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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Methedras - The Ventriloquist
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02/12/2018
( 2423 letture )
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È un vero piacere accogliere di nuovo sulle nostre pagine i thrasher monzesi Methedras: attivi da ben ventidue anni e così chiamati in ossequio al nome in lingua elfica di un picco delle Montagne Nebbiose di tolkieniana memoria, i nostri sono un vero e proprio pezzo di storia del metal estremo tricolore; da sempre fautori di un thrash metal molto violento, spesso al confine con il death, si sono però sempre spesi per dare un senso al loro caotico sound, mediando il tutto con abbondanti dosi di buona tecnica. Dopo due decenni di onorata carriera e live infuocati in tutto il globo, sul finire di questo 2018 i ragazzoni lombardi giungono finalmente al loro quinto album in studio, intitolato The Ventriloquist e rilasciato dalla Massacre Records: un'etichetta importante per un album importante, con il quale i Methedras mirano a ribadire prepotentemente il loro status all'interno della scena estrema italiana; per farlo, si avvalgono oltretutto del graditissimo ritorno del loro cantante storico, il feroce (solo dietro al microfono, naturalmente) Claudio Facheris.
L'album, che si avvale dell'ottima produzione di Simone Mularoni, inscena un concept basato sul film horror Dead Silence ed è inaugurato da A Deal with the Devil: l'inizio del pezzo è carico di groove, poi la canzone acquisisce velocità grazie alla chitarra di Daniele Colombo (autore anche di uno splendido assolo) ed alla batteria di Daniele Gotti, senza rinunciare ad un ritornello che, nonostante tutto, riesce ad essere “orecchiabile”. Nemmeno a dirlo, la prova di Facheris al microfono è squisitamente violenta ed è un piacere risentirlo al suo posto, senza ovviamente nulla togliere a Tito Listorti Maglia. La lezione dei maestri svedesi del genere (chi ha detto The Crown?), in sostanza, è stata ben appresa ed assimilata dai nostri, ma non avevamo grandi dubbi al riguardo; eventuali perplessità, ad ogni modo, vengono spazzate via dalla successiva Sham Knockout, una rasoiata thrash/death da brividi che sa però quando rallentare ed accelerare, gestendo entrambe le velocità con grande abilità. Molto particolare la traccia numero tre, Blind, che dopo un avvio claustrofobico e groovy, sterza all'improvviso, inaugurando tale mutazione con una micidiale plettrata di basso di Andrea Bochi: da qui in avanti il brano evolve verso un caleidoscopio sonoro vagamente in stile Strapping Young Lad, che alterna staffilate micidiali a passaggi più atmosferici, con tanto di synth in sottofondo (!). Ne hanno di frecce da scoccare al loro arco i nostri amici, nevvero? Se però gradite ritmiche assassine, allora dovete virare sulla prima parte di Dead Silence, davvero gratificante in tal senso; la parte più brillante, tuttavia, è probabilmente la seconda, dove chitarra e sezione ritmica tessono una trama davvero entusiasmante, splendidamente composta ed eseguita. La qualità migliore di questo album è la sua capacità di sperimentare, andando oltre i classici stilemi del genere non rinuncia alla violenza, anzi semmai la enfatizza con frequenti cambi di prospettiva ed atmosfera. Fire Within è uno dei brani più tipicamente thrash/death di The Ventriloquist, ma non per questo è meno incalzante o godibile, anzi! La palma di brano più violento del disco, tuttavia, spetta con ogni probabilità a Stab me Again, una mazzata che renderà tremendamente felici gli amanti di questo genere musicale proveniente dalle fredde terre nordiche. Alive or Convict presenta una combinazione chitarra/sezione ritmica da manuale, mentre Sleepwalking, forse anche perché viene dopo un trittico tanto devastante, risulta leggermente meno convincente. Poco male, Into the Maze è un'altra canzone splendida e sorprendentemente epica, con una delle migliori prove al microfono del frontman. Si chiudono le danze con Watch me Fall, meno sorprendente di altre canzoni sentite nel corso di The Ventriloquist, ma comunque degnissima conclusione.
È un piacere ritrovare i Methedras in questo grandioso stato di forma: The Ventriloquist è un grande album, uno dei migliori del 2018 in ambito italiano ed un lavoro degno di sfidare sul loro campo anche i maestri stranieri del genere; questo risultato è reso possibile non solo dall'elevata qualità media dei pezzi o dalle grandiose capacità tecniche dei musicisti coinvolti, ma anche e soprattutto dalla grande abilità dei nostri nel non fossilizzarsi solo sul classico, velocissimo thrash/death di matrice svedese: se lo avessero fatto, avremmo fra le mani un album violentissimo ed ugualmente valido, ma non così sorprendente; i monzesi, invece, stupiscono proprio quando osano, quando sperimentano soluzioni meno semplici e dirette, facendolo oltretutto dannatamente bene. Il loro quinto lavoro in studio è una piccola gemma da non perdere e, anche se non ci sentiamo di ritenerlo superiore all'incredibile The Worst Within, non possiamo che consigliarlo caldamente.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Deal with the Devil 2. Sham Knockout 3. Blind 4. Dead Silence 5. Fire Within 6. Stab Me Again 7. Alive or Convict 8. Sleepwalking 9. Into the Maze 10. Watch Me Fall
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Line Up
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Claudio Facheris (Voce) Daniele Colombo (Chitarra) Andrea Bochi (Basso) Daniele Gotti (Batteria)
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