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27/04/25
THE LUMINEERS
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Elektradrive - ...Over the Space
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04/06/2022
( 1085 letture )
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Il debutto degli Elektradrive, datato 1986, praticamente otto o nove ere geologiche fa. Compreso sound, modo di scrivere e riuscita finale dell’album. Su questo esordio non sfuggono i nomi inglesizzati dei singoli membri della formazione, che restano sempre loro, Maugeri-Falovo-Manassero-Turolla-Jorio, un tipico vezzo delle band nate in quel periodo, con tanta voglia di America tra le dita. Oggi fa sorridere questa cosa, ma all’epoca il credo attanagliava tanti act smaniosi di emergere, celando la propria provenienza, visto che lo stivale italico era comunemente considerato, all’estero, il quarto mondo in ambito di hard and heavy per possibilità, riuscita, fama e strutture. Il quintetto, dopo alcuni demotape, singoli e varie partecipazioni ad heavy compilation tricolori, altro dettaglio sparito per sempre dalla scena, si getta a capofitto sul 33 giri d’inizio carriera che viene patrocinato dalla Discotto Records e vede una copertina intrigante con tanto di graffio a tagliare una tela. Chi conosce la band per i successivi, fantastici lavori, farà fatica a rinvenire il DNA puro che prende vita su questi solchi e che si trasformerà negli anni a venire: nessuna traccia qui di AOR o soluzioni sofisticate con melodie vellutate, ma tanto hard rock con punte heavy che fanno il verso alla NWOBHM e danno natali e credibilità a Simone e soci.
Over the Space è un disco opera prima e come tutti gli esordi qualche problema lo possiede, a parere mio sound e dinamiche su tutto, ma mostra un combo che già sapeva il fatto suo e che suona grezzo, compatto e con spiragli melodici interessanti che matureranno nel tempo: la stoffa c’è e si sente. Intro e poi parte la schitarrata di Secret of the Holy Grave dove la profondità della voce di Maugeri colpisce subito e la struttura sostiene punte melodiche aspre e cariche di delay, con le tastiere belle presenti e ritmi sostenuti. Time Machine è un up tempo composito che mostra intonazioni alla Ronnie James Dio, tanto di moda in quel frangente storico ed usate spesso in questo lavoro e cori che preludono ai passaggi futuri. Lo dico sottovoce, sarebbe stato interessante riregistrare ed editare questo primo passo vinilico con l’impronta della band in epoche successive. Lord of the Rings vede la voce sintetizzata aprire il brano, subito colpito duro da una cavalcata heavy e passaggi alla Iron Maiden con un bel guitar solo, mentre la strumentale Fortune Teller gode di una chitarra elettrica in primo piano che svisa liberamente, con l’acustica che fraseggia in sottofondo, creando belle atmosfere. Snake (Slip On..) è un grande pezzo qui, e ancor di più in una compilation della Dracma Records per cui venne riregistrata, ma già sono presenti stilemi di classe e personalità che emergono senza lasciar spazio a dubbi, grazie all’incedere maestoso e alle prove d’ensemble e dei singoli membri, con un solo di key gustoso, peculiare e molto spaziale, in Against the Stream la solidità heavy viene penetrata dalle stilettate delle tastiere onnipresenti, la song cresce e diventa molto ritmata, sempre Dio-oriented in fase vocale, e con un refrain corale di ottimo pregio. Take Off è altro scampolo instrumental-spaziale e va detto, molto ben riuscito, la title track rilascia effluvi iniziali alla David Bowie epoca astrale, poi parte una nuova cavalcata in salsa borchiata con chiodo in evidenza, e solo della sei corde forsennato, una struttura, però, che pecca alquanto come resa sonora e profondità. Song For A Feeling scocca da una mini song vocale, che prende spunto da un falsetto e coralità soul notevoli che gettano nel terreno semi che si dischiuderanno clamorosamente in futuro, poi Clash of Tytans vede un impasto assai buono tra key e chitarra con un basso corpulento e la voce di Elio Maugeri che doma ogni singolo granello di polvere e solo-guitar scatenato, poi Midnight Passage chiude la scaletta con un breve outro strumentale per chitarra.
Over the Space è un lavoro sicuramente ben costruito, influenzato, inevitabilmente, dal metal britannico imperante, rinato potente e salutato con favore da tutti i rocker dell’epoca, ma mostra già i primi germi di una certa sorgente melodica che divamperà nella sala prove della band, catturando, totalmente, la vena scrittoria dei cinque musicisti torinesi. Un bel passo iniziale, senza questo ellepì gli Elektradrive non sarebbero mai diventati ciò che sono stati. Vale la pena riascoltare questi 12 pezzi, anche se con il secondo disco in studio detoneranno a livello europeo, sia per critica che per elevata affezione da parte dei fans.
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9
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Mamma mia, ma siete proprio ossessionati dai Maneskin. Fatevi curare. |
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8
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Dare 70 a questo album è scandaloso...evidentemente i Maneskin sono più bravi di loro. |
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7
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Bellissimo album!! 85 di sicuro!! |
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6
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Un ottimo compromesso tra heavy rock e melodic rock, anche per me il voto e' un po' basso, ma forse il recensore preferisce la netta svolta aor che arriverà' con Due, forse per certi versi più' maturo |
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5
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Esordio coi fiocchi. Diverso da Due, questo è più heavy sicuramente, ma, al netto delle differenze stilistiche e di una produzione limitante, io non sento una grande inferiorità stilistica rispetto all’album successivo, ritenuto il loro migliore. Esordire con pezzi come Lord of the Rings, Secret of the Holy Grave o Clash of Tytans non è poca cosa, e comunque sia, come dice Hard&Heavy qui sotto, zero filler. Voto 83 |
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4
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Ma scusate, dare quasi 100 a Living 4 e solo 70 a questo proprio è un pugno nell'occhio. Come si fa? |
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3
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senza alcuna offesa al recensore ma 70 è veramente basso come voto, per me un album riuscito in tutto e per tutto. Come album d'esordio c'è da inchinarsi per la bellezza delle canzoni nessun filler, la chitarra e le tastiere imprimono melodie leggendarie. Voto 85 SU 100. |
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2
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...un bel disco....ma preferisco "due".....grande band.... |
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1
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Resa sonora deficitaria ed è davvero un peccato, perché con una buona produzione sarebbero risaltati alcuni particolari che avrebbero potuto fare la differenza. Vero anche che al niveau compositivo non si brilla per originalità... comunque 70 mi sembra un po' basso |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro: Beginning 2. Secret of the Holy Grave 3. Time Machine 4. Lord of the Rings 5. Fortune Teller 6. Snake (Slip On...) 7. Against the Stream 8. Take Off 9. Over the Space 10. Song For A Feeling 11. Clash of Tytans 12. Midnight Passage
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Line Up
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Elliot Joe Mauger (Voce) Dudgie Simon (Chitarra) Eugene Chamton (Tastiera) Steve Houck (Basso) Alex Jorio (Batteria)
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