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30/08/2019
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Tredici anni, un periodo di tempo echeggiante con prepotenza, negli ultimi mesi, sul web e tra le conversazioni dei progster più cresciutelli. Tredici lunghi anni che hanno separato quel lontano 10,000 Days dall'ultima fatica del quartetto che in non pochi crea un timore reverenziale capace di trasmettere adimensionalità in sole quattro lettere e altrettanti full-length rilasciati… sino ad oggi almeno. Le notizie sul disco sono apparse sempre più bruscamente in lassi di tempo sempre più brevi, creando non poche palpitazioni in quella enorme schiera di fan che stringeva da parecchio i denti, sperando non fosse una chimera pronta a sparire al primo battito di ciglia. Sapere che molti di quei fan non sono qui oggi per godersene i frutti è sicuramente scoraggiante. Eppure il 30 agosto 2019 è qui Fear Inoculum, riportando finalmente sul palcoscenico più di un'ora di sani intrecci psicotici made in Tool. Saltando però ulteriori convenevoli, è giunto il momento di buttarsi in questa fantomatica opera, scoprendo se l'attesa è stata almeno ripagata.
L'opening è affidata alla ben nota title track, accompagnatrice dei torridi giorni d'agosto che l'hanno separata dalla release dell'album. Un pezzo sofisticato sin dalle prime battute, grazie al semplice ma efficace escamotage di Jones con il volume del suo cordofono. Il basso è ipnotico, così come le poliritmie perfettamente fuse con la voce del consolidato Maynard. Il pezzo non è comunque di certo finito qui, ed ecco che un riff arabeggiante sembra far sparire il pavimento sotto i piedi dell'ascoltatore, creando un arrangiamento ragionato. Andando sempre più avanti il guitarwork abbraccia tecniche stoner, che ci accompagnano sino all'assolo di chitarra: psicotico, malato e alieno sono i termini che maggiormente esprimono le sensazioni di questo ultimo quarto del brano. Una prima traccia risultante quindi matura, che alterna esplosioni spassionate a intrecci ben noti ai più e le cui liriche coronano proprio la maturità raggiunta da un quartetto che di certo non può essere accusato di inesperienza. La successiva Pneuma si dilata nel tempo, raggiungendo quasi i dodici minuti (rispetto alla precedente, di poco più di dieci). L'andamento generale è meno singhiozzato, più ragionato e volto a una graduale scoperta di sé e del brano stesso. Il risveglio interiore è inneggiato con numerosi riferimenti al soffio vitale caro agli appassionati della filosofia antica e l'inizio arpeggiato evoca senza troppi fronzoli tutto ciò che i Tool hanno prodotto sino ad oggi, accompagnandolo con i ghirigori di Chancellor al basso, capaci di ricreare melodie spente e malinconiche. Il pezzo è cervellotico sino alla metà, poi una brusca virata vede proprio il basso come suo principale fautore, generando note con inaspettata eleganza. Le sonorità si amplificano in un climax di percussioni assordanti e riff pesanti e massicci, la riapertura ancora una volta è affidata al downpicking di stampo stoner; l'ultimo minuto è poi arioso, aggressivo e con un mini-assolo sulla falsariga di quello ascoltato nella title track. Dopo Litanie contre la Peur (intermezzo atmosferico) si trova Invincible, non una novità per tutti coloro che, in preda all'avidità musicale più cieca, hanno spolpato i video live del brano. La formula utilizzata è la stessa di Pneuma (e come vedremo, della quasi interezza del disco): arpeggio iniziale di Adam Jones e intrecci di basso e batteria. Quest'ultimi in particolare creano un interessante dialogo verso i tre minuti del brano, per poi appesantirsi poco dopo. Un cacofonico assolo viene cadenzato da una sezione chirurgica a carico di Carey, ricadendo a piè pari in un loop pieno di palm muting tooliano che, insieme al synth e al timbro di Maynard, alienano e creano rimembranze non poco piacevoli per i sostenitori della band. Una variazione viene inserita subito dopo un punto di completa interruzione dell'arrangiamento in auge, creando un vero e proprio mini-brano nel brano. La metà del cd viene raggiunta poi con un altro intermezzo strumentale: Legion Inoculant, particolarmente tetro e controverso. Altra canzone estrapolato dalle live premiere è Descending, poco meno di quattordici minuti aperti dal rilassante rumore del mare: un inizio più poetico se confrontato con i brani precedenti e che ritrova dopo poco il classico arpeggio, questa volta ovattato e distante. L'arrangiamento è costruito ad hoc per creare il perfetto ambiente di una perdizione in sé stessi, una caduta nell'abisso della nostra psiche. Il sound si fa sempre più cervellotico, interessando ascolti più ragionati che semplici headbanging (sicuramente non ricercabili in un'opera made in Tool). L'intera struttura appare un invito -più o meno esplicito- alla conservazione della razza umana, all'attenzione da riporre in una possibile e imminente dissolvenza, strizzando un occhio a quell'etica della responsabilità di Hans Jonas la cui maggiore diffusione si ha proprio in questi mesi di (tardiva) coscienza del genere umano e del suo operato. Seppur difficoltoso, uno dei candidati al miglior brano risulta Culling Voices: un inizio inquietante genera un viaggio pericoloso nella testa dell'ascoltatore, negli angoli più remoti e oscuri. Non a caso Maynard si prende la briga di dialogare con la psicopatia stessa, richiedendo quasi disperatamente di non esserne più fuorviato e ripetendo "Don't you dare point that at me" sotto voce. Le linee di chitarra sono sinistre, ripetendo giri al limite della disperazione senza perdersi in banalità di sorta. Il basso è eccellente e accompagna le funamboliche melodie chitarristiche, sino all'esplosione nella seconda metà del brano in cui -con notevole piacere- risulterà istintivo fare headbanging soddisfatti. I cinque minuti di Chocolate Chip Trip sono quelli più controversi e per certi versi inspiegabili: un buon lavoro alle pelli sicuramente grazierà le orecchie dei batteristi più accaniti ma, d'altro canto, il resto sembra estremamente ripetitivo e privo di contesto nel macrocosmo del disco. Detto in altri termini? Un pezzo evitabile. La conclusiva 7empest pone invece il punto all'intera opera (escludendo Mockingbeat, altra parentesi esclusiva dell'edizione digitale), estendendosi in ben 16 minuti. Il brano preannuncia una tempesta dai toni nichilistici, intonata da riff stoppati ed esplosioni tooliane. Un ennesimo mini-assolo condisce una struttura intricata ma che non rinuncia mai all'aspetto melodico, utilizzando espedienti efficaci: gli armonici nell'ultimo terzo ne sono un lampante esempio, monito di quegli ultimi minuti poliritmici e cervellotici del pezzo.
Fear Inoculum è un disco verso cui non bisogna mentire, e nemmeno utilizzare labirinti linguistici per parlarne: di labirinti ce ne sono già molti nel disco. L'opera è di certo ottima, non si discute, dire altro risulterebbe poco consono e inappropriato nei confronti di quattro musicisti affermati e senza ombra di dubbio capaci, che proprio in Fear Inoculum hanno agito in modo quasi impeccabile. È però un disco perfetto? Non proprio. Bisogna ammettere che un lasso di tempo così lungo per un album come questo è di certo ben speso per tutti i fan più accaniti, che troveranno un ottimo album ricco di quegli elementi che hanno reso titanici i componenti di una delle formazioni progressive metal per eccellenza. D'altro canto però, tredici anni per un disco così "da puristi" potrebbe far storcere qualche naso. La qualità seppur decisamente alta, viene intaccata in originalità. Si parla di una produzione in cui convergono sonorità che nell'ultima decade sono state riprese e scimmiottate da centinaia e centinaia di band -più o meno piccole- il cui aspetto innovativo sembra quindi assente, perdendone in smalto. La struttura dei brani è poi leggermente ripetitiva: arpeggio iniziale, un crescendo, ogni tanto un mini-assolo (tra l'altro simili tra loro) e l'esplosione finale. Detto brevemente Fear Inoculum è vittima dell'assenza dei Tool dalla scena musicale degli ultimi anni, creando un'opera il cui contenuto sembra fuoriuscito da quell'insieme di espedienti, sonorità, idee e ispirazioni la cui amalgama è già stata ben vista nei quattro dischi precedenti anni e anni fa. Questo però non abbassa la qualità complessiva ma semmai il target di riferimento (già di per sé ristretto se si considerano gli ascoltatori "coscienziosi" della band) e demandando agli anni a venire un giudizio più "romantico". Non richiedendo infatti alcuna virata musicale del quartetto, ma elogiando l'ottimo songwriting e la produzione stellare (nonché l'edizione Deluxe, consigliatissima a chi può spendere qualche euro in più per questa vera e propria opera d'arte), non resta che godersi questo attesissimo disco.
VOTO Prima Recensione: 84
È giunta l'ora. Dopo tanta veglia, la Parola è stata pronunciata. La percezione dell'attesa di questo album costituisce un'esperienza quasi unica nel suo genere e ne influenza notevolmente l'ascolto. A ridosso dell'uscita del disco è improbabile che ci si imbatta casualmente nelle sue tracce senza aver ormai interiorizzato il resto della discografia del gruppo e aver cristallizzato l'aspettativa, caricandola magari di previsioni o speranze personali. Le congetture dilagano, soprattutto considerato che i membri dei Tool non si sono ritirati dalle scene per poi riemergere ad album completato. Maynard James Keenan, ad esempio, ha rilasciato diversi lavori con A Perfect Circle e Puscifer, di certo gruppi dallo stile volutamente diverso da quello dei Tool, ma che possono suggerire la direzione intrapresa dal frontman per quanto riguarda la musica e che approccio e che consapevolezza egli abbia maturato in questo periodo. L'elemento fondamentale per delineare questo percorso risiede nel fatto che durante i live il gruppo ha anticipato parte dei brani che compongono Fear Inoculum, confermando che le nuove scelte stilistiche non sono poi così differenti dagli intenti iniziali della band. Invincible e Descending si sono integrati in modo organico col resto della variegata setlist. I passati quattro album in studio giacciono infatti consacrati in una tetralogia della quale si coglie l'unità pur nella differenza: l'ora penultimo disco 10,000 Days si distanzia sicuramente dall'EP Opiate, ad esempio, ma non c'è un distacco assoluto. Avviene qualcosa di simile all'Aufheben hegeliano: nelle più recenti composizioni del gruppo non si ha una negazione completa di ciò che erano i primi lavori, ma la simbiosi profonda che scorre tra i vari album è invece tangibile. E questo è trasparso anche in sede live, anche nel caso degli assaggi di Fear Inoculum. L'essenza dei Tool si è mantenuta e i singoli pezzi sono ben lontani dall'essere un riciclo di riff assemblati ad hoc, ma trasmettono continuità con le vecchie glorie.
Il singolo estratto dall'album è la title track Fear Inoculum, uscita il 7 agosto, probabilmente per tener fede all'ossessione che ruota attorno al numero sette, come dichiarato dal chitarrista Adam Jones, ossessione che si manifesta anche nel tempo che troviamo al numeratore in svariate parti dei brani, per l'appunto un 7. La canzone, come quasi tutti i pezzi seguenti, supera i dieci minuti di lunghezza. Non presenta particolari asperità ed è abbastanza omogenea e, soprattutto, ipnotica. Richiama nella totalità del suo mood Reflection di Lateralus e i brani di 10,000 Days. Basso e batteria sono la struttura sulla quale si regge il pezzo: la chitarra alterna accordi lunghi e distesi a parti più movimentate, riff pungenti e un assolo conciso ma efficace verso la fine del singolo, dove si concentrano i minuti più incalzanti e avviene l'exploit del crescendo. Tutto si svolge con coerenza e senza cambi particolarmente inaspettati. Maynard accoglie con una voce pulita, senza spigoli, ma durante il brano la varierà in base a ciò che vuole interpretare. I versi sono molto brevi e vanno dalla narrazione ascetica ad un uso molto denso di imperativi scanditi seccamente, ma che portano con loro la forma del mantra. Compaiono le tematiche del contagio, della purificazione che fa esalare il veleno e la paura, della mania e del timore. Questo conduce al secondo brano Pneuma, che indaga l'autentica natura dell'umano facendo riecheggiare dichiarazioni contenute nei pezzi dei vecchi album. Qui la chitarra elettrica è maggiormente valorizzata rispetto alla prima canzone, ci sono parti scandite con un'accentazione forte e chiara. I riff procedono costanti e penetrano la mente dell'ascoltatore portandolo in un viaggio universale, alla ricerca della sua archè fatta di parola e respiro. Il lavoro di Danny Carey è molto apprezzabile, senza sbavature di sorta e dalle dinamiche azzeccatissime. Si giunge a questo punto ad un bivio: l'edizione digitale presenta un interludio, Litanie contre la Peur, mentre la copia fisica fa approdare direttamente ad Invincible. L'interludio è una modulazione continua di suono, assolutamente introspettiva, rientrante nell'immaginario collettivo dello "spirituale". È poi il momento di Invincible, anticipata in sede live. Essa descrive nel testo la patetica e frustrante vanagloria umana. Ogni strumento si fonde alla perfezione con gli altri, ogni battito è calcolato e geometricamente collocato. La pluralità di voci dà spazio ad ogni strumento che diviene protagonista, e ciò si avverte anche quando tutti sono calibrati allo stesso modo. Nemmeno qui gli assoli sono esagerati ma donano complessità al brano, costruito nitidamente. Alienante in più punti, esprime gravità soprattutto grazie alla chitarra e alle percussioni. Pulito e distorto convivono in simmetria, garantendo una potenza eccezionale al pezzo. Sempre nella versione digitale è il turno di un altro interludio, Legion Inoculant, dagli accenni che spaziano dal paranormale al gregoriano, un brivido gelido che corre sulla pelle. Arriva dunque Descending, che inizia con un riff di basso molto catchy. È una canzone particolarmente psichedelica con climax continui, crescendo e diminuendo coerenti con l'esplorazione di tutto ciò che è la realtà, il caos, l'invocazione e le sentenze che suonano come rivelazioni:
Falling isn't flying Floating isn't infinite
Sono presenti moltissimi elementi che rendono il brano densissimo e autonomo nella sua completezza, e anche qui tornano alla mente capolavori passati del gruppo, richiami che vanno ben oltre la volgare copiatura. Culling Voices inizia in modo delicato; dalle tastiere si dispiega poi un acuto riff di chitarra, al quale si aggiunge il basso. Il tono è malinconico, si traballa dalla follia alla sanità e più ci si addentra nel pezzo più aumenta la "cattiveria", al culmine, logicamente, quando si inserisce la batteria e la chitarra si abbandona a graffianti accordi. Gli ultimi secondi tornano ad essere sofferti e pacati, come se si trattasse di un ricordo o di una proiezione futura. È la volta di Chocolate Chip Trip, come da titolo vero e proprio trip di quasi cinque minuti dalle sonorità elettroniche e dalle percussioni etniche. Un etnico "autoctono", tuttavia, una commistione di luoghi e tempo. In questo pezzo Danny Carey dedica uno spazio ad un piacevolissimo assolo che ricorda Merkaba, eseguito live e presente in Salival. Ultimo brano per quanto riguarda la copia fisica, 7empest costituisce il pezzo più lungo dell'album. Le sonorità sono aggressive e ricordano quella rabbia primigenia che i Tool sanno esprimere piuttosto bene. Scorre velocemente e coinvolge da subito l'ascoltatore, riducendolo ai limiti della catarsi. Gli assoli sono crudi, spontanei, parlano chiaramente. Anche qui vi sono momenti di distensione, logicamente, ma sempre per rimarcare con ogni tono quel senso di condanna che sovviene già dai primi secondi. Il finale, ripetuto ossessivamente, risolve il pezzo che si chiude perfettamente lasciando spazio ad un respiro che fino a quel momento non si era esalato completamente. Il digitale suggerisce un altro breve finale, Mockingbeat, traccia disturbante che mescola elementi naturali ed antropici, assolutamente non definibile ed inquietante. La costanza è mantenuta da una leggera percussione mentre il resto è entropia pura.
