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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Exodus - Another Lesson in Violence
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11/01/2019
( 3700 letture )
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La DeLorean di Metallized oggi ci riporta indietro al 1997, anno che non è certamente passato alla storia per essere epocale nello specifico del thrash metal made in USA. Guardando, infatti, le uscite di quell'anno troviamo i grandi nomi protagonisti della decade precedente impantanati in una serie di dischi controversi, discutibili o semplicemente meno ispirati. La cosa, vista con gli occhi di oggi, va interpretata come il classico alternarsi dei cicli nella scena musicale: il thrash non godeva di ottima salute, ma altri generi stavano guadagnando appeal tra il pubblico metal. Pure il giovane e sbarbato me aveva sentito puzza di bruciato in uscite come ReLoad e Cryptic Writings, nonostante fossi un neofita del settore e non un thrasher navigato intransigente. Ma questa non deve essere una scusa per tirare fuori i soliti due nomi ed iniziare la sterile battaglia tra Metallica e Megadeth: anche From the Underground and Below degli Overkill, Demonic dei Testament, Sit Stand Kneel Prey dei Whiplash ed High dei Flotsam and Jetsam non erano certamente tra i lavori più incisivi e rappresentativi delle carriere di questi gruppi e difficilmente finirebbero in una ipotetica top ten del 1997. Discorso a parte può essere fatto per Green dei Forbidden uscito lo stesso anno, disco comunque ad oggi ancora discusso, stilisticamente lontano dal thrash ottantiano e che non riscosse ampi successi.
Una situazione che pochi anni dopo sarebbe parzialmente cambiata con il ritorno in auge del genere, comprendente riappacificazioni, reunion e celebrazioni di vario tipo, il tutto inconsapevolmente anticipato dagli Exodus in quel 1997. I thrasher della Bay Area erano stati tra le vittime degli anni 90, mettendosi in stand-by dopo il discusso Force of Habit, con Gary Holt che recuperò Tom Hunting creando su i Wardance, formazione thrash/groove che ebbe vita breve. A sorpresa gli Exodus tornarono assieme nel 1997, con una line-up che guardava indietro all'esordio Bonded By Blood: assieme a Gary Holt ed Rick Hunolt fecero ritorno a casa il batterista Tom Hunting (assente dal post Fabulous Disaster) e la storica voce di quell'esordio, Paul Baloff. All'appello mancava il bassista Rob McKillop, sostituito da Jack Gibson, già membro dei Wardance di cui abbiamo parlato poco fa. Tra le date fissate, quella dell'8 marzo al Trocadero di San Francisco fu scelta per la registrazione di Another Lesson in Violence, testimonianza live di questa reunion e prima occasione, dopo tanto tempo, di risentire la voce di Baloff in una release ufficiale. La scaletta prevedeva solo materiale dell'epoca di Paul Baloff, quindi Bonded by Blood nella sua quasi totale interezza (solo Metal Command rimase esclusa) ed i tre brani che recavano la firma del cantante su Pleasures of the Flesh e presenti sul demo del 1986: la titletrack, Brain Dead e Seeds of Hate. Quest'ultima con un testo differente rispetto all'interpretazione di Souza, che riprendeva ed ampliava quello della prima versione. Tra le dodice tracce troviamo anche la chicca di Impaler, brano mai pubblicato su disco fino a quel momento e che recava in calce la firma dell'illustre ex Kirk Hammett. In pratica nessuna concessione al materiale dell'ultimo decennio, solo thrash metal d'annata, zero sperimentalismi ed una rinnovata ferocia che emerge sin dalle prime note di Bonded by Blood, seguita a ruota dalla fedele Exodus. Diversamente dai live album usciti negli ultimi anni, questo Another Lesson in Violence riesce ancora a suonare potente senza risultare troppo artefatto. Certamente siamo lontani dalle produzioni anni 80 ed il tocco di Andy Sneap (ancora agli inizi della sua carriera di produttore) è presente, ma tra i solchi di questo live traspare l'odore di sudore del pogo sotto il palco, facilmente immaginabile durante i classici spaccaossa come Piranha o Strike of the Beast. Così come è facile immaginare un Baloff fomentato sul palco ad incitare il pubblico. Il cantante, per via di questo ritorno all'ovile, è probabilmente il membro più atteso e mette in mostra tutto il suo selvaggio repertorio, cantando col suo forse imperfetto modo quei brani che gli hanno regalato un posto nella storia del settore. Paul non può essere certamente considerato un virtuoso (ed in questo caso anche il mixaggio che lo tiene dietro rispetto agli strumenti non aiuta), ma le battute durante le presentazioni dei pezzi ed il suo interagire di continuo col pubblico fanno capire perché sia un personaggio tanto amato. Come prima di Piranha, probabilmente il pezzo che sentiva più suo, tanto da chiamare così anche il gruppo che fondò all'indomani dalla cacciata dagli Exodus.
