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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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24/11/2017
( 5051 letture )
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Chiunque abbia una certa consuetudine con l’opera del glaciale Hoest avrà senz’altro appreso della release imminente di Kong Vinter senza esserne particolarmente sorpreso. Il mastermind norvegese si è difatti apprestato ancora una volta a dare alle stampe il proprio full-length rispettando la cadenza triennale che ne scandisce l’intera discografia. Alla precisione cronologica pressoché disarmante con la quale vengono di volta offerti al pubblico i lavori targati Taake, si accompagnano inequivocabilmente quelle poche certezze circa le coordinate fondamentali del microcosmo dei nostri: un second wave black tradizionale nei suoi elementi basilari ma perennemente pervaso da un’atmosfera tanto epica quanto melanconica nonché inserti tratti dalle tradizioni più disparate: basti pensare al banjo presente in Myr al riffing di matrice thrash che di tanto in tanto fa la propria comparsa nelle composizioni, elementi progressive e, per certi versi persino post metal. Tutto ciò viene di volta in volta rielaborato attraverso il filtro di una personalità tanto conturbante quanto geniale, capace di un songwriting particolarmente efficace ed ammaliante. Sebbene sia possibile scorgere questi tratti anche in Kong Vinter, i Taake si divertono nuovamente a sconvolgere l’alchimia del proprio creato, mostrando di non voler tornare sui proprio passi. Premesso dunque che difficilmente l’ascoltatore si troverà dinanzi ad una riedizione di un Nattestid Ser Porten Vid o di un Over Bjørgvin Gråter Himmerik, cosa è lecito aspettarsi da Kong Vinter? Ci troviamo dinanzi ad un tiro mancino, preannunciante un rovinoso flop o ad un lavoro soddisfacente? Scopriamo lentamente le carte di Hoest.
Un rumore di fondo statico ed un giro di basso cupo e distorto ci introducono alla opener Sverdets Vei, immediatamente lanciata in un riff in tremolo immediato ed efficace, accompagnato da un blast beat. Ad increspare l’apparente linearità della traccia intervengono armonizzazioni in chiave minore affidate a più linee di chitarra su una sezione ritmica varia ed equilibrata. Il brano è comunque dominato da un certo piglio crepuscolare e sognante che smorza l’aggressività in favore di una piega -se vogliamo- più atmosferica. La successiva Inntrenger, pur presentando una collezione di riff piacevoli ed idee accattivanti, se presi di per sé, risulta essere piuttosto disomogenea e priva di mordente, probabilmente per via dei mid tempo fin troppo monocordi che la pervadono. Huset I Havet esordisce con un riff rockeggiante immediatamente spezzato da una progressione più oscura ed allucinata -potremmo dire quasi stoner- ricorsiva nel corso nel brano. Sebbene dolga dirlo, in questo caso le -tante- idee raccolte da Hoest paiono organizzate in una maniera piuttosto erratica, quasi mancassero un filo conduttore o una ratio precisamente definita, complici continui cambi che spiazzano e confondono l’ascoltatore. La successiva Havet I Huset si caratterizza invece per un andamento più tradizionale ed in linea con gli stilemi della band, offrendo melodie in tremolo e guizzi di doppia cassa godibili e d’impatto oltre a frangenti in cui il riffing si fa thrasheggiante e trascinante. Quest’ultimo tratto è ravvisabile anche nell’energica Jernhaand, uno dei brani migliori del lotto. La conclusione è affidata a Fra Bjoergegrend mot Glemselen , brano più lungo del platter alternante sezioni cadenzate a fraseggi giocosi dal retrogusto southern, combinate con progressioni in tremolo melodiose ed affascinanti. Indubbiamente una delle proposte meglio strutturate e più accattivanti di questo full-length.
