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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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06/03/2021
( 857 letture )
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Che i Necrot fossero considerabili come uno dei gruppi più promettenti e da seguire della scena death metal lo si era intuito con il più che buono esordio del 2017 intitolato Blood Offerings. I tre californiani non cambiano naturalmente nulla della loro proposta, restando fedelmente ancora ad un death metal estremamente vecchia scuola e che vede nei grandi nomi del genere tutta l’ispirazione di cui ha bisogno. Niente cambi di lineup e niente cambio di etichetta, tutto resta così come lo avevamo lasciato.
Di certo i tre non hanno chissà quali intenzioni, ma non è un fattore che deve portare a snobbare, anzi, come ormai sappiamo è molto difficile realizzare un album interessante e in grado di farsi notare quando da ormai un bel po’ di tempo la scena è stracolma di band che si rifanno alla vecchia scuola. Ma i californiani, come dimostrato sul debutto, ci sanno fare e lo ridimostrano senza troppi problemi su questo nuovo lavoro: i quasi quaranta minuti del disco mostrano quanto amore e quanta attenzione i tre abbiano riversato per un death metal che seppur lontano dall’imprevedibilità riesce a fare una buonissima impressione grazie a dei brani molto ben congeniati. Si passa dalle barbarie old school in cui i ritmi rimandano a Death e Massacre con ritmi quadrati e quattro quarti tanto semplici quanto sempre in grado di trascinare, così come ogni tanto ci si lancia in qualche blast beat che rinvigorisce l’aspetto più crudele del sound. Stesso discorso possiamo farlo sul growl di Luca Indrio (Vastum, Acephalix), cavernoso e reso ancora più efficace dal classico reverbero. Non sono solo ritmi sostenuti, perché con l’andare avanti del disco ci s’imbatte in pezzi dai tempi più dilatati come l’ottima Asleep Forever, quasi Morbid Angeliana nei riff e che ad un certo punto si trasforma in un piuttosto palese omaggio ai Death; non passano inosservate le chitarre, non solo per la capacità di legare riff pensati a dovere ma per tutto il lavoro in sottofondo. I fraseggi e le melodie che emergono in alcuni punti dei brani sono infatti fondamentali per rendere il tutto più coinvolgente e dinamico come possibile ascoltare su Dying Life o Sinister Will, traccia di sei minuti in cui la struttura si fa un po’ più elaborata e sentiamo i tre destreggiarsi su più ritmi e cambi di tempo. Qualcosa che se vogliamo preannuncia la conclusiva Mortal, otto minuti di death metal oscuro, vecchia scuola e in cui il vero potenziali dei nostri emerge come si deve; una bella manciata di riff dalle diverse sfaccettature costruisce un brano per certi aspetti ambizioso se pensiamo che si tratta di uno stile piuttosto quadrato, ma il tutto è ben regolato a dovere e anzi, è qualcosa che può ricordare quanto sentito su Spiritual Healing, dove, se si è in grado, si possono scrivere dei pezzi più complessi e sempre coinvolgenti affidandosi a soluzioni tutto sommato semplici e lontane da esagerazioni. Ancora una volta è bene rimare il bel lavoro chitarristico, che si fa notare anche con assoli di matrice vecchia scuola, qualcosa che non fa gridare al miracolo ma che è sempre apprezzata.
Rispetto al debutto possiamo quindi dire che c’è qualche passo avanti e che i tre sembrano intenzionati giusto a limare qualcosa. Quello che può essere un limite a livello compositivo, i nostri lo trasformano in punto di forza e lo rendono più convincente grazie a delle composizioni comunque riuscite e ad una produzione molto ben calibrata; non sarebbe dispiaciuto sentire un basso più presente nel mixer, ma si tratta di un dettaglio, perché i suoni scelti specialmente sulle chitarre danno corposità e si pongono come una buona via di mezzo tra la vecchia scuola e il moderno. Death metal, death metal e solo death metal, che volete di più?
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2
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Riascoltato oggi .. non inventano nulla, anzi, ma il disco è veramente godibile per chi ama le sonorità primissimi anni 90 |
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Fosse uscito nel 1993 avrebbe preso un 90. Old school ma non suona vecchio, ventata di freschezza per gli amanti del genere |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Your Hell 2. Dying Life 3. Stench of Decay 4. Asleep Forever 5. Sinister Will 6. Malevolent Intentions 7. Mortal
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Line Up
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Luca Indrio (Voce, Basso) Sonny Reinhardt (Chitarra) Chad Gailey (Batteria)
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RECENSIONI |
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