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Enforcer - Live By Fire II
12/04/2021
( 1166 letture )
Sembrano passati pochi anni da quando band come gli Enforcer tentarono di riportare in auge un suono e un approccio classico all’heavy metal, quello di matrice ottantiana, fosse esso più vicino all’heavy tradizionale o allo speed metal o tendente al thrash, per non parlare del glam, con un’attitudine assolutamente filologica, senza alcuna pretesa di inventare alcunché e, anzi, con la dichiarata intenzione di ripercorrere in tutto e per tutto la strada e i cliché del genere, cancellando di fatto tutti gli anni Novanta e riportando la lancetta indietro, con l’improntitudine e la sfacciataggine tipica dei giovani, che non vogliono rendere conto a nessuno di quello che fanno. Era il 2004 e i ragazzi svedesi, guidati dai fratelli Wikstrand, iniziarono la loro corsa che, dal debutto del 2008 a oggi, conta cinque album da studio e un certo successo, sempre confermato nel tempo, che li rende uno dei gruppi più amati di quell’ondata. Nel frattempo, i nostri hanno anche avuto il tempo di pubblicare nel 2015 il loro primo album dal vivo, Live By Fire, a cui fa abbastanza evidentemente seguito Live By Fire II, pubblicato da Nuclear Blast e registrato durante il tour dell’ultimo album Zenith.

Come vuole la tradizione a cui gli Enforcer non sembrano voler venire meno in alcun modo, il disco dal vivo deve essere la celebrazione di un momento particolare per il gruppo e il tour di Zenith, che in un certo modo ha costituito uno spartiacque nella carriera della band, sembra offrire questo presupposto. Allo stesso modo, il rituale prevede che il live album sia la vera prova di forza e quindi tutto deve girare al meglio ma, al tempo stesso, deve essere il più naturale possibile. Quindi ecco che in controtendenza rispetto a quanto si è ormai abituati a fare, gli Enforcer puntano tutto sulla registrazione di un’unica data: quella di Città del Messico, nel 2019. Che il calore delle audience centro e sudamericane sia notevole ce lo conferma questa registrazione e la scelta appare del tutto premiante, col pubblico che costituisce uno dei protagonisti dell’album, grazie a una partecipazione rumorosa e giustamente valorizzata nel mixaggio iperpulito e chirurgico del disco. Il tutto suona peraltro in maniera perfetta, senza per forza nascondere qualche errorino qua e là o qualche nota non proprio pulitissima, tanto da parte delle chitarre, quanto dalla voce di un Olof Wikstrand comunque letteralmente incontenibile. Il colloquio con gli spettatori è fitto e anche se a volte viene il dubbio che gli astanti non abbiano del tutto colto le parole di Wikstrand, comunque la loro reazione è sempre piuttosto sentita e “caliente”. Altrettanto lo è la prestazione della band che anzi spara tutte le proprie cartucce senza risparmiarsi, compresi gli immancabili eventi di rito come l’assolo di chitarra e quello di batteria, per fortuna entrambi piuttosto brevi e comunque inseriti nel contesto dell’evento, come anche il momento “sing along” col pubblico sull’immancabile riff di basso a tenere il bordone. Copione stranoto e abusatissimo, che viene comunque sciorinato con una leggerezza e una sicumera invidiabile. A dire il vero, Zenith ha lasciato piuttosto l’amaro in bocca a parecchi dei fan della prima ora, per un evidente “ammorbidimento” del sound degli svedesi, ma questo non impedisce che siano ben quattro le canzoni estratte da quell’album, confermando quanto gli Enforcer abbiano puntato su quel disco. Al tempo stesso, si nota come otto tracce erano già comprese nel primo capitolo del Live By Fire e questo, considerando anche la relativa vicinanza tra le due uscite, potrebbe far storcere la bocca a chi dovesse metter mano al portafoglio. La cosa è comunque comprensibile, considerando una discografia che comincia a essere nutrita, ma certo non sterminata e, soprattutto, con brani ormai considerabili “imprescindibili” del loro repertorio, a discapito di forse non molte perle sconosciute. Così, se Die for the Devil apre le danze con un brano che sembra tirato fuori a forza dal repertorio degli Scorpions, senza per questo brillare in modo particolare come opener, già la seguente sfuriata di Searching for You avrà senz’altro permesso al pubblico messicano di devastarsi le ossa ben bene con un primo riscaldamento. Wikstrand come detto è in forma smagliante e strilla come un’aquila, ma a brillare, oltre alla sua voce, è come da attese soprattutto il continuo scambio delle chitarre, vero fulcro e anche unica giustificazione dei brani che a parte qualche refrain azzeccato, non offrono invero particolari segni degni di nota e scorrono via sempre con gagliarda verve, ma senza lasciare traccia di sé, fagocitati dal brano successivo, retto sugli stessi assunti e altrettanto piacevole, quanto anonimo. La qualità tecnica si sente e si capisce come anche Wikstrand dimostri una qualità vocale che tanti altri rinomati colleghi a suo tempo non avevano, finendo anzitempo a recitare la triste parodia di se stessi. Purtroppo, si tratta di un piacere epidermico che non va mai oltre l’intrattenimento, con qualche sprazzo di reale interesse, senza che questo debba diventare per forza un handicap: i quattro suonano alla grande, conoscono il mestiere e qualche sana sventagliata speed senza troppi pensieri fa solo bene. Diciamo che il pubblico apprezza molto e in brani come la grandiosa Undying Evil e la successiva From Beyond si lascia trascinare volentieri, cantando a squarciagola, come anche in One Thousand Days of Darkness, Take Me Out of this Nightmare e nella spettacolare Destroyer. Paradossalmente, i due assolo riescono a spezzare un andamento fin troppo unidirezionale e a costituire quindi un’ottima occasione per rifiatare, fino alle battute conclusive di Katana e Midnight Vice.

