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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Blaze Bayley - Infinite Entanglement
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27/05/2016
( 4664 letture )
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Quando un musicista come Blaze Bayley esce con un nuovo lavoro, vuoi per il suo passato che taluni potrebbero definire “ingombrante”, vuoi per la naturale simpatia che la sua vicenda personale trasmette ai più, inevitabilmente si creano un certo tipo di aspettative nel popolo metallaro, inutile negarlo. Accompagnato da una nuova band -costituita da 3/4 degli inglesi Absolva- il singer dei Wolfsbane ed ex Iron Maiden si rimette in gioco non senza qualche rischio: diciamoci la verità, dopo il deludente The King of Metal, album mediocre e poco ispirato datato 2012, qualcuno avrà pensato che un nuovo LP di Bayley non avrebbe potuto essere molto migliore, in quanto l’estro latitava in ognuno dei solchi del disco appena citato; i dubbi, poi, non venivano affatto fugati una volta appreso che anche in Infinite Entanglement, come in molti suoi predecessori, si sarebbe trattato del tema (evidentemente assai caro al musicista di Birmingham) uomo-macchina. E invece il buon Blaze Bayley, di cui molto si potrà obiettare tranne che della sua grande coerenza ed onestà, stupisce tutti con un concept riuscitissimo, il disco migliore dai tempi del bellissimo The Man Who Would Not Die (quest'ultimo secondo probabilmente solo a quel Silicon Messiah uscito sotto moniker Blaze).
Primo capitolo di una trilogia, Infinite Entanglement è un concept Sci-Fi ambientato nel futuro incentrato sulla figura del protagonista, William Black, il quale si pone importanti domande sulla propria condizione: egli non sa più se sia umano o meno in quanto, mandato a esplorare uno dei nuovi pianeti scoperti dalla Missione Kepler, si ritrova a vagare nello spazio con la sua astronave per ben un millennio (ciò grazie alla tecnologia avanzata) e questo lo spingerà ad affrontare un ulteriore e ancor più impegnativo viaggio, questa volta interiore. Certo, essendo la prima persona ad arrivare alla veneranda età di 1000 anni il tempo per pensare non manca, per cui il povero William si ritrova piuttosto confuso e frastornato nel prendere coscienza di ciò che gli sta accadendo. Dopo una title track convincente, arriva uno dei pezzi migliori del platter, A Thousand Years ottima sia nei riff di chitarra -Appleton è veramente un asso della sei corde- che nell’ottimo drumming ad opera di Martin McNee e con un Blaze in forma a dir poco eccellente. Human, invece, è un brano heavy metal piuttosto canonico, ma che si incastona perfettamente nella tracklist, dando fluidità a una storia che, brano dopo brano, trova in ognuno di essi un tassello fondamentale per il completamento del quadro, ivi compreso l’intermezzo semi strumentale The Dreams of William Black, il quale ci dona un attimo di pausa prima che la tempesta sonora ricominci ad investirci. Una delle perle del disco è senz’altro What Will Come, incentrata sulla magnifica chitarra acustica del prodigio olandese Thomas Zwijsen, accompagnata dal sognante violino di Anne Bakker: davvero un’ottima composizione, che trova nella sua singolarità il proprio punto di forza. Il sound tipicamente maideniano dei tempi che furono fa a tratti capolino tra una canzone e l’altra (vedasi Dark Energy 256 e A Work of Anger), ma non si può certamente dire che Bayley ci voglia marciare sopra, anzi, ogni canzone trasuda personalità e genuinità al 100%: e il Nostro non rinuncia nemmeno alla melodia (come si può notare nel chorus di Stars Are Burning o in quello di Calling You Home, nel quale ritroviamo echi della Vergine di Ferro) per poi chiudere con una semi-ballad di grande effetto, la già citata A Work of Anger, seguita da una traccia nascosta che ci dà appuntamento al prossimo capitolo della saga futuristica. Un disco avvincente, quindi, caratterizzato da un songwriting complesso, impegnativo sotto tutti i punti di vista ma assolutamente ben strutturato. Infinite Entanglement ci restituisce un artista ispirato e convinto dei propri mezzi e del proprio lavoro, voglioso di far sapere al mondo che lui non ha la minima intenzione di cambiare, ma continuerà a fare heavy metal mettendoci tutto il cuore e la passione di cui è capace: finalmente possiamo dirlo, Blaze è tornato! E il viaggio continua...
