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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Therion - Beloved Antichrist
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12/02/2018
( 5971 letture )
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Beloved Antichrist è il disco dei grandi numeri, rimasto in incubazione per quindici anni tra le idee del leader Christofer Johnsson. Le sue misure sono strabordanti: si parla di tre ore e una manciata di minuti di musica, personaggi sull'ordine delle decine, (quasi) tutti interpretati da voci di prima classe, e quarantasei brani divisi in tre atti. Un'opera rock che nasconde dietro tanta sostanza la meticolosità di mesi di lavoro certosino. Un'opera quindi la cui imponenza ha preoccupato fin da subito i fan del gruppo. La domanda arriva prevedibile: Un mattone? Un aspetto si percepisce subito: a Beloved Antichrist manca quel necessario occhio di considerazione verso l'ascoltatore, non è un disco che lo guida nell'ascolto, ma che opta invece per dipanarsi inesorabile senza risparmiare niente a nessuno. L'opera sembra infatti classificarsi più come impresa esorbitante, manifestazione di stile e perizia, che come release easy-listening. Non è un segreto la convinzione del leader dei Therion di seguire il proprio estro creativo anche a costo di deludere i molti tra il suo pubblico che non si definiscono melomani. “Se non gli piace, non lo ascoltino” è lo spirito di base. Duro, ma sincero. E così faranno in tanti.
La trama ha origine dal racconto A Short Tale Of The Antichrist di Vladimir Soloviev, presa tale e quale e limata appena. Il filosofo russo anticipa, alla soglia del XX secolo, la crisi del regno zarista in un turbinio di simbolismi. Un presunto profeta, il contraddittorio religioso, una realtà protesa al progresso eppure così fragile, sono i principali punti considerati del gigante dei piedi d'argilla. Il racconto si sviluppa tra i tre atti con ritmo sostenuto. Ogni scena è funzionale al suo scopo e non si avvertono troppi artifizi fini a sé stessi. Purtroppo però seguire le varie vicende e non perdersi tra comparse e colpi di scena è davvero complicato, senza tenere in mano un libretto. Aiutare l'ascoltatore in tal senso avrebbe aggiunto punti godibilità. Ma rispondiamo da soli a questo malcontento con il leit-motiv introdotto sopra: non è un disco pensato per l'ascoltatore da casa, ma per quello in sala. Come lo stesso Johnsson ci ha raccontato ai nostri microfoni, il fatto che Beloved Antichrist sia inciso nella spirale dei ben tre CD è solo qualcosa in più, la vera anima dell'opera si sente e si vede dal palco.
Nel complesso parliamo di un prodotto piacevole, che scorre meglio di quanto le tre ore avrebbero fatto temere, grazie in primis al minutaggio contenuto dei singoli brani e alla materia creativa di Johnsson e soci, che punta a garantire varietà. Tuttavia, non sempre questa varietà perviene e il buon proposito finisce sepolto dalla reiterazione di un coro granitico, poco dinamico, o dall'abuso delle solite soluzioni di chitarra, che porta chi si approccia a questa produzione a sentire comunque la fatica nell’ascolto, la quale arriva prima o dopo a seconda dei gusti e dei livelli di sopportazione personali. Il sound è, com'è tipico di un lavoro di questo tipo, fortemente visivo. Nonostante tutto, è di certo possibile figurarsi scena per scena, se si presta attenzione alle dinamiche orchestrali e ci si intestardisce nel capire le liriche. Uno sforzo di concentrazione senza dubbio non indifferente, anzi, piuttosto impegnativo. Per le scene più solenni, ottoni e archi creano un'ambientazione sonora maestosa, scanditi dalla profondità delle percussioni. Il cantante lirico di turno viene così accompagnato negli acuti come nei bassi impetuosi. Accade in The Crowning Of Splendour, splendido duetto tra il tenore Thomas Vikström, nome noto tra gli amanti del genere, e il basso Erik Rosenius, giovane promessa della lirica, mentre tra le voci femminili spicca ovviamente quella di Chiara Malvestiti nei panni di Johanna, donna guerriera e devota. In Signs are Here la soprano dà prova della sconfinata abilità che ormai conosciamo. Non si può dire lo stesso di tutto le voci incluse nel platter, ma nonostante i nomi siano tanti, i personaggi che la fanno da padrone si contano sulle dita di una mano. Con l'inasprirsi dei toni della storia anche la musica nella seconda metà del racconto si fa più seria e tendenzialmente più rock. Fino ad arrivare a Theme Of Antichrist, ultimo brano ed effigie dell'intero album.
