|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
04/03/2020
( 1741 letture )
|
La prima cosa che salta all’occhio quando si cercano informazioni su questi Hazzerd è la loro formazione, capitanata dal cantante e batterista Dylan Westendorp. Non inedita, nemmeno comunissima, questa line-up non è l’unico elemento degno di nota che circonda il gruppo. Il quartetto originario di Calgary dà infatti alle stampe un album parecchio interessante, il qui presente Delirium, che succede al debutto Misleading Evil del 2017. Una bella sorpresa che si palesa già schiacciando il tasto play: benché il logo e la copertina dell’album urlino “thrash metal” a squarciagola, il contenuto del lavoro conferma solo in parte questa intuizione.
Certo, gli elementi stilistici di questo popolare genere musicale ci sono tutti, ma sono combinati con una massiccia dose di influenze heavy e classic metal. La musica suonata dagli Hazzerd potrebbe quindi essere definita un ipotetico punto di incontro tra un heavy particolarmente muscoloso e un thrash particolarmente melodico. Dal secondo la band trae la forza e l’irruenza delle composizioni, arricchite dalla tecnica e dalle infiorettature tipiche del primo. Questa commistione di influenze è visibile sin dai primi secondi dell’opener Sacrifice them (in the Name of God), che mette in campo tutte le qualità del Quartetto. Il lead armonizzato di chitarra che apre la canzone si evolve in una lunga introduzione, fino all’inizio vero e proprio, un susseguirsi di cambi di tempo, melodie, cavalcate travolgenti e assoli melodici. Il brano dimostra parecchio articolato, senza però perdere di vista l’impatto e la fruibilità generale. Questi sono evidenziati dal diffuso ricorso a soluzioni melodiche molto classiche, che proprio in virtù di questa caratteristica riescono sempre a suonare coinvolgenti e gradevoli, seppur già sentite e prevedibili. Questi classicismi caratterizzano tutti gli episodi della tracklist, sia nei momenti più snelli e diretti (Illuminated Truth e il suo riff portante smaccatamente heavy, la robusta A Tormented Reality e Dead in the Shed, più leggera e dal sapore speed metal) sia in quelli più ambiziosi. Di questi fanno parte Call of the Void e Waking Nightmare, le due composizioni più interessanti della scaletta. La prima è un’ambiziosa strumentale di sei minuti, dove alle trame complesse e articolate tessute dagli strumenti – si sente perfino una chitarra acustica – succedono attimi irruenti di puro impatto. Una gran varietà compositiva ben visibile anche nella seconda, capace di passare dalla pacifica introduzione a una strofa serratissima. La band firma una prestazione tecnica maiuscola, che emerge specialmente durante le canzoni appena descritte. Le chitarre si lanciano senza sosta in lead intricati, seguite da un basso sempre molto presente. La batteria del leader Dylan Westendorp, preciso senza essere impressionante, aumenta molto la potenza dei brani, mentre la sua voce acida si adatta e nulla più alle eccellenti strumentali, che tra l’altro dominano la gran parte di Delirium.
