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Omnium Gatherum - The Burning Cold
16/12/2018
( 2365 letture )
Pochi paesi nel mondo hanno dato e continuano tuttora a dare tantissimo alla causa della musica metal come quelli scandinavi: la Norvegia ha dato i natali al black metal, la Svezia ci ha donato lo swedish death metal e la Danimarca, beh, per quanto riguarda la nazione danese basta solamente nominare la leggenda vivente di King Diamond e i suoi Mercyful Fate. La Finlandia non avrà contribuito a plasmare in modo decisivo il mondo dell’extreme metal ma negli ultimi anni è costantemente tenuta d’occhio da sempre più gente per via delle sue tantissime band di qualità, Children of Bodom su tutti. Tuttavia sarebbe quanto meno riduttivo ridurre la scena metal finlandese alla sola band di Alexi Laiho, la Terra dei Mille Laghi offre una vasta scelta, soprattutto se si parla di death metal melodico. Tra tutti sono meritevoli di essere menzionati gli Insomnium, i Mors Principium Est, i Wolfheart e gli Omnium Gatherum. Proprio di quest’ultimi andiamo a parlare oggi, recensendo il loro ultimo lavoro in studio, The Burning Cold.

Venendo subito al sodo, non posso che ritenermi soddisfatto di questo album, è esattamente ciò che uno si aspetta da un disco melodic death finnico: sia feroce e cattivo (aspetto enfatizzato dal growl sporco e basso del vocalist Jukka Pelkonen) ma allo stesso tempo capace di far sognare la mente con melodie, ricami chitarristici ed assoli dal notevole gusto melodico e, come vuole la miglior tradizione finnica, dalle atmosfere malinconiche e depressive. Alla chitarra Mark Vanhala (in forza anche ai connazionali Insomnium) mostra tutta la sua classe, sciorinando una prova maiuscola; ovviamente anche il resto della band compie un lavoro egregio e la produzione (davvero ben curata) aiuta sicuramente a donare una marcia in più. I finlandesi non tengono per nulla nascoste certe tendenze al prog death, che hanno sempre caratterizzato il loro sound e gli conferisce quella personalità che serve a farli spiccare sulla moltitudine di gruppi clone che affollano la scena.

The Burning è una strumentale perfetta per introdurre all’ascolto del platter: crea quell’atmosfera sognante e malinconica a cui si è accennato prima e sinceramente non si poteva chiedere di meglio. Superata questa si entra nel vivo dell’album, ed è una gioia per i nostri padiglioni auditivi. Come era già stato detto prima vi è una coniugazione perfetta del death “no compromise” e la dolcezza depressiva delle melodie. Un ottimo esempio a tal proposito è Gods Go First (che è stata usato pure come singolo di lancio di The Burning Cold): la partenza è di quelle brucianti e feroci che non lasciano scampo, seguita poi da riff più dolci ma allo stesso tempo robusti e mai scontati; il tutto unito ad un ritornello davvero riuscito. Sulla falsariga di questa canzone ci sono tracce come Refining Fire e Fearless Identity. Il colpaccio vero e proprio però gli Omnium Gatherum lo portano a casa con Over the Battlefield: una canzone fiera, battagliera, epica e con un altro ritornello azzeccatissimo, pensato apposta per essere cantato dal vivo. Verso la fine della tracklist troviamo la tiratissima Driven by Conflict, che non lascerà scampo a nessuno (soprattutto ai vostri colli), Planet Scale e la conclusiva Cold, le quali costituiscono una sorta di summa di tutto ciò che è The Burning Cold. Attenzione però a non farsi prendere da facili entusiasmi: questo album infatti non è privo di difetti: quello principale è sicuramente la noia che verso le battute finali potrebbe farsi viva per colpa di soluzioni sì efficaci e lodevoli ma non da antologia, quindi uno sbadiglio o due potrebbero farsi largo. Inoltre la band tende ad abusare dei sintetizzatori per le intro/outro delle canzoni e alla lunga ciò diventa ripetitivo e poco originale.