Se l'intenzione dei Therion era bi-polarizzare le opinioni dei fan, allora non avrebbero potuto ideare lavoro migliore. Con Beloved Antichrist ci troviamo davanti un livello di produzione decisamente alto, con tante idee ed un organico in grado di sostenere l'impresa titanica. Un disco diverso da quello a cui siamo abituati, seppur prodotto di un gruppo già di per sé eclettico ed estroso. È da prendere per quello che è, una parentesi di stile - Johnsson ha dichiarato non si ripeterà- più vicina alla musica classica, con le sue virtù e pesantezze. E come tutte le proposte eccezionali, richiede un ascolto a mente aperta.
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il problema di questo lavoro secondo me è che il budget non era allineato a quello che Johnsson aveva in testa. Cioè, quando lo ascolto mi immagino la scena di Beethoven che va dall'impresario con la partitura della Nona dicendo "raga, guardate qua che figata!" e quello, "sì, ok, però la facciamo per viola da gamba, corno di bassetto e due mandolini"... |
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Mi sbaglierò, ma fra qualche anno questa opera monumentale verrà rivalutata. Altro che 77. |
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Più lo ascolto, più mi piace. Questo è operatic metal al 100% coi controfiocchi. Diffidate dalle imitazioni. |
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Io non lo ascolterò più volte, con il libretto, dando attenzione alla storia o addirittura con supporto visivo, perché purtroppo secondo me quest opera magna manca clamorosamente il bersaglio sotto il profilo principale ossia dal punto di vista musicale. In 3 ore di musica e 46 pezzi, i brani meritevoli sono davvero pochissimi, forse neanche 5. Proprio dal punto di vista musicale, a parte la magniloquenza chilometrica dell'opera, questo B.A. non rappresenta nient'affatto una sperimentazione, dato che sono parecchi anni (si direbbe d Theli) che la proposta dei Therion viaggia su lidi sinfonico/lirici con alcune puntate di avantgarde. Nulla di nuovo insomma, a parte la lunghezza draconiana dell'opera si direbbe e purtroppo nulla di buono per quanto mi riguarda. Sitra Ahra era davvero un altro livello (stando al più recente). Peccato! |
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diventano tutti discografici al momento di commentare...prendetela così come viene |
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Appena finito di riascoltarlo e devo dire che diventa sempre più bello. Poi una volta che si conosce la storia nn serve piu atar dietro al libretto e quindi ci si puo immergere nelle melodie, nei cori e nella produzione ( che é pazzesca). Sicuramente nn un album da ascoltare ogni giorno ma quando lo ascolto da bellissime emozioni. 90 |
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Stupenda opera dei Therion, dal vivo poi confermano tutta la loro energia.
Sublime. 100/100. |
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Parto col dire che trovare tre ore i tempo per ascoltare tutto l'album è un'impresa, così com'è un'impresa valutare tutto questo popò di roba. In un'era in cui l'ascoltatore tende a distrarsi dopo tre minuti, questo di per sè è uno sforzo che va elogiato, la dimostrazione di un disinteresse totale verso logiche commerciali. A questo Johnsson non è sicuramente nuovo, basti pensare che per pubblicare il precedente Les fleurs du mal si è autoprodotto, spendendo risorse proprie, solo per coronare una sua visione artistica. Il risultato può anche essere discutibile (non è questa la sede pertinente per parlarne), ma dimostra quanta volontà abbia Johnsson per perseguire quello che lui vuole.Ma parliamo dell'opera appena pubblicata.
