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27/04/25
THE LUMINEERS
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Entombed A.D. - Dead Dawn
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27/06/2016
( 3849 letture )
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Dopo la vicenda del forzato cambio di monicker in seguito alla separazione tra Hellid e Petrov, la necessità di ridare credibilità ad un nome che è pura storia, il primo (e non particolarmente memorabile) Back To The Front, gli Entombed A.D. mostrano di aver intenzione di mantenere piena attività studio, oltre che live, con questo nuovo Dead Dawn. Cambiamenti dal disco precedente? Sostanzialmente nessuno, e anche livello qualitativo, non si sono di molto allontanati. Ammettiamo che una recensione di questo disco non può fondarsi sul paragone con gli Entombed precedenti a Wolverine Blues, perché quella band non esiste più da 25 anni. Il confronto, se serve, va invece fatto con gli Entombed degli ultimi anni ’90, o quelli degli anni 2000, più probabilmente (Serpent Saints e Morning Star, evidentemente): un death metal ricco di spunti mid-tempo e groove che ne hanno smussato le asprezze in favore di un plotter decisamente più edulcorato, accessibile e rock-oriented, che possa ancora fare muovere la testa, perlomeno, ma con un approccio più facile in termini di melodie, linee vocali, tempi e sound, più rotondo e caldo.
Detto ciò, se per voi la band non esiste più dal 1993, di certo non risorgerà con quest’album, che invece potrebbe anche interessarvi se avete in qualche modo apprezzato la svolta che ha caratterizzato i suoi anni successivi. In effetti questo Dead Dawn contiene riff discretamente pesanti, sebbene molto lineari, che risultano efficaci quando accoppiati con un drumming mid-tempo che preferisce allargare il timing piuttosto che aggredirlo. Ci sono chiaramente delle sezioni di d-beat più vicine ai caratteri classici del gruppo, ma dato il sound più neutrale delle chitarre (rispetto ai fasti dell’HM-2) e la voce di Petrov che è ha una timbrica meno sporca e più naturale, il risultato è una sorta di versione punk del loro cosiddetto death'n'roll. Alla luce di questo, e data la semplicità di alcune linee chitarristiche e vocali, sebbene queste suddette parti up-tempo siano divertenti e anche mediamente energiche, sembrano quasi un po’ goffe rispetto ai groove più cadenzati su cui decisamente la band si muove meglio. Tra un pezzo come Midas In Reverse, un po’ più veloce della media del disco, e la successiva title-track, molto più lenta ma anche più decisa, sceglierei senza dubbio la seconda, sebbene la prima sia stata (quasi naturalmente) scelta come singolo di presentazione dell’album nella speranza di incuriosire anche il pubblico originale degli Entombed.
In realtà mi sembrano appunto molto più interessanti i pezzi che rimarcano più che altro le scelte mid-tempo, privilegiando ritmi cadenzati, e certo meno death metal, ma più pesanti se inseriti in un album che dello spirito death svedese, e del suo sound, ha di certo ben poco. Total Death rappresenta infatti un altro mid-tempo ben riuscito, mentre non direi altrettanto per Silent Assassin, sebbene la formula sia quasi analoga, mentre invece Black Survival ricorda già più lo stile novantiano del gruppo, con qualche accelerazione più improvvisa, e riesce invece a stupirmi abbastanza, dimostrando dopotutto che quanto detto non è una regola, ma piuttosto un’impressione personale. Devo invece ammettere di non digerire i pezzi che cercano un po’ di atmosfera, come Hubris Fall, su cui anche la voce di Petrov risulta inevitabilmente sgraziata, anche se potrebbe essere buona l’idea di dare varietà al platter, mentre mi sento di bocciare completamente pezzi come Down to Mars Ride o The Winner Has Lost, che hanno quello stile un po’ trasandato e poco incisivo che ha rovinato i loro dischi di fine anni ’90 con quel taglio quasi grunge, se permettete il termine. Insomma, un disco quasi sufficiente, ma che non stupisce particolarmente, né rinvoglia all’ascolto, qualunque sia il vostro background, le vostre aspettative o i vostri gusti, a meno che gli spunti creativi (comunque presenti) non riescano a comunicarvi qualcosa, oltre a qualche momento di coinvolgimento nei groove più riusciti.
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11
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Riascoltato stamane. Tra i tre pubblicati è il più debole, ma sicuramente non un album insufficiente. Tutto ben fatto, LG poi non si discute, però a parte 3/4 pezzi il resto scivola via senza lasciar particolari tracce. Meglio gli altri due, soprattutto l’ultimo. Voto 73 |
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10
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E se invece di prendersela col redattore, che è una cosa inutile e che lascia il tempo che trova, dato che non lo conosci ed evidentemente hai letto solo questa recensione, perché non provare a portare qualcosa di utile alla discussione, argomentando perché questo disco sarebbe da 75/80? Troppo difficile? |
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9
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Se questo album è poco più che sufficiente, il recensore è poco piu' che scarso. Voto 75/80 |
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8
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Dopo un po di ascolti mi ha preso parecchio.. disco da pogo spaccaossa. . Grandi entombed ad! !! |
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7
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Bah, come succede sempre più spesso ultimamente sono di nuovo d'accordo con Galilee... L'ho ascoltato una volta è mi era sembrato valido. L'ho preso... Vi dirò in seguito ad ascolti più attenti... Evviva! |
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6
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Tutto, e sto disco non è per nulla male. Sinceramente non concordo su nulla rigua do ai contenuti della recensione. Tra l'altro anche i Firespawn sono stati segati quindi....boh, Ognuno ha i propri gusti. I miei me li hanno/faranno prendere entrambi. |
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5
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LG Petrov ha fatto la storia del death metal. Cali ci sono per tutti, ma dare dello scarso a uno come lui mi sembra davvero troppo. Il death metal svedese deve molto a gente come lui |
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4
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Ciuccio??ammazza...che toro che sei...gods of grind?ti sei guardato il DVD?li LG canta di merda...ma quando li ho visti io... a Milano,Roma,Castel Volturno....LG ha fatto sempre paura...l'ultima volta al traffic era un pò sottotono... ps zitto lo dici a tuo fratello! |
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3
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Zitto ciuccio, se non c'eri al gods of grind non puoi parlare |
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2
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57?mi sembra un pò bassino..questo disco , rispetto al precedente back to the front ,risulta più omogeneo...niente che fa urlare al miracolo ma una sufficienza piena si...voto:65 Vultur...ma che cazzo stai a di....fai il bravo su... |
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1
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Mai visto un cantante peggiore di Petrov dal vivo. Il disco migliore è Clandestine con Nicke Andersson alla voce |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Midas in Reverse 2. Dead Dawn 3. Down to Mars to Ride 4. As the World Fell 5. Total Death 6. The Winner Has Lost 7. Silent Assassin 8. Hubris Fall 9. Black Survival 10. Not What It Seems
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Line Up
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LG Petrov (Voce) Nico Elgstrand (Chitarra) Victor Brandt (Basso) Olle Dahlstedt (Batteria)
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