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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Essere dei metallari adolescenti in Svezia a fine anni 80 nella maggior parte dei casi voleva dire solo una cosa: death metal. Il giovane Christofer Johnsson di Upplands Väsby (sobborgo di Stoccolma) non poteva certo essere da meno, ecco quindi perché oggi vi parlerò dei primi anni e del primo disco in particolare dei Therion. Il nucleo originario della band iniziò come gruppo thrash col nome (non molto originale a dire il vero) di Blitzkrieg nel 1987, ma ebbe però vita breve. Il crescente sviluppo della scena death svedese e l'influenza dei Celtic Frost convinsero Johnsson a mettere in piedi un nuovo progetto con i vecchi compagni Oskar Forss e Peter Hansson, con l'aggiunta del bassista Erik Gustafsson (per un breve periodo anche nei Dismember), diventando prima Megatherion e poi Therion. Il primo demo del 1989, Paroxysmal Holocaust, mostrava una band forse ancora acerba, ma interessante per il panorama death dell'epoca, con pezzi già strumentalmente articolati anche se la velocità di esecuzione era meno sostenuta. In quel periodo il cantante era Matti Karki (successivamente voce di due colossi dello swedish death, Carnage e Dismember) che però lascerà subito dopo il primo demo a causa della difficile convivenza con Johnsson, entrando nei Carbonized, nei quali, ironia della sorte, militavano due futuri membri dei Therion, Lars Rosenberg e Piotr Wawrzeniuk, oltre a vedere successivamente l'ingresso di Johnsson dopo l'abbandono di Matti Karki. Questo split e le difficoltà nel trovare un sostituto portarono un riluttante Johnson ad occuparsi delle parti vocali nel secondo demo, Beyond the Darkest Veils of Inner Wickedness, sempre del 1989, che proseguiva la strada del precedente con una prestazione al microfono che lasciò però insoddisfatto anche lo stesso leader. Il passo decisivo verrà fatto con la pubblicazione da parte della House Of Kicks (piccola etichetta di un negozio di dischi di Stoccolma) dell'EP Time Shall Tell, di fatto un demo che mostrava un gruppo in netta a crescita, soprattutto nella voce di Johnsson e nella velocità dei pezzi. Nonostante una diatriba con la label, rea di aver ristampato il demo/EP senza il consenso della band dopo aver esaurito le mille copie pattuite, la band troverà un accordo con la Deaf Records, una sottoetichetta della Peaceville, per la pubblicazione dell'agognato esordio. Sebbene ci fosse già del materiale nuovo scritto, i Therion optarono per inserire solamente tracce provenienti dai vecchi demo, forse per dare maggior lustro a quei pezzi oppure perché consapevoli del grosso lavoro che avrebbero richiesto le canzoni che successivamente avrebbero fatto parte di Beyond Sanctorum.
