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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Adrenaline Mob - We the People
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04/07/2017
( 2701 letture )
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Per una band riprendersi dall’improvvisa scomparsa di un proprio componente non è mai facile, soprattutto se il suo nome è A. J. Pero, già batterista delle leggende Twisted Sister. Considerando anche la dipartita del bassista John Moyer, la situazione per gli Adrenaline Mob iniziava ad essere critica, ma la band non si è persa d’animo. I due membri originali Russell Allen e Mike Orlando si sono dati da fare e in breve tempo hanno reclutato David Zablidowsky (Trans-Siberian Orchestra) al basso e il giovane esordiente Jordan Cannata alla batteria, dando vita così al nuovo album, We the People. Una cosa, però, è rimasta la stessa: il discutibile stile in computer grafica con cui sono realizzati gli artwork della band fin dagli esordi. Più che come copertina di un album metal, questa potrebbe infatti essere scambiata per la cover di un videogioco a basso budget, con tanto di due biondone in versione angioletto e diavoletto ai fianchi dello scheletro protagonista di tutte le copertine del gruppo.
La prima traccia, King of the Ring, inizia con un riff in palm mute praticamente identico a quello di Down with the Sickness dei Disturbed, e già iniziare l’ascolto di un nuovo album con una sensazione di deja vù così forte non è mai positivo. Se poi ci aggiungiamo la palese imitazione di Russell ai danni di David Draiman e un ritornello banale e poco ispirato la situazione si fa tragica. Da qui in poi le canzoni si susseguono pressoché identiche in forma e sostanza ed è quindi inutile un track-by-track completo. Tutti gli episodi del disco seguono pressoché lo stesso schema: riff semplici e diretti come da canone dell’alternative/nu-metal più commerciale (proprio i Disturbed sembrano i maggiori ispiratori del sound degli Adrenaline Mob), ritornelli catchy che spruzzano testosterone primi anni 2000 da ogni poro e occasionalmente un assolo che spesso e volentieri risulta fuori luogo, oppure parte bene ma si dilunga fino a diventare ridondante, come nella title-track. Si distingue, ma solo per la “zuccherosità" quasi stomachevole, la power-ballad acustica Bleeding Hands, che scade fin troppo presto nel già sentito. Fra le cose migliori si possono citare The Killer’s Inside, forte di un ritornello trascinante e di un guitarwork ispirato di Orlando, che per questa traccia sembra risvegliarsi miracolosamente dal torpore che lo accompagna per il resto dell’album, e Lords of Thunder, l’unica canzone dell’album capace di stupire con un epico crescendo, supportato anche dall’uso intelligente di piano e archi e da un’ottima prova di Russell Allen. Alla fine ecco Rebel Yell, ultima registrazione fatta con Pero, inutile cover di Billy Idol che porta la lunghezza dell’album ben oltre i limiti di sopportazione umana.
Certo, rimangono indubbie le qualità tecniche e gli assoli di Mike Orlando si rivelano sempre piacevoli. Buono anche il drumming del nuovo arrivato Jordan Cannata, ma nel 2017 un chitarrista che sa fare il suo lavoro e un buon batterista sono qualcosa per cui doversi spellare le mani dagli applausi quando il songwriting e l’originalità gravitano sotto lo zero? Ovviamente no. Da un supergruppo che di questi tempi ha ottenuto, anche se non si capisce come, una certa visibilità nel panorama heavy rock si deve pretendere molto, molto di più; la scialba copia del metal fatto quindici anni fa non basta neanche se fatta da un gruppo emergente, figurarsi da una band che ha al suo interno nomi di un certo spessore. Considerando anche le difficoltà umane che questi musicisti hanno passato negli ultimi tempi era anche legittimo aspettarsi un lavoro più introspettivo e oscuro invece che un polpettone di riff alternative metal granitici ma inoffensivi. Si allunga quindi di un altro capitolo una discografia che finora ha soddisfatto in ben pochi.
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6
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Ne hanno fatto un altro??? Non so se ce la faccio nemmeno a provare a sentirlo... e questa recensione certo non mi invoglia. Mi sa che passo. |
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5
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@Beastman No, non vendono 'na mazza nemmeno in America... |
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4
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Magari in Ammerica vendono tanto... non si spiega altrimenti l'inutile prosecuzione di questo tormento. |
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3
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Premetto che non conosco il nu metal e i Disturbed, per cui non posso cogliere eventuali rimandi. Mi sono avvicinato agli Adrenaline Mob solo per Allen e (precedentemente) Portnoy aspettandomi hard rock pesante e tecnicamente ben suonato e questo ho trovato. Buona band, disco non esaltante ma con buon groove. |
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2
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Continua la serie brillante del gruppo a quanto vedo eh .... incommentabile :| |
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1
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L`ho ascoltato un paio di volte e in testa resta ben poco. Certo, sono tutti ottimi musicisti, su tutti Allen, ma l`insieme non riesce a creare qualcosa di veramente buono. Band che potrebbe anche sciogliersi e non perdiamo niente e magari il buon Russel si dedica a qualcosa di migliore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. King of the Ring 2. We the People 3. The Killer’s Inside 4. Bleeding Hands 5. Chasing Dragons 6. Til the Head Explodes 7. What You’re Made Of 8. Raise ’Em Up 9. Ignorance & Greed 10. Blind Leading the Blind 11. Violent State of Mind 12. Lords of Thunders 13. Rebel Yell (Billy Idol cover)
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Line Up
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Russell Allen (Voce) Mike Orlando (Chitarra) David Zablidowsky (Basso) Jordan Cannata (Batteria) A.J. Pero (Batteria nella traccia 13)
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RECENSIONI |
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