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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 3790 letture )
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Designati nuovi alfieri dell’heavy puro ed incontaminato, gli svedesi Enforcer tornano con il tanto atteso terzo disco, a cinque anni dal buon esordio Into the Night e a tre dal brillante Diamonds, che aveva garantito stima ed entusiasmo nei confronti del moniker oggi insediato a Stoccolma. I quattro scandinavi non modificano di una virgola la loro ricetta classica, che poi è quella che ha reso immortale il metal ottantiano: riff affilati, velocità spiccate e ritornelli catchy, da pugni al cielo. Questi vengono cantati da Olof Wikstran con una timbrica tutta particolare, acutissima e molto melodica, quasi femminile e tremendamente ottantiana (ovviamente): la prova del singer è positiva, anche se non tutti i brani, come vedremo, possiedono lo stesso tiro e la medesima freschezza. Come sul disco precedente, le ritmiche a rincorsa e i riff sferzanti ricordano sorprendentemente i Metallica di Kill’Em All, tanto per l’irruenza quanto per la melodia abrasiva; anche certe fluide scariche soliste riportano alla mente il seminale disco datato 1983, anche se tutte queste peculiarità vengono affiancate ad altre reminiscenze altrettanto evidenti, illustre e significative. Infatti, i Nostri citano clamorosamente anche gli Iron Maiden, omaggiandoli con melodie scintillanti e galoppate strumentali elettrizzanti. Le strutture sono semplici e dirette, lineari ed intrise di energia, l’adrenalina scorre a fiotti, ed il lavoro risulta molto semplice da assimilare, orecchiabile e coinvolgente, anche se tutto sommato affatto originale. Sia chiaro, da un disco del genere nessuno si aspetta novità di sorta, quello che manca in questa nuova fatica degli Enforcer, forse, è una sana dose di genuinità. Se in passato il four pieces svedese sembrava omaggiare le proprie radici con verace e spassionata spontaneità, in Death by Fire si assiste quasi alla staticizzazione del loro suono, che diventa un clichè prima che un “credo” vero e proprio; ormai l’andazzo è quello, quindi tanto vale sfruttare la gallina dalle uova d’oro -il culto per il metal di trent’anni fa- e sfornare album in serie applicando la medesima formuletta magica. Oltre che timidi e di poche parole, nell’intervista rilasciata alla nostra webzine gli Enforcer si sono dimostrati completamente risucchiati nel music-business, tanto da limitarsi alla ripetizione di frasi stereotipate e concetti banali. Nessuno ammetterà mai di essersi ispirato ad una determinata band, ma affermare che gli Enforcer hanno scritto il disco cercando di essere più personali possibile, senza guardare a nessun’altra realtà, significa veramente raccontarci la storia dell’orso. Non che il nuovo disco non possieda quella carica necessaria per scatenare emozioni e coinvolgimento, sia chiaro. Restare fermi al cospetto di sferzanti ritmiche in velocità è operazione ardua, eppure dopo una manciata di tracce ci si accorge che il canovaccio è sistematicamente lo stesso, senza varianti, ma soprattutto con alcuni episodi che risultano vagamente sottotono.
