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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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04/05/2018
( 1332 letture )
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Tante cose possono essere dette sui Little Caesar, ma non certo che siano dei novellini. Attivi in tre riprese tra il 1987 ed oggi, con in mezzo lo stop causato "dall'ondata Grunge che ha portato allo scioglimento per oltre un decennio", un breve ritorno nel 2001 e quello definitivo del 2009, gli statunitensi possono vantare una carriera di peso. Il loro lavoro li ha portati negli anni al fianco di Jane’s Addiction, Kiss, Iggy Pop, Billy Idol, Social Distortion, Lynyrd Skynyrd, Iron Maiden ed a tantissime altre band importanti, ma anche a vari tour da headliners in patria ed in Europa. Come curiosità, il cantante Ron Young è apparso in Terminator 2 nel ruolo di un motociclista che finisce scaraventato fuori da una finestra da parte di Arnold Schwarzenegger.
Per quanto riguarda la loro musica, abbiamo a che fare con un piacevole saccheggio di stilemi blues, hard rock, rock'n'roll, AOR e R&B, con gli anni 70 a fare da punto di riferimento. ZZ Top; Humble Pie; Bad Company, Lynyrd Skynyrd et similia sono le band che vengono maggiormente fuori dal substrato di ogni canzone, ma non mancano riferimenti chiarissimi ai Rolling Stones od anche ai Mott The Hoople, se è per questo. Ne consegue che abbiamo a che fare con un lavoro che è il festival (voluto) del citazionismo, con musica di facile accesso a chiunque abbia anche solo un'infarinatura rock generica. Molti, quindi, i passaggi "standard" ed altrettanti quelli prevedibili e/o scontati, ma a venir fuori è anche la capacità rielaborare tutto con gusto in più di un episodio e di rendere tutto su CD. La voce giustamente "rasposa" di Ron Young, poi, è perfetta per rendere al meglio quanto suonato dal resto del gruppo. Nonostante la perfetta prevedibilità di ogni canzone e l'immancabile presenza di passaggi ed intere canzoni scontate e/o in grado di rivolgersi ad ampissime fasce di pubblico (il singolone AOR Time Enough For That, per esempio, è una ballata adatta a qualunque tipo di ascoltatore, ma non la sola con questa caratteristica), tutto sembra funzionare bene. Inoltre, Eight non manca di alcuni brani capaci ugualmente di stamparsi subito in testa senza lasciarsi andare al facile compromesso commerciale. Mama Tried; Straight Shooter; That's Alright e Mixed Signs per esempio, quest'ultima una delle due bonus track presenti, sono tutti classici esempi di "impossibilità a fermare il piede", una tipica sindrome delle canzoni a base blues che si possono classificare come riuscite. Quantomeno piacevole il resto. L'altra bonus track, per la cronaca, è una nuova versione di Slow Ride, un ripescaggio da Influence del 92, quando in formazione c'era anche l'ottimo Earl Slick già al lavoro con David Bowie, John Lennon, Yoko Ono, Robert Smith, John Waite, Tim Curry, David Coverdale e come solista.
Al tirar delle somme Eight è un album che definire tradizionale è il minimo e, come tale, assolutamente incapace di stupire. Ciò nonostante, la pratica è risolta con padronanza dei propri mezzi, professionalità e capacità di guardare al mercato strizzandogli pesantemente l'occhio, ma senza perdere di vista i riferimenti principali dei Little Caesar: il blues ed l'R&B. Gli amanti degli anni 70 e della musica del diavolo, quindi, possono tranquillamente approcciarsi a questo CD senza tema di restare delusi da una band che all'inizio della sua carriera prometteva molto, ma è stata bloccata anche dalla mancata distribuzione del primo album. Questo per problemi di passaggio di proprietà della casa discografica -una sussiduaria della Geffen con la quale avevano esordito su una compilation- a ridosso dell'uscita del disco. Quanto sopra vale a patto di cercare solo conferme, però, perché tutto qui è concepito per rassicurare e non per stupire.
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4
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Confermo il 75. Bel disco. La voce , forse, pure migliorata |
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3
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I primi due dischi dei Little Caesar sono due ottimi esempi di hard rock classico conditi dall'ottima voce di Young che per tanti motivi non hanno avuto il meritato successo. Ora questo disco non fa' che ribadire la classe di questo gruppo: niente di nuovo (ma, per tutti i tosaerba in giro, chi se ne frega!!!!) ma dieci canzoni che ti stampano un gran sorriso in faccia. Voto 75 (così faccio contento Obscure, ahahah) |
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2
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curioso di sentirli. il primo disco era stato notevole. |
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1
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Band che non riuscì ad affermarsi come avrebbe potuto per vari problemi (già accennati in review ) , però ho piacere che abbiano realizzato un nuovo prodotto. Non sempre è necessario stupire. A volte è sufficiente realizzare song che rendono felice chi le ascolta, nel solco tradizionale della band e sentirsi a proprio agio con quelle 'sonorità' . (Imho) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 21 Again 2. Mama Tried 3. Vegas 4. Crushed Velvet 5. Good Times 6. Time Enough For That 7. Straight Shooter 8. Another Fine Mess 9. Morning 10. That's Alright 11. Mixed Signs (Bonus Track) 12. Slow Ride (Bonus Track)
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Line Up
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Ron Young (Voce) Loren Molinare (Chitarra, Cori) Alex Kane (Chitarra, Cori Pharoah Barrett (Basso, Cori) Tom Morris (Batteria)
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RECENSIONI |
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