E si giunge così al termine di un viaggio inesprimibile, mozzafiato, uno sbalordimento non intuibile al primo ascolto ma che necessita di un po' di tempo per essere assimilato. Anche le tracce che possono inizialmente sembrare senza un particolare carattere racchiudono in loro, invece, fattori geniali che emergono mano a mano. Discutere del fatto che questo album valga o meno tredici anni di attesa è alquanto sterile: di sicuro è un grande album che merita di essere annoverato nella discografia dei Tool e che mantiene il livello del passato.
VOTO Seconda Recensione: 90
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VOTO LETTORI
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89.90 su 645 voti [
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Il loro disco più psichedelico e ostico. Pezzi clamorosi: Pneuma, Descending. |
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Mi sembra nella sequenza della condanna a morte, e poi arriva la voce da brividi di Joan Baez che dice \"yes I am a prisoner\" brividi |
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... che nello splendido... il correttore automatico è la prova che l\'intelligenza artificiale non potrà che essere idiota. |
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Oggi riascoltavo 7empest. L\'intro di chitarra così angosciante, non mi ero mai accorto che mi ricorda un sacco quella di Morricone nella versione 2 della ballata di Sacco e Vanzetti, che bello splendido film di Montaldo si sente spesso. |
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Un album che ai primi ascolti non mi ha convinto molto, ma ascolto dopo ascolto cresce a livelli esponenziali. Il paragone con gli altri album della band non ha senso farlo. E\' un disco fantastico. Una band esagerata. |
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Album geniale, intenso, suonato e cantato alla perfezione, ipnotico, scandito nota per nota. NESSUNO suona come i Tool in tutto l\'universo. Se a questo capolavoro non diamo il massimo dei voti allora a chi?? |
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Dei Tool non mi è mai interessato granché, avevo ascoltato all\'epoca i primi dischi poi niente per vent\'anni. Ho comprato questo quando è uscito perché incuriosito dalla discussione avevo ascoltato qualcosa e quel qualcosa mi aveva lasciato imbambolato da quanto mi era piaciuto, quindi risparmiatevi i discorsi che i fan esagerano etc perché a mei dei Tool importa praticamente niente ma questo disco, questo disco è incredibile, non lo ascolto spesso ma da quando l\'ho preso se lo metto mentre viaggio in macchina, di notte, è una goduria pazzesca, arriva 7empest e mi sembra di essere risucchiato nella notte. |
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Disco splendido. Concede doni ascolto dopo ascolto |
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Bellissimo album. Però che prezzi esagerati! Costa tantissimo la versione fisica |
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Ma basta con ste menate radical chic ottuse che i primi lavori sono sempre inarrivabili, pietà basta. |
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L'essenza dell'onirico. La resilienza tribale. I Tool, dopo quasi 15 anni, ci tenevano a ribadire chi fossero i pionieri dell'alternative progressivo. Chapeau. |
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Il più bello album dei Tool |
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Sarà che sono un grande fan della band, ma hanno tirato fuori un altro capolavoro. Inizialmente non mi ha preso subito, come é successo con altri album, certo tredici anni di attesa avevano sicuramente alimentato altissime aspettative, però piano piano si è insinuato nella mia mente e difficilmente riesce ad uscirne. Consiglio l’ascolto con un ottimo impianto hifi, meglio ancora in cuffia, possibilmente di qualità, per poter goder appieno di ogni più piccola sfumatura. Non ci sono molti altri aggettivi da aggiungere, spero solo di non dover aspettare un altro decennio abbondante per ascoltare un loro nuovo album, anche perché a questi livelli le alternative scarseggiano |
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Questa è un' opera che presenta qualcosa di SBALORDITIVO ed UNICO. Praticamente i Tool hanno DISINTEGRATO la struttura "formato canzone" (tipo avere 2 versi e 3 rit...) ed hanno creato "canzoni" che per assurdo NON hanno NE VERSI NE RITORNELLI. Questo disco, come in molti lo definiscono...è semplicemente un VIAGGIO. Per comprendere a fondo quest'opera, occorre DIMENTICARE tutte quelle regole che diamo per scontate nella musica. Il loro genio in questo lavoro sta nel fatto che siano riusciti a far sembrare ritornelli e versi, strutture che NON lo sono e che in realtà NON seguono quelle linearità tipiche che noi per convenzione attribuiamo alla funzione di versi e di ritornelli. Sembra assurdo ma, con vari stratagemmi compositivi (poliritmie continue, cambi di tempo allucinanti, armonizzazioni specifiche che accentuano alcune note...), sono riusciti a NON infastidire l'ascoltatore che pian piano, man mano che il disco prosegue...inizia la sua discesa nella DISTRUZIONE del formato "canzone classica" per poi immergersi in una NUOVA CONCEZIONE di MUSICA. Questo disco...è semplicemente RIVOLUZIONARIO e per questo è difficilmente assimilabile in un lasso di tempo breve. |
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Sé paragonato al resto della discografia dei Tool tralasciando ovviamente il primo EP è per me un disco inferiore,
ciò non significa che non sia bello , soprattutto pensando alla qualità della musica che gira oggi. |
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Ennesimo grande album per questa immensa band, punto.
Cresce con gli ascolti, lo ascolto ogni tanto da quando è uscito ed erano 13 anni che aspettavo una nuova loro uscita.
Sicuramente non seminale come aenima e lateralus, là eravamo su altri livelli, inferiore anche a 10000 days, ma pur sempre un signor album con una prestazione sopra le righe di Danny Carey, cuore pulsante della band e Adam Jones mente creativa della band. Justin Chancellor segue gli altri due e Maynard fa il suo, ma sarà dovuto anche all'età ormai peccato non ha più i momenti di pazzia e sfuriate vocali dei precedenti lavori.
I gusti sono soggettivi, ci mancherebbe, ma nessuno può obiettare la classe e la qualità delle prestazioni dei quattro, ma ho letto qui sotto tanti commenti che lasciano il tempo che trovano a mio avviso, qualcuno presuntuoso, qualche altro saccente o di persone che sembrano invidiose per non so quale motivo.
Per me giusto il voto medio dei due recensori e come si dice, a ognuno il suo... saluti |
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Così i fan almeno la smetteranno di spaccarci le palle...Anche se le continueranno a spaccare per i prossimi 13 anni. Nulla da dire sui Tool eh, ma i fan sono veramente insopportabili. |
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#238 @Brain Damage complimenti per la scelta del tuo mome, perfettamente adeguato a ciò che scrivi e alla classe che dimostri. Esplicativo, diciamo. |
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Ancora oggi come ogni giorno da quando uscito rimango travolto dalle enormità di melodie e potenza sonora. Amo la batteria di Danny Caray ,disco davvero suonato da dio ,x me sono e rimangono i Pink Floyd del metal... |
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Lo ascolto ormai da quest'estate e, dopo averlo abbandonato per qualche tempo, l'ho ripreso qualche giorno fa (arrivata la versione in book a un prezzo umano). Confermo le impressioni iniziali, un album notevole che suona esattamente come dovrebbero suonare i Tool nel 2019: brani circolari, dilatati e talvolta ossessivi come non mai in cui la catarsi pare non arrivare mai, e quando arriva lo fa sempre nei momenti giusti, tenendo costantemente l'ascoltatore sulla corda (in questo mi ha ricordato molto Lateralus e alcuni episodi di 10000 Days). Ho letto critiche sul cantato di Maynard ma non le condivido, in quanto è volutamente più monocorde (piatto? no, assolutamente no) che in passato per adattarsi al mood del disco. Personalmente sono in linea con il voto lettori che al momento è 85, forse anche qualcosina in più. |
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Piu' lo ascolti e piu' ti stravolge lo spirito. Poi di quesrti temoi e' oro che cola........ |
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Una delle mie band preferite in assoluto....apprezzo ognuna delle loro produzioni.... Del resto genialità ed originalità a profusione dalla nascita fino a quest'ultima opera.... Per me sublime!
90 € spesi senza alcun pentimento....è un disco ancestrale come solo loro sanno fare.
Invincible e 7empest da pelle d'oca.....se non è musica progressiva questa.... Ditemi voi!?
95 perché 100 va a Lateralus ed Aenima. |
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Ci scrivo sopra due righe, dopo vari ascolti e riascolti ancora non mi sono fatto un'idea precisa. Certo che la classe è sopraffina, ma forse le canzoni schematuicamente si assomigliano troppo, ed è questo il punto debole del disco; comunque quando sento il giro di basso di "Pneuma" semplicemente mi commuovo e ringrazio sentitamente. Al di là di ogni commento, lavoro che può piacere o meno (a me nel complesso piace), ma i quattro "tool", ognuno nel suo ruolo, si confermano indiscutibilmente, per dirla con un francesismo, "hors categorie". |
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Sono tra quelli che l'hanno comprato. Il video l'ho visto solo un paio di volte e basta; l'ho scaricato per avere sull'ipod anche i tre strumentali (non fondamentali) e l'ho ascoltato sino allo sfinimento dal 30/8. Per me è uno dei loro lavori più belli: le soluzioni ritmiche, le scelte della chitarra, la voce di Keenan sono stupende. E per certi versi capisco perché nelle classifiche di fine anno è stato messo tra gli album prog. E' un cd realmente progressivo nel senso dello sviluppo dei brani. Però bisogna mettersi di impegno perché ascolti distratti possono far pensare ad un monolite senza guizzi. L'album più bello del 2019 (con l'hard blues di Walter Trout). 88 |
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Lo sto ascoltando da quasi 3 mesi, e niente, non mi piglia. Molto validi alcuni spunti, per carità, ma mi è bastato mettere una canzone di aenima per godere come un riccio. Ho paura che molti se lo stiano facendo piacere a forza, perchè tra questo e i precedenti c'è proprio un abisso.
Per me un 75 ci sta tutto, perchè è lontano dall'essere un brutto disco, ma non è nemmeno questo lavoro imprescindibile di cui molti parlano. |
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La storia dira' se sono leggenda oppure no. |
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È un album da ascoltare e riascoltare per apprezzarlo fino in fondo... Per me è un ottimissimo album, ma... Non è per tutti!! |
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Dopo vari ascolti, sezione ritmica particolare, ci sono dei dettagli davvero interessanti. Anche le atmosfere e quindi la produzione sono interessanti. Ma tutte queste cose interessanti non mi prendono al budello. E' come una bella topa, particolare, interessante ma un po frigida. |
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Dopo vari ascolti giudizio definitivo...capolavoro assoluto! |
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Una versione fisica da quella già esistente che non costi un sacco di soldi (prezzo tuttavia giustificato visto che praticamente é una specie di Ipad)? |
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@gennaro: no, nessun retroscena. Io ho conosciuto la band con Opiate, mi è piaciuto un casino ed oggi quando dico che in questo nuovo album le linee vocali non mi esaltano il confronto lo faccio con Passenger, Parabola, Opiate (i brani) |
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Allora dopo diversi ascolti mi permetto di dire umilmente la mia... Il disco è indubbiamente piacevole. Ottimamente suonato ed ottimamente prodotto e presenta quelle particolarissime "atmosfere" che solo questo gruppo è in grado di creare. Credo che sia superiore all'album precedente per certi aspetti. Quello che manca è la capacità di sorprendere. Manca l'introduzione di elementi estranei al sound che hanno avuto negli altri dischi. Questo album è prevedibile! Dal primo ascolto mi sono messo lì e in ogni singola canzone anticipavo nella mia testa come si sarebbe sviluppata ed ho azzecato tutto! Tranne per "Descending" in cui mi aspettavo altre parti vocali nel finale... comunque ribadisco che si tratti di un'opera comunque notevole. |
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@ SkullBeneathTheSkin se vuoi raccontarmi dei retroscena interessanti son ben lieto di leggerli. Opiate mi è sempre piaciuto, un disco semplice e diretto che ha messo le basi su ciò che sarebero diventati più avanti. |
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@gennaro (219): in archivio manca, ma se conosci bene la loro storia, ci terrei a chiederti cosa ne pensi di Opiate... |
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ma a qualcuno potrà far cagare sto disco oppure dobbiamo per forza amarlo incondizionatamente? se vi piace ascoltatevelo, ma non rompete le balle a chi lo vuole schifare. E questo non vuole dire necessariamente odiare la band. |
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Ti accontenti di poco Ragnar! Ma è il tuo retaggio e non puoi farci nulla! povero spruzzetto |
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L'unica cosa che cresce con gli ascolti è la noia!
ps: i commenti negativi ti provocano solo sorrisi compassionevoli perchè sei un poveretto che si accontenta di poco.