Innanzitutto va detto che Beloved Antichrist va ascoltato seguendo la storia. In caso contrario si perde molto, anche perché l'interpretazione del racconto dell'anticristo di Soloviev è complessa e aggiunge parecchia roba in più rispetto all'originale. Le possibilità di dibattito che apre sono poi estremamente estese. La produzione è buona, con i mezzi a disposizione non si poteva fare di più. Certo è che non si è raggiunto quello che si poteva fare per chiari limiti di budget (un'orchestra vera e cantanti lirici di primissimo livello costano caro). E la musica? Si rivela essere un accompagnameto perfetto per la storia! In tre ore devo dire che è dannatamente valida e ben accompagna lo svolgersi degli eventi. C'è tuttavia un ma... ...e bello grosso. Tenere l'attenzione alta senza avere un accompagnamento visuale è impresa assai ardua e questo vale per ogni tipo di musica (ad es. provate a tenere l'attenzione alta ascoltando la trilogia dei Taake di fila), quindi l'opera risulta monca. Concludendo, l'album è decisamente bello, estremamente ambizioso, è il primo del suo genere (già, perché nessuno si è spinto fino a quì) e merita di essere posseduto. Lo ascolterete spesso? Decisamente no. Speriamo che venga proposto in scena almeno una volta. L'evento sarebbe assolutamente da vedere o, se non altro, andrebbe visto almeno il dvd/blu-ray della serata (sperando che sia di buona qualità).
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Esiste un antibiotico contro la pacchianosi? Domanda seria... |
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In effetti, Monsieur M.G., non ho la competenza per valutare il valore di una rock opera (Quadrophenia, degi Who, se è una rock opera mi era piaciuta tantissimo), ne di un musical (genere che pur avendo vissuto parecchio a Londra, ho sempre praticato poco). Quindi, anche in questi ambiti, ha fatto fiasco. Forse, ascoltandolo con attenzione, aveva trovato qualche buon pezzo, poi negli anni ha cercato di cucire il tutto con filler e patch. L'ho risentito ieri sera: un tedio. Nous espérons pour la prochaine fois. Au revoir. |
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@MG : per quanto non ci sia da vantarsene, il mio commento era un po' più terra-terra, non ho una preparazione in ambito classico che mi permetta di criticare con cognizione di causa... il problema è che una volta proporre una cosa del genere poteva avere una certa risonanza, dopo 15anni di singoli da 3:41 secondi (in generale) mi sembra una specie di suicidio... boh... |
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(*generalmente, per l'opera e l'operetta. Ovviamente non tutto è di qualità elevata, anche se per lo meno in questi ambiti le creazioni scadenti hanno subito la damnatio memoriae, anche per una questione di finanziamenti etc etc) |
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@galilee, rispondevo a te, ho dimenticato di specificarlo!  |
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Più che altro, la questione è un'altra: la colonna sonora di Jesus Christ Superstar o di The Phantom of the Opera le si può ascoltare a occhi chiusi, senza il supporto della recitazione e delle scenografie, e apprezzarla comunque molto; lo stesso vale pure per l'opera e l'operetta. Quindi per me il problema non è il fatto che Beloved Antchrist sia difficilmente valutabile come album metal, bensì il fatto che non funzioni neppure come rock opera. E questo per motivi che sono già stati spiegati da me e da altri (Aceshigh, Pam, Ocram...). |
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era tanto per dire, con tutto il rispetto, non mi interessano ne l'una ne l'altra. E' ANCHE un fatto di durata, non certo solo quello. Diciamo che vedo avversarsi quello che speravo non succedesse quando ho sentito i fiori del male: finite le idee, largo alla prosopopea.