Another Lesson in Violence scorre via veloce ed intenso nei suoi settantacinque minuti, senza alcun cedimento, intervallato solamente dalle pause tra un pezzo e l'altro. Anthem compatti come Brain Dead si alternano a schegge impazzite come A Lesson in Violence, nella quale è presente anche l'unico ospite della serata, Robb Flynn dei Machine Head. Tra i dischi dal vivo pubblicati dagli Exodus nella loro carriera, questo è (a parere di chi scrive) il migliore e forse anche uno dei più rappresentativi della scena thrash. Diversamente, però, da altri due live album usciti nello stesso anno (Still Ignorant dei Sacred Reich e Official Live: 101 Proof dei Pantera), Another Lesson in Violence non è la fotografia di un particolare momento, bensì avrebbe dovuto rappresentare un nuovo punto di partenza per gli Exodus. Le cose però andarono diversamente: il disco uscì nello stesso anno del concerto, ma i tempi nella scena metal non erano ancora maturi per questo ritorno e, a quanto pare, la Century Media Records bloccò la pubblicazione della versione video di questo live, che ad oggi dovrebbe essere ancora nel cassetto. In seguito a questi screzi, questa prima reunion degli Exodus finì presto, lasciando i fans più accaniti del gruppo a bocca asciutta ancora per un po'. La nuova occasione arrivò nel 2001, quando per il Thrash of the Titans (evento organizzato per raccogliere fondi a favore di Chuck Billy e Chuck Schuldiner) molti gruppi storici della scena thrash anni 80 tornarono assieme sul palco. Quella giornata fu la spinta verso un nuovo inizio per alcuni di loro, tra i quali gli stessi Exodus, anche se il destino giocò loro un brutto scherzo poco più avanti. Il 2 febbraio del 2002, Paul Baloff, la voce di quella reunion, fu stroncato da un infarto a quarantuno anni, ponendo fine alle speranze di risentirlo in studio. Nonostante ciò, gli Exodus andarono avanti riprendendo Steve "Zetro" Souza e dedicando allo scomparso amico Tempo of the Damned del 2004, il ritorno discografico della band, a sette anni da questo live e dodici dall'ultimo lavoro in studio.
Per questo motivo Another Lesson in Violence è anche così importante: oltre ad essere un ottimo live album, è un tributo al materiale storico della band (molto più riuscito della ri-registrazione Let There Be Blood) e l'epitaffio della intensa carriera di Paul Baloff, non il miglior cantante della storia del thrash e nemmeno il più prolifico, ma forse quello che ne ha rappresentato meglio lo spirito.
get on your knees and bow or learn a lesson in violence
Un'altra, ultima, lezione di violenza.
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gia' grc la juve gratta parecchio... |
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@Duke fai la scorta dischi... |
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Non l'ho mai considerato questo dischetto, anche perché non sono mai stato un fan degli Exodus. Giusto 3/4 album. E appunto BBB. Se lo trovo chissà. Anche perché Baloff è l'unica voce che mi sia veramente piaciuta di questa band. |
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in questa serata triste dove ha trionfato la juve ladrona cerchero' conforto in questo splendido disco...gran bel live.... |
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Concordo con l ultimo commento |
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@Joe91: bello è bello, ma il miglior live thrash di tutti i tempi per me è decade of aggression, e per distacco... |
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Il miglior album live thrash di tutti i tempi |
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Quotone @rik. Purtroppo manca Metal Command, una delle mie preferite di tutta la loro discografia |
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Silvia, ciao 😀. In effetti il singer ha il merito/demerito a seconda delle proprie preferenze, di caratterizzare una band, è Tu ne sai qualcosa in merito 😉. Baloff con la sua vocalità ha impresso in modo particolare l'esordio degli Exodus e anche questo bellissimo live. Sì, affinità vocali con il punk c'è ne sono, ma anche visivo. Era proprio il modo di porsi delle band thrash che faceva da trait d'union con le legioni punk. Mi ripeto, ma questo 'another....' è un live album che è come un testamento musicale di un periodo unico e leggendario. Tutte le song contenute sono storia del thrash. (imho) |
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@rik bella la citazione sulle origini punk, è un po' ciò che Gary ripete quando parla delle origini del gruppo 😃. x me lo stile di Baloff esce da qualunque schema, dava un'impronta veramente violenta e grezza, irripetibile, solo lui sapeva rendere canzoni come Piranha in quel modo feroce! |
