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Pagan`s Mind - Celestial Entrance
31/10/2020
( 1318 letture )
Spesso quando pensiamo al progressive metal tralasciamo distrattamente il nome dei Pagan’s Mind, questo accade perché negli anni i norvegesi hanno faticato a ritagliarsi un nome nella Hall of Fame del mondo prog. In questa recensione, ma più precisamente ascoltando questo disco, è presto dimostrato come un posto lo meriterebbero eccome nell’olimpo dei migliori, ci sono ben dodici motivi a sostegno di questa tesi. Proprio come le tracce che compongono Celestial Entrance, un convincente secondo disco che conferma quanto di buono fatto nell’esordio Infinity DIvine. In realtà non è solo una piacevole conferma ma aggiunge una sostanziosa dose di novità, pur mantenendo invariata la ottima lineup del debutto. Qui il sestetto norvegese appare più consapevole e conscio dei proprio mezzi, una realtà già matura e consolidata in un firmamento di band scandinave già nutrito in cui è difficile spiccare e risaltare. Difficile pensare che i colleghi e conterranei Circus Maximus non abbiano attinto dal disco qui recensito prima di produrre il loro validissimo 1st Chapter. Ma dopotutto, che male c’è ad ispirarsi liberamente alle band con cui condividi il modo di intendere la musica, se questo ti porta a migliorarti costantemente?

La traccia di apertura ci introduce delicatamente nel mondo religioso e alieno dei Pagan’s Mind, come dichiarato proprio dalla band stessa. Approaching non è solo un’overture alla Dream Theater maniera, ci catapulta con un ritmo sostenuto direttamente in Through Osiris’ Eyes, dai ritmi orientaleggianti, soprattutto dopo la metà. La voce di Nils Rue è una sicurezza, ma il comparto strumentale è di un livello eccelso. L’inizio degli anni duemila d’altronde pullula di dischi prog/power con sezioni strumentali di ottima caratura, ma qui se possibile l’asticella è innalzata oltre la media già elevata di quegli anni. L’assolo di Entrance Stargate migliora ulteriormente la prova di Jørn Viggo Lofstad ma il pezzo da novanta è nuovamente una parte vocale perfetta del frontman. Da segnalare anche le finora non menzionate tastiere di Ronny Tegner in …Of Epic Questions protagoniste assolute del brano, virtuose al punto giusto da offrire un’alternanza frenetica con la doppia chitarra, outro compresa. Poderoso e cadenzato, ma meno rapido, il ritmo della successiva Dimensions of Fire, per i metallari più affezionati ci sarà comunque un momento dedicato all’headbanging soprattutto nel finale. Epica e maestosa poi Dreamscape Lucidity, che aggiunge un volto nuovo al lavoro dei norvegesi. Fin qui il disco non poteva definirsi orchestrato, ma nella sesta traccia, pomposa ed elaborata, i toni solenni conferiscono una marcia in più a questo Celestial Entrance. Siamo già a metà dell’album e ci chiediamo come i nostri possano ulteriormente stupirci perché quanto ascoltato fin’ora è clamoroso, per usare un eufemismo. Dopo un’ennesima prova di eccellenza strumentale rappresentata da The Seven Sacred Promises, è il turno del pezzo forte del disco. Inutile negarlo, per noi amanti del progressive metal, quando si scorre con gli occhi la tracklist, si va sempre a ricercare la suite perché bene o male ce n’è sempre una. Qui i Pagan’s Mind hanno optato per una scelta precisa, dividendo Back to the Magic of Childhood, in due parti distinte e ben diverse tra di loro. La prima, Conception, è aperta dalla chitarra acustica e un leggerissimo accompagnamento del batterista Stian Kristoffersen: dopo tre minuti scarsi siamo già proiettati nella seconda parte, Exploring Life. La chitarra si inasprisce e i toni si induriscono, torniamo indietro di otto anni e ci sembra di essere in uno di quei brani cupi e oscuri di Awake dei Dream Theater. Nils Rue si prende un congedo momentaneo per l’intera durata della suite in cui succede di tutto, un mix di tecnica, virtuosismi e precisione che non può essere assimilato con un solo ascolto. Una potenza di fuoco incredibile quella messa in campo dai sei ragazzi di Skien, cinque se escludiamo il cantante per questa occasione. Dopo la furia strumentale della lunga doppia traccia, è bene prendersi un momento di pausa con la dolce e introspettiva In Brilliant White Light, in cui la voce è accompagnata da un pianoforte molto rilassante. Ci pensa poi Aegean Shores a riportarci sui lidi progressive metal mentre il testo ci ricorda che il tempo sta per scadere, Time is running short for me. Dopo aver non certo lesinato i complimenti per Back to the Magic of Childhood, ci troviamo di fronte l’ultimo monolite prog dell’album della durata di ben dieci minuti, la conclusiva The Prophecy of Pleiades in cui si ritaglia ampio spazio il basso di Steinar Krokmo e qui, a differenza della precedente suite, la voce è presente. Complessivamente c’è poco da aggiungere a ciò che già è stato detto, una conclusione memorabile a chiosare un lavoro già eccellente di suo.

Quando gli ingredienti sono di qualità è facile supporre che il piatto risulti invitante, a meno che il cuoco non sia alle prime armi. Nel caso di Celestial Entrance non solo i prodotti scelti sono di qualità elevata; gli chef sono stellati e la portata è sorprendentemente gradevole. Dopo l’esordio, i Pagan’s Mind hanno trovato quella giusta alchimia da artisti navigati che li hanno portati all’eccellenza assoluta dopo soli due dischi. Per sintetizzare il concetto in poche parole, artisti si nasce, e i Pagan’s Mind lo nacquero, modestamente, cari Lettori.



VOTO RECENSORE
87
VOTO LETTORI
78.66 su 6 voti [ VOTA]
Adrian Smith
Domenica 27 Marzo 2022, 14.55.07
2
Un esprdio molto buono. Certo bands come Vanden Plas, Circus Maximus, Ivanhoe restano su in gradino più alto. Voto 82.
progster78
Lunedì 2 Novembre 2020, 15.22.39
1
Questo e' l'unico disco dei Pagan's Mind che ho acquistato originale,certamente il livello tecnico dei musicisti e la bella voce di Rue non si discutono e il disco e' molto buono (anche se The Prophecy Of Pleiades e' un po' scopiazzata da Learning To Live dei DT). Nel complesso un buon disco ma 87 penso sia un po' eccessivo....voto 80.
INFORMAZIONI
2002
Limb Music
Prog Metal
Tracklist
1. Approaching
2. Through Osiris' Eyes
3. Entrance: Stargate
4. Of Epic Questions
5. Dimensions of Fire
6. Dreamscape Lucidity
7. The Seven Sacred Promises
8. Back to the Magic of Childhood, Part 1: Conception
9. Back to the Magic of Childhood, Part 2: Exploring Life
10. In Brilliant White Light
11. Aegean Shores
12. The Prophecy of Pleiades
Line Up
Nils K. Rue (Voce)
Jørn Viggo Lofstad (Chitarra)
Thorstein Aaby (Chitarra)
Ronny Tegner (Tastiere)
Steinar Krokmo (Basso)
Stian Kristoffersen (Batteria)
 
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