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27/04/25
THE LUMINEERS
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Skylark - Divine Gates Part I: Gate of Hell
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28/05/2022
( 1239 letture )
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Eddy Antonini è un personaggio particolare, amato da pochi e criticato da molti, dal carattere schietto e diretto, che fu in grado di dare alla luce diversi dischi a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Di formazione classica e divenuto grande appassionato di hard rock e metal, nonché penna dell’allora imprescindibile rivista cartacea Flash (rivista diretta dal compianto Klaus Byron), Eddy Antonini diede alla luce la propria creatura Skylark, dedicando tempo e passione in un periodo davvero fiorente per la scena internazionale in generale e tricolore in particolare, si pensi alla circa contemporanea esplosione di bands come Labyrinth, Rhapsody, Eldritch e Secret Sphere. Non era raro imbattersi per le strade di Milano in un ragazzo con una maglietta rossa degli Iron Maiden, ora cantando brani di Bon Jovi a squarciagola con le cuffie in bicicletta o diretto a un concerto al Rolling Stone, al Rainbow o al Binario Zero, allora mete di riferimento per i tanti metalheads del capoluogo lombardo. Eddy costruì un personaggio decisamente discusso e talvolta sopra le righe nei propri commenti diretti e nelle proprie opinioni schiette, ma certamente anche apprezzato da molti specialmente grazie alla volontà di osare e di seguire le proprie ambizioni e passioni.
Gli Skylark nel 1999 giunsero alla terza prova in studio che fu l’inizio di una trilogia a nome Divine Gates, un ambizioso progetto supportato dalla Underground Sym-phony che esordì proprio con questa Part I: Gate Of Hell, in quella che rappresenta una delle primissime se non la prima vera e propria metal opera con diversi personaggi ed ospiti, tra cui ci-tiamo Roberto Tiranti (Labyrinth) e Folco Orlandini (Mesmerize, Time Machine) come interpreti alternati alla voce principale costituita da Fabio Doz-zo. La parte compositiva è saldamente affidata a Eddy Antonini, strumentalmente impe-gnato alle tastiere, piano e clavicembalo, con Fabrizio “Pota” Romani alla chitarra (talvolta assieme all’altro ospite, il compianto Vic Mazzoni), e una sezione ritmica compatta e avvezza al metronomo veloce composta da Roberto “Brodo” Potenti (fedele compagno di avventure musicali di Antonini negli anni) al basso e Federico Ria alla batteria. Undici pezzi, compresivi di intro e brevi intermezzi, per cinquanta minuti di power metal melodico e sinfonico sal-damente ancorato alle tastiere di Antonini, con uno scorrevole alternarsi di voci su trame spes-so richiamanti primi Stratovarius, Helloween e Angra. E’ Fabio Doz-zo a far da principale narratore nei primi brani, tra cui spicca l’opener e neoclassicheggiante Welcome, la power e sinfonica The Triumph che nei nove minuti di durata richiama di-versi elementi che faranno da padrone nella discografia degli Skylark, nonché la sparata e anthemica Belzebù, sorretta da una sezione ritmica veloce su cui le tastiere e il clavi-cembalo di Antonini fanno da padrone, ben condotta da Dozzo tra inserimenti di altre voci ospiti e un finale teatrale. La parte centrale del lavoro è caratterizzata invece da un set di brani più brevi se non addirittura intermezzi, in cui si fa spazio Folco Orlandini specialmente in fran-genti melodici e tastieristici come The Last Question o I Can’t Find Love Tonight, men-tre la velocità torna a farsi vorticosa nei due minuti scarsi di Earthquake, neoclassicheggiante e tirata con buoni duelli tra Antonini e Romani. In chiusura trovano spazio altri due brani significativi dello Skylark sound come Why Did You Kill the Prin-cess e Dance of Stars, molto Helloween e Stratovarius, marchiate da un uso di piano e clavicembalo in combinata con le tastiere di Eddy, vero mastermind del lavoro, nonché da soli di spessore di Vic Mazzoni.
Questo lavoro rappresenta in definitiva il primo lavoro professionalmente e altamente in termini quali-tativi registrato e prodotto dagli Skylark (con addirittura una versione digibook apribile in formato maxi, a dar spazio all’artwork ricercato da parte di Luis Royo), anche gra-zie al lavoro di Frank Andiver in consolle, nonché un ottima rappresentazione della scena power e symphonic metal dell’epoca. La combinazione di ambizione, sfrontatezza e passione, con una buona dose di spontaneità e alcune ingenuità/imperfezioni (si pensi a una pronuncia talvolta approssi-mativa dei cantanti o a volumi di tastiera talvolta fin troppo dominanti) rendono comunque questo la-voro tra i picchi della discografia degli Skylark, se non proprio il loro disco più rappresentativo, perché diede il via a una carriera capace poi di prendere il volo negli anni Duemila grazie a un buon successo raggiunto specialmente in Giappone, con introduzione nel tempo di sonori-tà più melodiche e a un innesto marcato di varie voci femminili che hanno finito per diluire in modo sostanziale il trademark degli Skylark di inizio carriera e portare la band a qual-che scivolone. E il Giappone è proprio la terra in cui Eddy Antonini ha deciso recentemente di trasferirsi pur allontanandosi dal progetto Skylark e dalla scena hard rock e heavy metal in generale. Chissà se ricomparirà prima o poi con l’immarcescibile t-shirt rossa degli Iron Maiden a mettere di nuovo un po’ di pepe e della piccata critica alla scena heavy con-temporanea.
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3
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In effetti i pezzi migliori degli Skylark che ho sentito vengono da questo disco e dalla seconda parte ovvero il disco dopo.
"Why did you kill the princess" fu il loro primo pezzo che ascoltai ed é quasi interamente cantato da Roberto Tiranti... anche questo ha fatto tanto.
Sul resto non mi esprimo, visto che ho sempre preferito altri gruppi Power.
@Adrian Smith: La cosa di Eddy in Giappone la trovo interessante pure io, mi fa piacere per lui visto che il suo mercato di riferimento é sempre stato quello. |
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A mio avviso e assieme al successore, i loro lavori migliori, poi piu’ bassi che alti. Interessante leggere che Eddy Antonini vive ora in Giappone. |
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1
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A mio avviso e assieme al successore, i loro lavori migliori, poi piu’ bassi che alti. Interessante leggere che Eddy Antonini vive ora in Giappone. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Welcome 3. The Triumph 4. Belzebú 5. The Last Question 6. Earthquake 7. I Can’t Find Love Tonight 8. Satan Arise 9. Why Did You Kill the Princess 10. Lift For the Sky 11. Dance of Stars
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Line Up
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Fabio Dozzo (Voce) Fabrizio “Pota” Romani (Chitarra) Eddy Antonini (Piano, Tastiera, Clavicembalo, Voce) Roberto “Brodo” Potenti (Basso) Federico Ria (Batteria)
Musicisti Ospiti: Folco Orlandini (Voce) Roberto Tiranti (Voce) Giovanni De Giorgi (Voce) Monica Golfetto (Voce) Marina Maggioni (Voce) Vic Mazzoni (Chitarra)
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