Il quadro che si è cercato di tratteggiare esaminando brevemente i brani che compongono Kong Vinter avrà indubbiamente suggerito all’ascoltatore come il lavoro in questione sia eterogeneo, ricco degli influssi più disparati, ma pur sempre caratterizzato dall’inconfondibile sound e dalla particolarissima scrittura di Hoest. E del resto gli elementi di cui si è sempre sostanziata la proposta dei nostri vi si scorgono indubbiamente per quasi tutti sebbene ovviamente reinterpretati e ri-arrangiati nella maniera più congeniale al mastermind. Il full-length tuttavia risulta da un lato privo di incisività, dall’altro costruito in parte in maniera eccessivamente dispersiva e poco coerente, risultando piuttosto ostico e difficile da metabolizzare, ma non per questo in grado di ricompensare lo sforzo. Non mancano infatti di certo buone idee nonché soluzioni particolarmente riuscite e frangenti maggiormente ispirati che potevano probabilmente essere esplorate più diffusamente.
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Taake secondo me è un genio assoluto, non lo conoscevo ma totalmente preso dalle sue opere,un black non scontato in mare di cliché,i primi tre album sono da 90,gli altri si attestano tutti non sotto 75,e i nuovi singoli fanno ben sperare. |
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Sicuramente non è un album di facile assimilazione, a me però è piaciuto. Il problema è - come esposto nelle ultime righe della recensione quando si parla di dispersività - che sembra programmaticamente composto "a struttura aperta", per cui al primo ascolto si cerca un filo conduttore... che però non c'è. Di sicuro un album concepito in questo modo necessita di vari ascolti e rischia di risultare pesante, ma sicuramente di "piattezza compisitiva" qua non ne vedo; anzi: casomai siamo proprio agli antipodi, forse c'è troppa roba. Non credo che band alle prime armi o musicisti anonimi possano comporre al volo un album così, che dietro Kong Vinter ci sia una mente non banale mi sembra inequivocabile. Detto ciò, se non piace... non piace. A me è piaciuto, voto 78. |
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Mi piace molto..sono riuscita a comprarlo oggi finalmente. Lo ascoltero' più volte ma la prima impressione è buona..Sono in linea con il voto della recensione.. |
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Ad ascoltare la nuova creatura targata Hoest si ha da subito l'impressione di un'opera incompiuta. Le idee ce ne sono, e sono pure abbastanza ispirate, ma sembra come sia stato scritto tutto molto frettolosamente ed elaborato in modo confusionario senza badare ad alcun filo logico. Mezzo passo falso, peccato. Voto: 65 e forse sono stato pure generoso. |
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hanno hackerato anche me, il commento #24 non mi appartiene XD |
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A me é piaciuto parecchio!
Voto 88 |
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Tranquilli, vigiliamo su di voi
Mantenete la calma e non feedate i troll  |
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Trollato anche il lambru nella recensione concerto manowar. Siamo sotto attacco |
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Non sono io al commento@26: qualcuno si deve essere divertito a usare vari nomi come tino. Ho detto che questo disco non mi piace |
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Che stai dicendo tu deborah? |
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Ma che stai dicendo tino? |
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Ovviamente il messaggio prima non e' mio ma di un troll...norvegese? Boh comunque mi spiace per te forse però il.tuo idolo non ha fatto altro che subire l'avance di kvarforth il quale palesemente emule di gg allin l'ha fatto spesso e volentieri, sicuramente strafatto. Comunque un conto e' l'aspetto artistico e un conto il voler far credere di essere altro |
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Secondo me non capisci nulla deborah |
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caro Tino, ci arrivo anch'io a capire che il Black, come tanti altri generi sia intriso di teatralità ma, se permetti, fa un certo effetto quando un tuo idolo si mette a fare il frocio così come se nulla fosse, se a questo aggiungi un drastico calo artistico la delusione è totale. Sai una cosa? Quando ho visto Hoest fare quel gesto ho immediatamente pensato : non ha più idee.