Concordavo col marchese che sta roba soddisfa più l'ego di chi l'ha scritta/suonata che non di chi la ascolta. Bene venga se gli ascoltatori hanno gusti ed esperienze eterogenee, io mi chiamo fuori e sto fra gli ignoranti... se togli il nome Therion, mi va bene tutto. Ma dato che così non è... beninteso mi guardo bene dal dire che sia merda, ma spero che i Therion tornino a fare dischi più convenzionali e se non lo fanno amen, per me il drago era già finito l'album precedente. |
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E comunque la colonna sonora di The Rocky horror picture show dura un ora se è tanto.. e nemmeno jesus dura 3 ore. |
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Non l'ho ascoltato, ma commento ugualmente, perchè non ho nessuna intenzione di ascoltarlo: in tre ore e fischia di musica sono certo che gente del calibro dei Therion abbia saputo proporre qualcosa di buono... tuttavia concordo col @marquis, questo non è un album metal come lo si può intendere a scatola chiusa. Così come non lo era del tutto i fiori del male, che non mi è piaciuto. Mi sta bene citare Jesus Christ Superstar o il rocky horror, ma in entrambe i casi siamo più nel teatro che altro... Johnsson ripigliati che è ora! |
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Non capisco il motivo di tale album. Mi è bastato ascoltarlo una sola volta per capire quanto fosse realmente zibaldoniano e ridicolo. Ma come si può concepire musica così vuota di emozioni e sentimento! Non c'è nulla. È un album venuto dal nulla ma che finisce direttamente nel vuoto. Voto 0 spaccato. Il metal o generi simili non hanno bisogno di mattoni di questo livello. Faccio i complimenti comunque al recensore che si è mostrato democratico e propositivo. |
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Ho ascoltato più volte, questo nuovo lavoro dei Therion, in un weekend di ski con il tempo per niente bello (a parte dell'ottimo Lagrein Dunkel nel dopo-ski) e mi sono concentrato parecchio. In effetti, la mia impressione è che Monsieur Johnsson, abbia scritto questa piece, più per lui, che per i fan dei Therion o per gli appassionati di metal. Voleva dimostrarsi che è un compositore di alto livello. Ora, può darsi che questo lavoro abbia un senso se visto come una "rock-opera" alla Jesus Christ Superstar o che se messo in scena come musical, possa rivelarsi piacevole se condito con scenografie e personaggi sul palco. Ma come disco da ascoltare, oltre l'ovvio minutaggio più che indigesto, disturba non poco la frammentarietà del tutto e i molti filler-passaggi tra alcuni brani principali. Ho citato prima che Monsieur Johnsson ha scritto più per lui che per gli altri. Infatti, se si prende qualche brano ben riuscito (“Hail Caesar!”, “The Arrival of Apollonius”, "Bringing the Gospel", “Shoot Them Down” e “Theme of Antichrist” più qualche altro che non ricordo, ora) e ci si mette più metal, potrebbe venire fuori un discreto nuovo disco dei Therion. Ma a lui non gli ne importa molto e vuole consacrarsi tra i grandi compositori. Con un risultato più che scadente, a cominciare dalla bruttissima copertina (un classico dei Therion, si veda Theli) che molti eviteranno per la prolissità e altri, come il sottoscritto, perché non emoziona e quindi finirà nel dimenticatoio. Aspettiamo ridiscenda sul suolo terreno e magari si ricordi che i Therion erano un gruppo "metal". Au revoir. |
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Dico solo che ha avuto recensioni molto positive in giro, per quel che ho potuto vedere, inclusa questa in calce alla cui scrivo... Con mia grande sorpresa perché tira(va) una brutta aria di polpettone... Ascolterò non appena potrò! Evviva! |
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Ho appena finito di ascoltare per intero quest'opera (per la seconda volta) e non credo che tornerà nel mio lettore, almeno per un lungo periodo di tempo. Con mio dispiacere, perché è noto il dispendio di energie che è stato necessario per arrivare alla sua pubblicazione. Purtroppo per me le aspettative sono state deluse, per diversi motivi. Il racconto da cui prende le mosse è sicuramente interessantissimo, così come la rielaborazione di Johnsson necessaria per la trasposizione melodrammatica. Il problema però è che innanzitutto all'unità narrativa del testo non corrisponde per quasi tutta la durata dell'opera un'unità musicale; mi spiego meglio: a