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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Sfregio - Fagioli e Sangria
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18/01/2023
( 6834 letture )
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Se non vi sono scesi ancora i postumi di Capodanno, o se non avete smesso di bere da allora, questo è il disco che fa per voi: gli esponenti più ignoranti e alcolemici del metal demenziale sono tornati con un album inedito, il quarto, ben sette anni dopo l’ultimo Stronzi, uscito quando la band di Genova aveva già cessato l’attività. Ripartiti nel 2021 con la formazione originale, gli Sfregio pubblicano una compilation e, l’anno successivo, l’EP Due, inglobato nel qui presente Fagioli e Sangria. L’album è completato da tre estratti live, il che porta gli inediti a sei, compreso un breve interludio. Ma poco importa in fondo, la poca freschezza temporale della proposta è ampiamente compensata dal marciume generale.
Basta infatti premere il tasto play per capire che nulla è (fortunatamente) cambiato. Nel giro di pochi secondi, i Nostri infilano già la prima bestemmia e partono a razzo con il loro sedicente porno alcoholic thrash’n’roll, robusto miscuglio di heavy e punk, per la verità più “roll” che “thrash”, solido e ottimamente eseguito. Colpisce la qualità del suono, dove emergono chiari e distinguibili tutti gli strumenti, cementati in un insieme compatto e plasmato dal peso innegabile dell’esperienza. Un ottimo tiro insomma, ampiamente replicato dai testi, vero punto nevralgico della proposta del Quartetto ligure. Che non ha visibilmente cambiato i propri centri di interesse -fondamentalmente tre: l’alcool, il coito e l’erba. Stiamo pur sempre parlando di un gruppo il cui logo è composto di falli, ciò che riassume perfettamente il contenuto di Fagioli e Sangria: dall’eterno elogio al nettare rosso (Vino) alle classiche tirate contro la polizia -spoiler: si parla di bere al volante (Luci Blu) passando per disgustosi aneddoti autoreferenziali (Robotti) e il buon vecchio umorismo fecale (la title-track), gli Sfregio non si risparmiano, sfoggiando un pugno di canzoni dalla volgarità rara e, soprattutto, decisamente esilaranti. Spiccano in questo contesto la prima Vado al Fiume, dove i Quattro ci spiegano perché preferiscono il fiume alla spiaggia (vi lasciamo immaginare i motivi, a questo punto non dovrebbe essere difficile), e la groovy Vecchio sì, Vecchio no, fiero brano hard rock sui benefici inaspettati della vecchiaia, unica vera indicazione che i Quattro non sono più dei ragazzini.
Chi già conosce gli Sfregio lo sa benissimo, non bisogna aspettarsi fino humor britannico o chissà quali invenzioni musicali, ma se apprezzate l’umorismo sotto la cintura e del solido rock ben suonato, allora c’è da divertirsi. Il gruppo ligure riprende con decisione la strada percorsa prima dello scioglimento, facendo (bene) quello che sa fare meglio con un pugno di brani che è difficile scacciare dalla testa. Ideale per accompagnare bevute di ogni sorta (tranne che alla guida), fare casino o anche solo -o specialmente- per spegnere un po’ il cervello e farsi quattro sane risate.
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Un pezzo come Vino è da cantare nelle osterie -ormai sempre più rare- della bassa padana.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vado al Fiume 2. Vecchio si, Vecchio no 3. Robotti 4. Luci Blu 5. Fagioli e Sangria 6. El Cantico del Zabbajion 7. Due 8. Vino 9. Cazzo Marcio (Live) 10. Il Sorpresone (Live) 11. Zio (Live)
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Line Up
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Seth (Voce, Chitarra) Doctor Rock (Chitarra) Grinder (Basso) Ylme (Batteria)
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