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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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The Tea Party - Splendor Solis
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01/07/2023
( 906 letture )
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I canadesi The Tea Party si formano nel 1990 a seguito di una jam session al Cherry Beach Studios Rehearsal di Toronto fra i polistrumentisti Jeff Martin, Stuart Chatwood e Jeff Burrows. Il rock e la psichedelia li accomuna, oltre alla passione per la Beat Generation; da qui il nome The Tea Party, tributo ai poeti americani Allen Ginsberg, Jack Kerouac e William Borroughs. Agli inizi i riferimenti musicali della band sono Led Zeppelin e The Doors, col cantante/chitarrista Jeff Martin che riprende il gusto delle lyrics e le interpretazioni penetranti dell’immortale Jim Morrison. Va detto anche che fin dagli esordi e in particolare nel secondo album Splendor Solis, il gruppo mostra una visione a tutto tondo della musica, muovendosi nello spazio e nel tempo: dai californiani anni ‘60, alla contemporaneità dell’alternative rock e del grunge; dalle radici musicali dell’America del Nord, a suoni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, tanto che inusitatamente il sound del gruppo verrà definito Moroccan roll. In realtà (senza cadere in inutili catalogazioni forzate) Splendor Solis presenta diverse sfumature del rock, con una chiara inclinazione per la musica mediorientale donata dalle accordature aperte e dal tamburo doumbek, originario di quei luoghi.
Alcuni episodi del primo omonimo disco del 1991 vengono recuperati e ri-registrati per la nuova etichetta, la EMI canadese. Mostrano la varietà della proposta dei The Tea Party, capaci di affidarsi alla tradizione sulla strumentale Winter Solstice, un allegro intermezzo folk in chiave acustica e sul primordiale blues Sun Going Down, un autentico flusso di pensieri che porta ad un portentoso assolo di chitarra elettrica. La lenta ballata Dreams of Reason rievoca qualcosa di antico, di trascorso e ormai irraggiungibile. Dal debutto viene ripresa anche Midsummer Day, una bellissima canzone ricca di melodie, intarsiata da alcuni stacchi acustici dal gusto zeppeliniano. Finalmente la band porta al successo l’intenso singolo scritto nel 1991 Save Me, un brano potente e fortemente identitario, poiché mostra la filosofia dei The Tea Party: rock pregno di ritmiche apprezzabili contaminato dalla world music. Per di più qui Martin si esibisce seguendo le orme di Jimmy Page, suonando la chitarra con un archetto di violino. Il nuovo materiale non è da meno: l’apertura del disco è affidata alla psichedelica The River, con la chitarra in wah wah a farla da padrone; i refrain si susseguono e si sovrastano imperterriti, schizzando sul bridge/assolo. A Certain Slant of Light è la vera hit novantiana del disco: cauta sulle strofe si concentra sul doppio uso della chitarra (solista e ritmica), poi sfocia violentemente nel ritornello aggressivo, dimostrando l’ottima ambivalenza fra le consolidate radici blues/rock del trio e l’assorbimento della nuova corrente grunge. La dolce ballad In This Time è nostalgica e fa venire i lacrimoni, mentre Raven Skies torna al classic rock con un chorus sparato in faccia all’ennesima potenza, oltre alle consuete, gradevoli e onnipresenti sonorità orientali.
Splendor Solis riuscirà ad entrare in classifica in Australia e in Nuova Zelanda, Paesi dove i The Tea Party verranno apprezzati anche negli anni successivi, inoltre l’album otterrà ben due dischi di platino in madrepatria. Sempre in Canada, dove sono un gruppo tuttora in voga, verranno nominati ai Juno Awards del 1994 nelle categorie Best Hard Rock Album e Best New Group. Il loro sound è in continua mutazione: sarà proprio questo, oltre alla difficoltà nell’etichettarli, a renderli così particolari e seducenti.
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6
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Ci ho provato periodicamente. Anche con l\'album qui recensito. Ma evidentemente Cupido mirava altrove in quei momenti. Naturalmente la qualità è palese, ma è mancata sempre la scintilla. E sì che il tipo di proposta rientrerebbe anche nei miei gusti, generalizzando. Forse non ho mai beccato l\'album giusto, o forse è semplicemente che così deve andare. |
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5
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I Tea Party...Che bel ripescaggio. Lessi recensioni entusiastiche su Metal Shock e non fui deluso. Originalità abbastanza assente, ma che razza di canzoni componevano?! Anzi, compongono! Ogni brano è straordinario, anche Dreams of reason che paga più di un pegno a \"Rain song\". Tra tante perle, a me piace ricordare Save me in cui Jeff Martin gioca a fare Eddie Vedder alle prese con l\'hard di 20 anni prima. Ringrazio @progster78 per la citazione - prosegui pure, non sbagli con loro. Mai (e comunque tu hai ricambiato il favore con i Riverside). 85 |
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4
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Grazie a Rob Fleming per avermi consigliato questo e The Edge Of Twilight...vedrò di recuperare altro. |
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3
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Li ho scoperti qualche mese fa (anche se mi pare di ricordare qualche video su MTV se non sbaglio),una bella sorpresa.Disco molto valido e la voce del singer mi piace e non poco,voto 85. |
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2
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Seconda rece per i Tea Party, bene bene Veramente un grande album questo, ma a mio gusto faranno meglio successivamente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The River 2. Midsummer Day 3. A Certain Slant of Light 4. Winter Solstice 5. Save Me 6. Sun Going Down 7. In This Time 8. Dreams of Reason 9. Raven Skies 10. Haze on the Hills 11. The Majestic Song
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Line Up
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Jeff Martin (Voce, Chitarra) Stuart Chatwood (Basso, Violoncello) Jeff Burrows (Batteria, Percussioni)
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