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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Judas Priest - Invincible Shield
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10/03/2024
( 11905 letture )
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Invincible / Our masses are united / Invincible / Forever and a day / Invincible / Can never be divided / And nothing can stand in our way / Invincible shield!!!
Trepidanti, emozionati, insicuri, poi nuovamente sicurissimi della buona riuscita. E ancora confusi, elettrizzati e grintosi. Gasati, con occhi strabuzzanti ci siamo pian-piano avvicinati alla fatica n.19 del Prete: dalla copertina okay ma “Firepower era meglio!” fino alla lunga scaletta piena di favolosi titoli metallici, con tutti i cromi e i cliché che amiamo da tutta la vita. Lo scudo prende forma immediatamente e funge da apripista per questa nuova, infuocata stagione metallica. Allora via alle danze borchiate e, quasi a sfregio, partiamo con la marcia alta sorretti dal sibilo del supercharger che ci accompagna lungo la scorribanda. Siamo al cospetto del sequel ideale di Firepower (2018) il quale, come anticipato dal tentacolare prodigio Richie Faulkner, funge da contenitore di idee, plasmando la materia - Priest verso lidi noti e ignoti, ripercorrendo strade recenti solo in parte e, esattamente come un mega-meteorite caricato con stupefacenti gas spaziali, attrae a sé una miriade di heavy-influenze priestiane tratte dal passato remoto. Invincible Shield potrebbe essere la summa definitiva e la chiusura del cerchio per quel che mi riguarda, tanta è la bontà della carne al fuoco: una brace in fiamme che non ha la minima intenzione di spegnersi. Dai Turbo-tocchi di Panic Attack fino alle lacrime corali di Giants in the Sky, tra celebrazioni assolute (Invincible Shield) e potenze impensabili (As God is My Witness), passando per favolosi anthem (Trial By Fire).
Si cerca di mettere da parte tutto l’amore per la band inglese cercando di rimanere ancorati con i piedi per terra. Difficoltà elevata, ma procediamo con l’analisi del lavoro che -giorno dopo giorno, ascolto dopo ascolto- diventa sempre più formante e conglobante. Esattamente come il contenitore di heavy-materia che ben conosciamo, lo Scudo Invincibile è pura energia nascosta alla luce del giorno. Le anteprime ce lo avevano mostrato come un irripetibile pugno in faccia, ed è davvero così una volta premuto il tasto “play”: Panic Attack ha un’intro da brividi lungo la schiena prima di schiantarsi sulla superfice cerebrale con tutta la fame e la forza dell’heavy metal, grazie alla forma smagliante della band, ma soprattutto al songwriting di qualità. Cancelliamo ogni dubbio: il Metal God è in ultra-forma e -come un supereroe marziano- torna tra i comuni mortali con le sue sfaccettature vocali inimitabili. Ma c’è di più, e la sua voce riprende qui coordinate antiche, raggiungendo le vette dei bei tempi andati (Screaming For Vengeance; Painkiller), in barba all’anagrafica e a mister Big Time. Il motore inesauribile di Scott Travis (mai abbastanza decantato) riassume un ruolo primario grazie alle sue bordate d’acciaio, i riconoscibili mid/up-tempo e la fragorosa doppia-cassa. In un mantra emotivo sinceramente difficile da contenere, veniamo spesso investiti dalla qualità espressiva di un Richie Faulkner fuori schema per bontà e bravura. La sua tecnica e il suo gusto nel comporre e suonare riff e assoli è veramente magnetico e su Invincible Shield raggiunge vette clamorose. La ipercinetica di Panic Attack (con la sua accelerazione finale inaudita strappa-padiglioni) viene non solo ripresa ma potenziata e ribadita con forza nella cavalcata The Serpent and the King e nella title-track, che con i suoi oltre 6 minuti racchiude tutto il messaggio dei JP marchiati 2024. Il bello è che siamo automaticamente catapultati nel passato tramite un vettore moderno, che strizza l’occhio agli anni ’80 solo nelle intenzioni per poi fuoriuscire fresco e al passo con i tempi. I riverberi vocali durante il ritornello The Serpent and the King, accompagnati dalle svisate di Richie Faulkner / Glenn Tipton sono semplicemente una dichiarazione di intenti, fiera e battagliera. Idem per la ritmata Devil in Disguise, con il suo riff semplice e marziale da puro headbanging. Interessante, inoltre, l’interpretazione vocale di Halford, ancora una volta magnetico e personale nei registri più bassi e declamatori. Semplice e stupenda, la quarta traccia segna un confine invalicabile: la netta percezione che Invincible Shield, a differenza di tutti gli album post-reunion, non intenda sbagliare un colpo. E il risultato definitivo non è distante da queste impressioni iniziali, che mutuano nel tempo solo in favore di grandi sorrisi, corna al cielo e pugni sul petto.