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ps: i commenti negativi mi provocano solo sorrisi compassionevoli |
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piaciuto fin da subito e cresce lentamente con gli ascolti. Il ricorso a soluzioni compositive già sentite c'è ed è diffuso in tutto il disco, ma si tratta sempre di richiami finemente rielaborati. Paragoni con i capolavori precedenti non hanno alcun senso... è come diceva qualcuno qui sotto: si tratta dell'album più maturo della band. Ed è perfetto così, perché è ciò che doveva essere, ciò che desideravo dopo 13 anni. Non una traccia fuori posto. La tripletta Invincible, Descending e Culling Voices è da mettersi a piangere per la gioia. Unica pecca che ho trovato è la performance di Maynard: è evidentemente una scelta ponderata quella di tenere un tono linare e controllato, però finisce per risultare un pelino piatto in alcuni punti, soprattutto quando vorresti un pizzico di grinta in più. Ma sto cercando il pelo nell'uovo. Ripeto, per me l'album è perfetto così. Ed è una delle cose migliori dell'ultimo decennio. Ma me lo aspettavo. Grazie Tool. |
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234 commenti penso che siano più che sufficienti a fare capire lo spessore del gruppo e l'importanza di questa nuova uscita. Spero che esca veramente un'edizione alla portata (€) di tutti, o forse dovrei dire: alla mia portata . |
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Pura statistica: gli spandimerda ed i sentenziatori si esauriscono entro un periodo estremamente breve, dicono quanto hanno deciso ben prima di sentire il disco, non vedono l'ora di scriverlo che è un capolavoro così come non vedono l'ora di scagliarsi contro il primo stronzo che passa per dirgli -come minimo- che non capisce un cazzo.
Esaurito questo lasso temporale, se avete voglia di contare i giorni fatelo pure, io non ne ho, le cose tornano ad un più normale equilibrio. E leggo molte opinioni simili alla mia, espressa forse con troppo anticipo... quando che gridava al capolavoro esigeva ripetuti ascolti... nessuno dice che sia un brutto album, ma ha dei difetti e lo si sente FIN DA SUBITO, se si sa di cosa si sta parlando. Porca pupazza leggo di gente che insulta che ha conosciuto la band col penultimo album... una regolata quando ce la diamo?
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Noioso
Riciclato
Sopravvalutato. |
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Riciclato, banale, cantato bene ma in modo piatto, testi davvero brutti. |
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Sembra un disco degli Incubus del '99... |
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I soliti Tool, per quanto mi riguarda: a tratti sublimi, ma nel complesso noiosi. |
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Tranne un paio di tracce è un disco riciclato e di una pallosità estrema! E non è la prima volta... |
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La gente vorrebbe sempre dei capolavori dai propri beneamini, Ma purtroppo questo traguardo è difficilmente raggiungibile. Quelle poche band che ci sono riuscite o hanno sfornato pochi album oppure tra molte imperfezioni un disco buono poi sono riusciti a crearlo.
I Tool, Ep a parte, in 26 anni hanno partorito 5 album… Tutti eccellenti dal mio punto di vista. Anche quest'ultimo. Non è all'altezza dei precedenti album? Probabilmente. Ma i paragoni sono sempre difficili |
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@Gioppino: sono d'accordo con te. Per me, Lateralus è migliore (e assai) di Ænima, ma 10,000 Days non supera il primo. Fear inoculum è, invece, per me, il migliore, in quanto tutto ciò che viene fuori è frutto di lavoro ragionato e limato fin nei minimi dettagli, dalla registrazione al missaggio ai testi - nulla è lasciato al caso o a colpi di testa (o di culo)... Capolavoro è, invece, una parola sfuggevole, le cui connotazioni valoriali hanno a che fare col rapporto che intercorre fra la proposta e il resto del panorama in cui la stessa si colloca in quel dato momento storico. |
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Anche se prolisso un filo riciclato e la chitarra a volte risulta basana e attempata è comunque un buon album.
Voto 70 per lo snob Maynard e soci. |
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Ma perchè la gente continua a dire che non ci si deve aspettare un nuovo capolavoro dopo lateralus e aenima? La storia è piena di band che hanno continuato a sfornare capolavori uno dietro l'altro. |
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Non mi è piaciuto. Forse colpa della troppa impazienza, mi sembra un disco poco spontaneo e prolisso. Dopo 10.000 days per me i Tool hanno smesso di esistere. Belle recensioni. |
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Aenima e Lateralus gli sono superiori e rimangono irraggiungibili... Ma questo si poteva anche prevedere...Ad ogni modo anche Fear Inoculum è immenso...Riflessivo ed ipnotico...Tool al 100%...Un nuovo viaggio negli oscuro meandri della mente...Grazie!!!!Voto 92. |
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@enry infatti è un disco che può piacere di più se non si conosce molto la band . Per chi ha letteralmente consumato la loro discografia , come il sottoscritto, ci noterà parecchie lacune in termini di songwriting e ispirazione. |
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Non è il mio genere, li ascolto poco ma ho tutti i loro dischi, quando decido che è il loro turno riescono sempre a rapirmi, magari dopo 6-7 ascolti ma alla fine vieni ripagato, e lo dice uno che non li considera una priorità e di sto genere ci capisce il giusto o anche meno. Alla fine il disco mi è piaciuto, è forse il loro meno immediato e richiede pazienza, ma brani come 7empest, Pneuma e Descending sono tanta roba, la title-track invece non mi ha detto niente. Mi è piaciuta anche CCT col suo beat alieno da viaggio. Niente di nuovo, un disco più soft con un Keenan che graffia molto di meno rispetto al passato, per me 10000 Ways e soprattutto Lateralus restano su altri livelli e forse lo metterei sopra solo al debut, ma alla fine l'ho ordinato strappandolo a 85 euro, la seconda spesa più grossa per un disco in 30 anni, mortacci loro. In numeri, direi che sono in linea con il voto lettori. |
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84 e 90 mi sembrano voti esagerati. È un disco gradevole, ma niente più |
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Concordo con l'ultimo commento! È solo una questione di gusti, a me i tool annoiano ma questo non vuol dire che non sappia capirli. Hanno atmosfere grandiose e sono musicisti superlativi e i brani non sono certo costruiti ad minchiam, hanno idee molto avanti etc etc semplicemente non rientrano nei miei gusti. Ribadisco che è solo la mia opinione. |
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@livio: Probabilmente perché tutto quanto il discorso che stiamo facendo volge alla soggettività. Nulla di quanto stiamo qui sostenendo (ovvero, la straordinarietà dell'opera) ha valore oggettivo: né sui Tool né sui Marillion. Però, si può essere oggettivi su un fatto: io non ho mai trovato i Marillion superlativi, tanto meno originali o addirittura miliari nell'economia del rock e dei suoi aspetti evolutivi; questo, però, non mi impedisce di riconoscere la fattura oggettivamente inattaccabile di molti dei loro lavori - e che Marbles (per dire) è decisamente più maturo e completo di Seasons End (sempre per dire)... |
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"L'odio verso i Tool continuo a non capirlo" Idem. Allo stesso modo in cui non capisco i fan ad oltranza. Comunque, trattasi di un buon disco. A tratti magnifico ("Descending") ma non un capolavoro. E i deja vu si sprecano. Comunque, più che dignitoso. Un bel 75. Certo, le vette di "Aenima" e "Lateralus" lasciamole al loro tempo. |
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L'odio verso i Tool continuo a non capirlo. Qui i commenti sono in primis contro la band |
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@Absÿnth rispetto il tuo punto di vista ma come mai l'ultimo a perfect circle a livello vocale ha molto più mordente rispetto a questo FI ? Il discorso dell'età lo posso anche considerare ma in giro ci sono ancora un sacco di band storiche come i killing joke o i marillion capaci di tirare fuori dischi straordinari, e stiamo parlando di 60 enni.
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@livio Nessuno ha scritto di - né velatamente alluso a - "pietra miliare". Si è detto (credo di tradurre il sentire della maggior parte di coloro che lo hanno apprezzato) di evoluzione naturale, di maturazione definitiva di suono e composizione - anche nell'uso che Maynard fa della propria voce. È un capolavoro? È il miglior album dei Tool? Nessuno può dirlo - né tanto meno ci si sogna di farlo... Quel che si è, nella più o meno totalità dei commenti plaudenti, detto è che si è di fronte al disco più maturo composto da loro. Si è detto che attendersi un altro Ænima, o un altro Lateralus, o anche "solo" un altro 10,000 Days, è da sprovveduti - come lo sarebbe mettere Fear Incoculum a paragone degli stessi: vuoi per l'età, vuoi per le diverse istanze (in)generatesi nell'immaginario della band nell'arco di 13 anni di silenzio discografico, vuoi per [aggiungi il cazzo che ti pare]... Non c'è da meravigliarsi che Maynard, a 55 anni, non abbia tirato giù un'altra Hooker with a Penis, o urlacci à la Ticks and Leeches - ci sarebbe, semmai, da meravigliarsi, o da scompisciarsi, se ci avesse provato. Perché? Perché susciterebbe lo stesso senso del ridicolo che in molti (certo, non a tutti) sorge quando si ascoltano ultra-sessantenni ancora urlacchiare "I'm going to slide it in! Right to the top! Slide it in! I ain't never gonna stop!"... Spero di aver reso l'idea. Fear Incolum non è un disco che ha in mente di rivoluzionare il concetto di musica dura e sperimentale, non da dei quasi-sessantenni e non nel 2018 - per quello, c'è stato Lateralus (e, si badi, "c'è stato" significa che oggi, essendo codificato, collocato in una sua dimensione storica all'interno della musica "pop", non si connota più di rivoluzionario). Oggi, c'è altro che deve aprire, sondare, idicare nuove vie. Fear Inoculum è "semplicemente" un gran bel disco dei Tool. Il loro lavoro più ragionato, strutturato, levigato. È "semplicemente" un'opera estetica, dunque etica. E mei cojoni!... |
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Ma come si può considerare FI un disco superlativo? Mi chiedo se abbiate ascoltato i veri capolavori dei tool. Che piaccia non lo discuto, ma è proprio lontano dall'essere una pietra miliare, e lo dico da amante della band. |
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@Ænimal meglio imbecille che sordo |
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@pizzifatrulli non ho votato l'album e inoltre ritengo che su questo sito i voti lettori siano completamente inutili, ma ti dico una cosa: ogni 30 e ogni tuo commento non servirà minimamente a scalfire il valore di questo disco (superlativo), ma servità soltanto a certificare il livello della tua siderale imbecillità |
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a chi continua a mettere 99 ogni giorno : sappi che pure io ogni giorno mi impegnerò a mettere 30 a questo disco indegno e vergognoso |
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La seconda recensione é veramente degna di essere definita tale. Porta a riflettere su lati dell'album che ancora non avevo preso in considerazione. Esattamente come una recensione dovrebbe fare.
Grazie. |
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Troppo buono, grazie  |
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@Arakness: è un piacere rileggerti, ci sono voluti i tool per riesumarti. Il tuo commento è praticamente la migliore recensione dell'album che ho letto. Condivido ogni sillaba. |
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@No Fun: il commento precedente, in cui specifico su quello ancora precedente, è pessimo e, pertanto, chiedo scusa (ma la giornata di oggi è stata convulsa). Provo a correggerlo per renderlo esplicito nella parentesi che, oltre a essermi appena accorto di non aver chiuso, potrebbe essere equivocata: «assolutamente giusto quel che dici (e [il discorso che fai] vale per l'italiano, il francese, lo spagnolo, etc. [per quanto attiene alle differenze rispetto ad agg. e p.p.)... Semplicemente, l'OT riguardava strettamente la concordanza fra S e V. ». Au revoir ! |
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@Arakness: sono assolutamente d'accordo con te. |
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@No Fun (commento 192): assolutamente giusto quel che dici (e vale per le l'italiano, il francese, lo spagnolo, etc... Semplicemente, l'OT riguardava strettamente la concordanza fra S e V.  |
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Attento @No Fun! Adesso subirai gli strali di qualcuno avendo associato i Tool a Ludovico Van. |
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Certo, certo, nel mio 192 volevo soltanto precisare quanto detto da Absynth nel 190, dicendo che il pluralis maiestatis non è esattamente uguale in italiano e in francese. Chiedo scusa, avendo vissuto un bel po' in Francia e fatto traduzioni non ho resistito a intervenire nella querelle. P.s. sta cosa dei ripetuti ascolti, di cui si parla anche nella rece affianco, è vera, però a me ricorda un po' la seconda parte di Arancia Meccanica... |
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@No Fun: Sul vous de politesse stiamo dicendo la stessa cosa, sul nous de majesté hai ragione. Il verbo comunque va coniugato al plurale in entrambi i casi. O, gentile utente, non siete d'accordo? |
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Il marchese non è un troll, ma se lo fosse, sarebbe inarrivabile per eleganza. N1 |
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@Analizzatore, se usi il Nous de majesté, cioè se il pronome plurale sta per una persona singola, l'aggettivo o il participio vanno al singolare. "Nous sommes ravi" disse il Re. "Nous sommes ravis" vuol dire che il Nous sta per più persone. Stessa cosa per il Vous de politesse: Vous êtes belles = voi siete bellE; Vous êtes belle = voi siete bellA. Almeno stando al dizionario dell'Académie Française. |
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Potrei esercitarmi in un commento a cavallo tra il retorico romantico e il puro amarcord. Lasciamo stare... Piuttosto mi limito a costatare -banalmente- come sia Fear Inoculum un prodotto che cresce molto con gli ascolti.
Volete perchè verosimilmente manca quella killer track (qualcuno ha detto Schism?!?!?), anche se Pneuma accarezza il sogno, volete perchè 13 anni nella musica (e non solo... più generale in questo mondo liquido in cui proviamo a sopravvivere) sono di fatto un'era geologica, volete perchè i Tool hanno più di qualche capello bianco (come il sottoscritto), Fear Inoculum assume invece le fattezze di un monolite solido che sussurra maturità senza mai gridarla (Maynard docet). Un paradigma di continuità progressiva ma non rivoluzionaria.
