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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Vader - The Ultimate Incantation
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17/12/2022
( 1938 letture )
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A dare il via alla prosperosa scena death polacca furono senza dubbio alcuno i Vader agli albori degli anni Novanta, creando volontariamente o inconsapevolmente quella che negli anni a seguire verrà identificata come una vera e propria scuola musicale, un suono con tratti somatici netti e caratteristici. Ecco quindi che The Ultimate Incantation vide la luce esattamente trent’anni orsono e fin da subito si pose non solo come tassello essenziale nella discografica quanto mai prolifica della band del buon Piotr, ma anche come fondamenta primaria di una successiva ramificazione musicale, il death polacco per l’appunto.
La qualità principale che viene carpita fin dal primo ascolto è che The Ultimate Incantation è un album profondamente genuino, a partire da una produzione sporca e un po’ grezza, dall’affascinante suono globale analogico. A farla da padrone sono le chitarre, ronzanti e onnipresenti, la batteria del quanto mai rimpianto Doc è potente in ogni sua sfumatura, dall’inconfondibile suono fatto di legno e metallo ma soprattutto, a poter stupire i fans (venuti in seguito) è la voce di Piotr, quanto mai distante dall’inconfondibile timbrica che ne caratterizzerà in maniera unica la carriera negli anni a seguire.
Compositivamente parlando invece la genuinità prima accennata va di pari passo a una propositiva ingenuità causata principalmente dalla giovane età dei polacchi e dalla mancanza di esperienza generale. L’album è quanto mai derivativo dell’allora scena americana: su tutto le influenze di Slayer, Deicide e Morbid Angels aleggiano in maniera più che percettibile. Dalle intenzioni alle atmosfere, il disco ha un sapore molto più americano che europeo, sempre contestualizzato al periodo storico di uscita. Dietro a tutto ciò c’è un "però", un grande "però". I brani sono dei veri e propri ordigni bellici che esplodono in rapida successione, un attacco frontale che annichilisce per la rapidità e la furia di intenti. Immediatamente dopo l’intro, Dark Age si dipana in tutta la sua violenza sonora, seguita a ruota da una altrettanto granitica Vicious Circle. Nel disco sono contenuti, poi, brani che nel corso degli anni sono divenuti dei must per il combo polacco: The Crucified Ones, Reign Carrion ma anche Decapitated Saints e Demon’s Wind. Tutte le composizioni sono trainate in maniera massiva da un drumming inesauribile e sostenuto e da un riffing generale piuttosto articolato ed elaborato, ma mai fine a se stesso ed anzi, produttore di una carica tensionale continua e molto elettrica. I soli che si ergono durante i brani tributano in maniera voluta o meno i migliori Hanneman&King, tuttavia possono essere ben considerati in un contesto fortemente influenzato quale fu questo The Ultimate Incantation.
A render questo disco così unico a suo modo è proprio questo insieme di spontaneità, di genuinità e di trasparenza di intenti. Nei dodici brani è racchiusa una primordiale e vulcanica cattiveria musicale, una tecnica compositiva ed esecutiva ancora grezza, da smussare, ma al contempo pulsante e vivida. The Ultimate Incantation corre veloce, piacevole, con rinnovata ed infinita carica, i quattro ci sapevano fare eccome e ricordiamo un ultimo e basilare concetto: la band non voleva esser "clone di" o "simile a" seppur le influenze siano ben evidenti: i Vader volevano esser conosciuti semplicemente come tali e la missione fu più che compiuta. Un disco fondamentale, un cardine fondamentale, per capire una scena sviluppatasi poi totalmente attorno ad esso.
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7
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Assoluto capolavoro, il primo della loro meravigliosa discografia (almeno fino a \"Litany\" son tutti tali), e personalmente è anche il mio preferito. Uscito solo nel \'92, in nettissimo ritardo rispetto al loro anno di formazione (metà anni 80!!!) e infatti si sente chiaramente che è parecchio rifinito e curato, sembra un lavoro di una band con vari anni di esperienza, e non un debut! Il retaggio slayeriano c\'è eccome (i Vader nacquero come band cover degli Slayer), sia nei riff che negli assoli, fulminei e diabolici, e il loro death metal è infernale e demoniaco come pochi si sentivano! Un debut che ha fatto scuola e che già mostra tutta la loro furia e il loro odio antireligioso, attraverso composizioni che sono diventati classici della loro carriera, come \"Dark Age\", \"Vicious Circle\", \"The Crucified Ones\", \"Final Massacre\", \"Chaos\", \"Decapitated Saints\", \"Breath Of Centuries\", una vera collezione di inni diabolici e infernali, che trasmettono una carica incredibile! A livello di stile e di tematiche, l\'ho sempre considerato \"l\'Altars Of Madness europeo\", il che è tutto dire! Per tutti noi deathster devoti!!! |
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6
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Ascoltato un bel pò di volte. Il disco non è male ed è bello potente, ma il songwriting un pò debole e la prolissità della proposta rendono pesante l\'ascolto. Non sono gli Angel Corpse. Nonostante siano i primi anni 90 secondo me c\'era già di molto meglio. In ogni caso un buon disco e un classico del Death old school. 78/100 |
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5
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Recuperato. Non me li ricordavo così Slayeriani. Devo sicuramente ascoltarlo meglio comunque mi è piaciuto. |
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3
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Il disco purtroppo lo devo recuperare, ma la band la conosco bene avendola vista dal vivo almeno 5/6 volte. Bravi. |
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2
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Esordio bomba! L’inizio di una carriera che ancora oggi, tra tante luci e quasi nessuna ombra, va alla grande. Le influenze americane citate nella recensione sono evidenti, non inventano nulla, ma il valore di pezzi clamorosi come Dark Age, Final Massacre, Chaos o The Crucified Ones è indiscutibile e rende quest’album a tutt’oggi un picco della loro discografia, insieme al successivo De Profundis e a Litany. 90 anche per me. |
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1
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Voto giusto per un discone che è Storia.....
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Creation (Intro) 2. Dark Age 3. Vicious Circle 4. The Crucified Ones 5. Final Massacre 6. Tetsimony 7. Reign Carrion 8. Chaos 9. One Step To Salvation 10. Demon’s Wind 11. Decapitated Saints 12. Breath Of Centuries
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Line Up
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Piotr Wiwczarek (Chitarra, Voce) Jaroslaw Labieniec (Chitarra) Jacek Kalisz (Basso) Krysztof Raczkowski (Batteria)
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