The serpent and the king. / The serpent and the king / The end is coming soon The serpent and the king / The serpent and the king / It's time to meet your doom!
In una mai troppo ostentata fratellanza internazionale, il metal dei Priest si scontra con l’innata voglia di dimostrare ancora di saperci fare, di essere maestri e amanti del genere che loro stessi hanno creato. Il fatto che ogni composizione sia autonoma e vincente è più di un bonus in questo caso specifico. Come non emozionarsi un po’ durante l’inizio malinconico di Crown of Horns, con la chitarra melodica e il basso in primo piano del leggendario Ian Hill? Brano sospeso nel tempo dove le linee vocali chiamano in causa ancora una volta gli 80s senza suonare affaticata né polverosa, ma solo celebrativa al punto giusto. Un brano che fa respirare facendoci riflettere e apprezzare ancora una volta lo scambio solista centrale, tra un Faulkner infuocato e un Tipton eroico, anticipati da un Halford da lacrime. Ma ad ogni “pausa” corrisponde una mazzata sui denti, e in questo caso specifico è l’arrembante As God is My Witness a prendersi la scena. Condita con l’incessante doppia-cassa di Scott Travis ed esaltata dal tocco moderno di Andy Sneap, la canzone numero 7 ci conduce verso la tre-quarti con grinta insperata tra le macerie bruciacchiate e fumanti di Firepower. C’è la consapevolezza e la passione, la citazione e la celebrazione, il boato e la certezza in Sons of Thunder, brevilineo parto di Mr. Tipton che suona come una Hell Bent for Leather 2.0 senza citarla esplicitamente. Un brano all’insegna di una riff-fest, dei contro-cori obbligatori e delle teste roteanti. Un pugno in un occhio abilmente bilanciato dal mid-tempo di Trail By Fire, che inizia in sordina per poi evolversi in un piacevolissimo brano dei Priest più recenti. Il dualismo riff-voce fa da padrone per questo ennesimo singolo di spicco, meno agguerrito ma non certo meno entusiasmante. Una freccia in slow-motion che colpisce l’emotività più nascosta, dove apprezziamo ancora una volta il Metal God. Ruvido, melodico, interpretativo e sicuro di se più che mai: classe 1951, Robert John Arthur Halford si spinge oltre il limite con uno dei tanti fenomenali acuti pre-bridge, dove solismi e una seguente porzione atmosferica si fondono alla perfezione.
Quasi inaspettatamente, il riff über-heavy di Escape from Reality grida Black Sabbath per poi tramutarsi in un brano semi-introspettivo, oscuro e squadrato. Ancora una volta un cambio direzionale subdolo ma gradito, che produce grinta e boost aggiuntivo verso il finale della faccenda, che grazie al trittico Escape from Reality / Sons of Tunder e Giants in the Sky si trasforma in un Gran Finale privo di filler. Impossibile aspettarsi di più, impossibile non amare o rimanere a bocca aperta davanti al lavoro svolto dai Judas Priest durante i 52 minuti di Invincible Shield, inarrestabile espressione heavy metal senza tempo né luogo. Guidati da cuore e cervello non molliamo la presa per niente al mondo, ed eccoci qui al cospetto della celebrazione finale degli eroi. Giants in the Sky, che riprende parzialmente il concetto di Never Forget, ne migliora ogni aspetto. Anche quando i JP non ci saranno più, la loro musica ci accompagnerà per sempre. Giants in the Sky è un testamento non solo digitale ma concreto, un gigantesco punto che può significare tutto o niente. Che sia o meno la fine non ci è dato saperlo, ma possiamo comunque dormire sonni tranquilli: qualsiasi siano le strade del futuro, i Priest ci hanno lasciato a bocca aperta, con un lavoro di pura passione heavy metal. I giganti del cielo sono loro e sono qui per difenderci.
Giants in the sky / You won't ever die / Giants in the sky / You won't ever die / Giants in the sky / You … Won't ever Die!!!
