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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Qui c’è la storia, questi sono solchi leggendari. Stop! Un disco come Due dovrebbe venir suonato nelle scuole per spiegare cosa significa essere italiani e fare AOR. E pensiamo che si era nel ‘89: solo chi ha vissuto in prima persona quei tempi può capire pienamente il valore di queste mie parole. Gli Elektradrive sono entrati di diritto nell’olimpo del mito, una band nata nel ‘83 che dopo aver pubblicato nel ‘86 l’esordio discografico, Over the Space, platter molto british, con Discotto Records, fallita miseramente poco dopo, seppe affinare e reinventarsi, editando questa assoluta meraviglia. Nel 1988 la band comincia a lavorare sui pezzi del nuovo lavoro da studio, Due, che vede la luce nel maggio dell'anno successivo per Minotauro Records. Il disco ottiene recensioni entusiastiche sulla stampa specializzata nazionale ed estera, piovono lodi trascinanti da ogni angolo del mondo, arrivando addirittura a conquistare la massima votazione sul magazine britannico Kerrang! (la bibbia del metal europeo).
Back on the Road, apre in maniera prepotente, con una ricercatezza di melodie sapientemente dosate alla potenza che incorona, da subito, il quintetto sabaudo. Tastiere in evidenza che spalancano lo scenario alla voce di Elio, singer sopraffino, e a una chitarra tutt’altro che confinata, mentre basso-batteria ci danno dentro rinforzando un testo che ripercorre la storia del gruppo. St. Valentine's Day possiede un riffing pressante, con un Simone Falovo che si fa valere mentre cori e voce volano e il ritmo sale di pressione, Sunset Boulevard viene dedicata al sogno americano dei ragazzi, un rock segnato da chitarre insistenti e un solo alla Steve Vai, break di basso e controstacchi all’insegna della melodia avvolgente. Wild West è un’eccezionale traccia marcata dai sapori del ovest, sviluppo con tanto di armonica e una performance globale da strabuzzare le pupille. Sotto l’occhio di bue, Elio, con la sua voce piena e un chorus a mille carati montato ad arte da strofe effettate: un ritornello da brividi che sfoggia arrangiamenti superiori. Right or Wrong è imperniata su chitarra e voce che pesca nuovi orizzonti assai piacevoli, mentre subito dopo giunge il capolavoro di questo cd, eccoci a A Man That Got No Heart con testi contro la pedofilia e melodie supreme che diventano commoventi nel bridge e devastano l’empireo nel ritornello: ecco la stoffa pregiata dei fuoriclasse. Ancora oggi, dopo oltre vent’anni, questo pezzo sconvolge, Maugeri volteggia sulle teste di tutti noi umani e imprime accenti brividosi, mentre il solo guitar continua l’effetto. La titletrack Due appare ritmata e compatta, molto hard rock, cavalcate e aperture di keys condite da un finale marziale, mentre The Magic Lamp, gode di atmosfere alla E.L.O. di Discovery, cori arcani, un organo perennemente in sottofondo che la fanno apparire meno immediata rispetto al precedente lotto di track ma che lascia segnali affascinanti, nell’inciso un po’ spaziale. Il timing è praticamente planato al “the end” senza manco accorgersene, ma c’è ancora un’ultima gemma a rinfocolare ammirazione: Dream On, lento ispiratissimo sui tasti del pianoforte di Manassero, si snoda lasciando graffi di malinconia e flavour da masterpiece. La prova di Elio è da circolettare in rosso, poi sono solo melodie eccezionali, armonie immense, in un chorus che meritava la testa delle classifiche Usa, e una chitarra piangente manovrata benissimo da Simone. Una song che tanti grandi nomi avrebbero voluto scrivere. Un sigillo senza tempo questo Due, disco portentoso di AOR-Hard dalla prima nota suonata fino all’ultimo filato di Elio Maugeri, passando attraverso chitarre taglienti, keys ottime e una sezione ritmica brillante. Probabilmente ciò che manca è una produzione ancora più raggiante in grado di enfatizzare alcuni accenti, ma l’anno era l’89.
Due si rivela come il lavoro più venduto degli Elektradrive e, nel dicembre del ‘89 la band apre al Palasport di Torino per Manowar, Sabbat e Shy (io ero presente). Il platter viene distribuito in Europa dalla Semaphore Records, e in quella stessa estate i ragazzi suonano alcuni concerti a Los Angeles, ottenendo ulteriori approvazioni dalla critica che li consacra come realtà hard tricolore più votata dai giornalisti di settore in madre patria. Due verrà poi ristampato, in contemporanea con la pubblicazione di Big City in Giappone, nuovamente in Europa grazie alla teutonica Long Island Rec. che preparerà una confezione estremamente accattivante, rimpolpata da ben 4 bonus track e un intro; versione questa praticamente introvabile oggi. Due è ancor oggi l’essenza degli Elektradrive, provare per capire!
