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27/04/25
THE LUMINEERS
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Hardline - Heart, Mind and Soul
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19/10/2021
( 921 letture )
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Heart, Mind and Soul è il titolo dell’ultima uscita degli Hardline, band capitanata dal pregevole singer Johnny Gioeli, unico membro rimasto della prestigiosa line up d’inizio anni ‘90. Quando ci si approccia a progetti di questo tipo, (ri)nati per volere di una casa discografica, sappiamo già cosa aspettarci. Inoltre bisogna considerare che l’attuale formazione degli Hardline è costruita a tavolino, pur essendo il frontman un musicista di tutto rispetto. In questo senso la presenza del tuttofare Alessandro Del Vecchio è eclatante. Tralasciando la necessità o meno d’intraprendere operazioni di questo tipo, a noi interessa valutare il disco in questione.
Se dovessimo analizzare punto per punto il titolo dell’album diremmo che in quanto all’elemento mente/testa ci siamo eccome, mentre cuore e anima sono impercettibili. La capacità di questi progetti sta nel realizzare canzoni orecchiabili, nonostante la presenza di parecchi arrangiamenti scontati e di costruzioni armoniche già sentite. Intendiamoci, non vi è alcun pezzo indimenticabile e il filler è perennemente dietro l’angolo, anzi diventa quasi fastidiosa l’alternanza che si è costretti a fare fra play e skip. Volendo fornire una tracklist consigliata potremmo partire dal singolo Surrender: brano di facile assimilazione con un ritornello sicuramente azzeccato e i tasti d’avorio ad illuminare la voce del cantante. Seguirebbe Like That, esemplare nel suo scopo poiché perfetta per le FM. Si tratta di un rock sofisticato retto alla grande dalla chitarra di Mario Percudani, la quale si prende la scena sul bell’assolo notturno. Per scaldare l’ambiente è ottima Waiting for Your Fall: pezzo finalmente rapido con una sezione ritmica sugli scudi e degli effetti spettacolari sull’efficace ritornello. Si è ancora costretti a saltare per raggiungere Heartless, brano profumato di quell’“hAORock” svedese di cui uno dei maggiori e migliori esponenti è Erik Mårtensson. Da inserire nella fantomatica playlist anche la successiva Searching for Grace: dolce ballata ripulita della consueta pomposità che svela il lato intimo e umano del gruppo. Infine chiuderemmo con We Belong, unica traccia acustica e vagamente genuina. Per quanto riguarda gli altri brani se non esistessero non se ne sentirebbe la mancanza, anzi dell’interminabile Heavenly faremmo decisamente a meno. Un brano melenso, dove gli effetti sulla voce di Gioeli superano il limite concessogli. Quest’ultima caratteristica, volente o nolente, è figlia della produzione iperpompata degli ultimi anni, che va ad incidere persino su una voce già potente e graffiante di suo come quella del cantante degli Hardline.
Ed effettivamente, tirando le somme, il giudizio positivo o meno di Heart, Mind and Soul risiede proprio nel gusto personale riguardante questo tipo di produzioni. Complice anche la presenza del producer multitasking Del Vecchio viene coltivato il suono “bombastico” dell’hard rock melodico attuale. Ne segue un sound talmente pulito da apparire finto, ma obiettivamente estremamente curato. Quindi, anche chi non appoggia questo metodo di lavorazione deve riconoscere che l’album è costruito egregiamente. L’obiettivo principale sembra essere il confezionamento di un disco che rispetti determinate caratteristiche, piuttosto che la composizione di autentici momenti di spessore.
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5
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Ho i primi 3 cd di questa band e mi sono fermato così. Già dal primo album al secondo c'è l'abisso di mezzo, figuriamoci ora che c'è solo il nome. |
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4
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Non mi è dispiaciuto, a me fa sempre piacere ascoltare gli Hardline. Gioeli sempre bravissimo e anche il resto della ciurma copre il proprio ruolo in maniera egregia. Certo hanno fatto di meglio, penso per esempio a Danger Zone (non scomodo il capolavoro Double Eclipse, era un’altra band praticamente). Qualche brano meglio di altri (i frangenti più melodici mi sono sembrati meno riusciti), non male nel complesso, ma neanche eclatante. Voto 73 |
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3
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Sono d'accordo con Adrian Smith, quello falso...in effetti sono tutti lavori di ottima qualità ma troppo simili e prodotti in modo industriale quindi si perde facilmente interesse |
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2
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Sinceramente la Frontiers sta esagerando con questi lavori freddi e a tavolino, quest’anno le uscite di Sweet Oblivion, Sunstorm e appunto Hardline sono un esempio di come forzare certi dischi sia controproducente.
Intendiamoci, la Frontiers e’ stata fondamentale negli anni per riportare alla luce grandi bands storiche e lanciare nuovi talenti, ma riscaldare le minestre non porta a nulla di buono.
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1
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Il primo disco eccezionale, secondo bello e terzo chesi salva per una manciata di brani, ma ora mi chiedo a chi interessano dischi del genere... una fabbrica di canzoni in cui cambia il cantante e poco altro. Non che non ci siano canzoni carine e ascoltabili, ma ormai sembrano le canzoni di liscio, tutte uguali... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fuel to the Fire 2. Surrender 3. If I Could I Would 4. Like That 5. Heavenly 6. Waiting for Your Fall 7. The Curse 8. Heartless 9. Searching for Grace 10.‘80s Moment 11. We Belong
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Line Up
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Johnny Gioeli (Voce) Mario Percudani (Chitarre) Alessandro Del Vecchio (Tastiere, cori) Anna Portalupi (Basso) Marco Di Salvia (Batteria)
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RECENSIONI |
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