VOTO Prima Recensione: 84
Usando una terminologia che potrebbe risultare un po’ datata, potremmo senz’altro dire che i Judas Priest siano una band proletaria. Una di quelle, insomma, che si sono costruite con le mani il proprio destino, partendo dal nulla e con il desiderio invincibile di strappare la propria esistenza da un futuro, apparentemente scritto, nelle fabbriche di Sua Maestà. Fabbriche che sono rimaste costantemente sullo sfondo, sempre presenti, mai dimenticate e dalle quali, disco dopo disco, i ragazzi ormai cresciuti e perfino invecchiati, sono riusciti a sfuggire, senza per questo doverle rinnegare. Una produzione quasi continua la loro, da gente conformata mentalmente al lavoro, coi piedi per terra, concreta e che, proprio per questo, può permettersi il lusso di immaginare mondi diversi, senza perdere contatto col proprio. Orgogliosi di essere un vessillo dell’heavy metal, posto sopra ogni cosa e continuamente richiamato, come identità vissuta e rivendicata. Un orgoglio che non gli ha mai impedito di tentare, a volte, degli azzardi e dei veri e propri “salti” stilistici, con risultati alterni, sempre poi riscattati da un “ritorno” all’ovile, che non ha quasi mai significato rinnegare il tentativo. Superato il momento difficile tra la metà degli anni Novanta e i primi Duemila anche grazie a uno di questi azzardi, che portò a un’estremizzazione del suono, il ritorno di Rob Halford sembrò dover accompagnare verso una serena vecchiaia il Prete di Giuda. Così non fu: dopo il rassicurante Angel of Retribution, i cinque osarono un ulteriore sfida, con il concept Nostradamus, tutt’ora uno dei dischi più controversi e coraggiosi della loro carriera, a seguito del quale si consumò la famigerata rottura con K.K. Downing, il “gemello” più turbolento e irascibile. I restanti membri trovarono in Richie Faulkner un sostituto che, anno dopo anno, è diventato sempre più una presenza fondamentale nel gruppo. Purtroppo, Redeemer of Souls non fu decisamente una buona partenza, per il nuovo corso e, a molti, sembrò che la scelta migliore per la band fosse quella di cominciare seriamente a pensare al ritiro. Ritiro che fu improvvisamente scacciato dall’uscita di Firepower: disco che segnava una rinascita qualitativa netta e che recuperava l’identità più arrembante e metallizzata del gruppo, a cavallo tra gli anni Ottanta e i primi Novanta, con una ispirazione che fece quasi gridare al miracolo. La grave malattia annunciata da Glenn Tipton e la sua impossibilità di proseguire l’attività dal vivo, lungi dal portare al ritorno in formazione di K.K., portò all’innesto sul palco del produttore Andy Sneap (ricordiamolo nei Sabbat e nei riformati Hell) e il gruppo decise di continuare, nonostante tutto, a partire dell’età e dalle difficoltà di mantenere determinati standard dal vivo, in particolare per Rob Halford. Eccoci quindi, ritardata a causa degli eventi del Covid e dal tour del cinquantenario, all’uscita del successore di Firepower, l’attesissimo Invincible Shield.