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Possiamo dire con ragionevole certezza che a livello di songwriting è uno dei dischi Aor più belli di sempre? Io dico di sì. St.Valentine day, Sunset boulevard e Wild west sono spettacolari ancora adesso, ma anche le altre non scherzano. Fossero stati americani, (siamo nel 1989, anno ancora buono per il genere) con una produzione e una copertina all\'altezza avrebbero spaccato. Menzione particolare per la voce, splendida. Conservo ancora il vinile. Per me 90
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Orgoglio italiano, peccato che li conosce poco un cazzo di nessuno, |
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Autentico capolavoro dello AOR degno di essere inserito a pieno titolo nella Hall Of Fame del genere |
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...disco strepitoso.....ho il vinile...e lo conservo gelosamente...un pezzo di storia dell'hard rock italico..... |
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tooth and nail (dell'84) 72 per la produzione..Due (dell'89) 93.. seppur la produzione è di gran lunga inferiore e scadente di Tooth and nail!! Diamo a cesare quello che è di cesare! I voti più "corretti" oggettivamente potrebbero essere: 80/85 a Due, che è molto bello, niente da dire, ma non un capolavoro, 90 a Tooth and nail che è a capostipite di un genere. P.s. chissenefrega della produzione comunque! Allora And Justice for all o il primo Maiden non meriterebbero quello che hanno ottenuto solo per la produzione?? |
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già..ti ho chiamato io.. comunque siamo fratelli di kiss..forse sono io che non apprezzo il genere.. anche se mi piacciono e molto toto,journey,foreigner, h.e.a.t..lionsville..sarà..ma x tornare a quel lontano concerto..ti ricordi quanti sputazzi si presero gli Shy,per esempio.. |
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Warrior 63...fino ad ora nn sono intervenuto...ma visto che mi chiami in causa...eccomi....io ero a quel concerto e non i pare accadde ciò che dici..la band mise in campo una ottima performance....concludo solo dicendo a chi afferma che il gruppo è sopravvalutato...possibile che critici e giornalisti di mezzo mondo nn capiscano un tubo affibbiando rece entusiastiche e magnificando la loro musica...compreso il Giappone>? Meditiamo su questo punto..... |
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caro frankiss, anche io ero presente a quel concerto,e mi ricordo bene che effetto ebbero gli elektra sul pubblico...mancavano solo le uova... |
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Per la serie: a dare lezioni di AOR non ci sono solo i Journey, Toto, Mark Free ecc...''Due'' potrebbe tranquillamente ricavarsi un posto nella Top Ten dei migliori album AOR di tutti i tempi, Voto perfetto 93. |
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drmetallo: fidati, l'ho visto a distanza ravvicinatissima più volte suonare assoli di Vai in diversi negozi di strumenti musicali torinesi. Che poi su disco dovesse mediare e controllarsi è un altro discorso. |
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@therox68: a me vi dirò che falovo non ha mai fatto impazzire, i soli (forse anche perchè la registrazione non gli rendeva giustizia) non mi sono mai piaciuti granchè, non li trovo granchè significativi. Tipo mi viene in mente il solo di Back On The road e di Still remember da Big City...uhm...secondo me non sono il massimo. Però grandi riff e massimo rispetto per la band, grandissima! Peccato abbia fatto in 30 anni solo 4 album |
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voto piu basso a questo di Living 4..why? Questo album è in assoluto l'apice degli Elektra |
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anche io ero presente a quel concerto a Torino, mi ricordo bene gli insulti e gli sputi che si sono presi sia loro che gli Shy... |
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Un capolavoro!!! Bellissima recensione, gli Elektra meriterebbero più successo!! \m/ |
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Mitico Frankiss hai tirato fuori un capolavoro! Grazie |
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Anch'io credo di averli visti dal vivo, mi sembra allo Sttudio 2. Troppi anni fa... Grande chitarrista Simone, sapeva rifare tutti gli assoli di Eat'em And Smile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Back On The Road 2. St. Valentine's Day 3. Sunset Boulevard 4. Wild West 5. Right Or Wrong 6. A Man That Got No Heart 7. Due 8. The Magic Lamp 9. Dream On
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Line Up
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Elio Maugeri (Voce) Simone Falovo (Chitarre, Cori) Eugenio Manassero (Tastiere, Cori) Stefano Turolla (Basso, Cori) Alex Jorio (Batteria, Cori)
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