno o due anni fa io non potevo andarci...bella la vita -_-
Andrrr
Lunedì 9 Maggio 2016, 11.53.00
8
Io il periodo HIM lo ho avuto fino a 3 anni fa e ogni tanto ancora li torno a sentire.Aldilà dei pregiudizi altrui a me la voce del Valo piace,è caratteristica e i testi sono belli.Mi sono passati perchè l'ultimo album non mi ha colpito particolarmente e cominciano a perdere colpi anche loro...
Agnostico
Sabato 7 Maggio 2016, 23.39.54
7
Il mio periodo Him deve ancora arrivare,comunque in tutti questi anni passati ad ascoltare musica ho attraversato un sacco di fasi.Attendo il periodo Him
InvictuSteele
Sabato 7 Maggio 2016, 15.21.36
6
Da adolescente (periodo che coincide con l'uscita di questo album) li amavo davvero tanto, poi sono cresciuto e purtroppo gli HIM non hanno saputo maturare, o meglio non hanno voluto, tenendosi una fanbase perlopiù adolescenziale. Peccato perché il potenziale lo hanno sempre avuto, la voce di Valo è unica, eppure col passare del tempo hanno assottigliato sempre più il loro sound restando semplici semplici, come se avessero paura di complicare la loro musica e non piacere più alle ragazzine. Questo è forse il loro miglior album, quello un po' più coraggioso, ma hanno fatto altri grandissimi album come Razorblade, Love Metal, Venus Doom o Deep Shadows e altri meno riusciti e più commerciali. Comunque una band che è andata dritta per la sua strada e a cui voglio molto bene, gli è mancato solo il coraggio...
Galilee
Sabato 7 Maggio 2016, 14.47.16
5
Gran disco e gran debutto, ma il successivo RR demolirà questo lavoro senza pensarci due volte.
Tevildo75
Sabato 7 Maggio 2016, 13.25.24
4
Il loro apice, dopo solo qualche cosa buona, all' inizio mi dispiaceva molto, ma poi vista la serietà di Ville dal vivo, non me ne è importato più niente di loro.
Rob Fleming
Sabato 7 Maggio 2016, 13.18.36
3
Un debutto bellissimo; le cover sono riuscitissime; gli inediti sono brani malati, morbosi, decadenti e affascinanti impreziositi dalla stupenda voce di Valo. Quel che impressionava era la commistione di stili che caratterizzava il "gruppo" (piuttosto una one man band). Significativa la frase "ognuno nella sua vita ha un periodo HIM". E' vero
Sicktadone
Sabato 7 Maggio 2016, 11.41.07
2
Come disse un saggio: ognuno nella sua vita ha un periodo HIM. Album cardine della mia adolescenza.
lux chaos
Sabato 7 Maggio 2016, 9.50.24
1
Bello! Ma per me il meglio arriva coi 3 successivi, in particolare il capolavoro assoluto Razorblade Romance! Commercialissimi ma me fanno impazzì, una droga, e lavoce di Ville era stupenda!
INFORMAZIONI
1997
BMG
Gothic
Tracklist
1. Your Sweet Six Six Six
2. Wicked Game
3. The Heartless
4. Our Diabolikal Rapture
5. It´s All Tears
6. When Love and Death Embrace
7. Don´t Fear the Reaper
8. For You
….
66. Untitled Hidden Track, instrumental
Line Up
Ville Valo (Voce)
Lily Lazer (Chitarra)
Zoltan Pluto (Tastiere)
Migé Amour (Basso)
Juhana Tuomas Rantala (Batteria)
 
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