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Ancora c'è gente che si chiede se Blaze sia un grande artista? Da quando è uscito dagli Iron ha sfornato solo ottimi album(a parte The King Of Metal) a differenza dei suoi più celebrati ex colleghi capaci di sfornare album di dieci brani che durano 90 minuti a pezzo. Aspetto con ansia il prossimo. Vai Blaze! |
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Molto molto bello, una assoluta sorpresa. |
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lambru ... )) certo che se l'uscire dai maiden vuol dire perdere i capelli e diventare praticamente rotondi .... allora bruce ha fatto bene a tornare !  |
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15
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Voto perfetto per un disco che si ascolta molto volentieri. Con tutta la melma che c'è in giro questo è meta per le mie vene  |
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veramente è la foto di actarus |
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..ma è la foto della sua band o una degli All Blacks ??? |
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Diciamo che Blaze è un cantante appena sufficiente, però ha personalità ed è un ottimo songwriter. Non ci troviamo davanti a un grande artista ma ha sfornato discreti lavori. Silicon Messiah e soprattutto The Tenth Dimension sono ottimi album, anche Blood and Belief non era malaccio. Questo è l'ennesimo discreto lavoro nella media, niente di eccezionale ma piuttosto piacevole. Voto 70 |
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11
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Decisamente un buon disco, forse il suo migliore dopo l'esordio Silicon Messiah. Al contrario di molti, é sempre stato uno dei miei cantanti preferiti e The X Factor rimane tra i miei tre dischi preferiti dei Maiden. 80. |
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Rimango della mia opinione... |
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Del buon vecchio Blaze apprezzo solo il buonissimo Silicon Messiah, perchè le canzoni erano veramente buone, non certo per chissà quali doti del nostro sfortunato cantante...un discreto/sufficiente cantante, ma se non fosse entrato nei maiden non se lo sarebbe filato mai anima viva |
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A parte l'ugola, che non ha, l'interpretazione dei pezzi è di dubbio gusto e spesso fuori contesto, sia negli iron che nei suoi lavori. Ha un buon timbro, ma non mi convince per nulla. Ho ascoltato questo disco e la parte meno convincente è proprio la voce, mentre il resto lo trovo più che buono. |
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Argo... Orrenda no, diciamo che non ha l ugola di kiske e che non avrà cloni ma si fa rispettare, soprattutto nei lavori con i wolfsbane e nel suoi album solista |
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6
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concordo pienamente con Diego..... |
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Concordo con Diego. Le sonorità di Virtual più che quelle di X Factor non sono il suo habitat ideale, ma nei suoi lavori mi piace (e anche su X Factor). |
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non sono d'accordo @Argo, era una voce incompatibile con i Maiden, ma nei suoi lavori ci sta eccome. La sua carriera pre e post Iron è dignitosa e di gran lunga superiore al tanto idolatrato (e fallito) Paul Di'Anno |
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Ho moltissimo rispetto per questo uomo, ma ha una delle voci più orrende che io abbia mai sentito nel panorama metal. |
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Mi avete incuriosito, sebbene la titletrack non mi abbia entusiasmato provvederò a recuperare il resto! |
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piaciuto sin dal primo ascolto, vero che dopo il deludente " tkom " era difficile fare peggio ma questo è veramente un validissimo lavor. bravo blaze ! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Infinite Entanglement 2. A Thousand Years 3. Human 4. What Will Come 5. Stars Are Burning 6. Solar Wind 7. The Dreams of William Black 8. Calling You Home 9. Dark Energy 256 10. Independence 11. A Work of Anger 12. Post Script (Ghost Track)
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Line Up
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Blaze Bayley (Voce) Chris Appleton (Chitarra, Cori) Karl Schramm (Basso, Cori) Martin McNee (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti: Liz Owen, Joanne Robinson, Mel Adams (Cori) Aine Brewer, Rob Toogood, James Dunn (Voce Narrante) Thomas Zwijsen (Chitarra su traccia 4) Michelle Sciarrotta (Chitarra Acustica, Cori, Voce Narrante) Emily Pembridge (Tastiere, Piano) Anne Bakker (Violino su traccia 4)
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