livello musicale ho avuto una fortissima impressione di frammentarietà e scarsa connessione tra le varie tracce che compongono il lavoro. Non c'è continuità musicale. Comporre un melodramma (anche della tipologia a numeri chiusi, non c'è bisogno di scomodare per forza Wagner e il leitmotif) non significa solo prendere un testo, metterlo in musica e farci cantare sopra dei solisti lirici: sotto deve esserci un tessuto connettivo ANCHE musicale, che qui secondo me non c'è praticamente mai. Da questo punto di vista obiettivi migliori sono stati raggiunti anche in ambito metal (non cito per non dilungarmi troppo). L'unico elemento che dà un senso di unitarietà al tutto è una certa monotonia stilistica, e qui veniamo al vero e proprio tasto dolente: sotto il monicker Therion a mio avviso è stata pubblicata musica molto molto molto superiore! Se musicalmente fossimo stati ai livelli dei migliori Therion, quest'opera poteva durare anche due ore di più... avrei avuto comunque il piacere di riascoltarla. Ma non è così : a parte la prima metà del secondo cd, a mio avviso c'è veramente poco altro di interessante da ascoltare. A ciò uniamo anche il fatto che purtroppo non tutte le voci sono allo stesso livello: alcuni sono bravi, altri spesso peccano sull'intonazione, altri ancora sono talmente al limite della propria estensione da travalicare le caratteristiche del canto per passare a quelle dell'urlo. Sicuramente l'obiettivo di Johnsson è di portare tutto su un palcoscenico, come è giusto che sia per un'opera lirica; ma ho paura che quella sia una dimensione in cui i difetti che riscontro in Beloved Antichrist più che venire smussati, vengano piuttosto accentuati. Sinceramente spero, ora che si è tolto la soddisfazione, che Cristopher torni a fare quello che sa fare meglio. Qui oltre un 65 non vado, sorry. |
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Se cercate un album metal nn fa per voi. Se cercate adrenalina nn fa per voi. Ma se conoscete l'inglese e vi piacciono le opere lunghe e contorte allora è perfetto. 90 |
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Ieri mi sono letto il booklet: diciamo che prende spunto da Soloviev. La storia è molto più completa e presenta anche personaggi che manco appaiono nel racconto. La qualità della storia, a mio modesto avviso, è invece molto elevata, ma quì si tratta di gusti. |
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Ieri mi sono letto il booklet: diciamo che prende spunto da Soloviev. La storia è molto più completa e presenta anche personaggi che manco appaiono nel racconto. La qualità della storia, a mio modesto avviso, è invece molto elevata, ma quì si tratta di gusti. |
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Cioè fatemi capire, 3 cd per oltre 3 ore di musica per un racconto breve di 23 pagine? |
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Il racconto di Soloviev è interessante, in quanto profetico: Soloviev ha azzeccato molte delle cose che si sarebbero poi verificate in futuro (tra l'altro l'intero racconto di 23 pagine è facilmente reperibile facendo una ricerca su google). Il racconto in sè ha un finale non tanto riuscito (per utilizzare un eufemismo), ma, da quel che sembra Johnsson ci ha messo mano, strutturando il tutto a modo suo (non scrivendo) e rendendo il tutto più avvincente. Ma parlo per sentito dire, mi riprometto di ritornarci non appena ascoltato il tutto con l'ausilio del booklet. |
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Comunque vorrei segnalare che c'è un bug nel sistema di voto. Ho provato a votare, ma ho ricevuto in risposta "non puoi votare due volte per lo stesso disco"; peccato che io non abbia ancora votato. Lo stesso problema mi è stato segnalato da due miei amici, quindi sembra non accadere solo a me. Non è la prima volta che accade. |
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Punto Omega, la storia è bella, questo sì. Ho letto il racconto di Soloviev e mi è piaciuto, ma ti avverto che va interpretato perché è molto simbolico (com'è prevedibile, considerando che era un filosofo). In Beloved Antichrist, Johnsson ne ha leggermente modificato la trama, aggiungendo e togliendo personaggi in base alle proprie necessità, ma il senso generale non viene granché toccato. |
