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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Vader - Black to the Blind
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( 5069 letture )
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Creare il corrispettivo di Reign In Blood nel death metal? Per i Vader, nel 1997, era una vera e propria meta, tanto che ci erano andati molto vicini con il loro terzo album Black to the Blind: artwork infernale e sinistro, dieci tracce per trenta minuti di metal estremo concentratissimo e inverosimilmente intenso, caratterizzato da riff oscuri ed effusivi, groove d’impatto apoplettico, nonché linee vocali persistenti nella memoria grazie a un gusto strutturale lineare e immediatamente riconoscibile; infine, anche gli assoli, dissonanti e caotici, contribuiscono ad avvalorare l’asserzione d’apertura e dimostrano un approccio tutt’altro che dissimile da quello del capolavoro slayeriano.
L’intensità di questo classico dei leggendari deathster polacchi rende il capolavoro in questione assolutamente unico, anche se forse trascurato nella discografia della band, tra il celebrato e altrettanto violento predecessore De Profundis e il successivo e più moderno Litany, uno dei lavori più noti della band, soprattutto nel periodo antecedente la prematura dipartita del talentuosissimo batterista Krzysztof Raczkowski, a tutti noto come Doc, alla cui memoria questa recensione è totalmente dedicata. Considerazioni secondarie a parte, mi preme riportare all’attenzione del pubblico estremo questo lavoro, che pur avvicinandosi ormai alla maggior età con quasi diciassette anni dalla sua creazione, resta un esempio attualissimo di death metal dinamico, nonché ottimamente suonato e prodotto. Black to the Blind è a dir poco paradigmatico per lo stile del quartetto di Peter e soci. Uno degli aspetti più evidentemente curati e messi in gioco riguarda la struttura tempistica dei pezzi, che pur non raggiungendo durate notevoli (mantenendo una media di circa tre minuti) esauriscono una creatività e una fantasia ritmica eccellente, contrapponendo tempi lenti e sulfurei a lanciatissime rincorse in blast beat, ricadendo poi spesso su up tempo molto coinvolgenti in stile thrash, sempre interpretati con il giusto compromesso tra le radici old school della band e lo svecchiamento che essa intende dare alle sonorità da cui trae ispirazione. La ricerca chitarristica è assolutamente priva di eccessive pretese tecniche, saccheggia generosamente i padri thrasher del suono dei Vader, da Slayer e Kreator a Dark Angel e Possessed, per poi comprimere in piena chiave death metal tutta la sua aggressività in un concentrato di riff in tremolo picking taglienti come rasoi e groove irresistibili. Il tutto senza perdere contatto con quella linearità di base che rende l’intransigente death metal dei Vader così saturo di quella spontaneità thrash da rendere ogni pezzo immediato ed efficacie. Ma ancora di più il gusto, la maturità compositiva e la passione dei quattro riemerge nelle linee vocali e nei chorus, davvero perfettamente pensati e incastonati in questo amalgama luciferino.
Fin da Heading for Eternal Darkness, i Vader giocano sulla contrapposizione di mid tempo da headbanging inarrestabile e blast dalle velocità assolutamente impressionanti, chiaramente marcati dallo stile di Doc. Uno dei pezzi più interessanti e divenuto un cavallo di battaglia del gruppo polacco è invece il breve ma densissimo Carnal, che lascia spazio a parti vocali semi-recitate a strumenti fermi, per poi contrapporre a questa originale scelta la potenza furiosa del death metal portato ai suoi estremi di velocità. Ogni pezzo dimostra carattere, alcuni spiccano per personalità su altri più lineari, ma non vi sono cali di tensione, così che l’elettrica continuità che rende quest’album così solido non sia mai interrotta da cali d’ispirazione o momenti di filler. Tra queste considerazioni, l’ascolto scorre veloce e i nervi si contraggono al ritmo di queste cavalcate furenti tra gli abissi della spiritualità umana impietosamente dissacrata dai Vader. È assolutamente da evidenziare la spettacolare Foetus God, in cui le urla di Peter riempiono i magistralmente misurati stacchi nel continuum intensissimo della canzone; è una scelta spesso vincente nei chorus di questo album, come si può sentire anche nella successiva The Red Passage, uno dei pezzi più riusciti del disco. Bisogna aspettare l’ultimo secondo della spettacolare Black To The Blind, forse l’episodio più strutturato e maturo del disco, perché si possa trovare respiro da una tensione altresì non scalfibile lungo tutta la durata dell’ascolto.
Black to the Blind rappresenta uno dei dischi migliori dei Vader, nonché un esempio avvincente di death metal intenso e aggressivo, assolutamente da rivalutare da parte di ogni fan di queste sonorità, sebbene l’approccio feroce e immediato di questo album sarà apprezzato anche da chi è estraneo a questo genere.
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4
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Riascoltato oggi. Tra i primi quattro è quello che mi piace meno, un pizzico di varietà in più non guastava, ma rimane sempre un album bello devastante. 30 minuti scarsi di mazzate senza tregua. Voto 82 |
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3
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Album mostruoso! Dieci mazzate praticamente perfette! |
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2
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Non lo considero fra i loro tre migliori dischi, però è un disco indubbiamente valido (vabbé che lo sono quasi tutti). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heading for Internal Darkness 2. The Innermost Ambience 3. Carnal 4. Fractal Light 5. True Names 6. Beast Raping 7. Foetus God 8. The Red Passage 9. Distant Dream 10. Black to the Blind
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Line Up
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Piotr "Peter" Wiwczarek (Voce, Chitarra) Maurycy "Mauser" Stefanowicz (Chitarra) Leszek "Shambo" Rakowski (Basso) Krzysztof "Doc" Raczkowski (Batteria)
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