|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
As I Lay Dying - Beneath the Encasing of Ashes
|
27/08/2016
( 1621 letture )
|
Che brutta fine che hanno fatto, che brutta. Eppure il talento non può cancellare le colpe personali e private dei membri di un gruppo, saprete tutti a cosa mi riferisco. È quindi con un velo di malinconia che mi appresto a parlare di questo disco poco conosciuto ma fondamentale nell’ambito metalcore più sporco e grezzo. Gli As I Lay Dying sono celebri nel loro genere e fino a poco tempo fa calcavano palchi importanti con la loro carica e la loro furia incessante, proponendoci delle vere e proprio bombe pronte ad esplodere non appena il disco inizia girare nel lettore. Su questo non si è mai potuto obiettare, la grinta era un loro tratto dominante e gratificante per le nostre orecchie avvezze ai suoni pesanti. Certo che la piega che avrebbero preso nei dischi successivi a questo li avrebbe resi molto più variegati e piacevoli per gente di vari gusti musicali, ma è normale che un gruppo evolva e sperimenti col passare del tempo. Discutiamo quindi del loro esordio, del loro breve ma solido esordio.
La title-track che dà inizio alle danze non impressiona per originalità, ma sa intrattenere con un riff granitico e un andamento senza troppi fronzoli. Le influenze hardcore sono molto forti, il loro metalcore seminale doveva tanto a questo genere. Si deve comunque ricordare che alcuni brani mostrano un lato meno aggressivo e più riflessivo, tetro e cadenzato. Basti pensare a Forced to Die, con il suo inizio quasi ossessivo e lento con la voce che pian piano inizia a dilaniare il nostro udito con un tono lugubre e sofferto. Il finale è emozionante, il pathos si carica pian piano come una dose di veleno che ci rende sempre più deboli ed indolenziti. È un grande merito quello di non trascurare completamente l’emozione anche in generi crudi come il metalcore e il deathcore, considerando che spesso i brani non fanno che premere sul pedale dell’acceleratore, marcando il più possibile il lato brutale delle composizioni. Da un punto di vista tecnico niente da obiettare, i musicisti ci sono e san fare benissimo il loro lavoro. Peccato solamente che i virtuosismi e le invenzioni di chitarra a cui ci abitueranno in futuro qui siano assenti, ed i riff siano generalmente banali e piatti. Sembra che la composizione chitarristica sia stata trascurata, concentrando gli sforzi sul sound generale del muro sonoro e sulla violenza musicale sprigionata. Bene basso e batteria, che creano uno sfondo ritmico imponente. Anche le vocals subiranno modifiche, qui niente voce pulita ma sempre e comunque scream profondo, che per quanto poco flessibile è abbastanza comprensibile ed espressivo.
Una curiosità risiede nello sfondo cristiano di alcuni loro testi, il che non deve sorprendere, in ogni caso, perché molti gruppi deathcore americano celano radici religiose. Un esempio chiaro è il testo della traccia finale, che sembra una vera e propria preghiera a Dio con annessa autocolpevolizzazione del narratore interno al brano. Posso quindi consigliarvi di ascoltare questo disco più per curiosità e dovere di buon metallaro informato che per effettiva qualità oggettiva, visto che il contenuto è piuttosto scarno, sia per durata totale che per sostanza concreta.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Beneath the Encasing of Ashes 2. Torn Within 3. Forced to Die 4. A Breath in the Eyes of Eternity 5. Blood Turned to Tears 6. The Voices That Betray Me 7. When This World Fades 8. A Long March 9. Surrounded 10. Refined by Your Embrace 11. The Innocence Spilled 12. Behind Me Lies Another Fallen Soldier
|
|
Line Up
|
Tim Lambesis (Voce) Nick Hipa (Chitarra) Phil Sgrosso (Chitarra) Josh Gilbert (Basso, Voce) Jordan Mancino (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|