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@M.G.: quando scrivi che "c'è differenza tra la sensazione che dà qualcosa che non riesci a capire subito, ma che supponi possa rivelare cose interessanti una volta assimilata, e qualcosa che non ti lascia alcuna speranza per gli ascolti successivi" mi trovi perfettamente d'accordo. In tal senso l'album mi piace, ma non mi sento di valutarlo perché l'ho ascoltato troppo poco e in maniera spezzata, non avendo sufficiente tempo a disposizione. Poi un'opera del genere andrebbe valutata seguendo anche la storia, cosa che sinora non ho ancora fatto (e, da quel che si dice in giro, meriterebbe parecchio). Comunque mi aggiungo al coro di chi vorrebbe vedere l'opera presentata dal vivo. Speriamo in almeno una data (che fra orchestra, cantanti e tecnici avrà dei costi esorbitanti) da qualche parte. |
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A me piace davvero molto. E' esattamente il tipo di "progetto" che mi affascinerà sempre.....fin dal tempo in cui li faceva Jon Lord questi esperimenti. Bello. Spero lo portino on stage per così come è un giorno. |
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OathBound, secondo me monumentale è solo la durata wagneriana, non la complessità interna. E la durata è sì lunga, ma è equivalente a tre album, non a trenta. Se si divide l'ascolto fra i tre atti, è approccabile. Certo, servono tanti ascolti, ma questa è una catteristica del genere, per lo meno quando viene declinato in modi come questo. Il problema è l'essere invogliati ad ascolti continuati, che dovrebbero essere un piacere prima ancora che un dovere. Di solito c'è differenza tra la sensazione che dà qualcosa che non riesci a capire subito, ma che supponi possa rivelare cose interessanti una volta assimilata, e qualcosa che non ti lascia alcuna speranza per gli ascolti successivi. Se al secondo ascolto ancora non emerge nulla di interessante e continui a sbadigliare, c'è un problema. Io dedicherò ancora vari altri ascolti a Beloved Antichrist perché amo i Therion e quindi non voglio ancora arrendermi alla delusione, ma chi si trova in una situazione diversa potrebbe percepire il continuare gli ascolti come un accamento terapeutico o una tortura. Poi, per carità, è questione di punti di vista, di gusti. Ad alcuni Beloved Antichrist è piaciuto molto e non metto bocca su questo; anzi, sono felice per loro! Per me, però, ha degli enormi problemi strutturali tanto nella composizione quanto nella produzione. Magari con gli ascolti cambierò idea, ma sono pessimista in merito. |
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Uno di quei dischi monumentali dove nel bene o nel male i giudizi hanno più peso a molta più distanza dall'uscita... |
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Per ora mi limito ad ascoltare a ripetizione solo l'atto I, ed effettivamente alcune melodie sembrano rimanerti in testa. Non mi sbilancio ancora, ma effettivamente di metal, a parte alcune ritmiche di base non c'è molto. A naso mi ricorda un po' gli esperimenti di rifacimento di alcuni passaggi d'opera che Christopher ha fatto su The Miskolc Experience. |
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Beati voi che siete riusciti a trovare il tempo per ascoltarlo bene e valutarlo. |
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No, parlavo dei Therion. Intendevo dire che in Beloved Antichrist canta linee vocali talvolta noiose (anche se le sue sono forse le migliori) e quindi non rende come dovrebbe. Nella sua band... eh, a me preoccupa il fatto che possa cantare anche in moderno, stile che non fa proprio per lei. Per lo meno, stando al nuovo singolo, nella scrittura delle linee vocali è molto migliorata. Ricordo che nel primo album c'erano ballad con controcanti lirici infilati a caso, giusto per piazzare virtuosismi fini a se stessi; inoltre all'epoca Chiara appesantiva molto e ciò portava a un vibrato fastidioso. Fortunatamente con gli anni ha corretto il tiro ed è migliorata, almeno nella lirica; adesso mi piace molto. Ciò nonostante, quel singolo non mi è sembrato chissà che capolavoro; sì, un brano molto carino, ma nel genere c'è di meglio. È comunque un grande passo avanti per loro ed è sicuramente su un livello ben superiore a quello dell'ultima fatica dei Therion, quindi sono curioso di ascoltare per intero l'album. Comunque non vorrei rischiare di finire OT: meglio concentrarci su Beloved Antichrist. |
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@M. G. tutte le voci hanno bisogno di essere valorizzate.