In definitiva, il secondo album degli Hazzerd mette in mostra un alto tasso di qualità tecnico-compositiva e, più in generale, ha il pregio di suonare fresco e personale, pur senza inventare nulla. Delirium afferma uno stile proprio e riconoscibile, e straborda di attitudine e di un’urgenza giovanile a stento incanalata nelle partiture sfavillanti e sopra le righe. La varietà è un altro punto positivo del lavoro, capace di spaziare da tutti i registri esistenti tra l’heavy e il thrash, e pure un po’ più in là, come mostrato in alcuni momenti più riflessivi. A fronte di tutta quest’abbondanza, Delirium manca di capacità di sintesi, e può alla lunga apparire un po’ troppo carico e prolisso. Un “difetto” secondario, per un gruppo decisamente da tenere d’occhio.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
12
|
in my opinion, molto meglio di havok(stando alle 3 preview), testament e altri. parlare di revival come se fosse un aggravante nn ha senso, il thrash è thrash, è un genere consolidato e vivo da ormai 40anni che ha avuto negli anni 90 una crisi di identità dopo la prima decade esplosiva. proprio ascoltando più volte questo disco ci si rende conto che intrattiene benissimo proprio per la freschezza, al contrario di alcuni che dopo 15 minuti mi hanno annoiato largamente. vedo gli havok in fase calante senza molte idee e senza avvicinarsi purtroppo all'apice di time is up, pur essendo la prima metà di conformicide di alto livello, i testament invece meglio di brotherhood ma 60 o quasi minuti...x ora arrivo a metà e voglio riascoltare solo dream deceiver...di titanico ci vogliono 2 palle che li reggano sti 60 minuti |
|
|
|
|
|
|
11
|
A mio parere merita di più: l'originalità intesa come innovazione o ricerca di qualcosa che ancora non è stato fatto NON è sempre un pregio. Ben vengano band come questa in grado di ri-proporre tecniche e sonorità passate ma rinfrescate in modo naturale e istintivo. Meglio gli hazzerd di tanti dischi con cui ci teniamo i nostri sacri di ieri. |
|
|
|
|
|
|
10
|
A mio parere merita di più: l'originalità intesa come innovazione o ricerca di qualcosa che ancora non è stato fatto NON è sempre un pregio. Ben vengano band come questa in grado di ri-proporre tecniche e sonorità passate ma rinfrescate in modo naturale e istintivo. Meglio gli hazzerd di tanti dischi con cui ci teniamo i nostri sacri di ieri. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Niente male, disco divertente dove spiccano un paio di pezzi molto belli...75 voto un pò generoso, ma ci sta. Adesso prepariamoci alle bombe di warbringer e havok |
|
|
|
|
|
|
8
|
Concordo pienamente con il pensiero di Duke....sto revival stanca e manca di qualcosa....sono dischi destinati al dimenticatoio! |
|
|
|
|
|
|
7
|
Gia ci sono i Dust bolt .. che hanno un nome da marca di detersivo...adesso anche questi ....provenienti dalla frazione pugliese di di Canosa della contea di Hazzard! |
|
|
|
|
|
|
6
|
A me è piaciuto molto. Ordinato oggi! Al momento è l'album thrash che mi ha più convinto in questo inizio 2020 |
|
|
|
|
|
|
5
|
ma solo a me a leggere il nome della band viene in mente lino benfi? |
|
|
|
|
|
|
4
|
Grazie per avermeli farti conoscere |
|
|
|
|
|
|
3
|
Io alzerei un po' il voto, a me a primo ascolto è piaciuto molto x la varietà di cui si parla in recensione, non solo x i pezzi ma anche x la parti di batteria... Molto bella la voce a mio parere e un grazie a Grin che lo ha proposto nel forum |
|
|
|
|
|
|
2
|
...tutto questo revival alla fine stanca.....senti che manca qualcosa....si torna sempre a rimettere sul piatto qualche vecchio vinile che ha fatto la storia .....e questi dischetti finiscono sotto una fitta ragnatela.....penso che a piu' di qualcuno capita questo...no? |
|
|
|
|
|
|
1
|
avevo sentito delle loro cose dal disco precedente, buon revival...teneteli d'occhio sono bravi anche se copiano. è un arte anche saper copiare bene! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Sacrifice Them (in the Name of God) 2. A Tormented Reality 3. Sanctuary for the Mad 4. Victim of a Desperate Mind 5. Call of the Void 6. Dead in the Shed 7. Illuminated Truth 8. Waking Nightmare 9. The Decline 10. The End (outro)
|
|
Line Up
|
Dylan Westendorp (Voce, Batteria) Toryin Schadlich (Chitarra) Brendan Malycky (Chitarra) David Sprague (Basso)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|