La prima metà del full length gode di qualità notevole, mentre le ultime tre tracce si assestano su un gradino leggermente inferiore. Si parte a razzo con la ritmica velocissima e i riff brevilinei di Death Rides This Night, brano senza punti deboli: adrenalina, vocals travolgenti, un bel chorus ed un assolo squillante ne fanno un’opener track perfetta. Run for Your Life e Mesmerized by Fire concorrono con essa alla formazione di un trittico d’apertura veramente impattante. Sono gli episodi migliori del lotto, entrambe canzoni rapidissime e dotate di azzeccati ritornelli-tormentone, destinati a far cantare a squarciagola i metalheads di turno. Notevoli anche gli assoli, il comparto riff e le melodie chitarristiche, anche se va detto che si resta nel seminato senza piazzare zampate da capogiro. Si rallenta leggermente con Take Me Out of This Nightmare, introdotta da un urlaccio iniziale e ancora dotata di ritornello catchy; le ritmiche e la sezione solista (quest’ultima articolata e prolungata) sono palesemente ispirate allo stile inconfondibile dei primi Iron Maiden, band che torna a manifestarsi ancor più concretamente con l’ampia strumentale Crystal Suite; se si ascoltasse questo pezzo senza conoscerne gli autori, si rischierebbe veramente di pensare a qualche inedito della Vergine di Ferro, uscito da qualche demo impolverato del 1982! È pazzesco: le classiche galoppate, le metriche, i riff, tutto è ascrivibile nota per nota alla formazione di Mister Harris, ascoltare per credere. Con Sacrificed l’album inizia a calare impercettibilmente, quest’ultima è una frustata abbastanza consueta, ma meno efficace vocalmente. Silent Hour/The Conjugation migliora grazie ad una pregevole e vorticosa sezione strumentale, ma la conclusiva Satan, pimpante ma caratterizzata da un ritornello scontato e piuttosto stucchevole, resta un passaggio affatto trascendentale.
Giudicare un prodotto del genere con la dovuta obiettività è assai arduo, perché bisogna far fronte alla prorompente carica di nostalgia e devozione che queste sonorità portano con sé. Di primo acchito si tende inevitabilmente ad esultare, travolti dalla fiammeggiante forza d’urto del team svedese, ma un’analisi più accurata è necessaria per spegnere gli ardori dell’istinto e ponderare un giudizio credibile ed attinente alla realtà con la quale ci stiamo confrontando. Questo è speed metal allo stato brado, registrato con le migliori possibilità tecnologiche di ultima generazione, ma con l’intento di suonare vintage, ed anche la copertina, come quella del predecessore, si colloca in tale ottica, essendo contraddistinta da grafiche e colori attinenti al più segreto undergound made in eighties. Il platter possiede alcuni ottimi picchi melodici, diversi riff semplici ma taglienti, vocals curate e alcuni ganci vincenti coincidenti con i ritornelli, elementi che lo rendono un prodotto più che valido, piacevole, accattivante, ma non certo destinato a far gridare al miracolo. Cultori e appassionati di metal tradizionale non potrebbero chiedere altro: forti velocità, chorus epici e giganteschi, atmosfera retrò; anche il numero di composizioni (otto più un’intro) è ideale, ma resta il fatto che non si può ripetere lo stesso disco per tutta la carriera, anche se molte grandi band (e non ci riferiamo certo ai Maiden, che bene o male hanno sempre apportato variazioni e piccole evoluzioni ai loro dischi) hanno costruito il loro successo proprio su questa omogeneità. La classe non fa difetto a questi giovani nordici, e per questo Death by Fire è un disco divertente ed esaltante da ascoltare. Pur essendo uno degli ascolti obbligati dell’intera annata, però, non ha le fattezze del capolavoro ed è un peccato, perché con Diamonds si era sperato che questi ragazzi potessero davvero rappresentare i nuovi Messia del genere. Per inciso: non è detto che non lo possano ancora diventare, perché il tempo è tutto dalla loro parte e le potenzialità sono evidentissime.