Registrato in soli sei giorni nei mitici Sunlight Studios, Of Darkness... venne pubblicato nel febbraio del 1991 e rappresentava tutto ciò che erano e che influenzava i primi Therion, aggiungendo però sottotraccia qualche piccolo indizio su ciò sarà fatto successivamente. Per quanto sia un lavoro di chiara matrice death metal, Of Darkness... cerca di staccarsi dalla media delle band svedesi. Già l'iniziale The Return ne è un piccolo esempio, con la sua apertura cadenzata arricchita da delle tastiere, poi riprese anche nel rallentamento centrale del brano, a conferire un'atmosfera più spettrale. Certamente nel complesso della traccia hanno un peso relativo e fanno da contraltare ai ritmi serrati (che toccano anche il grindcore) presenti, ma mostrano un gruppo già proiettato in avanti. Il tagliente riff iniziale di Asphyxiate With Fear ci porta invece sin da subito su ritmi sostenuti, con il batterista Oskar Forss sugli scudi, salvo poi cambiare repentinamente nell'ultimo minuto, quando un improvviso rallentamento seguito dagli assoli lancinanti e all'oscuro arpeggio finale della chitarra chiudono inaspettatamente il brano. È evidente a questo punto che il lavoro più grosso sia stato fatto sulle parti strumentali per renderle il più varie possibili e la conferma arriva dalla lunga Morbid Reality, dove troviamo i blast beat delle strofe seguiti dalle chitarre motosega tipiche del periodo, fino ai numerosi stacchi e alla lunga coda strumentale quando oramai sembra essere finito il pezzo. Megalomania ci riporta su lidi feroci, quasi thrash in certi frangenti, con un assolo che stavolta non è solamente urla lancinanti ma dotato di gusto melodico. Anche A Suburb To Hell prosegue su quella strada risultando ancora più pesante e mostrando l'influenza del grindcore di Napalm Death e Carcass, questi ultimi soprattutto nello stacco col "doppio topo in gola" che ricorda la premiata ditta Steer/Walker. Le tastiere tornano a far brevemente capolino nel finale di Genocidal Raids, dopo un breve intro ed i muscoli mostrati in tutto il pezzo tra blast beat, riff tritaossa e un paio di stacchi di basso distorto in maniera esagerata, facendo ancora una volta intravedere qualcosa oltre la pesantezza e l'impatto. Le ultime due tracce Time Shall Tell e Dark Eternity chiudono il disco confermando il valore di Of Darkness... come lavoro prettamente death metal, l'unico nella carriera dei Therion ad essere così "puro". Piccola curiosità riguardante questi ultimi due pezzi riguardarebbe alcune dichiarazioni di Johnsson, il quale affermò che in realtà, a causa di alcuni problemi con la fase di mixaggio, nel disco sono state inserite le versioni dell'EP precedente. Anche i testi a loro modo rappresentano un'eccezione nella lunga carriera di Christofer Johnsson, trattando droga, multinazionali, questioni sociali e genocidi, ben lontani dall'occultismo che prenderà totalmente piede da Beyond Sanctorum in poi. Unico neo la voce dello stesso Johnsson, qui troppo effettata rispetto al growl asciutto fatto sentire nell'EP Time Shall Tell.
Dopo la pubblicazione dell'album il bassista Erik Gustafsson abbandonerà la band, lasciando i Therion in tre, prima di una serie di innumerevoli cambi di line-up e soprattutto prima della epocale svolta symphonic voluta dal mastermind Christofer Johnsson. Come detto, Of Darkness... è un episodio a sè stante nella discografia degli svedesi e volendo fare un parallelo tra carriere rappresenta un po' quello che Sumerian Cry è per i Tiamat, un disco che racchiude dentro tutto quello che è stato il gruppo negli anni 80, influenze comprese. Al suo interno non è difficile trovare infatti le ritmiche del death americano, il suono swedish delle chitarre, le furiose sgroppate del grindcore britannico, oltre ad un pizzico di thrash di certi passaggi e la cerimonialità del doom in altri. Un compendio di quello che era l'estremo dell'epoca, che già dal successivo lavoro verrà incanalato in un'unica e mai negata influenza, i Celtic Frost. Impossibile dunque comparare Of Darkness... con tutto ciò che è stato fatto in carriera dai Therion, volendo esagerare ci sarà probabilmente chi considera i primi due album gli unici degni di nota o viceversa chi considera la band dalla svolta symphonic in poi, per quanto sono differenti come approccio. Si tratta di un gruppo totalmente diverso e l'unico metro di paragone possibile sono i dischi di swedish death usciti in quel periodo e Of Darkness... va a piazzarsi dietro i capolavori immortali delle band guida, ma rimane sempre un ottimo lavoro adatto agli ascoltatori death metal. Gli altri possono prenderlo come un interessante e curioso ascolto per capire da dove è partita e quanta strada ha fatto la creatura di Christofer Johnsson.
Heaven or hell Time shall tell
Apprezzarlo oppure ignorarlo. A ciascuno il suo.