A giudicare dall’entusiasmo con il quale tutti accolto il nuovo arrivato, viene spontaneo rilevare che, alla fine, i Judas Priest abbiano già vinto la loro sfida: l’amore, la stima e l’attaccamento alla band sono comunque ai massimi livelli e chissà che le continue punzecchiature ricevute dall’esule K.K. non spingano gli altri a voler dimostrare a tutti i costi di essere ancora in prima fila tra gli Dei del Metallo. E questo è quello che viene da pensare dopo aver ascoltato a ripetizione Invincible Shield: gli Dei camminano ancora sulla Terra. Invincible Shield riparte esattamente da dove era rimasto Firepower, ovverosia, da una riuscita e quasi inaspettata rivitalizzazione di quell’heavy metal ipervitaminizzato e vicino all’heavy/thrash che, tramite Screaming for Vengeance e Defenders of the Faith aveva poi portato a Painkiller. Riff taglienti e supermetallici, assoli a profusione, base ritmica potente e dinamica, spesso lanciata a pieno regime, voce che si alterna tra toni medi aggressivi e si spinge fino alle altezze di un tempo con parsimonia, ma in maniera convinta e convincente, stupendo ancora. I brani sono tutti firmati dal trio Tipton / Faulkner / Halford e se risulta difficile capire quanto effettivamente Glenn sia riuscito a registrare, appare evidente quanto l’eroe del giorno sia proprio il buon Richie, autore di una prestazione fenomenale. Ma attenzione, perché Invincible Shield risulta quanto mai un lavoro di gruppo, nel quale tutti hanno dato il massimo possibile e si sente: i brani non sono solo convincenti da un punto di vista di riff e assoli o perché interpretati alla grandissima da un Halford strabiliante; né perché tirati avanti da una sezione ritmica tirata a lucido e in forma smagliante, ma perché ispirati e dotati ciascuno di un gran lavoro di rifinimento da parte di tutti. Non si tratta di brani originali in sé, questo è abbastanza ovvio, anche se qualche sorpresa non manca, ma di canzoni lavorate e cesellate alla grande, con costruzioni ricercate e senza lasciare al caso. Notevoli gli incastri strumentali, le soluzioni ritmiche, solistiche e melodiche che, di quando in quando, non rinunciano a richiamare anche le sonorità sintetizzate di Turbo o quelle sinfoniche di Nostradamus, rendendole parte dello schema di gioco. Il lavoro compiuto è davvero di grande livello e si apprezza ascolto dopo ascolto, quando i particolari emergono e ci si rende conto che i Judas Priest hanno davvero superato se stessi. Undici brani più tre nell’edizione deluxe sono tanti, forse anche troppi per un gruppo non più così giovane, ma sarebbe difficile non dare merito ai cinque di essere riusciti a tirar fuori dal cappello delle composizioni di ottimo livello medio, con qualche punta decisiva e rarissimi momenti di stanca. Partenza a razzo con i primi tre brani in scaletta: difficile non cogliere quali siano i modelli ispirativi delle tre composizioni e particolarmente evidenti i richiami a soluzioni già proposte dal gruppo in passato, ma questo nulla toglie all’impatto clamoroso che le canzoni offrono. Convincenti, cattive, taglienti e aggressive, Panik Attack con una partenza “ottantiana” e degli scambi chitarristici da paura (con tanto di armonizzazioni), The Serpent and the King con un Halford stratosferico e ancora capace di dettare legge e un refrain che cattura, mentre Invincible Shield si caratterizza per lo strepitoso lavoro chitarristico e la ritmica inarrestabile, entusiasmante. Un filotto ineccepibile, di gran livello, al quale segue Devil in Disguise, brano più grooveggiante, midtempo dinamico e divertente, con un grandissimo Scott Travis e Halford che conferma di trovarsi benissimo anche sui toni medi, condotti con maestria e capacità interpretative da campione. Una delle migliori sorprese del disco. Dopo un inizio così carico, tempo di sfoderare un po’ di melodia e Gates of Hell riesce ottimamente nel compito, con un’anima hard rock metallizzato e dei gran lick chitarristici in apertura. Refrain ultramelodico e ruffiano, con un coro in sottofondo e il profumo degli anni Ottanta che sprizza ovunque, con l’ennesimo assolo da urlo a condire. Ancora più spinta sul lato melodico la successiva Crown of Horns, quasi una ballad, con il refrain ripetuto allo sfinimento e delle buone soluzioni ritmiche a spezzare il predominio vocale. Tempo di ripremere sull’acceleratore ed ecco As God Is My Witness, sventagliata heavy/thrash a tutta velocità, rotta da un refrain enfatico e altisonante; anche qua fa la sua comparsa un coro in sottofondo a creare pathos. Non meno aggressiva Trial By Fire, con un’ottima partenza in crescendo e un midtempo potente e moderno guidato da Halford, che ricorre a delle ottime doppiature di voce e, ancora, ai cori, piazzando poi un gran bel refrain in mezzo alle continue armonie chitarristiche. Pezzo di livello, poco da dire. Escape From Reality introduce un’ulteriore “modernizzazione” e si rivela pezzo leggermente atipico, con Ian Hill finalmente in bella vista e una atmosfera tesa e carica di minaccia, che trova ancora un gran bel refrain e perfino qualche filtro vocale nello special. Una benvenuta nota di novità e colore che innalza ulteriormente il livello del disco. Ci avviciniamo alla fine della versione “ufficiale” e quindi ecco l’aggressiva Sons of Thunder, inno alla motocicletta e alla libertà e l’omaggio, sentito e bellissimo alle Leggende del Rock e del Metal che ci hanno lasciato, costituito da Giants in the Sky, ennesimo gran pezzo, emozionante e riuscito in tutto e per tutto. Nella versione deluxe troviamo altri tre brani, con Fight of Your Life che conferma totalmente lo stato di grazia ispirativa della band, mentre Vicious Circle poco aggiunge al resto, ma davvero nulla toglie, anzi. Nota a parte per The Lodger, opera di Bob Halligan Jr., già collaboratore della band e particolarissima traccia, la quale narra della vendetta di un padre e tira fuori atmosfere da colonna sonora noir/horror, che sarebbero state perfette per un Alice Cooper e che regala una ulteriore sfaccettatura dei Judas Priest, tutta da scoprire.