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VOTO LETTORI
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97.37 su 132 voti [
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Che bello vedere gruppi nuovi o quasi che si cimentano nello Speed Metal per rinverdire i fasti di bands che hanno segnato la mia gioventù tali Savage Grace, Raven, Abattoir e compagnia bella. Almeno per sentire un po' di sano e vecchio Speed non devo rispolverare i miei vinili di trent'anni fa. Con Ranger e Baphomet's blood i miei preferiti delle nuove leve. |
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23
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Behold-You will die-Tonight Mesmerized by fire Your death-Unfolds-Tonight Mesmerized by fire!!! Gran pezzo questo!!! |
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Finalmente un disco veramente degno da questa band! fin'ora non mi avevano detto molto, in più mi sembra strano come cambino genere ad ogni disco... nel senso, non proprio distaccando, ma il primo disco era un misto tra heavy e thrash, il secondo di puro Heavy, e questo Speed/Thrash. Ottima recensione |
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21
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Questo è autentico metallo,altro che avantasia,edguy e merde varie!! Questi ce ne faranno vedere delle belle |
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20
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unter null se proprio dovete provocarmi almeno fatelo per bene perchè cosi come lo hai fatto tu non c'è nemmeno gusto a rispondervi |
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Continuo a preferire il precedente. Quello era moooolto mooolto più Maiden. Inoltre aveva delle linee vocali spettacolari, di un'orecchiabilità unica. Qui si sono un po' perse... |
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17
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Su segnalazione di vichingo che lo aveva nominato in una news forse dei ghost sono andato per curiosità a sentirmi questo album e devo dire che è veramente una gran figata!!! Devono assolutamente ascoltarlo tutti i nostalgici dei Maiden, Riot, Raven o Exciter perchè è un disco suonato alla grande in pieno stile nwobhm,per fortuna che ogni tanto escono fuori gruppi moderni grandiosi come loro o i Skelator adesso devo per forza sentirmi tutti gli altri loro dischi.Lunga vita all'heavy metal!!!!!!!!!!!!!!!! |
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gran disco .. niente da dire |
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Il disco è bello, ma a me fanno venire in mente i primi Exiter. Recensione giusta e per me anche il voto. N.B almeno ha avuto il pregio di farmi andare a rispolverare "Heavy Metal Maniac"  |
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se volete il vero metal degli anni d'oro del metal eccolo! ottimo! |
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Però effettivamente il voto è troppo basso...sto disco abbonda abbondantemente l'80...credo che 85 sia il voto corretto!!!! |
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12
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Disco puro di heavy metal con gran cavalcate alla primi Maiden,il mio voto è almeno 80!NMolto bello! |
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11
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Lo sto consumando, gran disco uno dei migliori di questo inizio 2013. Voto 83. |
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10
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Signori, questo si che è heavy metal mada in the eighties...il loro 3°disco, il loro 3° salto negli '80, il loro 3°capolavoro! METAL UP YOUR ASS!!! |
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9
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Voto troppo BASSO per un disco che merita veramente |
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*ascoltarlo, perdonate il refuso... |
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Non riesco a smettere di ascoltare, mi sta prendendo in una maniera incredibile. Davvero consigliatissimo agli amanti dell'Heavy!  |
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Non male, non mi aspettavo il miracolo naturalmente, però si lascia ascoltare molto bene. Take Me Out Of This Nightmare mi piace un sacco. L'ultima però quasi per niente, potevano fare di meglio per chiudere l'album. |
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Per me è stata una delusione, ma non in assoluto solo rispetto a Diamonds. Mi aspettavo troppo forse... |
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Band che apprezzo molto. Non saranno i nuovi Mercyful Fate o Iron Maiden, per carità, ma per me questo disco si porta a casa un 80 proprio come il precedente Diamonds. |
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Album pazzesco dall inizio alla fine...85 |
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Leggermente inferiore a diamonds ma comunque nettamente sopra la media delle uscite heavy...ci sono almeno 4 canzoni esaltanti...voto 85 |
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In effetti, grande delusione rispetto a Diamonds, che reputo decisamente superiore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bells of Hades 2. Death Rides This Night 3. Run for Your Life 4. Mesmerized by Fire 5. Take Me Out of This Nightmare 6. Crystal Suite 7. Sacrificed 8. Silent Hour/ The Conjugation 9. Satan
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Line Up
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Olof Wikstrand (Voce) Adam Zaars (Chitarra) Joseph Tholl (Basso) Jonas Wikstrand (Batteria)
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