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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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19/08/2023
( 923 letture )
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I tedeschi Holy Moses sono una band dalle grandi potenzialità che è sempre rimasta piuttosto nell'ombra, forse a causa dei numerosi cambi di line up, forse chissà per quali ragioni ignote. Di componenti fissi, almeno fino alla dipartita nel 1994, quando la band è rimasta totalmente nelle mani di Sabina, ci sono Andy e Sabina Classen. A cavallo fra il thrash americano e quello tedesco, con l'aggiunta di sprazzi hardcore punk, di death, in particolare a partire da Terminal Terror, a cui aggiungere la voce particolare della bionda cantante, che è considerabile la Thrash Metal Queen degli anni 80, come un'altra bionda tedesca, Doro lo era dell'heavy metal, rimangono ad oggi comunque una band interessante e da scoprire e riscoprire. Senza fare dell'eccessivo femminismo, insieme a Doro ha il pregio di essere indubbiamente una forte personalità, unica in quegli anni, che ha raccolto apprezzamenti prima di tutto per le sue doti canore e interpretative, per la sua energia e in secondo luogo per doti di altro genere. Non ha mai messo in primo piano il fatto di essere donna, come qualcosa di speciale, ma si è semplicemente messa allo stesso livello dei suoi colleghi maschi, e ancora oggi può contare su molti estimatori, nonostante i momenti più bui e la mancanza di un raggiungimento di un successo che avrebbe certamente meritato.
Dunque, Sabina è sicuramente un elemento catalizzatore della proposta musicale e questo sesto album Reborn Dogs non fa eccezione. Ne è stata pubblicata una riedizione nel 2006 con una copertina francamente bruttina -non che l'originale fosse tutta questa bellezza sia chiaro- con l'aggiunta di tre tracce già edite in versione live, Master of Desaster dall'EP del 2001, Fuck You da questo Reborn Dogs e Lost In the Maze dall'album The New Machine of Lichtenstein.
Ci troviamo di fronte a un lavoro compatto, cattivo, veloce, il più violento finora, e forse anche quello con uno stile più personale, nonostante la varietà e i rallentamenti che caratterizzano le tracce. Veniamo subito investiti dalla rabbiosissima, velocissima e brevissima Clash My Soul, che ci toglie ogni dubbio, se ancora ne avevamo qualcuno, sulle doti della voce della Classen. Un pezzo senza respiro, a parte quella brevissima pausa rallentata a tradimento, al confine fra l'hardcore punk più serrato e il death di matrice nordamericana. Davvero notevole. La seconda Decapited Mind si sorregge su un groove di basso davvero coinvolgente e l'atmosfera e la voce si fanno più oscure ed horror; blast beat a profusione e urla in perfetto stile thrash americano virano il pezzo su un'aggressività particolare, mitigata dalla doppia natura della composizione, che alterna momenti più cupi a momenti più liberatori. Significativa l'interpretazione vocale. In Welcome to the Real World si ritorna ad un thrash più canonico, con riff ripetuti, nonostante la voce ancora adombrata quasi in growl di Sabina, ci conduca a un assolo di batteria davvero marziale ed esaltante e a un atmosfera post- apocalittica:
you will be saved in a place you can trust welcome to the real world move on to a new form of life
La serratissima titletrack aumenta di nuovo la rabbia, i riff azzeccatissimi non si sprecano senza mai sfociare in assolo liberatorio, ma aumentando ancora di più il ritmo e ci prepara all'incazzatissima Fuck You. Questa, nonostante il bellissimo intro rallentato con grande enfasi groove, che potrebbe trarre in inganno, sfocia in una miscela violentissima di parossismo thrash e hardcore punk con la voce della Classen che diviene sguaiata e sottolinea alla perfezione il mood del brano, che non perde di mordente, nonostante i rallentamenti che si lanciano in soluzioni armoniche, intrecciando alla perfezione chitarre e basso. La lenta e pesante Third Day pur essendo riuscita non rimane particolarmente impressa. Articolata e magica invece Deadicate, che ci avviluppa in un'atmosfera fra l'horror e il fantascientifico, con il basso pulsante sempre in sottofondo, che sembra calmarsi per un attimo mentre veniamo catturati da un assolo di chitarra davvero intenso.
I deadicate to you... Pioneer of a new theory Full of grotesque inner eyes Horrorfying - Chronic hunger - Chaos is the realm of fancy
Dopo l'indiavolatissima cover del classico Five Year Plan dei D.R.I., in cui il timbro di Sabina ricorda molto quello sporco di Lemmy Kilmister arriviamo alle ultime tracce. In Dancing With the Dead ascoltiamo degli accenni decisamente gutturali di death che sembrano provenire da un altro mondo, controbilanciati dallo scream, uniti ad un'impalcatura musicale innegabilmente creativa e schizoide con un riff che si insinua nel cervello pericolosamente.
L'album nonostante la sua spietatezza unisce più anime, una più feroce e arrabbiata, una più cupa, una più post-apocalittica e horror, che si fondono alla perfezione con una Classen davvero espressiva ed eclettica. Pochi fronzoli, pochi assoli, ma tanta ricercatezza, che non ne diminuisce affatto l'aggressività.
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2
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Effettivamente qui influenze death ve ne sono (d’altra parte nel ‘92 il genere era in piena esplosione), anche se mischiate ad altre hardcore e innestate sulla matrice thrash degli album precedenti. Preferisco altri album precedenti e successivi, ma anche questo non lo disdegno. Ci sono pezzi molto validi come la title-track, Welcome to the Real World o Reverse. Voto 77 |
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1
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Dopo due giorni di fila, sembra che sia riuscito a connettermi al sito di metallized, quindi provo a fare una breve review. Holy moses band che dagli inizi prettamente thrash si sposta in ambiti death come in questo album. Sabina inizia a fare uso in modo continuativo del growl, che si abbina bene con queste sonorità, ma è fuori dalla mia portata. Sicuramente a chi ascolta death/black un album così può piacere 🤟 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Clash My Soul 2. Decapitated Mind 3. Welcome to the Real World 4. Reborn Dogs 5. Fuck You 6. Third Birth 7. Deadicate 8. Five Year Plan 9. Process of Pain 10. Reverse 11. Dancing With the Dead
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Line Up
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Sabina Classen (Voce) Andy Classen (Chitarra) Benny Schnell (Basso) Sven Hervig (Batteria)
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