Al di là di ogni altra considerazione, è davvero un piacere constatare lo strepitoso stato di forma dei Judas Priest, che traspare e sprizza da ogni nota di Invincible Shield. Difficile dire a questo punto quante altre sorprese il gruppo riuscirà a tirar fuori, ma appare ormai chiaro che la volontà di andare avanti, sempre, sarà quella che prevarrà comunque e finché i risultati saranno questi, c’è davvero poco da dire. Maestri ancora una volta, i Priest non realizzano un capolavoro propriamente detto, data l’evidente rielaborazione di stilemi propri ribaditi con convinzione e tirati a lucido all’estremo, ma sono riusciti nel difficile compito di cristallizzare al massimo livello la loro formula classica. E’ difficile dire oggi se Invincible Shield lascerà un segno profondo, passato il comprensibile entusiasmo iniziale, ma certo è impossibile non riconoscere che tra i gruppi del loro lignaggio ancora in attività risultino di gran lunga tra i più vitali e convincenti. Lo spirito proletario e la voglia di continuare a lottare omaggiando se stessi e la Musica vincono ancora una volta, portando alla realizzazione di un gran disco, di cui essere davvero orgogliosi e che spazza via ogni dubbio sulla bontà della strada intrapresa. Senza scomodare i loro album che hanno letteralmente costruito la Storia, i Judas Priest nel 2024 tirano fuori un grandissimo album e si stagliano ancora una volta nel firmamento della Leggenda. Invincibili.
VOTO Seconda Recensione: 81
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VOTO LETTORI
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83.70 su 152 voti [
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Dai tempi di Rocka Rolla! |
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grande disco eh questo, ma non dimentichiamo painkiller |
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Miglior album dei Judas Priest dai tempi di Defender of the faith è quasi un disco incredibile per la bellezza di tutti i brani, sbalorditiva prova del metal GOD. |
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Che noia questo disco. Apparentemente elegante ma sostanzialmente arido e superficiale. Molto meglio il precedente Firepower |
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Concordo con iommi, i Judas si sono sempre evoluti e non hanno mai pubblicato album identici in carriera. Gli ultime tre però sono fatti col pilota automatico, senza cercare freschezza. Ma va bene così, sono album ispirato, molto belli, andare sul sicuro a 75 anni ci può stare. Non gli si può criticare nulla a questa band. Rispetto ad altre glorie del metal classico che fanno dischi uguali da una vita, i Judas si sono sempre contraddistinti. |
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invece si che i Judas sono stai addetti all\'innovazione. lo hanno fatto di continuo fino al 2008. dopo sono cambiati. amando i judas priest io ci speravo ancora, ma sono un\'altra band e se qualcuno descrive questa nuova band come più fresca grazie all\'innesto fi faulkner, io non concordo. Sono invece d\'accordo nel dire che probabilmente grazie a lui alla sua energia e forse entusiasmo la band non si è fermata, ma discograficamente si può dire che lo abbia fatto. Infatti nella loro storia i priest non si erano mai messi a fare il verso a se stessi, ora si, lo fanno molto bene e sono album piacevoli, in un certo senso belli, ma pensate a quanto erano capolavori di reciproca diversità album come sad wings of destiny, turbo, painkiller e nostradamus. ecco....se qualcuno ha compreso questo concetto non può non sentire che questa cosa è venuta a mancare, ma non come era giusto che fosse a fine carriera di un gruppo longevo, ma in modo, anzi un po\' violento dovuto prima allo spezzarsi della coppia di asce tipton/downing e poi al parkinson di tipton. Sono due cambiamenti disgraziati a cui corrisponde una vecchiaia discografica anticipata. che poi il concerto di marzo per me sia stato di pura estasi e che se potessi seguirei le prestazioni di halford a giro per il mondo è un altro discorso ed è il lato positivo, ma il \"lutto\" rimane così come la gran tristezza a vedere tipton incredibilmente così ridotto. |
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Si riconfermano una grande band sebbene degli originali JP - se per originali perlomeno intendiamo la formazione con alle chitarre KK Downing e Glen Tipton - rimane poco. Un buon album anche se a volte mi sembra abbia prevalso l\'idea di mantenere il marchio di fabbrica piuttosto di tentate qualche innesto di novità. Giustamente se uno cerca innovazione nel metal i Judas Priesr non sono proprio il \"posto\" giusto. Io in controtendenza con molti reputo l\'album precedente \"Firepower\" superiore. Comunque qusta ultima fatica dei preti di Birminghan inizia con il botto Panic Attack è una fucilata e pure la seguente The Serpent and the King non scherza anzi forse migliore dell\' opener. Faulkner fa un grandissimo lavoro per ribadire il nome dei Judas Priest. L\'album scorre poi sulle vette di una grande produzione che compensa un altobasso creativo che oscilla tra riprese di soluzioni sabbath |
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@Galilee, Su nostradamus non sono molto d\'acordo, su tutto il resto si assolutamente.