Se ti riferisci ai precedenti lavori con la sua band, io ho apprezzato molto di più il loro ultimo brano uscito; la linea vocale mi sembra molto più lirica del 95% di quello che ho sentito in questa Rock Opera; così come la produzione mi sembra molto superiore (qualità delle voci e orchestrazioni). Se dovessero mantenere quel livello per un album intero parleremo di un capolavoro. Parola lontana da Beloved Antichrist. |
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Concordo, Ocram. Qualche anno fa la Malvestiti non mi piaceva affatto, ma col tempo ha corretto i suoi difetti ed è diventata davvero molto brava. L'importante è farla cantare solo in lirico, perché il moderno non è cosa per lei. Anche per questo i Therion, avendo più voci, sono il suo territorio ideale; per lo meno al di fuori dell'ambito squisitamente operistico. A patto, però, di affidarle brani e linee vocali in grado di valorizzarla. |
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Per me è una grandissima delusione, ma la consolazione è che questo NON è il 13mo album della band ma solo un progetto fine a se stesso. Probabilmente ci vorrà del tempo ma la prima impressione dopo 3 ascolti è molto negativa. Troppo omogeneo e come già stato sottolineato con riff osceni e partiture orchestrali noiose e per niente originali e che il più delle volte non rendono giustizia alla mestosità delle vicende narrate. Le voci, grandi protagoniste dell'opera, non sono impeccabili (Vikstrom e Lewis li trovo molto peggiorati rispetto alle prove in studio passate, ottima invece la Malvestiti). In defnitiva qui manca tutta la ricercatezza, la precisione e l'originalità che deve avere un'opera. I tempi di Lemuria/Sirius B sembrano ormai davvero lontani. E pensare che ho amato follemente Sitra Ahra e Les Fleurs Du Mal renda la delusione ancora più cocente. Consiglio per Johnsson: tieniti stretta la Chiara Malvestiti, perchè ormai è lei a fare la parte da leone nei Therion, sia in sede live che in studio (come dimostra il bellissimo inizio di Forgive me). |
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Infatti, non facciamo l'errore di dire che se non una cosa non piace al pubblico, è perché il pubblico non è preparato! Magari è il prodotto a non essere buono
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Guarda, Riccardo, io ascolto molto volentieri anche opera, operetta e musical, eppure Beloved Antichrist non mi ha entusiasmato affatto. Però hai assolutamente ragione nel dire che ci sia un problema di targettizzazione. D'altra parte credi che un pubblico orientato a generi più teatrali avrebbe apprezzato "Time Has Come / Final Battle" o "My Voyage Carries On"? |
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Finché pubblicherà dischi per Nuclear Blast, finché si rivolgerà a un pubblico metal, Johansson dovrà essere ascoltato e giudicato da metallari. E per un metallaro, per quanto amante del metal sinfonico, questo album non è digeribile. |
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Grazie @Pam, errore mio, provvederò a correggere. |
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A forza di ascoltarlo è chiaro che qualcosa piacerà, ma questo accade con qualsiasi canzone; mal la banalità degli arrangiamenti resta ed è evidente in quasi ogni brano.
Come diceva qualcuno prima, chitarre da band agli esordi e orchestrazioni e cori solo raramente ispirati e all'altezza. Ma questi a mio avviso erano spesso punti deboli dei lavori precedenti, allo stesso modo, anzi..!
Un piccolo appunto: Through Dust, Through Rain non è cantata da Chiara Malvestiti (ed è evidente); credo che sia Lori stessa, ma non ci giurerei.
A proposito di questo, solo a me da l'impressione che le voci a volte siano dietro a tutto il resto nel missaggio? Per una Rock Opera è un grave errore.. |
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Acquisterò il cd direttamente al concerto Bologna.Anche se la mia formazione preferita risale a quella con 2 fratelli neiman. |
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Per me questo è il classico esempio di passo più lungo della gamba. Capisco l'intenzione di voler scrivere una rock opera pensando alla resa sul palco, ma bisogna poter apprezzare anche solo l'ascolto, a occhi chiusi. Sicuramente una rock opera (o un musical o un'operetta o un'opera) risulta completa con l'aggiunta dei costumi, delle scenografie e della recitazione facciale e corporale, ma la musica deve potersi reggere sulle proprie gambe. Non è obbligatorio guardare uno spettacolo dal vivo o un DVD per apprezzare Jesus Christ Superstar o The Phantom of the Opera, ma neppure Candide o Turandot! Come se non bastasse, Beloved Antichrist non si presenta come uno spettacolo teatrale o un DVD (quelli arriveranno dopo, si spera), bensì come un triplo CD audio, esattamente come fanno