E infatti avevo ragione, inutile dire, da fan sfegatata quale sono, che auspico un ritorno ai fasti del passato. Buonanotte ^^ |
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a primo ascolto non mi è piaciuto, start...partito bene, ci siamo ma poi lungo il tragitto troppe parti discordanti, stanca abbastanza, grovigli di riff molto confusi tra di loro e cali deboli dove lascia l'ascoltatore a fermarsi interdetto non totalmente trasportato come vorrebbe, qualche lieve ripresa c'è ma troppo poco, fino ad arrivare all'ultima traccia con solo melodico malinconico a tentare di risalire nella corsa come a riportare in vetta il disco, ma ormai è troppo tardi...la corsa nella steppa innevata è finita. Per adesso, insufficiente. Magari cambia e se no, sicuramente faranno meglio al prossimo disco miei cari Taake, vi rispetto ugualmente |
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" Ma veramente qualcuno ancora crede che questi tizi passino il tempo libero a petto nudo in mezzo alle foreste a invocare odino incazzati come delle iene?" ....purtroppo evidentemente la risposta è SI ahahaha  |
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Deb, Non so se sono liberale o progressista e penso non freghi niente a nessuno, però so di essere abbastanza maturo anagraficamente per conoscere artisticamente questi personaggi da almeno vent’anni e ho sempre pensato che dietro a certi atteggiamenti distruttivi (e di cronaca) ci siano conflitti interiori grandi come una casa e diversi scheletri negli armadi. Posso anche capire che quando hai gusti sessuali di un certo tipo, non sei tiziano ferro o ricky martin ed hai un’immagine artistica (e un pubblico) particolare sia difficile uscire allo scoperto senza subirne le conseguenze.
Io sinceramente non vedo dove sia lo scandalo a meno che uno non abbia 8 anni e creda ancora a babbo natale. Ma veramente qualcuno ancora crede che questi tizi passino il tempo libero a petto nudo in mezzo alle foreste a invocare odino incazzati come delle iene? Alla fine è tutto cinema, la classica grande truffa del rock’n’roll, una versione 2.0 dei kiss e di alice cooper.
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Ascoltato ormai parecchie volte. Si, come dice Costanza può piaciucchiarmi . Meglio del precedente con buoni riff sparsi qua e la che però dopo il terzo-quarto pezzo cominciano un po' a smarrirsi e restare estemporanei, sembra quasi di perdere la bussola. A mio personale parere e come detto da altri pero' c'e un bel calo da qualche anno a questa parte. Inoltre manca anche la forza e l'impatto nonché le sorprese di Noregs Vaapen. Quindi si meglio del precedente, ma neanche di molto. Voto mio 6,5. P.s. In un ipotetico confronto mi e' piaciuto di piu l'ultimo dei Satyricon a cui prima di ascoltarlo non avrei dato una lira. Alla prossima. |
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immancabile la replica del liberal progressista di turno XD
Personalmente quando ho visto Hoest fare quella cosa ha perso tutta l'ammirazione che nutrivo per lui...
I gusti son gusti, vale anche per quelli tradizionali, ohibò U_U |
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Bah non penso che il bacio con niklas implichi un calo creativo visto che l'odio con l'attrazione sessuale non c'entra un fico secco. Tra l'altro meglio che facciano outing sul palco, magari dopo essersi fatti qualche riga d'incoraggiamento, piuttosto che andare ad ammazzare qualcuno nel periodo refrattario post action come fatto dai vari vikernes, mobius, Faust e notveidt. |
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@igor
sono perfettamente d'accordo su tutto tranne su una cosa.
I lavori di Hoest sono sempre stati leggermente tendenti al Prog, non a caso le tracce sono molto lunghe o divise in più parti.
Io penso principalmente una cosa : Hoest si è imposto di fare un disco ogni tre anni e, specialmente gli ultimi due (ma non dimentichiamo il terzultimo) sono stati fatto così tanto per farli, in pratica sta vivendo di rendita.
E con questo concludo : credo che il problema sia solo uno, ovvero, la mancanza di ispirazione. Principalmente nel Black dovrebbe esserci Odio, Rabbia e altri sentimenti associati, beh in questo caso non ci sono affatto.