Anche a me fa pensare a Dark Souls ma non solo, mi sembra molto somigliante allo Zobek Lieutenant di Castlevania Lords of Shadow 2 sai? Se lo vedi fa impressione quanto siano simili. |
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L\'album dei Fight era ottimo, ma mancava un po\' di quell\'abilita chitarristica che i Judas hanno sempre avuto. Diciamo che del dopo Painkiller, questo ,Jugulator e Nostradamus rappresentano un po\' le cose migliori, con quest\' ultimo in testa. I cavalieri di quello stampo mi fanno pensare tutti a Dark Souls. Sarà una fissa. |
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@Galilee, anche secondo me un ottimo album che acquista ancora più valore se si pensa che alcuni di loro sono dei settantenni!!!!
Io personalmente dopo Painkiller penso che ci sarebbe dovuto essere War of Words dei mitici Fight vero anello di congiunzione con quel Jugulator che sarebbe dovuto essere il disco che voleva fare Rob infatuato dalle sonorità dei Pantera. Invincible shield io lo metterei ipoteticamente dopo War of Words se non fosse mai uscito Jugulator insomma, ma forse non sarebbe stato al passo coi tempi....
A quanto di buono hai già detto tu, io vorrei soffermarmi un attimo sul comparto grafico del disco... sono affascinato dalla figura del cavaliere nero presente sul retro copertina... speravo che si creasse un specie di storie circa la sua figura come accadde appunto per Hellion, Metallian, il Painkiller e il Jugulator. |
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L\'ho preso ormai da qualche settimana e l\'ho ascoltato un bel po\' di volte. Che dire, secondo me è un ottimo album, forse quello che avrei sempre voluto sentire almeno una volta dopo Painkiller. Rispetto a Firepower ,che già mi aveva convinto, lo trovo più riuscito. Songwriting, produzione, assoli, tutto è migliore. Contando anche le 3 bonus track che sono splendide direi che è anche un album più vario e meno standardizzato. Tra i brani migliori citerei panic Attack, Devil in disguise, Gates of hell, crown of thorns, Giants in the Sky, fight of your Life e the Lodger. Per me un 85. |
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Un pò ripetitivo ma complessivamente un bel disco. 80 per me.
Anche i lavori di chitarra li trovo ben congegnati, pur non sopportando Faulkner che se la tira un tantino ma solo un tantino eh  |
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..dopo un pò di tempo, di ascolti (e dopo anche il concerto)...rettifico in positivo il mio primo giudizio iniziale forse un pò troppo severo!.
Bravi JP, complessivamente buon/ottimo prodotto che risento volentieri , e già questo è un fattore positivo visto che uscite \"simili\" , Saxon ad esempio (comunque grandi un mese fa!) ormai sono già nel dimenticatoio.
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Anche oggi mi sono confrontato con un mio amico che mi ha detto che questo e\' un album valido ma nulla piu\'...ok,vedo che anche qui\' la pensano in questo modo altre persone e va bene.Ognuno ha i suoi gusti,io dico solo;ditemi se i Saxon,i Maiden,Accept hanno sfornato un album cosi\' tirato e con pezzi che,bene o male,non si somigliano molto tra loro!Forse ce\' una band tra quelle classiche Heavy Metalbche non ho citato e che,magari,hanno fatto un album di questo livello. |
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Se scendesse un alieno sulla terra oggi e chiedesse cosa è l\'heavy metal bisognerebbe fargli sentire questo disco.