Basta questo? La risposta è forse insita nel (nuovo) logo stampato in copertina... elephant in the room
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Personalmente non me la sento di voler crocifiggere monsieur le marquis per una semplice svista, ma trovavo stimolante questo OT. Comunque il vous de politesse equivale al vecchio "voi" che un tempo si usava anche in italiano (a Napoli si usa molto tuttora) e che oggi è sostituito dal "lei"; si traduce praticamente allo stesso modo. Ah, si dice "nous sommes ravis".  |
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La discussione sul francese è più interessante di questo disco, comprendo gli utenti che continuano a disquisire sulla lingua d'oltralpe. |
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Vero che il Nous, de majesté o de modestie, vuole il verbo al plurale. Però non è esattamente come l'Italiano perché in francese l'aggettivo o il participio che segue il verbo va al singolare! " Nous sommes ravi " che in italiano letteralmente è " noi siamo contento ". Stessa cosa per il Vous de politesse : " Que vous êtes belle! " Quanto siete bella! In questo caso anche in italiano l'aggettivo va al singolare. Però scusate con tutti gli strafalcioni orripilanti che si scrivono nei messaggi perché prendersela col Citoyen Fremont?  |
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In questi giorni ho finalmente trovato il coraggio di ascoltarlo, troppo forte la paura di una delusione dopo tutto questi Anni da parte di una band che mi ha fatto viaggiare nell iperspazio con 3 album sublimi e unici per stile e intenzioni (si, comprendo anche 10000 days, che chiaramente non ha avuto lo stesso effetto bomba su di me dei 2 precedenti, ma che mantiene una qualità molto molto alta). Ebbene, dopo 4/5 ascolti, che forse non sono ancora abbastanza, mi trovo davanti a una mezza delusione, nel senso che é un buon album tool style, ma al contempo un quasi costante riciclo di vecchie idee, lo sento quasi come un autoplagio...e poi Maynard...piatto e quasi in disparte per tutto il tempo...specie se penso a certe vecchie interpretazioni piene di pathos e personalità (ticks & leeches, third eye, the pot, the grudge ecc
..). Un plauso a Danny Carey devo comunque farlo, batterista mostruoso che pare diventato quasi piú bravo di una volta...
7.5 di stima, nonostante tutto bentornati! |
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@Rob Fleming: non si tratta di alcuna disquisizione linguistica, si tratta di un errore dato da un uso assolutamente poco sorvegliato della lingua (per il Marquis, che non capirà l'eufemismo, semplifico: ignoranza linguistica). Il pluralis majestatis, in italiano come in francese (lingue che pratico, a ragione di studi universitari, insieme all'inglese) - ma anche in spagnolo, portoghese, etc - si accorda per persona e numero. SEMPRE. "Nous demande", "Noi chiedo", "Nos pido", etc. mancano di coesione sintattica e coerenza semantica. |
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Beh, ovviamente bisogna accordare il verbo con il singolare o plurale del soggetto. |
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Il francese lo conoscevo molto bene, ma ormai è una vita che non lo studio e non lo parlo... Comunque nous demande sarebbe giusto con un soggetto davanti tipo Il o Elle oppure On.. se non erro. ma in quel caso forse sarebbe On demande pardon à tout le monde... forse...  |
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Di ascolto in ascolto si sta rivelando un album veramente bellissimo. Ma devo ammettere che al momento sono più interessato alla disquisizione linguistica e mi vedo schierato con Absÿnth e Analizzatore. "Nous demande" traducendolo letteralmente in italiano è sbagliato; il plurale maiestatis prevede l’uso della prima persona del plurale, soggetto e predicato. A naso è sbagliato pure in francese. Mi informerò |
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E qui scopro che Le Marquis de Fremont, che leggo da tempo su questo sito con i suoi pareri sempre puntuali, non aveva mai ascoltato i Tool e non ha simpatie per il progressive. Vedo anche paragoni con A Dream in Static, che è bellissimo per quanto non mi sembri un paragone così adatto al contesto. Per entrare nel merito, leggendo entrambe le recensioni sono sicuramente tutte e due sentite, la prima forse maggiormente oggettiva, la seconda particolarmente emotiva. Quanto all'album, sicuramente un bel lavoro anche se dopo una decina di ascolti anche a me verrebbe da dire che l'effetto stupore è alquanto contenuto. Su questo, preferirei aspettare prima di giudicare, e intanto me lo godo ogni giorno. |
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Bien sur, mais Absÿnth dit qu'il faut conjuguer le verbe demander au pluriel, donc vous auriez du ecrire "demandons". |
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Monsieur Absÿnth, dans la Noblesse, nous utilisons le "Nous". Si vous le permettez. Merci. |
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@Macca #181: Allora io sono un'eccezione, perché a parte qualche pezzo, i Tool fino a quest'ultimo album non piacevano granché pur riconoscendo il loro grande valore. E pur avendo avuto la pazienza di riascoltarli più volte non riesco proprio a farmeli piacere, ma "Fear Inoculum" mi è piaciuto un casino fin da subito (gli darei 90), e lo ritengo uno dei migliori album dell'ultimo decennio !! |
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A Dream In Static bellissimo disco di prog metal, ma paragonarlo a Fear Inoculum è una forzatura perché sono modi diametralmente opposti di interpretare un genere. In questo i Tool, al di là della durata dei brani e dei tempi dispari, hanno sempre travalicato il concetto di “progressive”. Per me questo è un gran disco, esattamente come avrebbe dovuto suonare un loro disco dopo 13 anni: dilatato, etereo, emozionante, in cui Maynard e soci fanno la loro parte in modo impeccabile. Con buona pace dei detrattori che se non li hanno apprezzati ai tempi di Ænima difficilmente inizieranno oggi. Voto 85 |
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@Gabriel: A Dream in Static è davvero un bellissimo lavoro, in una vena musicalmente affine a In Motive (altro lavoro qualitativamente pregevole). Tuttavia, non credo siano minimamente avvicinabili a questo - per importanza, spessore, rifinitura. |
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Disco ben prodotto, ma a livello di creatività e evoluzione siamo lontanissimi da Aenima e soprattutto da Lateralus. Ascoltatevi gli Earthside piuttosto, che non conosce quasi nessuno |
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Eeeeee no cavi Tool.... Eeee questa volta eeeeee mi avete deluso in una maniera clamorosa, Eeeeee mi avete deluso in una maniera museale Eeeeeeeee, avete Eeeeee toppato nel piu' clamovoso dei modi Eeeeeee. Amisci, eeeee io Eeeeee vi ho venduto i Fontana e i Boetti alle vecchie scifre di csinque milioni delle vecchie lire Eeeeeee e ora quanto valgono eh ? Eeeeeee ora, eeeee vorreste, eeeeee rifiutare la piu' clamorosa delle opere, eeeeeee rifuitando un Biggi o un Mambor o un Maaaavio Schifano eh? Eeeeee mi ascoltate un album clamorosamente ridicolo e scarso come questo album eeeee dei Tool e non mi compvate un eeeeeee Gastone Biggi ?! Ma amisci, eeeeee cooosa vi passa per la testa eeeeeee?? Ci siete eeeeee o eeeeee ci fate ? |
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Scrivetelo voi un disco cosí, leoncini da tastiera. |
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Solita minestra. E sono volutamente lapidario. |
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Gruppo più sopravvalutato della storia del rock...soporiferi |
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@Sil : sarebbe... 6 gennaio a.T.? (avanti Tool)  |
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6sto giorno dalla data d’uscita dell’ultimo album dei Tool |
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@Marquis: sì, però l'equivalente in italiano di "noi chiede" è da dissociati - la 2a per. pl., indicativo pres. di "demander" è "demandons"... |
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Voilà, Nous demande pardon à tout le monde ma non li avevo mai sentiti. Mi erano probabilmente sfuggiti in mezzo al mare magnum delle realizzazioni metal e poi ho sempre avuto poca simpatia per il progressive metal. Questo pero, sono indubbiamente ottimi. Devo dire che somigliano a certi King Crimson in molti passaggi. 7empest e Pneuma sono veramente a livelli eccelsi. Vedo di procurarmi tutta la loro discografia che noto non essere vasta. Poche uscite, ma probabilmente, tutte di valore. Au revoir. |
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Ragazzi, meraviglia! Lo schermo 4" hd funziona con Alexa!
Tool primi in tutto, vai di riff tribale! |
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@mikmar: in questa recensione i commenti di gente che critica a prescindere sono decisamente più numerosi di quelli dei fanboy, molti peraltro firma di palesi troll. |
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@Sunny #165 : secondo me sono ridicoli ancora di più i commenti dei fanboy. I fanboy: quelli che appena esce l'aifogna al dei uan stanno in fila in centomila dal giorno prima. |
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@Sunny #165 : secondo me sono ridicoli ancora di più i commenti dei fanboy. I fanboy: quelli che appena esce l'aifogna al dei uan stanno in fila in centomila dal giorno prima. |
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pensare che questi pezzi erano gia pronti 8 anni fa |
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Disco spaziale, i Tool pisciano sempre in testa a tutti. I commenti degli hater sono davvero ridicoli |
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Spettacolo, anche la censura per difendere Fearonf ronf Inoculum zzz zzz |
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@progster78 Secondo me hanno pubblicato solo 7 brani di proposito. Chi ci dice che non dovesse essere un doppio, poi diventato singolo in modo da avere già pronti altri pezzi al fine di pubblicare il prossimo album senza tempi biblici. |
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è incriticabile quest album..per ora questo e l ultimo degli entombed ad sono gli album dell anno a mio parere |
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Splendido e ipnotico....Spero che adesso non facciano uscire il prossimo album nel 2345! |
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La Santa Trinità: i Manowar, Califano e i Tool.
Non c'è niente di meglio. |
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X Area. Tutti considerano i NIN industrial Metal, perché di fatto assieme ai Ministry sono la colonna portante dell'industrial metal. Poi che sia per certi versi più hard rock che Metal è anche vero. Ma chi ne ha beneficiato come influenze è di sicuro il Metal non il rock, che ha ben altri antenati. Uno a caso i Killing joke. |
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@Area Mah guarda i Nine Inch Nails sono una creatura cosi multiforme che io personalmente non sono mai riuscito a descriverli o a classificarli, ammetto la mia ignoranza. Anche quando qualcuno mi chiede Ma che genre specifico fanno ? Io non so cosa dire. Reznor ha tante influenze, e le stesse le ha elaborate nelle sue canzoni. Personalmente brani come Mr. Self Destruct, Wish, March of the Pigs, Big Man with a Gun li ritengo industrial metallizzato quaesto poco ma sicuro, almeno nella mia ottica sia chiaro non voglio fare il professore ! Saluti |
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Scambio ultimo lavoro dei Tool con Il vinile dei Pooh Contrasto
Sul web mi hanno chiesto 150 euro per cui pari e patta
Chi dovesse averlo puo’ contattarmi qui
Dimenticavo questo disco e’ noioso, tedioso è insoddisfacente
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Lavoro fantastico, come ogni cosa fatta dai Tool. Comprendo chi non riesce a capirli, anch'io in passato non riuscivo ad ascoltare parecchie cose (soprattutto Prog), ancora oggi non digerisco i Genesis, ma riconosco la loro, oggettiva, grandezza. |
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Suvvia non vi scannate per un album, sono gusti alla fine e c'è chi piace e a chi no. Nessun gruppo è perfetto e difficilmente può piacere chiunque. Parlando a caldo del disco ci troviamo di fronte a un gruppo che non ha perso lo smalto dei vecchi tempi e riesce a confezionare un ottimo album non immediato, molto atmosferico, con brani dal minutaggio altissimo (quasi tutto il contrario di 10,000 Days che è più diretto e ha anche pezzi più brevi) e che contiene echi e richiami a vecchi pezzi. Produzione molto buona rispetto alla plasticosità e pulizia che si sente nei dischi di oggi. Per ora promosso ma per dare un voto farò ulteriori ascolti |
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@Federigho #151: mi hai fatto scompisciare  |
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Piu lo ascolto e più mi entra sottopelle... Viscido [edit] . Come scimmia è meno dannosa/socialmente accettabile per giunta. Via di Fear Inoculum allora e come arriva 7empest... A tre quarti mi arriva il bloccato di etere. |
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Album da ascoltare a lungo e con attenzione, nel complesso convincono la maggio parte delle tracce mentre per altre occorrerà pazienza. I Tool sono così prendere o lasciare, ma musica così sopraffina oggi come oggi è una perla in un mare di merda. |
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Oggi mi sono iscritto al corso di ascolto dei Tool, così tra 5 anni anche io potrò iniziare ad essere degno di sperare di poter capire, un giorno, forse, i primi minuti del loro primo album. Così a 70 anni potrò comprare lateralus, ma senza poterlo ascoltare (mica sono degno) |
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Dite quello che volete, ma l’album è bellissimo. |
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Tino, non ti sei perso niente. |
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Tino, siamo in due. Anche io non sapevo chi fossero o che genere facessero. Grazie al nuovo disco ho ascoltato qualcosa e non mi dispiacciono. Tuttavia sono troppo vecchio ormai per appassionarmi e non ho tempo da dedicare a loro. Magari tra dieci anni. |
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Ragazzi, se non ce la fate non dovete prendervela con i Tool. Per ascoltare la loro musica bisogna essere almeno laureati! |
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@tino, io ho conosciuto un sacco di gente che li ama, questo l'ho ascoltato grazie a un mio amico che ha preso quella che per ora é la sola versione fisica in commercio (vai a vedere di che si tratta e capirai) e non é un disco così difficile.
@The Sisters of Benson, Io invece non ho capito perché si continui ad insistere a definire i NIN come un gruppo Industrial Metal (semmai Rock) quando invece bene o male sono sempre stati Alternative Rock (soprattutto su With Teeth e Downward Spiral) |
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ma solo io non ho mai ascoltato un disco dei tool? |
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Da NON FAN dei TOOL non capisco tutto questo astio contro un gruppo che ha consegnato alla storia del rock almeno tre capolavori. Ci sarebbe solo da ringraziarli che esistono. Per commentare questo aspettero' qualche annetto. nel precedente facevo fatica a sentire la musica, mi chiedevo, ma dov'e'? Rimasi comunque attratto e con il passare del tempo finii per amare quel disco |
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@No Fun: In realtà continua a crescere.. E la chiudo qui!  |
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Mah, dipende, ad es nonchalance nel forum, altro che mutandine con Fear Inoculum  |
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Comunque riguardo i Tool, apprezzai tantissimo Undertow e Aenima, specialmente il primo che era un po' piu' diretto, proprio per la proposta stramba e ostica, di un sound ripetitivo anche ossessivo, difa credere di arrivare finalmente al dunque , ma che non ci si arriva mai, un po' come una donna quando pian piano te la mostra, un po' alla volta, un po' alla volta, e ancora una volta, e poi si rialza le mutandine e rimani di stucco. Questo e' il sound principe dei Tool, un endless Strip Show, senza una fine, da all'ascoltatore un erezione sonora che non lo porta mai ad una eiaculazione finele e liberatoria. E francamente fu prorpio questo sound ripeto anche strambo e particolare a farmeli piacere... Ma va bene per una volta, due volte, ma ragazzi miei, se ad ogni album fai sempre le stesse cose, la faccenda diventa ripetitiva, dejavuistica, non rinnovativa, ecco perche questo Fear Inoculum non mi piace per niente, sempre lo strip show |
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Mah io personalmente reputo i Nine Inch Nails molto ma mooolto piu' orecchiabili rispetto ai Tool. Quando una come Miley Cirus ti coverizza Head Like A Hole, vuol dire che la tua musica tanto difficilissima non e', nonstante album come The Downward Spiral. Ma i Tool ragazzi, chi cazzarola di un poppettaro li ha mai coverizzati ? Sicuramente mi si dira' che c'entra le covers con la complessita' di una band ? Invece c'entra eccome ! Ovviamente piu' fai musica ricercata e lontana da grandi concessioni e meno ti si caca e' un dato di fatto. Mai una Demi Lovato coverizzerebbe i Popol Vuh, ad esempio lo splendido Nicht Hoch Im Himmel. Percio' Reznor la smettesse di far vedere che e' ancora duro e puro e sperimentale quando e' una parodia di se stesso ormai, anche come aspetto pare un cantante di neomelodica napoletana di Torre Annunziata, Trentiello Renzacci. Perdonate l'OT |
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I Tool sono come i Nine Inch Nails... non é un gruppo che può piacere a una persona che ascolta SOLO Metal... la loro musica é stratificata in un modo che devi coglierne le varie sfumature e per fare ciò serve ascoltare tanti generi di musica differenti, che non vuol dire "Ascolto Metal e i sottogeneri e al massimo un po di Rock e un po di Punk".