Hoest si è imborghesito, il bacio gay con quell'altro deve averlo fuso XD |
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@deborah, l'album è di una piattezza disarmante. Ha cercato di creare qualche riff che vagamente riportasse ai tempi di Doedskvad, ma tutto mi sembra forzato in maniera esagerata e senza senso. Il disco a me pare frammentato, ci sono momenti in cui sembra star lì lì per decollare e poi invece si arrovella in momenti "progressive" che davvero, per me, sono urticanti. Vogliamo poi parlare del missaggio? La batteria dov'è andata a finire in questo disco? Stento a sentirla. Ripeto, se fosse stato il disco di una band nuova, sarebbe stato stroncato senza pensarci due volte. |
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@igor
noto con piacere che hai tradotto il mio commento in maniera più verace, bravo, io invece ho preferito scrivere in maniera più, diciamo, "politicamente corretta" XD |
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Disco che non ha nulla a che vedere con gli altri....a mio parere inutile come stridens hus ,sicuramente ci sarà un grande lavoro dietro ma poteva anche non pubblicare niente, purtroppo quasi più nessun gruppo black metal anni 90 della scena norvegese sfornerà dischi di un certo calibro , Taake ,Satyricon , Gorgoroth ,Enslaved ecc.. |
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Uno degli album più brutti dell'intero 2017. Se fosse uscito sotto un altro nome, sarebbe stato ignorato o anche massacrato. Invece porta il nome Taake e tutti a leccargli il culo. |
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bel disco, meglio dell'ultimo di 3 anni fa...voto 84 |
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@Costanza, si infatti si capisce dalle tue parole e in piu da qualcosa sentito qua e la. Però le uscite son tante e anche di qualità quindi l'album dovrà veramente colpirmi e riportarmi sui fasti di Noregs per comprarlo. Onestamente almeno con il precedente anche io ho pensato fosse in fase calante ( ovviamente come dici te riesce a salvarsi in corner ogni tanto). Ma capitano periodi di feeling minore nei musicisti, quindi ci sta. Comunque ripasso tra qualche giorno per vedere la bilancia da che parte pende! ,-) |
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@enry e @Doomale: a mio avviso, come ho cercato di spiegare, non è un brutto disco. Ha delle belle idee, a mio avviso in certi frangenti confuse, in altre mal congegnate, a lato di qualche lampo di genio che alla fine te lo fa rivalutare. Se li avete seguiti fino ad adesso -soprattutto per quello che riguarda gli ultimi lavori- credo vi piaciuccherà. Hanno comunque il merito di suonare assolutamente inconfondibili  |
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io credo che hoest è in perenne declino, i lavori odierni non sono minimamente paragonabili a quelli del passato. kong vinter (ma che razza di nome è???) è sostanzialmente insipido.
Concludo : se fosse stato un disco di uno sconosciuto, non avrebbe nemmeno raggiunto la sufficienza, secondo me. |
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Ottima band black metal.mi piacciono parecchio! |
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@Enry, concordo...gia lo avevo scritto anteprima del pezzo.
L'ultimo non mi piaceva troppo piatto e lontano dall'ottimo Noregs vaapen..( meglio l'apripista Kulde Ep) Spero in un prodotto migliore ma stavolta non vado a scatola chiusa anche perche sia l'anteprima ( bella a meta') che la recensione sempre precisa di Costanza qualche dubbio ancora me lo lasciano. Vedremo... |
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Lo prenderò anche io, quel poco che ho ascoltato sembra di buon livello, anche se l'ultimo non mi era piaciuto molto...Speriamo si torni alla ispirazione di Noregs o giù di lì. Comunque alla fine ci sono affezionato seguendoli dal debut, mi hanno deluso poche volte. |
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Ho ascoltato già qualche brano in rete e mi è piaciuto, era come mi aspettavo. Lo compro di sicuro. |
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L' ultimo non mi aveva entusiasmato tentissimo...spero in questo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sverdets Vei 2. Inntrenger 3. Huset i Havet 4. Havet i Huset 5. Jernhaand 6. Maanebrent 7. Fra Bjoergegrend mot Glemselen
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Line Up
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Hoest (Voce, Tutti gli strumenti)
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