gli Ayreon. Entrando nel merito, questa fatica dei Therion si regge sulle proprie gambe? Secondo me, no. Su 46 tracce, temo se ne salvino davvero pochissime ("The Arrival of Apollonius", "Bringing the Gospel" e "Theme Of Antichrist" su tutte); la stragrande maggioranza dei brani mi sembrano davvero poco ispirati tanto nelle partiture orchestrali e corali quanto nelle chitarre (dai riff così standard e banali che potrebbero essere stati scritti con un generatore automatico). Le atmosfere non sono sempre calzanti ai testi e le linee vocali spesso mi risultano noiose e inconcludenti. Quanto alla prova dei cantanti, sicuramente Chiara Malvestiti spicca in positivo e si merita un applauso, mentre già Lori risulta un po' troppo fredda e spesso calante (colpa, anche, della produzione); Thomas rende meno che negli album precedenti, mentre gli altri vocalist sono qualitativamente variegati (in particolare ho sentito un basso e un baritono davvero pessimi, osceni). Ho già citato la produzione; ebbene, mi duole aggiungere anche che alcune orchestrazioni risultano parecchio finte. Ad ogni modo, non tutto è da buttare: come ho detto, qualche brano che si salva c'è, e qui e là si trovano anche passaggi orchestrali e/o corali e/o solistici molto interessanti, ma non si toccano vette qualitative paragonabili a quelle degli album precedenti dei Therion. Inoltre i pregi non sono abbastanza da riuscire a far reggere una durata così mastodontica senza provocare l'abbocco. Per quanto mi riguarda, non posso andare oltre il 50. Ma son punti di vista, per cui de gustibus...  |
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3
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Proverò ad ascoltarlo anche se mi sa tanto di un ennesimo The Astonishing come tipo di progetto. |
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Epperò...credevo molto peggio. Voto molto incoraggiante. |
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1
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Stando in ambitometal, il non dare un voto potrebbe essere la soluzione più consona. Ho acquistato il disco tre giorni fa e devo ammettere che si tratta di un opus difficilmente valutabile, se non prendendosi molto tempo ed esulando dai classici schemi di valutazione di un disco metal Ed è proprio quì che si trova il nocciolo della questione: non è un disco metal e, com'è giustamente segnalato da più parti, andrebbe valutato con una performance sul palcoscenico con tutti gli attori e una vera orchestra che accompagna il tutto. Indubbiamente si tratta di un lavoro che pochissimi nell'ambito rock/metal sarebbero in grado di fare. Soggettivamente parlando, devo dire che la prima impressione è decisamente buona e sarei tentato di dargli il massimo dei voti solo per l'impegno profuso, dato che un qualsiasi musicista pop/rock/metal probabilmente non avrebbe idea nemmeno sul come cominciare a comporre una cosa del genere, il valore reale dell'opera invece emergerà con il tempo, quand'anche gli esperti di musica più "nobile" inizieranno ad occuparsi di Johnsson. Io sono ignorante, quindi mi astengo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Atto I 1. Turn From Heaven 2. Where Will You Go? 3. Through Dust Through Rain 4. Signs Are Here 5. Never Again 6. Bring Her Home 7. The Solid Black Beyond 8. The Crowning Of Spledour 9. Morning Has Broken 10. Garden Of Peace 11. Our Destiny 12. Anthem 13. The Palace Ball 14. Jewels From Afar 15. Hail Caesar 16. What Is Wrong? 17. Nothing But My name
Atto II 1. The Arrival Of Apollonius 2. Pledging Loyality 3. Night Reborn 4. Dagger Of God 5. Temple Of New Jerusalem 6. The Lions Roar 7. Bringing The Gospel 8. Laudate Dominum 9. Remaining Silent 10. Behold Antichrist 11. Crused By The Fallen 12. Ressurection 13. To Where I Weep 14. Astral Sophia 15. Thy Will Be Done
Atto III 1. Shoot Them Down 2. Beneath The Starry Skies 3. Forgive Me 4. The Wasterland Of My Heart 5.Burning The Palace 6. Prelude To War 7. Day Of Wrath 8. Rise To War 9. Time Has Come / Final Battle 10. My Voyage Carries On 11. Striking Darkness 12. Seeds Of Time 13. To Shine Forever 14. Theme Of Antichrist
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Line Up
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Christofer Johnsson (Chitarra, Tastiera, Organo Hammond, Voci) Chiara Malvestiti (Soprano) Karin Fjellander (Soprano) Linnea Vikström (Soprano) Lori Lewis (Soprano) Lydia Kjellberg (Soprano) Melissa Verlak (Soprano) Matilda Wahlund (Mezzo) Ulrika Skarby (Mezzo) Kaj Hagstrand (Tenore) Linus Flogell (Tenore) Thomas Vikström (Tenore) Erik Rosenius (Basso) Mikael Schmidberger (Basso) Markus Jupiter (Baritono) Samuel Jarrick (Baritono) Nalle Påhlsson (Basso Elettrico) Sami Karppinen (Batteria) Johan Kullberg (Batteria)
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