Quoto in loco la risposta di @intendiTORE a questo proposito. |
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Ascoltandolo a 7mbre posso apprezzare maggiormente il tema del 7 |
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A quelli che 70,80,100 euro sono un prezzo ragionevole per una versione con lo schermino e l'altoparlante... Nessuno ha pensato a una becerissima mossa per tirare su più grana possibile in virtù dei 13 anni di attesa per il fan idolatrante? Se fosse uscito dopo 2-3 anni da 10,000 Days con lo stesso packaging scommetto che l'avrebbero comprato in 10 e tutti pure qui starebbero gridando allo scandalo e alla truffa. Ah, ma già, l'han fatto i Tool quindi va bene... |
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Se ascoltate Fear Inoculum al contrario sentirete Maynard cantare la marsigliese con accento svedese.
Grandissimi, solo loro!
Go Tool, go!!! |
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Ne spendete 400 per lo smartphone che vi ha bruciato il cervello |
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Mah...è un pò quello che mi aspettavo. E'un lavoro da reunion. E in fondo se per 13 anni non produci nulla, il gruppo vuol dire che non esiste più, soprattutto se suddiviso decisamente in due parti, alcuni pensano alla parte strumentale, altri alle parti vocali. A mio avviso questa cosa si sente molto e in fondo sembra sia stata la causa maggiore di questo enorme lasso di tempo silenzioso. La lunghezza dei brani lo testimonia ancora di più. Scrivere brani più brevi efficaci non è certo più facile di lunghe suite da 15 minuti. Il marchio di fabbrica è loro, e non poteva essere altrimenti; musica minimalista che gioca su variazioni all'interno della ripetitività, quasi come se esistesse un percorso profondo in tutta la loro discografia, e questo può essere noiosissimo per alcuni, come affascinante per altri, ma manca di coesione, si ha spesso una sensazione di forzatura per mancanza del momento esemplare e così i riferimenti ai lavori passati assumono contorni più evidenti e quindi meno entusiasmanti. Insomma bisognerebbe che in breve tempo tempo fornissero un'altra prova (il che appare improbabile perché anche a voler dimezzare i tempi di attesa di questa significherebbe minimo 7 anni...). Dovesse essere la produzione che chiude della loro carriera, 100.000 Days sarebbe stata più appropriata, musicalamente e liricamente, a mio parere. Comunque, ben tornati. |
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Basta offendere i Tool, noi che li apprezziamo ascoltiamo di tutto, dai Tears For Fears ai BTS, da Vasco a Jova, da Liga a Piero, dagli Iron a Bon Jovi, Roba densa, stratificata, complessa e che richiede numerosi ascolti.
Per dire, solo ieri ho colto una sfurmatura agrodolce in Lambrusco coltello rose e popcorn che ha un fil rouge con 7empest. |
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Comunque 7empest è una ficata pazzesca...e su questo non si discute |
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@Ettore: è andato praticamente a ruba quindi il prezzo è già aumentato. In un negozio dove sono andato sabato li avevano finiti (e li vendevano a 106 €). Ci ha visto lungo chi ne ha acquistati due: rivendendosene uno, tra neanche tanto tempo, si sarà ripagato la sua copia con tanto di guadagno. |
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Ma 77€ dove lo avete trovato su Amazon? Io ho appena controllato per comparlo perchè un pensiero ce lo sto facendo e il prezzo supera i 150€! Guardateci |
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Ma che c'entra la figa, la rava e la fava? La musica la devi ascoltare mica te la devi bombare. E ascoltare, soprattutto quelle cose che non ti sono affini, richiede comprensione e quindi tempo. Sono stati pompati? Non mi pare, ma anche se fosse perché questo ne dovrebbe inficiare la valutazione? Per una forma di compensazione da asilo nido? "Tutti dicono che sono belli e allora io dico che sono brutti. Tie'." I Tool hanno un linguaggio personale. Varrà pur qualcosa? Per avere quel linguaggio ci vuole una preparazione sia concettuale che tecnica che non è da tutti. Varrà pur qualcosa? Distinguersi dalla massa (rifuggendo la banalità) è un valore. E lo stesso discorso si potrebbe fare per band tipo Meshuggah. Che i Tool possano non piacere ci sta. Ma se qualcuno mi viene a dire che è solo merda allora è lui che ha un problema. |
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@Micologo #120.
Anch'io la penso come te, apprezzo molto i Tool ma non li preferisco, per le stesse ragioni che hai espresso con chiarezza e precisione.
Eppure è strano il fatto che, pur non piacendomi granché l'intera loro produzione prima di quest'ultimo disco, quest'ultimo album mi piace parecchio. in un certo qual modo lo trovo più metal, diretto e con delle soluzioni melodiche più interessanti. E poi la produzione : pulitissima e compatta, con suoni quadrati e rocciosi, cosa che per me è un grande valore aggiunto. |
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Se fossero italiani non se li sarebbe inculati nessuno? Allora meritano sicuramente.  |
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Spesso accade che alcune band vengono pompate più del dovuto e molti si sentono in "dovere" di farsi piacere per forza ciò che fanno, se erano italiani, ma chi se li inculava questi. La musica è come una donna se l'è figa l'è figa, è inutile farsi piacere i cessi per forza solo perchè hanno un neo come marylin. Gli album già ascoltati una volta dovrebbero piacervi o meno, state pure a perderci del tempo per apprezzare cosa? lo compro o non lo compro? lo ascolto ma non lo compro, costa troppo.....quante seghe vi fate. |
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Ma tutti sti commenti che mostrano idolatria dove li avete letti? Io leggo sì apprezzamenti, ma senza alcuna venerazione, e poi spalate di merda a gogo . |
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Riascoltato ancora una volta... niente da fare... Troppo ripetitivo, sara' un mio limite evidentemente. Vorrei solo dire che dopo 13 anni di attesa e ritrovarsi un album cosi', il titolo giusto di codesto album e' Fear ARINDO'CULUM altroche' |
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@Micologo, io non sono mai stato un loro vero fan... li ho sempre trovati difficili, anche il famoso Aenima, preferisco gli A Perfect Circle (che fanno altro ma sono ad essi collegati) e in quanto a "genialità" li ho sempre trovati inferiori ai Nine Inch Nails, che pure loro fanno altro ma che comunque vengono spesso messi in parallelo.
Questo disco tuttavia mi sta incredibilmente convincendo, ma non mi piacciono fino al punto da dovermi comprare un loro disco, tuttavia ritengo il prezzo della versione fisica (vista la particolarità) come giustificabile. |
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Ma come si fa a dire che chocolate chip trip era evitabile?! È forse l'intermezzo più riuscito di tutti gli album dei Tool assieme a Die Eier von Satan! |
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Proverò ad esprimere la mia opinione in maniera equilibrata. Allora, quando i Tool uscirono ad inizio anni Novanta non mi colpirono poi così tanto. In questi 25 e passa anni li ho periodicamente riascoltati (più o meno ad ogni loro uscita) cercando di "farmeli piacere", ovvero, dicendo a me stesso "datti il tempo giusto, supera i pregiudizi ecc...perché ero circondato da amici e conoscenti che, letteralmente, li idolatravano....però niente, la fiamma non si è accesa...certo, è impossibile non apprezzare l'atmosfera delle loro canzoni, la loro complessità ritmica, l'incedere ipnotico e tribale, la voce evocativa...ma come dire...dopo due o tre canzoni ho sempre avuto una solida impressione di deja-vu...anche di questi loro ultimo lavoro, così sospirato, penso più o meno questo: mi vengono in mente le famose omeomerie anassagoree....tutto nelle loro canzoni è simile al resto (sia nella stessa canzone che al resto della loro produzione). C'è chi pensa che questo sia "stile"...a me ha sempre annoiato dopo un po'....insomma, se dal punto di vista ritmico li apprezzo, mi è sempre mancata l'apertura melodica, le scelte armoniche, una mutevolezza nelle composizioni che, ahimé, io non riesco ad ascoltare...in ogni caso continuerò ad ascoltare questi e i loro precedenti dischi, perché avercene di band simili...solo che non sono mai riuscito a capire questo eccessivo entusiasmo....poi per carità, fra due anni diventeranno il mio gruppo preferito, mai mettere limite alla provvidenza, ma dopo 25 anni la vedo dura.... |
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@Amon, si non é la solita deluxe cartonata che si apre in modo particolare, con i disegni patinati ecc... c'é uno piccolo schermo che manda delle proiezioni e un piccolo altoparlante, più il CD... quindi direi che 80 / 100 euro é un prezzo neanche così strano.
@Titus Groan, per me fanno Alternative, non li ho mai visti come un gruppo Prog, dicitura che insisto é azzeccata solo per le band prog Inglesi e Italiane (e di altri paesi) tardo 60 e anni 70 che oltre a fare musica in un certo modo viveano un contesto politico e sociale (gli anni 70) dove quella musica tra le altre cose era il mainstream. |
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Io mi sto facendo più risate a leggere i commenti dei vari detrattori che occupano la maggior parte dello spazio commenti. Alcuni sono anche abbastanza divertenti in effetti: 13 anni sono stati sufficienti per prepararsi una battuta sagace. La disquisizione sul formato e il prezzo del cd (preciso che io NON l'ho comprato) è poi abbastanza stucchevole soprattutto perché in generale fine a sè stessa senza contestualizzare nulla del tipo di prodotto, del cambiamento del mercato discografico odierno etc etc, ma tant'è. Proprio vero che dal 2006 sono cambiate tante cose, compreso il fatto che i social e la rete in generale hanno dato voce a un gran numero di mentecatti. |
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Non definiteli più progressive per favore. Non sei PROG perché i tuoi brani raggiungono i 16 minuti. I TOOL in questo cd sono come Salvini: tutta propaganda e niente contenuti. |
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Mi sto facendo tante risate leggendo i commenti dei fanatici dei Tool che li esaltano come se fossero Dei scesi in terra! 15 anni di attesa per 7 canzoni pallose e monotematiche che potrebbero benissimo aver composto per una jam session. C'è lo schermino speciale nella confezione col libretto?Oh ma che bello allora si che conviene spendere 100€ per un cd ahahahaha!! Ora che finalmente è uscito il giocattolo gli hipster boriosi e saccenti dei loro fan si sentiranno esaltati, bravi! |
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Per ora ho sentito solo alcune cose e mi sono piaciute!
Oltretutto in un negozio di dischi ho visto un ragazzo che ha aperto la limited del CD... cioé una roba spettacolare, c'é una specie di schermino con una animazione... |
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@btbam secondo me i Tool sono alternative metal... |
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Da grande amante della musica prima di tutto, e poi in particolare di tutto il mondo progressive, ed ancora più in particolare del prog metal, il fenomeno "Tool" è qualcosa che è sempre andato e continua ad andare oltre la mia comprensione, e lo dico con consapevolezza dei miei probabili limiti.
Tra tutte le band mainstream, che avranno sicuramente i loro grandi pregi per essere tali, io davvero non mi capacito di cosa si possa trovare di accattivante nei Tool. Secondo la mia visione le loro canzoni sono una continua jam session che ruota ossessivamente attorno all'accordo di RE, dei continui build up che non portano mai ad una vera e propria esplosione del pezzo, nulla di davvero melodicamente epico, e nulla di anti-melodico ma comunque cattivo, sempre a metà in quel limbo che non ti fa capire cosa dovresti effettivamente provare.
E quest'album conferma tutte le mie impressioni sempre avute su di loro. E tranne che per le componenti math faccio anche fatica a catalogarli come progressive, come tanti fanno.
So che sono LA minoranza e che riceverò risposte cattivissime, ma davvero dovevo dirlo. |
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Non sono un fan dei Tool e del genere che fanno, ma visto quanto se ne e' parlato ho voluto farmi un'idea ascoltando nei mesi scorsi il materiale vecchio e adesso questa loro ultima fatica (non senza sforzo vista la proposta non proprio easy)
A mio parere, da "esterno", sembra che abbiano sopperito ad una mancanza di feeling tra loro con un esagerato uso di "effetti speciali" atti a nascondere questa mancanza, facendolo comunque in modo egregio.
Penso che abbiano dilatato troppo i brani con soluzioni un po' ripetitive (aperto ad ascoltare chiunque ritenga che sbagli e capirne il perche'), ma tutto sommato il risultato e' buono e per un amante di queste sonorita' probabilmente ottimo.
Ritengo comunque di capire chi si e' lamentato, con queste capacita' tecniche e tutto questo tempo a disposizione magari ci si poteva aspettare di piu', il rischio quando l'hype e' ipertrofizzato in questo modo e' quantomai alto.
Per quel che riguarda il supporto fisico (ci butto dentro tutto ahahahahah), capisco la voglia di fare roba in grande stile, unica, nuova, geniale, ma perche' non buttare fuori l'edizione limitata e quella normale nello stesso momento, non mi pare manchino gli appassionati disposti a spendere 100 euro per la loro passione.
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@eon blue apocalypse ma veramente ascolto i tool dai primi 90, forse tu non eri nemmeno nato. Se non ti accorgi dei ripetuti deja vu del disco vuol dire che non conosci bene i loro pezzi. Rovazzi non so chi sia ma spero sia una persona migliore di te |
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Ai fanboy dei Tool che giustificano mosse commerciali come questa suggerirei di aprire i due occhi che hanno, prima di cercare il terzo.