Nell’insieme però non posso lamentarmi troppo, essendo infatti i pregi decisamente superiori rispetto alle imperfezioni sopra evidenziate. È un ascolto che si può tranquillamente consigliare, riesce a regalare le emozioni che ogni disco del suo genere dovrebbe fare e questo basta e avanza per il sottoscritto. Promosso, non a pieni voti quindi, ma ampiamente promosso.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
67.71 su 7 voti [ VOTA]
DEEP BLUE
Mercoledì 4 Settembre 2019, 14.06.29
8
A mio parere nettamente inferiore a Beyond e NWS. Sento un forte calo di ispirazione (gia' ravvisabile nel precedente album che conteneva degli ottimi pezzi e alcuni filler). Probabilmente stanno cercando un nuovo sound ma non sono riusciti a definirlo in modo netto
andreastark
Domenica 23 Dicembre 2018, 16.08.38
7
Scusami Soulreaper.... Ma liquidare la Finlandia ovvero la nazione più metal al mondo in questo momento che oltre ai grandissimi Children ha prodotto gli Amorphis, Moonsorrow, Finntroll, Ensiferum, Korpiklaani, Sentenced, Poisonblack, 69Eyes, Wintersun, Insomnium, Korpiklaani e quanti ne dimentico non so.....liquidarla come semplicemente una nazione "tenuta costantemente d'occhio"....mi pare un'affermazione quantomeno poco lucida sugli ultimi 15 anni di heavy metal e considerare addirittura la Danimarca più importante quando ha prodotto i Mercyful Fate(grandissimi e importantissimi) più o meno un trilione di anni fa mi sembra un po' azzardato.... Detto questo grandi Omnium come sempre!
Sottoscritto
Mercoledì 19 Dicembre 2018, 21.00.44
6
E i sentenced nun ce li metti?
Soulreaper
Lunedì 17 Dicembre 2018, 18.28.03
5
@DP grazie per il commento. Anch'io non reputo giusto il voto di almeno tre loro album. Ti auguro una buona serata
Le Marquis de Fremont
Lunedì 17 Dicembre 2018, 18.22.07
4
Recensione frettolosa e un po' contraddittoria. A parte l'incipit, dove si mettono i Children of Bodom come miglior gruppo Finlandese (non sono per niente d'accordo) naturalmente dimenticando Swallow the Sun, Soulfallen, Before the Dawn, Wintersun (!), Eternal Tears of Sorrow, Vorna. October Falls e posso aggiungere Moonsorrow? Dimenticandosi "qualcosa" e facendo un rapido excursus dei brani, viene data una valutazione "passabile" ad uno dei più bei dischi del 2018 (lo superano solo Altars of Grief, Evoken, Atra Vetosus e Void of Silence, a mio avviso). Semplicemente splendido. Consiglio al recensore di riascoltarselo con in previsione molto più tempo per scrivere di conseguenza. Au revoir.
DP
Lunedì 17 Dicembre 2018, 18.03.10
3
Album Notevole come tutta la loro discografia….unica pecca qualche melodia rubacchiata agli In Flames di Whoracle….quindi gli do "solo" un 85....rimangono la mia Band preferita al pari dei fratelli Insomnium
Nyarlathotep
Domenica 16 Dicembre 2018, 14.13.24
2
Visti dal vivo nel tour con Moonspell, Amorphis e Dark Tranquillity. Ottima, coinvolgente performance e simpaticissimi nel backstage! Quest’album è nella mia personale top 10 del 2018.
Deris
Domenica 16 Dicembre 2018, 12.40.14
1
Da prendere a scatola chiusa...sono a dir poco grandiosi e considerarli semplicemente melodic death metal secondo me e' riduttivo...sono molto piu' melodici degli altri ma stranamente molto piu' aggressivi...hanno successo an he negli states e non e' poco...grandi
INFORMAZIONI
2018
Century Media Records
Melodic Death
Tracklist
1. The Burning
2. Gods Go First
3. Refining Fire
4. Rest in Your Heart
5. Over the Battlefield
6. The Fearless Identity
7. Be the Sky
8. Driven by Conflict
9. The Frontline
10. Planet Scale
11. Cold
Line Up
Jukka Pelkonen (Voce)
Markus Vanhala (Chitarra, Voce)
Joonas Koto (Chitarra, Voce)
Erkki Silvennoinen (Basso)
Aapo Koivisto (Tastiere, Voce)
Tuomo Latvala (Batteria)

Musicisti ospiti

Teemu Aalto (Voce)
 
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