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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Chelsea Grin - Suffer in Heaven
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30/08/2023
( 1302 letture )
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Dalle fiamme sataniche de “lo doloroso regno” (Inferno, canto XXXIV) alla volta dell’Empireo senza dover transitare in Purgatorio: stolto colui che ha in mente pensieri di beatitudine o redenzione, l’Eden propagandato dai Chelsea Grin è frutto di carne e sangue e non ha altro dio all’infuori di un eterno e lancinante dolore, tratto comune al suo gemello infernale.
A Suffer in Hell (2022) dà il cambio immediato Suffer in Heaven, atto numero due equivalente al primo nella struttura e nei criptici messaggi testuali ancorati alla sofferenza dell’uomo. Altri otto brani, ulteriori ventisette minuti di pura espiazione modern deathcore e se Tom Barber in persona definisce questo nuovo episodio come heavier and more aggressive, significa che l’aria del Paradiso risulterà ancora più velenosa dello zolfo nelle Malebolge. Il presentimento ora enunciato si fa reale già in Leave With Us, aperta da un inquietante sample dell’Heaven’s Gate (setta ufologica responsabile di una catena di suicidi) e devastata in seguito da una ferale cadenza deathcore ricca di stomp e accelerazioni; il main leader, vagliando con estrema barbaria ogni possibile registro harsh, sprigiona una forza d’urto disumana arrivando a scardinare i cancelli perlati mediante un terremoto gutturale quasi inintelligibile nell’ultra-violenza in coda. Al pari di Suffer in Hell, la seconda traccia vede una collaborazione vocale (in Forever Bloom c’era Trevor Strnad) e Dustin Mitchell dei Filth non ha problemi nel fagocitare insieme a Barber la mostruosa Orc March, tripudio di laceranti urla blackened deathcore e rallentamenti assassini pronti ad infrangersi come onde anomale di un mare in tempesta. Nonostante le parole rassicuranti campionate da un discorso del 1961 di John Kennedy (Terror is not a new weapon), la battagliera Fathomless Maw incrementa la spinta ritmica aggiungendo una pompata urgenza hardcore e mitragliando una serie di breakdown a fuoco aperto; nulla può l’assolo di Rutishauser, la sporcizia deathcore rovina tutto con un elefantiaco passo in downtempo e harsh vocals talmente luride da sconfinare in un bestiale incrocio di scream e pig squeal. L’influenza del progetto collaterale Darko, non presente nel capitolo uno, infetta poi con la sua anima cyber/alien-core i suoni violenti e scandalosamente compressi di Soul Slave e la videoludica Yhorm the Giant, ennesimo tributo a Dark Souls III (Oni citava Rosaria’s Fingers) adornato dai toni cupi di un’effettistica minacciosa e ansiogena. Voci robotiche manipolate, un tessuto strumentale più cromato e gli switch blackened -core avvolgono The Mind of God, le svirgolate djent del martello pneumatico Sing to the Grave rimandano ancora al gruppo di Barber e Josh Miller e la marcia conclusiva The Path to Suffering avvicina i rintocchi dell’apocalisse lanciando indizi sotto forma di inquieti segnali elettronici, imperiose tonalità unclean e un finale -anticipato da una limpida porzione solista- dall’aura epico/cinematografica, testimonianza del cambio di paradigma al quale dovrà andare incontro il Paradiso.
Il doppio Suffer in Hell, Suffer in Heaven (considerabile un disco “spezzato” o due extended-play simmetrici?) evidenzia la solidità dei Chelsea Grin con la punta Tom Barber in attacco, dal 2018 sempre a segno tra la band madre e i fenomenali Darko. Qui non abbiamo il loro deathcore futuristico ma una proposta comunque moderna, aggiornata nelle sonorità e nella produzione gonfiante le ritmiche schiacciasassi del trio Rutishauser-Flinn-Pearson. Aggiungete la prova cataclismatica del frontman (inarrestabile in qualsivoglia frequenza sporca, dallo scream alle fry vocals al growl la qualità rimane intatta) e il giudizio sarà estremamente positivo sia nell’analisi frazionata delle parti sia in una visione congiunta di Paradiso e Inferno. I Chelsea Grin, traghettatori di anime dannate da un lato e angeli custodi dall’altro, hanno dunque intrapreso un viaggio ultraterreno come dei novelli Dante e ora la decisione è nelle mani di chi ascolta: caduta o ascensione, l’esperienza metafisica non potrà essere disgiunta dalle catene della vita quotidiana.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Leave With Us 2. Orc March 3. Fathomless Maw 4. Soul Slave 5. The Mind of God 6. Yhorm the Giant 7. Sing to the Grave 8. The Path to Suffering
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Line Up
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Tom Barber (Voce) Stephen Rutishauser (Chitarra) David Flinn (Basso)
Musicisti ospiti:
Nathan Pearson (Batteria) Dustin Mitchell (Voce su traccia 2)
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RECENSIONI |
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