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I commenti tipo "se non vi piacciono i Sunn O))) andate ad ascoltare i Dragonforce, se non vi piacciono i Mutiilation andate ad ascoltare Padre Cionfoli e Fabio Concato" e via così, sono tra i più insensati che esistano però mi fanno ridere . Sono vent'anni e passa che non ascolto i Tool, non mi facevano impazzire però a vedere il casino qui sotto m'è venuta voglia di ascoltarlo. |
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se non volete spendere 80 euro per il cd non vedo perchè rompete la minchia per il prezzo....
@asataram se ti fa cagare fear inoculum puoi sempre andare ad ascoltare rovazzi |
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The poveracci sequence |
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Se il prezzo dell'edizione speciale vi sembra esagerato, beh, forse dovreste fare alcune considerazioni: i Tool non sono una di quelle band che buttano sul mercato album mediocri, live o raccolte varie, o altri prodotti di mercato, questo album è già un pezzo di storia atteso 13 anni. Si tratta di un'edizione unica, limitata, un prodotto speciale mai escogitato prima d'ora, di un gruppo di culto, se siete in grado di fare 2+2 potete tranquillamente capire che fra qualche anno sarà un pezzo da collezione, potrete tranquillamente rivendere il disco se non vi piacerà più e credetemi che varrà molto più di quello che lo avete pagato. 80€ sono un prezzo abbordabile anche per i morti di fame che si lamentano sempre di tutto, io guadagno il doppio in mezza giornata di lavoro, non mi pare si stia parlando di una cifra così assurda. Meglio questo album dei Tool che 5 mediocri che abitualmente comprereste. Al limite sfruttate il bonus di Renzi, gli 80€ erano stati programmati da tempo per permettere a tutti di comprare il nuovo disco dei Tool ^_^ |
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The mountain gave birth to a little mouse |
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Tre considerazioni sulla cialtroneria media, spiegabile soltanto con un ritardo cognitivo rispetto al resto del mondo che solo in Italia è riscontrabile nel 2019. [PRIMO] Nel libero mercato, fai uno studio di marketing strategy, piazzi il tuo prodotto e vedi come va - 15, 30, 60 o 120 € che siano, il tuo prodotto lo piazzi a seconda di ciò che ritieni sia il suo valore intrinseco (d'uso) ed estrinseco (di scambio - vale a dire simbolico o, per usare Debord, spettacolare), del resto il caffè Illy viene venduto al doppio della media dei caffè commerciali poiché la società che lo produce ritiene di offrire un prodotto sopra la media MA, e qui c'è da essere un po' onesti intellettualmente, al supermercato non c'è nessuno che ti punta un fucile addosso se non lo compri e preferisci quello a marchio della catena di distribuzione; per cui, i piagnistei, oltre a essere noiosi sono ingiustificati nei fatti - altro che "morale". [SECONDO] I tredici anni trascorsi, il lotto di pubblicazioni alle spalle, il 2019 e le mutazioni tanto del mercato discografico, nello specifico, quanto dei rapporti in seno alla società, in ottica più generale, costituiscono un elemento prospettico imprescindibile attraverso cui passare in rassegna, prima, e collocare, poi, un lavoro come quello dei Tool che, pur essendo "pop" nella sua accezione più lata (non stiamo certo parlando dell'ultimo quartetto del recentemente scomparso Ben Johnston), risente di tutto ciò per sua stessa costituzione; ignorare tali aspetti, unitamente a un ascolto privo dei testi e dell'attenzione dovuta, significa limitarsi ai superficiali "capolavoro!" e "merda" - il che è legittimo; cionondimeno, resta superficiale. [TERZO] L'attenzione dovuta all'ascolto è relativa da ascoltatore ad ascoltatore, e non può che essere così: la capacità di assorbire un lavoro dalle connotazioni popolari come questo, pur nella sua complessità, dipende unicamente dai singoli background culturali (certamente ma non esclusivamente musicali) con cui lo stesso va a impattare; c'è chi può impiegare 2 gg, chi 2 settimane e chi, probabilmente, neppure dopo 2 mesi di ascolti avrà la serenità di valutare il lavoro senza essere in malafede - esattamente come un degustatore abituale di distillati o di sigari premium impiegherà, nella valutazione di aromi, forza e corpo di un prodotto, assai minor tempo ed energie di uno che è abituato a Jack Daniel's e Lucky Strike. Non è elitarismo spocchioso - come facilmente si tende a rispondere (con la stessa cialtroneria di un Salvini): si tratta molto più semplicemente dei comprendere che esistono livelli di complessità e altrettanti livelli di analisi degli stessi. O si posseggono gli strumenti per farlo, o le cose si complicano. Ma, per fortuna, sparare a zero o incensare un disco dei Tool è una pratica le cui implicazioni risultano assai meno gravi di quelle in ambito politico.  |
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Criticare un disco perché venduto a 80€ è come dire che la Ferrari fa cagare perché non ce la di può permettere. Costa troppo? Sporify |
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I Tool li ho sempre trovati noiosi e ripetitivi, ma questo ultimo disco mi piace molto. Sono rimasto basito. Ottimo lavoro! |
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Ahah 105 euro per CD schermo hd 4" e minchiate varie così per altri 13 anni con i soldi sono a posto.
Siamo impazziti... |
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87 e’ folle, a Natale sovente i parenti che non vedi per tutto l’anno si presentano con il loro cadeaux e gioco forza si e’ costretti a fare buon viso a cattivo gioco pur sapendo che il regalo fa cagare.
Non si e’ obbligati per forza a giudicare buono un disco solo perche’ e’ sfornato da band che hanno un passato di livello.
Lavoro mediocre e per niente ispirato, stucchevole e a tratti fastidioso al punto che in alcuni passaggi mi viene istintivamente voglia di abbassare il volume e quando ascolto metal sovente lo alzo a pompa
Non compratelo e’ un furto
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Certo che non posso non pensare a Kratos alle terme di Rodi in GOD2 sentendo l'intro title track. Il resto mi pare un po' troppo generico, non brutto ma neanche emozionante, diciamo piacevole. |
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E suonai un etto di cotto, e Sì, LASCI PURE ...grazie |
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Meno male che è uscito, ora inizia la discesa che li riporterà nell'ombra...per fortuna! |
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#89
Hai colpevolmente omesso i 77 (settanta sette, 11 volte 7) euro che i gonz... i fini intenditori sborseranno per portarsi a casa l'ennesimo capolavoro dei 7ool |
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ma nessuno si accorge che tutti i riff sono stati riciclati dai loro vecchi album? con che coraggio dite che è un capolavoro? sicuramente un disco piacevole ma lateralus e aenima stanno 100 passi avanti |
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Forse il miglior disco uscito il 30 agosto 2019 |
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Ad un primo distratto ascolto mi pare un signor album. Credo più coinvolgente di 10000 Days, che a tratti mi risulta tuttora un po' stucchevole. Io credo che, nell'ascolto, sia opportuno non farsi influenzare dall'attesa della pubblicazione. Tredici anni sono tanti, ma non è che nel frattempo siamo stati fermi e seduti in una stanza buia e vuota ad aspettare. |
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mitici disco dell'anno 2019 . |
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fa cagare, e lo dico da estimatore di aenima e lateralus. |
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Cioè ragazzi, c'è il tema del 7. Fighissimo, 7 spose per 7 fratelli, i fratelli sono di Rocco e il tema del 7 assume significati lunghissimi. 7 sataniche, tiro nel 7, i 7 sacramenti, 7 deadly sins (robbbba che gli Airon Meiden C1 avevano pensato puzzilioni di ere fa), i magnifiC1 7, con Mainar Brinner pistolerotfl tosto e criptico, 7 seas of Rhye, i 7 regni, i 7 nani, Italia 7, 7even...
Finalmente una proposta originale e geniale! Solo i Tool potevano arrivarci, han fatto le scuole alte!!! |
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Io non ne farei un dramma, ci sono persone che si sperticano in lodi per i Genesis, Queen e Dire Straits. Mi sembra normali che accanto a questi intoccabilol C1 siano anche i Toolol |
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#86: le superrcazzole sono sempre gradite, ma se sei a corto di argomenti mon importa che ti nascondi dietro uma tua presunta superiorita( intellettuale e culturale rispetto ai tuoi interlocutori. Sembri solo un pallone gonfiato senza nulla di dire. |
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#80 all'asilo dell' università t'insegnano la dialettica per fottere il prossimo che ne sa più di te, una sorta di propedeutica della PNL, si pratica l'istruzione che, sia chiaro, non è cultura. Se leggi il libretto delle istruzioni di un ferro da stiro sarai capace di far funzionare bene un ferro da stiro, ma te lo sconsiglio se vuoi dare l'esame di letteratura o sociologia. Spero di essere stato chiaro. Ciao. |
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Ascoltato poche volte per dare un giudizio compiuto ma come mood sono abbastanza in linea con Absynthe e il suo commento #82. Per il voto ripasserò tra qualche tempo, per ora ascolto e anche io sono felice di poterlo fare. |
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#80: Petitio principii o circolarità semplice: ovvero l'assunzione della verità di quanto si intende dimostrare. L'argomentazione è detta "circolare" poiché tra le premesse di un'argomentazione figura la tesi che si vuole sostenere.
Esempio: (A) Dio ha creato il mondo, dunque Dio esiste. (B) Dio esiste, dunque è stato Dio a creare il mondo.
L'argomento contiene una premessa e una conclusione, ma non sono conseguenti. È ovvio che nella prima premessa è già contenuta la conclusione. Una variante della petitio principii è l'argomento "nessun vero scozzese", in cui si sostiene che tutti gli X hanno la proprietà Y, perché quelli che non ce l'hanno non sono "veri" X. |
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non capisco,dopo 2 gg dalla sua uscita, tutti questi commenti definitivi...
prima di dare una valutazione un disco va ascoltato almeno una dozzina di volte, compreso ed assimilato(x godere appieno di lateralus e aenema mi ci sono voluti anni..)..
è ovvio che l attesa estenuante ha portato ad avere delle aspettative enormi ,ma gia pareggiare lavori come quelli che i tool sono riusciti a sfornare in precedenza nn è per niente facile.
Cmq il tempo dirà se FI sarà un capolavoro o no...averne dubbi del genere al giorno d'oggi.... |
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13 anni... È ripetitivo scriverlo ma, nel mondo anglosassone, porta di un male che...! Non che io sia superstizioso (mai stato), ma la sensazione che qualcosa potesse stridere, a livello concettuale nonché di resa, specie dopo una title-track non esattamente indicativa dell'intero mood del lavoro (e come avrebbe potuto, del resto, conoscendo la loro storia!?), andava crescendo man mano che il 30.08.2019 si avvinava. Bene... Sono felice di essermi visto fugare queste sensazioni dall'ascolto di un lavoro complesso, enormemente stratificato ma, al contempo dotato di aperture strutturali in grado di rendere le tracce penetrabili ascolto dopo ascolto, che mescola determinati elementi per loro, ormai, identitari al punto da costituire un "classico" a sé e che, d'altra parte, offre soluzioni ritmiche e compositive mai udite prima in un loro disco. Il timore più grande che ho provato nei mesi precedenti è stato che, dopo questo enorme lasso di tempo lasciato trascorrere dall'uscita di 10000 Days, potessero offrire al pubblico una parodia di sé. Bene... Sono felice. L'ho già scritto e lo ripeto: felice. Perché ci troviamo al cospetto di un lavoro che, pur non essendo il migliore della loro discografia, ce li rende qualitativamente all'altezza delle cose per cui hanno raggiunto quasi lo status di intoccabili (ovviamente, mi guardo bene dal considerarli tali - benché la loro influenza su di me sia stata notevole e importante): il disco ha un missaggio perfetto, gli strumenti emergono ricchi di frequenze - su tutti, la batteria di Carey, mai così equilibrata - in cui a farla da padrona è la ricerca dell'equilibrio fra le parti, oltre al muro di suono (impenetrabile, in alcuni momenti di _Pneuma_). Per ora, credo che i momenti migliori del disco si trovino in Pneuma, Invincible e Descending - quest'ultima che, andando a riprendere concettualmente Ænima ma da una prospettiva quasi di disarmo, di impotenza e disillusione, anziché di esasperata irritazione, si rivela di una terribile attualità e che, più che al bello, si avvicina a quell'idea di sublime che avevano autori dell'illuminismo britannico e prussiano. In termini valutativi, mi posiziono sugli stessi valori della seconda recensione. 90 |
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L'album è particolare, l'ho ascoltato tutto d'un fiato, è una colonna sonora dall'inizio alla fine, il sound i tempi sembra una traccia unica. Per il mio palato grossolano è troppo un secondo ascolto, mi aspetto sempre che succeda qualcosa, ma non accade, si belle le atmosfere ma poi........ |
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#79
Sui social che hanno mangiato il cervello, modificando la percezione e i rapporti umani e abitudini, non c'è un cazzo da fare, è cosi e basta, e se non ti va bene è ovvio che ne sei la vittima e neghi. |
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#78: E naturalmente tu sei quello immun. L'unico che sa usare il cervello, alieno da tutti questi meccanismi... Certo. |
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In questi 13 anni vi siete fatti lobotomizzare e bruciare il cervello da facebook, you tube, file sharing e porn hub, ed è per questo che non reggete un' ora filata di musica. il problema siete voi non i Tool. un altro problema grosso e il relativismo becero di chi crede di condurre quello che ormai è diventato un carro circense in pieno e perenne carnevale. Basta con il rispetto per le pseudo opinioni altrui, chi ha il cervello devastato da oltre un decennio di social non dovrebbe nemmeno parlare. |
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@Diego scusa se intervengo, ma mi riallaccio anche a tutti coloro che bene o male hanno asserito la stessa cosa.
