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27/04/25
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Dropkick Murphys - 11 Short Stories of Pain & Glory
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20/06/2018
( 1718 letture )
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Nono album della formazione di Quincy, 11 Short Stories of Pain & Glory non aggiunge e non toglie nulla al discorso che i Dropkick Murphys portano avanti dall’ormai lontano 1996. D’altronde, stiamo parlando di un gruppo che il genere che suona ha contribuito ad inventarlo, assieme ai colleghi Flogging Molly. Rispetto ai Californiani, i Murphys interpretano il versante più ruvido del celtic punk, benché, col passare degli anni, il lato oi e street punk abbia ceduto terreno alla componente più prettamente “irish” del loro sound. Ciò che i ragazzi non hanno mai perso, è la capacità a scrivere brani divertenti e coinvolgenti, nei quali l’impegno sociale – la band sostiene diverse associazioni caritative ed è molto vicina all’ambiente sindacale – si sposa con un carattere festivo e squisitamente alcolico.
L’ultimo nato giunge in un momento particolarmente ridente per la band, all’apice del successo e della riconoscenza commerciali. Un successo che deve aver convinto i Murphys a restare ben impiantati nelle coordinate stilistiche che da sempre ne definiscono la proposta. D’altronde, l’evoluzione è un concetto piuttosto estraneo ai bostoniani, che con 11 Short Stories of Pain & Glory danno al pubblico esattamente ciò che il pubblico vuole, ovvero una manciata di canzoni semplici e immediate da cantare a squarciagola con una Guinnes in mano. Le 11 storie del titolo espongono la paletta completa dei differenti registri del Dropkick Murphys-sound. Introdotta da un tin whistle che lascia spazio a chitarre e cori sguaiati, la cover di The Lonesome Boatman getta subito l’ascoltatore nel mondo della band, dove la malinconia tipica della terra natia si coniuga perfettamente con un’atmosfera birrosa e da stadio. La tracklist si divide fra episodi punk rock tirati e momenti più cadenzati e riflessivi. Nella prima categoria si possono sicuramente includere la coinvolgente Rebels with a Cause, il rock’n’roll di Kicked to the Curb e l’acolica I Had a Hat, brani che non mancheranno di scatenare un putiferio in sede live. Ugualmente innodici gli episodi più lenti, come il possente singolo Blood, sorta di incrocio fra Social Distortion e cornamuse, l’irriverente First Class Loser, che si distingue per gli intrecci di banjo, fisarmonica e flautino, o ancora Paying my Way. Non poteva mancare la ballata, in questo caso la toccante e ben riuscita 4-15-13, dedicata alle vittime dell’attentato alla maratona di Boston, mentre You’ll never Walk Alone e Until the Next Time chiudono l’album all’insegna del buon umore.
Difficile chiedere altro ai Dropkick Murphys, che compensano la ripetitività della propria proposta con il savoir faire e l’esperienza. Composti con maestria e mestiere, i brani di 11 Short Stories of Pain & Glory sanno toccare le corde giuste per coinvolgere immediatamente l’ascoltatore. La musica dei Murphys parla soprattutto al cuore e alla pancia, ed in questo è efficace. Ciò permette di coprire in parte quel sentimento di ripetizione al limite dell’autoplagio, sempre in agguato tra un brano e l’altro di un lavoro, tra l’altro, penalizzato dall’assenza di vere e proprie hit, ma che funziona meglio sul registro riflessivo e cadenzato. I fan apprezzeranno, per tutti gli altri si tratta di un album gradevole quanto non fondamentale.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Lonesome Boatman 2. Rebels with a Cause 3. Blood 4. Sandlot 5. First Class Loser 6. Paying my Way 7. I Had a Hat 8. Kicked to the Curb 9. You’ll Never Walk Alone 10. 4-15-13 11. Until the Next Time
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Line Up
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Al Barr (Voce) Glaso (Chitarra, Fisarmonica, Tin Whistle) James Lynch (Chitarra) Ken Casey (Voce, Basso) Jeff DaRosa (Banjo, Bouzouki, Mandolino, Chitarra Acustica, Armonica) Matt Kelly (Batteria)
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RECENSIONI |
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