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Anche x me Bonded è irraggiungibile - non solo nelle discografia Exodus a dire il vero 😅 - e concordo con rik e thrasher su Baloff anche se ormai mi sono affezionata a Zetro (che fra l'altro trovo migliorato tanto). Però penso che molti altri album siano comunque eccellenti, Fabulous, Tempo e Exhibit B su tutti anche se Dukes mi stanca e lo trovo monocorde. Riguardo questo live giusto il voto, mixaggio non eccellente a mio avviso. Giusta la citazione di Masterburner x Tom e Rick, due musicisti incredibili e la coppia HH una delle più grandi del metal imo 🙂 |
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Il primo è un capitolo a parte ogni canzone è un classico! In Fabulous disaster le prime tre canzoni sono da panico poi il restante disco è buono ma non al livello delle prime tre. Tempo è un ottimo disco e anche i successivi mi piacciono apparte l ultimo che mi fa schifo, ma bonded rimarrà sempre il top |
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Di dischi all'altezza del primo gli Exodus ne hanno fatti diversi: Fabulous disaster, che contiene la mia canzone preferita del gruppo ossia la devastante Toxic waltz, Tempo of the damned, un fenomenale ritorno con canzoni killer, e poi i tre dischi con Dukes che a parere personale, e sicuramente tanto avranno da ridire, il miglior cantante avuto dagli Exodus, peccato che sia tornato Zetro. |
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Pikke direi che per un amante del thrash un album così live non dovrebbe mancare... Te lo straconsiglio |
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Ok lo prendo, grazie ragazzi! |
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Possiedo il doppio live dynamo di quest epoca... Bellissimo... L epoca con Paul è inarrivabile per me, l apice l hanno dato con il primo album un classico del genere, poi una serie di buoni album ma non allo stesso livello |
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Per chi è legato in modo particolare al bay area thrash e quindi anche agli Exodus 'originali', questo è un live da avere. C'è bonded by blood (l'album), brani composti per baloff da pleasure of the flash e un inedito da demo. L'essenza del thrash bay area è racchiusa nei solchi di questo live, che ha una produzione molto buona, cioè molto reale. Diciamo che ascoltandolo ci si rende quasi partecipi del concerto. Per me, baloff è, e sarà sempre IL singer degli Exodus. Vocalmente non avrà una grande timbrica, però è perfetta per il sound degli Exodus. Può avere quasi affinità con il punk, il ché ci fa comprendere come il thrash abbia legami con la sua genesi, o parte di essa. Gli Exodus hanno realizzato questo live, e purtroppo sarà l'ultima prova discografica della band originale. Ci lasciano come testamento musicale il ricordo di un' epoca assoluta, gli eighties e il thrash. (imho). |
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8
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Prendilo ha una buona produzione e i brani sono la crema della band con baloff alla voce e un inedito. Album da 90 |
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Questo mi manca, me lo consigliate? Oppure è come l'altro finto live con i suoni merdosi! Consigliatemi grazie |
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Ottimo live con un Balloff in formissima. Ce l'ho con dentro il poster della data con gli Skinlab al Trocadero. Mitico. |
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Ben poco da dire, grande live per una grande band con un magnifico Baloff |
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Ottimo live, con pezzi che sono la storia della band e del genere e la presenza di Baloff ha un che di nostalgico. |
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Gli Exodus con Paul Baloff. |
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Ottimo... Questa è leggenda |
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Bellissimo live che rende giustizia al leggendario Baloff, grande mattatore! Poi c'era anche il mio idolo Rick Hunolt... senza dimenticare ovviamente il sempre immenso Tom Hunting. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bonded by Blood 2. Exodus 3. Pleasures of the Flesh 4. And Then There Were None 5. Piranha 6. Seeds of Hate 7. Deliver Us to Evil 8. Brain Dead 9. No Love 10. A Lesson in Violence 11. Impaler 12. Strike of the Beast
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Line Up
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Paul Baloff (Voce) Gary Holt (Chitarra) Rick Hunolt (Chitarra) Jack Gibson (Basso) Tom Hunting (Batteria)
Musicisti Ospiti Robb Flynn (Chitarra nella traccia 10)
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