Non con presunzione sia chiaro, ma dire che i Tool sono da polli è proprio un commento da pollo. Io stesso ho specificato i motivi per cui questo disco non sia perfetto - ma anzi carente - ma da qui a dire che siano una band di ciofeche ce ne passa. Esattamente errato è idolatrarli, ma come sbagliato è idolatrare qualsiasi cosa di musicale o meno. Sicuramente possono non piacere, pensi che a me piaccia tutto? Non hai idea quante superband non mi dicano nulla, ma non posso negarne i valori (ovviamente va discusso ogni singolo caso). Fatto sta che limitarsi a fare l'alternativo dicendo siano per polli, non è tanto più intelligente di chi invece li ama pur di darsi un tono (non capendone niente, diventando casistica paragonabile a chi si riempie la casa di libri per poi non leggerne nemmeno uno). Spero sia chiaro ciò che intendessi e ti ringrazio per il commento. Fox |
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Band sopravalutata...fatta solo per i polli....ti danno assaggino di musica fino al giorno prima dell’ uscita e ti fanno aspettare 13 anni per un disco....che poi non suona nulla di chissa’ quale novita!....insomma giocano a fare i super artisti eclettici con i polli...qualsiasi band alternative o stoner e ‘ tranquillamente al loro livello se non superiore...per me solo una accozzaglia di suoni...sv! |
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Sono un fan dei Tool da anni e un avido collezionista...ho aspettato 13 anni e ho tra le mani un disco piuttosto noioso,non brutto, suonato e prodotto alla grande ma...noioso.Per quanto riguarda il packaging 80/90 € sono un po' troppi per quello che propongono e sono d'accordo con chi dice che ci deve essere l'alternativa...pare che la prossima settimana uscirà la versione standard! |
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non saprei indicare il periodo della beatificazione
Scherzosamente, i pur belli Opiate, Undertow, Aenima non avevano accreditato la band della considerazione di cui gode oggi. Li ho vissuti quegli anni ed i Tool erano considerati bene, ma non mostri come adesso.
IMHO, dice bene Fox, l'album sconta l'assenza dalle scene della band da 13 anni... volpe di nome e di fatto nel non spingersi oltre e spiegare perchè.
Sicuro le critiche (moderate) piovono tutte dalla vecchia guardia, l'idolatria da chi non ha comperato Lateralus, con package assurdo sbrilluccicante e traslucido già 18 anni fa... cazzarola è la distanza che separa padri e figli, sono quei 20 anni a fare differire la percezione di base. |
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Per ora 7empest su tutte. Canzone che vale l'acquisto dell'album. |
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Cerchiamo di rimanere nel limite della conversazione civile. Offese reciproche piuttosto che scontri di civilta' tra chi ha capito tutto da una parte e chi ha capito tutto dall'altra sono inevitabili, ma anche inevitabilmente portatori di assolutismi (nessuno ha capito nulla, chi lo esalta è per moda, chi lo distrugge perche' non è degno).... Proviamo a parlare di musica e non di quanto ci sentiamo superiori agli altri che non hanno capito, mentre noi possediamo la Verita'. Grazie |
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Di quello che si dice sui tool non avevo sentito nulla. Ho ascoltato la musica dei loro dischi, e mi è parsa un guazzabuglio monocorde privo di emozione. Poi ho sentito quello che si diceva di loro e ho riascoltato tutto con più attenzione, suggestione e ricettività. Alla fine penso che i pianeti si siano allineati nel creare un'aura mistica attorno a loro per via di caratteristiche del tutto formali della loro proposta, questo li fa apparire come la madonna. Il problema è che se un bugiardo dice di vedere la madonna tutti dicono di vederla con lui... mica vogliono apparire indegni...ed ecco che la bugia viene accettata come dato di fatto, o peggio, come dogma. |
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Con Lars Ulrich alla batteria era tutta un'altra cosa!!! |
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E che cazzo, ascoltatelo bene prima di giudicare. Se qualcuno non apprezza i Tool a prescindere non sarà certo questo il disco che gli farà cambiare idea. Per un fanatico invece è chiaro che non sarà il disco della svolta, non è che perchè sono passati 13 anni dovessero per forza stravolgere tutto, anzi era abbastanza scontato che viste le aspettative poteva esserci una certa delusione a prescindere, ma secondo me una volta metabolizzato sarà un album che darà delle soddisfazioni. Dategli tempo, è uscito ieri. E sono persone che ormai viaggiano verso i sessant'anni, non ci può essere la foga e l'energia del 1996. |
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Prima di dare un giudizio aspetterò due o tre anni, questi ti fregano sempre con il tempo che passa... ricordatevi cosa scrissero sul precedente quando uscì |
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Incredibile ma vero, mi sta garbando un casino. |
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Fear Inoculum è esattamente quel vortice oscuro dal gusto tribaleggiante che ci si poteva aspettare. Gli arrangiamenti sono più criptici e plumbei che in passato. Meglio non si poteva chiedere. Se vi annoiano i Tool potete sempre rifarvi con la nuova cagata dei nove pagliacci mascherati o con l'ennesimo polpettone zuccheroso dei Korn. Qua siamo su un'altra dimensione. Chi se ne frega se non vi piacciono, significa soltanto che non siete degni di ascoltarli. |
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@Graziano: SSST! C'è gente che (già) dorme!  |
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MIRACOLO!!! CAPOLAVORO!!!!  |
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Qualcuno ha gridato al miracolo? Qualcuno ha detto che è un capolavoro? E dove? Comunque io no, quindi... |
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Penso che il discorso sia diverso ancora. Fa talmente tanto tanto figo e intellettualoide dire che ogni loro uscita è un capolavoro che andare controcorrente risulta difficile, quando di melodie tribali e psichedeliche è pieno il mondo del prog metal. Se vogliamo trovare un punto di forza dei Tool sono sempre stati i testi, ma mi piacerebbe sapere quanti sbrodolatori compulsivi qui li abbiano già letti prima di gridare al miracolo. |
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Scusate se mi intrometto, ma non credo che chi critica questo album (me compreso) e lo giudica deludente voglia ammettere implicitamente che schifa i Tool eh. Ce ne passa a mio modo di vedere, se poi volete a tutti costi fare gli ultras dei Tool altro discorso |
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No, il discorso è diverso: i Tool possono anche non piacere (e ci mancherebbe!), ma se dici che fanno schifo non capisci un cazzo. |
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Tilt di Scott Walker e' un album davvero complesso, cerebrale, angoscioso, da ascoltare piu' e piu' volte per capirlo, un lavoro compiuto. Qua invece siamo di fronte solo a vezzi e capricci da rockstar, che fanno passare il disco in questione per un opera avantgarde. Saluti |
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I commenti di chi non ha mai amato i Tool sono ridicoli. Da sempre fanno canzoni lunghe, da sempre fanno dischi monolitici, a parte forse Aenima e Undertow. Io penso che Fear Inoculum non inventi nulla ma sia la naturale evoluzione del sound proposto su 10,000 Days. Un album lungo complesso, forse non originalissimo ma intriso di trascinanti atmosfere psichedeliche e tribali, e da melodie da pelle d’oca. Non un capolavoro ma signori, davvero un ottimo lavoro. |
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@Mastro Titta. Se anche volessi ricredermi, lo snobismo dei loro fans non mi sarebbe certo d’aiuto. |
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@Danimanzo n. 37: tutto ok? io sì. Tornando al cd, oggi come oggi mi sento di dire che Chocolate Chip Trip potevano proprio risparmiarsela: irritante sino all'inverosimile. 20-30 secondi per introdurre il brano successivo ci potevano stare. Quasi 5 min no. Il resto lo sto metabolizzando |
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Non è un gruppo per morti di fame.
O per ascoltatori occasionali.
Punto. |
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Gli stessi commenti ad ogni loro uscita discografica (...forse no per Aenima che ebbe già all'epoca recensioni positive). Per la cronaca : li seguo da Undertow, me li presentarono come "quel gruppo che ha fatto un pezzo con Henry Rollins", adoro Rollins solista. Purtroppo sono avanti..fatevene una ragione e probabilmente fattene una ragione Havismat quando dici ironicamente “i Tool non possono non piacere, siete voi che non capite un cazzo”. Senza volerlo hai centrato a pieno! PS: 7empest in bellezza supera anche Rosetta Stoned.... |
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Non sono riuscito ad arrivare in fondo...... Che palle!!! |
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13 anni per un polpettone sonoro che nemmeno la Corazzata Potemkin. Potevo stare tranquillamente senza altri 13 anni. |
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Ormai è un classico: “i Tool non possono non piacere, siete voi che non capite un cazzo”. |
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La cosa divertente, dopo che le aspettative sono state rispettate (solito disco noioso, soliti Tool), sono le lodi che piovono dai fan e le critiche degli stessi a chi non osanna l'ultimo parto dei beniamini.
"Ah, ma tu non riesci a cogliere la complessità dei campi di tempo dispari, il salto di vari ritmi all'interno dello stesso brano, tu ascolti solo young signorino e jovanotti, non puoi comprendere il messaggio dei testi e del packaging!" |
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Per ora mi ha annoiato a morte. Riproverò. |
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@SkullBeneathTheSkin: Non capisco perchè fare confronti ogni volta con album precedenti. Se dobbiamo metterla così The Pot scompare se confrontata con Parabol/Parabola, che per me rappresenta i Tool. |
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Sembra un disco Frankenstein nel tentativo di ricombinare in forme nuove parti di canzoni dei loro dischi passati. |
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Ascoltato tutto da Spotify, provato sensazioni contrastanti, soprattutto quando al termine dell'album la riproduzione è proseguita con "The Pot"... è bastato l'inizio del brano, che ascolto mentre scrivo, a diradare le perplessità.
Non si può dire che non sia un bel disco ma altrettanto non si può dire che siano i Tool al top della forma. Maynard non fa uno strappo in tutto il disco, è meno potente, produzione a parte. La ritmica è qualcosa di strepitoso come solito e forse addirittura più del solito ma basta "the pot", come dicevo, a chiarire che non c'è il solito groove, se non a sprazzi e ben 3 interludi su 9 tracce (chocolate per me è interludio) fanno inevitabilmente poggiare l'album su 6 sole composizioni. Sono belle, Descending è veramente bella così come sono veramente disturbanti Pneuma o la prima parte di Invincible... ma comprendo come chi li segua dagli esordi possa percepire "stanchezza" ed inevitabilmente un pizzico di noia. Bello, l'etichetta però è cambiata da inclassificabile a prog, avrei voluto rompere le palle al riguardo ed invece concordo sia adeguata, adesso. Al momento mi gira sul "sette alto" |
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Dopo i primi ascolti, concordo maggiormente con l'ottima recensione di Gabriel "Fox" Galiano; anzi, io toglierei qualche punto, fermandomi tra 80 e 82. Siamo comunque a livelli altissimi, da top5 annuale, ma non parlerei di capolavoro. Chiaramente con i futuri ascolti la mia opinione potrebbe mutare sia in positivo sia in negativo. |
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Non capisco come si possa dire che è un bel disco. Avete mai ascoltato i precedenti? E' semplicemente imbarazzante...noioso, scontato, ripetitivo, un riciclo per lo più semplificato e banale di materiale precedenti senza nessuno spunto di interesse. Imbarazzante. Bene, fallo tu un disco migliore allora. Imbarazzante??? Scontato??? Sono i Tool, è il loro stile, copiato da decine di band, sicuramente rispetto ai dischi precedenti non c'è l'effetto sorpresa, ma dopo 2 ascolti tu puoi già trarre delle conclusioni del genere? E come te tutti gli altri che hanno scritto commenti deliranti qui sotto. Non è un disco da 10 e lode probabilmente, ma magari tra 10 ascolti cambierò idea, però averne di album del genere in un panorama di gruppi inutili e canzoni che verranno dimenticate nell'arco di 2 settimane. |
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Non capisco come si possa dire che è un bel disco. Avete mai ascoltato i precedenti? E' semplicemente imbarazzante...noioso, scontato, ripetitivo, un riciclo per lo più semplificato e banale di materiale precedenti senza nessuno spunto di interesse. Imbarazzante. |
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Ragazzi è appena uscito il disco dei Tool dopo 13 anni (che si può ascoltare tranquillamente da Spotify ad una qualità piú che decente e se lo craccate non vi costa un cent) e l'unica cosa che siete capaci di fare è lamentarvi, io allibito... |
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77 euroil cd ????? Ma è una presa x il culo??????? Ammazzatevi……..non i commentatori, i TOOL…….. |
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Dare l'alternativa è sempre la cosa migliore. Un formato del cazzo base a 18 euro per chi è old School , ci tiene alla versione fisica e non arriva a fine mese, era d'obbligo. E la chiudo qua. |
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@Rob: "esternamente" non riesco a vedere il formato, altrimenti potrei aiutarti. Però tieni presente questo, guarda Skull che maledetto:
1) tu l'album l'hai acquistato... quello da 80 bomb€ e poi sei venuto qui a confessare
2) hai il coupon per scaricare la copia digitale.... (certamente piena di DRM)
3) quindi penso che se te ne scarichi una versione "abusiva" da affiancare a quanto sopra non hai proprio nessun problema e/o scrupolo da farti... taglia la testa al toro!!!
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@Rob Fleming Grazie mille, stasera ci riprovo, ma ieri non funzionava affatto come mi hai descritto tu. |
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@SkullBeneathTheSkin ; hai assolutamente ragione! Giustissimo secondo me discutere anche di come viene venduto il prodotto oltre che del prodotto stesso. A me personalmente ila cosa ha fatto talmente girare il cazzo che mi è passata la voglia di ascoltarlo, quindi non la ritengo una cosa secondaria, almeno in questo momento |
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@Fox: a me la rissa verbale non piace, costa fatica. Mi piace inoculare il dubbio in certi ragionamenti da due soldi... adoperando paradossi, metafore e connessioni continue con la vita reale. Il ragionare a compartimenti stagni non è ragionare, è carotare... ed a qualcosa pur si giunge, fossero anche caccoloni.
Prometto che ho finito: la pratica delle esclusive temporali si sta diffondendo parecchio in altri ambiti. Di solito dura un anno ed è dichiarata proprio per indirizzare i consumatori verso il tale store o portale, ecc. Nessuno aspetta un anno per un qualcusa per cui non dorme la notte. In ambito musicale fino ad ora c'erano solo le esclusive di qualche singolo su iTunes, che sembrano oltretutto aver funzionato poco, vista la fine di iTunes. Questo dei Tool è un esempio di esclusiva temporale inedito del tutto, non dicono molto (o suggeriscono di non farlo) riguardo all'edizione standard per ovvie ragioni commerciali. Credo che qualora in futuro questa tecnica diventasse prassi consolidata, il cambio di paradigma comincerebbe qui. Epocale non credi? Per me è un fatto di principio e non di soldi. Commenti su album e canzoni nuove? Every day
Buon lavoro a tutta la reda! |
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@Skull ma figurati, non ho asserito nulla di che e so benissimo ciò che dici e hai centrato il punto: se ognuno legge senza sapere il tono utilizzato, potrebbe partire uno scontro gratuito.
Sarò schietto, non rispecchio nessuna politica del sito dicendo di stroncare la cosa sul nascere, né siamo costretti a farlo (i recensori molto di rado commentano se noti) ma agisco in nome del piacere che provo nel leggere opinioni su un disco da me trattato (egoisticamente parlando, ma anche su altri non lo disdegno ahaha).
