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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Pryapisme - Diabolicus Felinae Pandemonium
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28/02/2017
( 968 letture )
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"Per fan di Mr. Bungle, John Zorn, Secret Chiefs 3..." scrivono i Pryapisme per presentarsi a coloro che, per un motivo o per un altro, hanno deciso di approcciarsi alla loro musica. Tranquillizziamo subito coloro che, per via di queste parole, non si sentono particolarmente invogliati a farlo, poiché spaventati dai paragoni autoimposti dalla band, e allo stesso tempo, forse, diminuiamo la curiosità di chi brama la musica d’avanguardia portata alle estreme conseguenze, dicendovi che nel disco in questione - il terzo della loro carriera - ci abbiamo trovato più i Solefald post-Neonism, e tanto, tanto progressive rock anni ’70 (dagli Area ai Genesis) che le follie del gruppo di Mike Patton o l’improvvisazione di JZ; in ogni caso, rimane comprensibile cosa intendano questi cinque ragazzi con quelle poche, intimidatorie parole. Meno facile da capire è il concept dell’album, incentrato sull’avvento dell’Era del Gatto, che porrà fine a quella degli uomini; ma questo non è importante. Ciò che è importante è la musica, perché Diabolicus Felinae Pandemonium è (fatta eccezione per un po’ di parlato, qualche gemito, e qualche... miagolio) un disco strumentale, dove, oltre alle ispirazioni sopra elencate, sono presenti influssi di ogni genere musicale che vi possa venire in mente; ed è, soprattutto grazie a questa unione di stili, molto, molto particolare. Se poi vi aggiungiamo un elogio all’ottimo artwork, le premesse son fatte.
Di questo disco è veramente difficile scriverne una recensione, tante sono le idee sputate in faccia all’ascoltatore di secondo in secondo. E’ quasi impossibile fare un resoconto traccia per traccia di questo lavoro senza risultare ripetitivi; ed è l’ultima cosa che si vuole fare, dato che il disco è tutt’altro che ripetitivo nel fondere il free-jazz a sfuriate vagamente death, o nel passare da melodie di tastiera che ricordano molto da vicino il Banco del Mutuo Soccorso a strizzate d’occhio alla musica dance. Prendiamo Tau Ceti Central: parte come un pezzo pienamente jazz, con un fantastico sax a colorare l’atmosfera; ma all’improvviso varia armonicamente, avventurandosi su sentieri chiaramente prog metal. I Pryapisme sembrano poi voler tornare sui loro passi; ma riaccarezzano l’intro jazzato solo per pochi istanti, prima di mutare ancora, e ancora, tingendo di elettronica un pezzo che fa dell’inclassificabilità il suo punto di forza. Una grande canzone questa, posta in chiusura di un ottimo lato A, che risulta (purtroppo) più coinvolgente del successivo. Il lato B è infatti meno interessante e meno degno di nota del primo, nonostante i nostri non manchino di sperimentare in continuazione, con incursioni nel folk, nel funky, nella musica latina, nel reggae – e questo per dirne solo alcune. È piuttosto apprezzabile la scelta di preparare al pezzo più lungo del disco, posto come ultima traccia, con alcune composizioni leggermente più corte; ma il risultato non è stato quello sperato, e, nel complesso, la seconda metà risulta, sfortunatamente, sottotono rispetto alla prima. Una nota di delusione in un disco comunque più che discreto, e, tutto sommato, riuscito. Un’altra critica necessaria riguarda la produzione della chitarra: a volte poco incisiva, e anche lievemente fuori contesto, specialmente in qualche uso del pulito. Gli altri strumenti, invece, sono registrati e mixati ottimamente; in particolare il basso, dal suono fantastico, e la tastiera, perfetta in ogni effetto utilizzato. E le prestazioni dei singoli sono ineccepibili, anche per la fantasia dimostrata.
Diabolicus Felinae Pandemonium è, in conclusione, da ascoltare, anche più volte, se possibile; perchè c’è tanto da scoprire, ed ogni volta si è colpiti da qualcosa che prima sembrava non aver lasciato il segno. È un disco ispirato, intrigante e mai noioso, fruibile da chiunque sia di mente aperta; e il gruppo è sicuramente degno di attenzione, sia per chi è più avvezzo all’avantgarde, sia per chi non ha mai ascoltato nemmeno gli Arcturus.
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Bravo, il disco è gradevole devo dire |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Un Max de Croco 2. La Boetie Stochastic Process 3. 100 % Babines, pur Molossoïde ! 4. A la Zheuleuleu 5. Tau Ceti Central 6. Tête de Museau dans le Boudoir (Intermezzo) 7. Myxomatosis Against Architektür Vol IV 8. Carambolage Fillette Contre Individu Dragon Non-Décortiqué 9. C++ 10. Totipotence d’un Erg
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Line Up
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Benjamin Bardiaux (Tastiere) Nils Cheville (Chitarra) Antony Miranda (Basso, Chitarra, Moog, Voce) Nicolas Sénac (Chitarra) Aymeric Thomas (Batteria, Clarinetto, Tastiere, Macchine)
MUSICISTI OSPITI Adrien Daguzon (Sax in Tracce 2 e 5) Matthieu Halberstadt (Contrabbasso in Tracce 1,5,10) Gautier Lafont (Porta Sfondata in Traccia 6)
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RECENSIONI |
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