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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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10/07/2017
( 1625 letture )
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Aria di rivoluzione in casa Spidergawd, il prolifico side-project (4 dischi in 4 anni !) della sezione ritmica dei Motorpsyco: Bent Sæther e Kenneth Kapstad infatti hanno deciso di dividere le loro strade, con il drummer che si dedicherà al 100% a questo progetto lasciando la band madre, con il bassista che ha invece scelto la strada opposta, sostituito in questa release dal nuovo entrato Hallvard Gaardløs. Un cambiamento non da poco, che infatti sembra aver portato qualche novità nel sound degli svedesi. Lo stile degli Spidergawd infatti evolve, pur mantenendosi ancorato ai gloriosi seventies, nella loro versione sporca da garage (c’è tanto Iggy in questa release) e in quella più vicina all’heavy dei Lizzy e addirittura dei primi Priest.
Diventa preponderante rispetto al passato il gusto melodico e l’accessibilità delle composizioni, che mantengono un elevato tasso tecnico, ma sono decisamente più facili, con grande spazio a ritornelli che si ricordano facilmente. Strizzando l’occhio all’alternative moderno di EODM, Foo Fighters e un briciolo di Mastodon portato dal drumming incessante e ricco di ghost notes di Kapstad. Questo IV è un disco che si ascolta tutto d’un fiato, non richiede troppa attenzione perché scorre liscio senza picchi, ma nemmeno grandi scivoloni. Alcuni arabeschi tendenti al prog del passato non ci sono più, rendendo la fruizione più immediata, ma probabilmente anche meno affascinante e personale. Esempio lampante di tutto ciò l’opener: This Love...? con un terremotante pattern ritmico che coinvolge immediatamente e accompagna verso l’esplosione del refrain che si stampa nel cervello in modo indelebile. La voce di Per Borten dimostra la sua versatilità mescolando l’aggressività con la melodia. Come sempre a rendere interessanti e diverse le composizioni degli svedesi ci pensano le incursioni del sax di Rolf Martin Snustad che fa sempre capolino quando meno ce lo si aspetta, aggiungendo frizzantezza e incisività a un po’ tutte le canzoni del disco Un riff di basso di stampo Motorheadiano, guida I Am The Night che dopo l’inizio esaltante si spegne nella parte centrale un po’ anonima, risorgendo nell’acido solo della chitarra; LouCille è più spiccatamente seventies a stelle e strisce appoggiata sulle rullate e giri sui tom di Kapstad con un ritornello da stadio che quasi strizza l’occhio ai Kiss della prima ora. Un’atmosfera cara a Josh Homme permea Ballad Of A Millionaire (Song For Elina), non propriamente una ballad come suggerisce il titolo, ma una song molto più lenta e incentrata sulla malinconia psichedelica con in primo piano il sax dissonante. Si rimette il piede sul gas con What You Have Become vincente nel ritornello e nel lavoro di chitarra; Heaven Comes Tomorrow si appoggia su con un riff raddoppiato che avrebbe gradito assai Phil Lynott, mentre la conclusiva Stranglehold ha un quid di atmosfera ottantiana ricordando un po’ la più celebre Look That Kills di casa Crue.
IV riflette in pieno i cambiamenti che la formazione svedese ha subito prima di questa uscita, insieme a Bent Sæther si è dileguata in modo evidente la parte più psyc e prog del sound dei dischi precedenti, lasciando lo spazio all’anima più melodica e moderna del sound. La qualità, soprattutto tecnica, delle composizioni non si è abbassata, semplicemente si persa un po’ di raffinatezza e distintività in favore di una maggiore accessibilità. Esperimento riuscito, anche se è probabilmente innegabile che la personalità degli Spidergawd stava anche un po’ nel legame sonoro con la band “principale”. Per questo il disco sta un gradino abbondante sotto il precedente, ma è comunque un ascolto piacevole nel suo complesso. Ovviamente, appuntamento al prossimo anno per V.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. This Love...? 2. I Am The Night 3. LouCille 4. Ballad Of A Millionaire (Song For Elina) 5. What You Have Become 6. The Inevitable 7. Heaven Comes Tomorrow 8. Stranglehold
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Line Up
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Per Borten (Voce, Chitarra) Hallvard Gaardløs (Basso) Kenneth Kapstad (Batteria) Rolf Martin Snustad (Sassofono)
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RECENSIONI |
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