Essere arrivati al secondo disco dal vivo dopo cinque album può essere considerato anche una conseguenza del particolare momento pandemico, con le esibizioni azzerate e quindi la naturale “fame” per le emozioni che solo la musica dal vivo può dare. In questo senso, Live By Fire II gioca benissimo le sue carte, con una prestazione esemplare, carichissima e divertente da parte di una band che sa il fatto suo e come intrattenere un’audience con degli ottimi scambi ritmici e solistici e dei refrain ipercantabili, intonati da una voce trapanante e che sprizza energia da tutti i pori. Riot, Raven, Anvil, oltre ai soliti noti che hanno reso grande l’heavy e lo speed metal possono dire di avere avuto una grande influenza sugli Enforcer e sui tanti altri gruppi nati dopo il 2000, che hanno rivitalizzato l’amore per un genere che sembrava invecchiato nell’arco di un decennio. Eppure, volendo fare un punto della situazione per gli svedesi, questo secondo live, che ben poco aggiunge alla prima uscita se non una scaletta diversa e nemmeno troppo, sembra invece testimoniare una cristallizzazione pericolosa per la band, dopo che Zenith ha diviso i loro fan. E’ come se gli Enforcer fossero cresciuti (diremmo invecchiati) senza maturare, continuando a ripetere gli stessi rituali iniziali, che già apparivano fuori tempo, ma venivano almeno giustificati e salvati dalla giovanile irruenza che, per forza di cose, comincia a venire meno, senza che ci sia una reale evoluzione nel songwriting e nelle pretese del gruppo, prima di tutto verso se stesso. Prima o poi, arriva il momento in cui si deve decidere se si vuole diventare grandi e quel momento, per gli Enforcer, arriva col prossimo album. Sono già troppe le band anche in questa corrente che rischiano di scavalcarli, a livello di spessore compositivo. Intanto, buon ascolto con questo frizzante album dal vivo, vero e vibrante come dovrebbero essere tutti.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
46.18 su 16 voti [ VOTA]
Nonno
Martedì 13 Aprile 2021, 12.34.07
2
Sono un fan degli Enforcer e mi sono gasato con questo live. E' ritoccatissimo però eh... ci sono parti che secondo me sono ri-registrate di sana pianta...d'altronde è dai tempi di "Alive" che si usa fare così... Dai, Zenith è un gran disco a parer mio, le canzoni le trovo splendide. Un abbraccio.
jeffwaters
Martedì 13 Aprile 2021, 8.08.11
1
A me piacciono gli Enforcer,ho sempre atteso con entusiasmo i loro album e anche questo secondo live album, concordo con il fatto che si debbano dare una svegliata perchè non si possono adagiare sugli allori e il tempo passa. Nota particolare di come questo live (assieme a quello dei LOG usciti praticamente insieme) siano stati come un pugno nello stomaco per noi che non vediamo e sentiamo live da più di un anno, mi sono quasi emozionato. RIVOGLIAMO I LIVE, IL SUDORE, LA BIRRA sottopalco
INFORMAZIONI
2021
Nuclear Blast Records
Heavy
Tracklist
1. Die for the Devil
2. Searching for You
3. Undying Evil
4. From Beyond
5. Bells of Hades / Death Rides This Night
6. Zenith of the Black Sun
7. Live for the Night
8. Mesmerized By Fire
9. One Thousand Years of Darkness
10. Guitar Solo / City Lights Jam
11. Scream of the Savage
12. Drum Solo
13. Run for Your Life
14. Take Me Out of This Nightmare
15. Destroyer
16. Katana
17. Midnight Vice
Line Up
Olof Wikstrand (Voce, Chitarra)
Jonathan Nordwall (Chitarra)
Tobias Lindqvist (Basso)
Jonas Wikstrand (Batteria, Piano, Tastiera)
 
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