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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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28/07/2023
( 1093 letture )
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Rockers di lungo corso, i Planethard, per quanto la loro produzione discografica non si possa definire imponente. Tra i primi anni Duemila e il 2023 sono solo tre gli album usciti prima di quello oggetto di questa recensione, ma la band può vantare un curriculum importante. Tantissimi concerti dividendo il palco con nomi di grido (Europe, Scorpions e si è appena concluso un tour coi Deep Purple, giusto per dare qualche cenno) e regolare l'accesso a studi di registrazione d'alto livello, con la creatura del chitarrista Marco D'Andrea che giunge adesso al quarto album intitolato Equilibrium.
Ottimamente prodotto, il Cd presenta dieci brani robusti, in grado di divertire, dotati di grande groove e testi curati, tra cui spicca quello di Hikikomori (引き籠もり). Peraltro scritto dal punto di vista di uno di loro*. Il prodotto, messo a punto durante la pandemia come centinaia di altri usciti negli ultimi diciotto mesi, descrive il concetto di equilibrio dell'essere umano. Sempre a cavallo tra finzione e realtà. Tra bene e male, nel segno della resilienza. E anche la copertina riporta a questo concetto. L'album è “cazzuto” rispetto alla media del genere e canzoni come Don’t Judge Me, Fading Away e A King sono lì a testimoniarlo, ma si tratta di un lavoro molto compatto, che cambia rotta solo in coda, con le ultime due tracce in scaletta. Still Alive è infatti una power ballad che riesce a costruire una certa atmosfera, mentre a fare eccezione davvero è la conclusiva United We Stand, che ha una storia particolare. Brano decisamente “alla mano” che riporta probabilmente più agli inizi del gruppo, è stato scritto per supportare il progetto Compatti Si Vince, iniziativa a cura del CONI Lombardia in aiuto delle famiglie messe in difficoltà dalla pandemia. Un corpo musicalmente un po' estraneo rispetto al resto delle canzoni, ma che trova la sua ragion d'essere nel motivo stesso della sua esistenza. Decisamente buono, infine, l’apporto della sezione ritmica, composta dal bassista Andrea Bovolenta e dal batterista Stefano Arrigoni.
A spiccare alla fine dei conti non sono tanto le singole canzoni, tutte gradevoli, ma anche un po' intercambiabili tra loro, quanto il grandissimo lavoro sul suono e sui testi, frutto anche di tante ore spese insieme in sala prove. Un atteggiamento che al giorno d'oggi non è più tanto comune, purtroppo. Il cantante Alberto Zampolli si è inserito bene, il suo timbro è perfettamente adatto ai Planethard e tutto funziona come desiderato da D'Andrea & C. Equilibrium è dunque promosso, ma quello che manca sono un paio di brani che trascinino davvero, che catturino l'attenzione in maniera importante. Se i Planethard manterranno la qualità generale qui percepibile e fare questo ulteriore step, potrebbero imporsi davvero.
*Hikikomori: “termine giapponese che significa "stare in disparte", viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, alle volte anni. Rinchiusi nella propria abitazione, evitano qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i familiari” (Fondazione Veronesi).
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1
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Devo recuperarlo  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Don’t Judge Me 2. Hikikomori (引き籠もり) 3. Fading Away 4. A King 5. This Is not Love 6. Be Free to Fly 7. Pain 8. Never Again 9. Still Alive 10. United We Stand
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Line Up
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Alberto Zampolli (Voce) Marco D’Andrea (Chitarra) Andrea Bovolenta (Basso) Stefano Arrigoni (Batteria)
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