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15
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Ottimo album che non ha nulla da invidiare ai classici top 4 di entombed, Dismember,grave e unleashed.
Heavy rotation sul mio lettore da 2 settimane |
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14
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Album della madonna, una gemma oscura, brutale e dannata del firmamento death svedese. Ho sempre adorato alla follia i primi due Therion, e a questo \"Of Darkness...\" sono legato davvero assai, un lavoro davvero superlativo. Tutto al punto giusto, i riff sono uno più bestiale dell\'altro, ritmiche che vanno dal cadenzato alle parti più furiose di blast, e il growl demoniaco di Christoffer è assolutamente da brividi!. Per tutti gli amanti delle sonorità più nere e bestiali del death metal! |
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13
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Album cattivo, grezzo ed asfissiante.. Dopo più di Trent'anni non lascia ancora scampo con le sue sfuriate schiacciasassi.. Devastante! |
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12
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Apprezzarlo e ignorare quello che hanno fatto dopo per me |
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11
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sarà che adoro i Therion in (quasi) ogni sua trasformazione, ma anche per me il loro periodo death non è affatto da sottovalutare...magari non siamo su livelli di totale eccellenza, ma il disco spacca bene... |
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10
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Tra i migliori album swedish death IN ASSOLUTO. Peccato che non sia conosciuto come gli altri. Oscuro, tetro, cattivissimo. |
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9
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Johnsson lasciò il microfono a causa di problemi alla voce. |
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8
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Per me il male dei Therion è stato l'abbandono di Christofer Johnsson dal ruolo di cantante e anche questo album ne è la dimostrazione.Fino a Theli non sò davvero scegliere qualìè il miglore. |
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7
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Ottimo disco e bella recensione, un miscuglio di roba anni '80 con un pizzico di cambiamento, più evidente poi in Beyond Sanctorum, ultimo loro disco che apprezzo. Il resto non fa per me. |
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6
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io dei THERION ho tre pietre miliari che corrispondono a – Lepaca Kliffoth – Theli – Vovin, DA AVERE. |
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5
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Sto finendo di approfondirli come gruppo, e questo devo dire che e' un album veramente bello, per essere un debutto, certo un po grezzo, ma e' un lavoro che ha avuto la sua importanza, le componenti teatrali e strumentali e vocale si fondono abbastanza bene e vocaledirei inoltre che la recensione ha centrato in pieno il disco nei suoi vari passaggi, direi voto giusto. |
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4
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Un disco fenomenale, primo perchè il debutto di una delle band Metal più importanti degli anni 90, secondo perchè è uno dei migliori dischi di swedish death in circolazione. Appartenente pure alla prima ondata. La differenza sta nel fatto che in questo Of Darknees a differenza di altri gruppi svedesi si possono notare già molte influenze alla Celtic Frost e un approccio più teatrale e oscuro al tutto. Grandi. Una band tutt'ora ancora in formissima, anche se il genere ora proposto è tutt'altro. |
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3
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Un disco che ha avuto una certa impirtanza in quel periodo e per quella determinata scena. Merita rispetto come meritano altri tipo tiamat. |
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2
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A ciascuno la propria strada da percorrere. Di esempi ce ne sono tanti: Tiamat, Sentenced... Alcuni si sono mantenuti su buoni livelli, altri no, come i Therion. "Of Darkness..." sta nella classifica degli album swedish death, quello che sono ora non mi interessa. Voto giusto e ottima rece. |
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1
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Buon esordio..abbastanza grezzotto..ma godibile, preferisco cmq il successivo Beyond Sanctorum... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Return 2. Asphyxiate with Fear 3. Morbid Reality 4. Megalomania 5. A Suburb to Hell 6. Genocidal Raids 7. Time Shall Tell 8. Dark Eternity
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Line Up
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Christofer Johnsson (Voce, Chitarra) Peter Hansson (Chitarra) Erik Gustafsson (Basso) Oskar Forss (Batteria)
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