Poi io sono il primo a cui piace sventrare verbalmente le persone, ma farlo sul prezzo di un disco è poco consono ecco! Uccidetevi per le canzoni dai ahahah. Buon proseguimento!
Fox |
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Mia opinione: bello è bello, ed emoziona in certi frangenti. E' un disco "alla Tool" ma è anche diverso dai precedenti, è strano, è molto più complesso e meno orecchiabile. Lo avremo davvero capito tra qualche annetto, credo.
Descending è zeppo di riferimenti a brani passati e sicuramente è legato al testo della canzone: trovo il riff di basso di Wings, il riff di Lateralus, il synth di Rosetta Stoned, tutti leggermente modificati. Voto (per ora) 80. |
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@Fox: ciao Fox, ultimamente mi capita di "mordere" probabilmente più per stanchezza che altro. a volte leggo anche male ed amplifico una pagliuzza in un tronco. ritengo in ogni caso di non aver scuse da rivolgere a nessuno, quelle seguono le offese 8che non ci sono state). Dico questo perchè talvolta, magari non questa, o forse si, certe uscite vengono semplicemente "specchiate" nei toni. Personalmente non ho interesse a litigare con nessuno, per ste cagate poi, l'intento a volte è proprio opposto. Certi imbonimenti sterili / asettici indispongono ancora di più, ma capisco che "dobbiate"... |
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97? "Mister 30" è già in ritardo. |
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@Danimanzo: io l'ho scaricato senza problemi andando sulla pagina smarturl.it... indicata nel foglietto che trovi all'interno della confezione. Il punto è che una volta scaricato; se ci clicco sopra lo ascolto, non ho ancora capito il modo di metterlo su ipod (sempre che ci sia) |
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Ho letto ora Fox! Tornerò a commentare l'album dal punto di vista dell'ascoltatore in un secondo momento..  |
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A titolo informativo: il prezzo reale sta sui 40 $. Il fatto è che, per motivi diversi, qua costa il doppio! In ogni caso: la "deluxe edition" serve ad invogliare all'acquisto, più che ad allontanare l'acquirente. Ovvio che, gli ascoltatori "occasionali" (quelli che non sbavano per loro..) + nuovi futuri adepti non lo avrebbero comunque comprato il giorno dell'uscita. Ciò - probabilmente - ha portato gli stessi a far distribuire prima un'edizione esclusiva del formato fisico, contemporaneamente a quella sulle piattaforme streaming. Non a caso, l'intero album lo hanno diffuso anche sul loro canale YouTube già da qualche ora..saranno contenti i loro connazionali! |
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sul nascere*, perdonatemi l'errore di battitura  |
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Ragazzi, prego tutti voi di stroncare sul margine la conversazione, che seppur inizialmente prolifica ai fini del disco, sta degenerando allontanando dallo stesso e da una conversazione sana. Se sono stati riscontrati atteggiamenti più o meno consoni, vi prego di lasciarlo perdere e lasciare ai posteri una sfilza di commenti quanto più organici possibile, e non scambi inerenti all'economia interna degli utenti. Grazie e buon proseguimento!
Fox |
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Trovo indisponente il modo in cui sentenzi. Sembra che tu dia dei morti fame agli altri. Altri altrettanto liberi di dire che quel prezzo è inaccettabile. Immagino che tu sia quello che lascia mance dappertutto... a chi magari ha lavorato per te. |
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Non ho tutta questa fretta, sono indietro con gli ascolti e acquisti. Quindi probabilmente quando sarà per me il momento di comprarlo, lo troverò già in vinile a 20/30 euro. Il singolo però mi era piaciuto. Mi aspetto quindi, viste anche le due recensioni, un ottimo disco. |
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Trovo la discussione sul formato di vendita meno interessante del giudizio in merito all'album. Se non si hanno i soldi per comprare il disco oppure non lo si fa per qualsiasi altro motivo, c'è sempre iù tiubb o Spotify per chi vuole ascoltare con più qualità, ed il prezzo lì è accettabile.
Poi il CD più leggero uscirà, quindi questa storia del CD deluxe per me è un falso problema.
Tornando al giudizio sulla musica, per ora il pezzo che mi piace di più è Invincible.
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Quello che mi dà fastidio è questa escalation di 'gadgettismo' che c'è nel mercato dei dischi fisici; cosa che sinceramente mi ha fatto passare la voglia di comprare dischi (proprio a me che ho passato la vita a cercarli e comprarli). Qui addirittura non viene data una scelta alternativa, quindi per me il disco del decennio può rimanere nel magazzino automatizzato di Amazon |
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@Rob Fleming Sei riuscito a scaricare l'album integrale in formato MP3 ? Io sono andato al link inserito nel pacco, ma mi chiede username/password di cui ovviamente sono sprovvisto dato che all'interno del CD è presente solo un codice per scaricare l'album. Grazie per l'eventuale info ! |
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Contro natura la musica liquida? NO
Contro la "normalità" che hai imparato a conoscere durante la tua vita... diversamente, cosa sei contro il progresso? Non credo.
Che io sappia la musica nasce allo stato gassoso, nemmeno liquido. Riempie l'aria. Non ho problemi con l'oggetto che vuoi infilare nello stereo, tanto non lo farai ancora per molto, soprattutto in auto... beninteso, non critico, più o meno sono come te, ma potrei farti esempi di come il paradigma sia cambiato da tempo e già adesso coesistono passato, presente e futuro. Abbiamo possibilità di scelta impensabili 20 anni fa, fra queste possibilità c'era quella di insegnare ai Tool (meglio alla label) che 100 bombe come unica pubblicazione fisica sono un'imposizione non gradita... non sto pensando che tu sia stupido, anzi, anche tu fai come vuoi con i tuoi soldi... c'è chi ricompra la terza ristampa/remix dello stesso fisco che ha già ad un prezzo cinque volte superiore all'originale... cosa devo dire? Se ste cagate le fanno è perchè trovano riscontro. Se qualche altro minchione (mi viene in mente uno con la lingua perennemente fuori) pubblicherà un nuovo album a 100 bombe, sara anche colpa tua!!!! un bacio |
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77 euro su Amazon... cari Tool, ve lo potete tenere. Ciao! |
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Allora...io trovo immorale spendere per un disco/cd 100 euro e passa. Però, per come sono fatto io, trovo sia altresì contro-natura l'approccio liquido della musica: che sia LP, cd o musicassetta (una volta) io devo avere qualcosa da inserire nello stereo. Quindi parzialmente contraddicendomi l'ho comperato a 80 euro. Non ce l'avrei fatta ad arrivare a Natale (se va bene) per attendere il solo CD. In questo preciso istante sto ascoltando/vedendo il video nello schermo: bello, angosciante, ipnotico. Sono loro (chi li ha visti in concerto capirà). Posso però aggiungere che, mi sa, arriverò sino in fondo a tutto il filmato una volta. Il tutto vale il costo? Sì e no. La confezione è splendida ed è un valore aggiunto. La possibilità che si possano scaricare con il codice le altre canzoni - vedrò io se metterle su cd o lasciarle sull'ipod - mi dà più musica da ascoltare e un po' mi consola in merito al prezzo. Perché con i TOOL una cosa è certa: si parla di musica. Sul contenuto, come dice @Marmar, è impossibile pronunciarsi in modo onesto dopo un paio di ascolti. Non per questo genere di proposta. Vado con l'idea che i recensori l'abbiano ricevuto giorni fa e l'abbiano sviscerato a fondo prima di scrivere. I comuni mortali non credo. |
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@Marmar: scrivo dal telefono ed ho accorciato il post, ma dicevo anche io che nessuno può aver avuto tempo di digerirlo ad oggi. Nessuno di noi. Certe opinioni che si leggono, anche opposte, si possono circoscrivere al singolo. Lunghezza, freddezza, ecc. Non manche anche stavolta chi l'ha eletto a capolavoro senza ascoltarlo. Sicuro. Ascoltandolo la prima volta lascia interdetti più che estasiati.. e si ritorna giù, o in cuffia, a riprovare. Imho |
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@Macca: per forza sarà così.
@Iconoclasta: coi tuoi soldi facci quel che ci pare, limitati a dire questo, quando ti spingi oltre fai abbastanza ridere. Nessun disco vale 100€, soprattutto i dischi scarsi non li vendono a due euro perché sono scadenti... ragioni come per giustificare il prezzo di uno smartphone. Ma non hai tutti i torti, 100 carte, ovvero prezzo esorbitante, sono per quelli che non dormono se non ce l'hanno il day one |
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Ho il leak da una settimana, credo di aver ascoltato abbastanza (purtroppo aggiungo) |
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Pazzesco, ma come pensate di giudicare il nuovo disco dei Tool, insieme di musica profonda e complessa per antonomasia, il giorno stesso in cui esce? Perché tutta questa smania di recensire, proferre opinioni (spesso a casaccio), e per giunta con poca opportunità di riflettere un attimo? Mistero, o ansia da prestazione....
Per quel che mi riguarda, anche se per fortuna "poveraccio" non sono, aspetterò la versione normale in cd, ammesso e concesso che la facciano uscire,0 tanto mese più mese meno cosa volete che cambi; certe pacchianerie non le vedo di buon occhio. |
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@Skydancer: in realtà l'ho letto qui e là in rete, una data non è ancora stata comunicata (infatti ho usato tutti i condizionali possibili). Visto che le versioni limitate finiranno abbastanza nel breve credo che quelle standard usciranno tra non molto per non lasciare un "buco" di vendite, ma sono pronto ad essere smentito. |
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Eugenio per quelli come te ci sono sempre i machine head |
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Voti alti, ovviamente.
Ma non credo che avrebbe preso lo stesso voto se la band portava un'altro nome.
Freddo come il ghiaccio, e non in senso di pregio.
Cantante poco ispirato e quasi svogliato, come se non riuscisse più ad entrare nel resto della band.
Brani troppo lunghi e ripetitivi, anzi, più che lunghi direi "allungati".
Nessuna particolare melodia che rimane, il quasi nulla davvero.
E, ovviamente, voti alti. |
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@iconoclasta penso che le lamentele siano dovute al fatto che L'UNICO formato fisico disponibile ( almeno per ora) sia a quel prezzo. A tal proposito, @Macca dove hai trovato informazioni a riguardo? Tornando al disco comunque, bello sì ma veramente troppo diluito secondo me. Alcuni picchi ma anche tante tante lungaggini che rendono l'ascolto sfiancante. Avrei preferito 60 minuti con qualche taglio qua e là che 80 così. Tornerò tra un po' di ascolti per il voto numerico. |
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scusate, ma leggo parecchie lamentele sul formato fisico e il prezzo richiesto. possibile che l'utente medio non abbia 80/90 euro da spendere per il disco di una band che segue? sono certo però che li ha per le sigarette o l'ultimo iphone o per le maledette serie tv. hanno creato un prodotto incredibile, e giustamente se lo fanno pagare. a mio parere un prodotto che anche tra 50 anni avrà un valore artistico elevatissimo merito anche di un packaging che farà da precursore. e prima che comincino le solite menate, guadagno 1.000 euro al mese e la metà se ne vanno per l'affitto, non nuoto nell'oro, rinuncio a tante piccole sciocchezze per potermi permettere ogni tanto uno sfizio. saluti
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Album appena sufficiente per quanto mi riguarda. Soffre in particolare per un Keenan a mio avviso non così ispirato come un tempo. Troppo spesso le linee vocali mi appaiono monocorde, per non dire approssimative, e a mio parere non riescono a far decollare completamente i brani che così si riducono a un esercizio di stile che finisce anche con l’essere piuttosto ripetitivo. Piacevole da ascoltare, perché sono comunque i Tool, ma sempre esercizio rimane. Avrebbe giovato secondo me asciugare un minimo la durata dei brani. In sintesi, per me l’apporto di Maynard al sound Tool è sempre stato fondamentale, perché lo considero il collante tra le strutture fredde e matematiche delle strumentali e l’emotività che scaturisce dai testi. Senza di esso rimane solamente, come ho già detto, un orpello, pur sempre apprezzabile ma emotivamente sterile. Adesso sono pronto agli insulti |
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@Ponji: se vuoi ascoltarlo puoi anche cercare su youtube (orrore) oppure scaricare spotify che è gratuito ed ha una qualità audio decisamente migliore di youtube.
Anzi, chiariamolo una volta per tutte, youtube ha una qualità audio fisiologicamente inferiore (commistione di bitrate e tipo di codec) ed in mobile drena inutilmente un sacco di dati.
Penso che comunque riguardo ai supporti disponibili (e relativi prezzi) le cose cambieranno fra un po' di tempo. E' inedita in musica questa pratica ma ricorda molto le esclusive temporali di altri settori, nella filosofia.
Se ci pensate... rapina per il supporto fisico, regalato o quasi per il supporto digitale... curioso, no? |
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La versione "da poveracci" a quanto ho capito dovrebbe uscire tra qualche settimana (sia cd che vinile). |
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Vorrei ascoltarlo quanto prima, peccato che non abbia Spotify e la versione cd costa più di 100€, ma siamo alla follia qua? Possibile che non esista una versione standard? Per curiosità, qualcuno ha comprato il cd fisico? |
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Condivido appieno le impressioni del primo recensore. Gli elementi sperimentali e avanguardistici sono praticamente assenti. E' come se avessero riutilizzato la tavolozza linguistica forgiata con i precedenti lavori. Solo un'opinione personale: la produzione, seppur stellare, lascia a mio avviso un po' perplessi per l'eccessiva nitidezza e pulizia dei suoni, specie quelli della chitarra. Un po' meno compressione nelle distorsioni e un maggiore accento sulla profondità l'avrebbero reso un prodotto ancora migliore. |
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Stratificato, denso ed avvolgente, ma liberatorio. Una vera forza della Natura ! 13 anni di attesa ben ripagati, senza dubbio. Si sente e si vede l'imponente impegno profuso nella realizzazione di questo quinto ( ed ultimo ? ) album. Personalmente l'album più atteso degli ultimi anni a cui assegno una massima votazione come per gli album precedenti. Sono e saranno sempre un gruppo superiore in tutto e per tutto. |
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Da non fan dei Tool per i miei gusti il loro disco migliore. Meno viaggi astrusi e psichedelici, e pezzi più quadrati, solidi ed energici. Hanno aggiunto anche qualche componente solistica in più. A me sembra meno cervellotico ma complesso al punto giusto. Un Maynard meno aggressivo ma più Carey più aggressivo.
Per me un 90 ci sta tutto. |
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peccato che a quanto pare bisogna svenarsi per poterlo ascoltare (almeno da supporto fisico). Rimarrò con la curiosità |
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