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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Little Caesar - Little Caesar
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22/09/2018
( 1157 letture )
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Uno dei dischi più belli ed energetici dell’ondata street/sleaze. Un esordio stupendo, ricco di sfumature, pregevolezza, capacità, atmosfere variegate e un cantante come Ron Young dotatissimo nel saper interpretare alla perfezione ogni singolo secondo di musica con la sua ugola, calda, avvolgente, versatile e di grande espressività. I Little Caesar si formano nel 1987 a Los Angeles, con una formazione in origine composta da Ron Young (voce), Apache (chitarra), Loren Molinare (chitarra), la prima apparizione del quintetto avviene nel 1989 su una compilation edita dalla Metal Blade Records chiamata Street Survivors. Quello stesso anno pubblicano il primo EP di quattro tracce, sempre per la Metal Blade, intitolato Name Your Poison, prodotto da Joe Hardy (ZZ Top). Il riscontro di questo primo lavoro porta gli yankee ad aprire una serie di date per i Jane's Addiction, e a suonare qualche show nel ruolo di headliner in alcuni club del circuito. Vengono notati dalla label Geffen Records tramite l'A&R John Kalodner, e nel 1990, lanciano questa bomba, l'omonimo Little Caesar, prodotto dal mago della consolle, Bob Rock (Metallica, Mötley Crüe, The Cult, tra gli altri).
L'album splende per una serie di brani di hard rock fortemente ispirato allo stile anni 70, influenze R&B/Soul e la sporcizia street tanto in voga in quel periodo. L’opera viene ben accolta dalla critica specializzata, entra nella classifica di Billboard Top 100, ricevendo buon airplay su radio e soprattutto su MTV. 12 pezzi in scaletta, 2 cover, il tutto suonato, composto ed espresso in maniera elettrizzante, stuzzicante e dal grande valore, un coacervo musicale come pochi seppero fare all’epoca e pure nelle decadi a venire. 55 minuti di lapilli esplosivi con Down-N-Dirty che mostra subito la pasta della band, scatenando un pogo saltellante con le sue radici blues-southern al servizio di chitarre hard, Hard Times colpisce tra nuca e noce del capocollo con il suo potere grattugiante tra sei corde, voce e cori a scheggia, Chain of Fools, di Aretha Franklin, estratta come singolo, è semplicemente trascinante con Ron che fa il prestigiatore vocale. From the Start è clamorosa con un ritornello irresistibile, In Your Arms solca varie atmosfere, parte soft e a basso tono, per poi brulicare di un chorus pazzesco in sospeso tra rock e blues, la voce, il piano, il solo delle guitar, letteralmente perfetti. Rock-N-Roll State of Mind è tutta racchiusa nel titolo, Drive It Home pesta che è una libidine, Midtown è uno slow trasudante pathos sudista, Cajun Panther è una sventola in piena faccia e l’inciso non lascia nessuno indifferente con i piedi che battono il ritmo infernale, Wrong Side of the Tracks è hard nell’anima, I Wish It Would Rain è la seconda cover, originariamente dei The Temptations, qui resa in chiave rock con una lettura di lignaggio aureo, pezzo micidiale. Chiude il disco Little Queenie intrisa di hard grezzo impastato con rhythm and blues avvincente.
Il quintetto suonò da spalla ad importanti act come Kiss, Social Distortion, Iggy Pop, Billy Idol, e Lynyrd Skynyrd, portando in giro questo disco maiuscolo e coinvolgente che ancora oggi suona a mille, ed è da riscoprire a tutti i costi: una gemma che non si può lasciare nel cassetto ad accumulare pulviscolo e detriti. Grandi Little Caesar.
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7
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Due anni dopo... ma com\'é possibile che un disco simile abbia solo 7 commenti? E\' assurdo!!! |
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6
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Per me un pelo troppo soft e levigato per rientrare nello street. Nello stesso stile gli preferisco il più ruvido Young Man\'s Blues dei Rock City Angels. |
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5
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Gran bel disco Rock! Praticamente una One Hit Wonder.
Comunque questo disco con il Glam Metal c'entra eccome, un sapiente cocktail di Hard Rock Bluesy, Glam Metal e vecchio R&B quindi non quello dei 90/2000 (che io comunque ho amato).
I Gotthard faranno delle cose simili ma più in chiave Bon Joviana.
Loro come band avevano un immagine meno colorata e più da "Biker" , forse più in linea con la Sleaze ma senza essere androgini.
Gran bei pezzi! Su tutti direi che la prime 5 canzoni sono immense.
L'unico problema? Il Grunge o nello specifico i Nirvana che con Nevermind si sarebbero presi tutto nel Novembre dell'anno successivo. |
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4
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disco di piacevole ascolto....onesto rock n roll.... |
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3
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Grezzo, aor, poco sporco, troppo pulito, semplicemente i Bad Company degli 80, che resistono al cambiamento dei '90. C'è chi vede rock da chain of fools e che rnr state of mind |
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2
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L'ho cercato per anni ma alla fine non l'ho apprezzato un granchè. Quella sporcizia Street che nomina Frankiss non l'ho mai sentita. Questo è un disco di hard rock, quasi AOR mi verrebbe da dire, visto il super packaging deluxe.. produzione, arrangiamenti, stile etc etc.. Sicuramente un ottimo prodotto, che però ha delle difficoltà a conquistare il sottoscritto per questione di gusti. |
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1
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Disco meraviglioso, che con lo Street Glam non c'entra niente (mio caro Frankiss, sarà anche uscito i quel periodo ma questo è puro hard rock), uno dei migliori di quell'anno ed il migliore della band. Dai brani più sostenuti alle ballad, alla straordinaria cover di Chain of fools, qui non c'è un calo, con la stupenda vice di Young che dà quel quid in più che avrebbe dovuto far salire tra il firmamento del genere questo gruppo che purtroppo invece non andò al di là di band di culto. Voto 90. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Down-N-Dirty 2. Hard Times 3. Chain of Fools 4. In Your Arms 5. From the Start 6. Rock-N-Roll State of Mind 7. Drive It Home 8. Midtown 9. Cajun Panther 10. Wrong Side of the Tracks 11. I Wish It Would Rain 12. Little Queenie
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Line Up
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Ron Young (Voce) Louren Molinare (Chitarra, Cori) Apache (Chitarra, Cori) Fidel Paniagua (Basso, Cori) Tom Morris (Batteria)
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RECENSIONI |
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