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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Holy Moses - Invisible Queen
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25/04/2023
( 1318 letture )
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A quasi dieci anni di distanza dal precedente Redefined Mayhem, gli Holy Moses ritornano in scena con Invisible Queen, il loro dodicesimo album in studio. La formazione è la stessa di Redefined Mayhem e anche l’aggressività riproposta in studio si ripete ai livelli del precedente disco, mostrando ancora come la band sia in grado di pestare per bene nel puro stile del thrash metal teutonico. Invisible Queen si apre con Downfall of Mankind, in cui riff taglienti e blast-beat sorreggono la parte strumentale mentre la storica frontwoman Sabina Classen attacca costantemente l’ascoltatore con la sua voce sporca; la canzone è a tutti gli effetti un ottimo biglietto da visita per l’album. L’assalto sonoro continua senza sosta con Cult Of The Machine e Order Out Of Chaos in cui soprattutto salta all’orecchio la prestazione del batterista Gerd Lücking, che con le sue ritmiche al fulmicotone e i suoi fill si rivela un’ottima spina dorsale per il songwriting delle canzoni. Anche il basso di Neitsch spunta di più in Cult Of The Machine mentre nella devastante title-track è la Classen a regalare la sua miglior prova, risultando ancora più aggressiva rispetto ad altre canzoni del disco. Più lenta e con più groove, Alternative Reality spezza un po’ il ritmo altrimenti fin troppo serrato dell’album. The New Norm riprende la velocità con accelerate improvvise. Lücking mette di nuovo in mostra le sue doti con Visions In Red e la band continua inarrestabile con il suo thrash estremo fino alla conclusiva Through The Veils Of Sleep. Quello che ci troviamo di fronte è un album senza compromessi, dallo stile old school nel songwriting e con una produzione moderna che rende perfettamente quanto i musicisti stiano facendo in studio. Guardando al percorso della band dall’esordio Queen of Siam del 1986 ad oggi, con i tanti cambi di formazione che ci sono stati nel frattempo, Invisible Queen si rivela essere un’ennesima conferma di come Sabina Classen sia ancora in grado di produrre musica di alto livello con il moniker Holy Moses.
L’album ovviamente ha anche i suoi difetti, sebbene non ci siano grossi cedimenti o pezzi sottotono all’interno del lavoro è anche vero che tutte le canzoni sono simili nel loro stile e questo finisce per creare un po’ di ridondanza nel lavoro. Delle tracce dell’album esistono delle versioni con degli ospiti d’onore come Tom Angelripper e Bobby Ellsworth, solo per citarne due tra i tanti che hanno preso parte a questa collaborazione, e alcune di queste versioni hanno anche un valore aggiunto proprio per la presenza di altri musicisti a dare un tocco e un’impronta diverse alle varie canzoni. In definitiva Invisible Queen è un ottimo album e dopo le varie peripezie che hanno coinvolto la band in tutti questi anni come lo scioglimento del 1994 e il ritorno sulle scene del 2000 senza Andy Classen, lo storico chitarrista ed ex-marito della cantante, riconferma gli Holy Moses come una realtà tra le più valide del thrash metal tedesco.
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7
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Fino qui non ho dato loro mai tanta importanza, ma quando ho sentito questo album sono rimasto folgorato, soprattutto per l\'elevato tasso tecnico. Ordinati cd e vinile, e mi recupero l\'intera discografia. Voto 95. |
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6
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Disco sorprendente, come lo era anche il precedente. Ma qui la tecnica è molto elevata. Devo ancora capire perché questa band sia poco valorizzata dai fans del thrash. Misteri. |
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5
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Ennesimo buon album per gli Holy Moses. Pare sarà l’ultimo, ma tanto queste cose sono sempre “fino a prova contraria”. I loro album, tranne casi sporadici, non mi hanno mai annoiato. Certo band thrash tedesche più famose sono arrivate un gradino più su anche qualitativamente, anche se un album come Agony of Death non ha poi così tanto da invidiare. Quest’ultimo album inizia alla grande con la superba Downfall of Mankind, per me la migliore del lotto, ma fino alla fine dell’album il livello si mantiene assolutamente buono. Forse giusto un pelo sotto al precedente Redefined Mayhem. Thrash sicuramente sparato e aggressivo, ma che alla fine di grezzo ha solo le vocals di Sabina: sezione ritmica e parti chitarristiche hanno ben poco di dozzinale (in pezzi come Depersonalized si sentono tranquillamente riferimenti ai Mekong Delta). Album che merita sicuramente l’ascolto! Voto 79 |
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4
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Tra le più valide, mah, i primi 2 dei Vendetta, i primi 2 degli Assassin, oltre ai ben più famosi Keator Sodom, i primi Destruction.. Deathrow ,Paradox...ascoltate i Lavatory. Per me gli Holy Moses hanno fatto dei bei dischi tra fine \\\'80 e primi \\\'90, però metterli tra i migliori, non saprei. Hanno quella gnoccona lì, che vista da vicino, anni fa, durante un Live era -all\\\'epoca- davvero notevole. |
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3
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È così, anche per gli holy moses è arrivata l ora della pubblicazione dell ultimo album, in tutti i sensi. Dopo invisibile queen terminerà la carriera di questa underrated band. E lo fa nel migliore dei modi, con un disco molto cruento di thrash/death, per via del cantato in growl della Sabina. Grazie holy moses per aver realizzato una serie di bellissimi dischi di thrash, anche voi colonne portanti del movimento hard/heavy 🤘🎸 |
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2
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Ho un debole per questa band, in virtù del fatto che considero soprattutto The New Machine Of Liechtenstein un grandissimo album, Sabina tutt\'altro che una Invisible Queen del metal |
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1
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A me sta piacendo un botto,vale almeno quanto l album dei protector l anno scorso. Thrash al suo meglio con la voce della classen sugli scudi |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Sabina Classen (Voce) Peter Geltat (Chitarra) Thomas Neitsch (Basso) Gerd Lücking (Batteria)
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Line Up
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1. Downfall Of Mankind 2. Cult Of The Machine 3. Order Out Of Chaos 4. Invisible Queen 5. Alternative Reality 6. The New Norm 7. Visions In Red 8. Outcasts 9. Forces Great And Hidden 10. Too Far Gone 11. Depersonalized 12. Through The Veils Of Sleep
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