C\'è tutto quello che serve, grandi chitarre, grande voce e grandi canzoni.
Grazie Judas, mi avete regalato emozioni degne di un glorioso passato ed al forum avete allontanato la malinconia con la certezza che ci terrete sempre compagnia.
Adesso giganti sulla terra ed in futuro anche nel cielo. |
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Grande Album ... non vedo l\' ora di vederli a giugno |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Concerto dei Judas al forum tra i piu\' belli ed emozionati che abbia visto…… Halford mostruoso, forum pieno! |
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Ascoltato e riascoltato sia in cuffia che su impianto, rigorosamente al massimo. Gran Disco! ROB HALFORD strepitoso. Ancora una volta dimostra a tutti chi è il Metal God e xché. / Canzoni bellissime, orecchiabili quel tanto che basta da non stufare, forse l\'unico vero filler è Vicious Circle che però hanno avuto l\'accortezza di far durare poco. Title Track sbalorditiva ed epica, ma la mia preferita è Giants In The Sky: con quel finale x me il disco poteva pure chiudersi lì. / Su Escape From Reality davvero ROB diventa un pericoloso ibrido fra lui ed OZZY. / Il chitarrista è bravissimo ma è capace di suonare col cuore e questo x me è Oro. L\'Anima di TIPTON se ne sta andando con lui e KK... vabbeh... /// Mi ritengo fortunato ad aver potuto vivere in questi anni l\'uscita di LP come Bad Magic, 13, Firepower, Patient Number 9, Power Up o questo. Anche se si tratta di cicli alla fine, x qualche istante, ho potuto provare quelle sensazioni di quando nella mia cameretta di adolescente scoprivo con orecchie ancora vergini (commento 113 di Brus fantastico) Album che poi sarebbero diventati Storia. Un disco così all\'epoca avrebbe mandato in visibilio qualunque appassionato del genere. Chi non lo ammette o non c\'era o è un bugiardo. |
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Cristo non avrei mai immaginato i Judas al Forum come gli iron Maiden. È una notizia |
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negli ultimi anni i saxon gli ho visti 3 o 4 volte e scazzano sempre qualcosa a volte in maniera clamorosa. |
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Direi se non era sold out..Poco ci mancava.
Grande prestazione sia di Saxon che di JP. |
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Per curiosità a quanto stava come capienza il forum? |
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ennesimo grande disco, non stanca per nulla, super energia. Però a mio parere nessun pezzo è una hit in senso stretto, quindi giusto il voto. Il concerto del 6 Aprile pazzesco comunque |
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Splendido album e gran concerto il 6 aprile. Show degno dei tempi migliori per tutti i membri della band. Commovente l\'ingresso di Glenn per le ultime due canzoni. Rob in gran forma. Che dire....energia pura !!!! |
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Visti due sere fa (6 aprile) ad Assago. Live splendido nonostante avrei sostituito ben 6 tracce con altrettante più imperdibili). Halford dal vivo è goduria pura per cui confermo di non credere, come fanno in molti, ad un suo aiuto in studio per la voce incisa su quest\'ultimo disco. Anzi penso che con la sua voce attuale si sarebbe potuto e dovuto spingere molto di più. Con un aiuto avrebbe anche potuto superare le prestazioni anni 70 (da disco) e questo punto della carriera, per ragioni artistiche lo avrei trovato assolutamente legittimo. Sul nuovo disco, dopo ripetuti ascolti seguiti ad un iniziale delusione, posso dire che lo trovo ben suonato e piacevole se ascoltato tutto d\'un fiato, ma non contiene traccia che sia memorabile al contrario di tutto il resto della discografia. Trovo dunque che le anticipazioni precedenti all\'uscita siano state artisticamente controproducenti e l\'inserimento di alcune di queste tracce nel live abbiano costituito i momenti di calo del live stesso. Carina crown of horns, ma a parità di lento/mid tempo ne avevano a palate di migliori e magari mai riprodotte dal vivo. Sul discorso che molti fanno a proposito del non poter considerare questi come i veri Priest che dire?! che probabilmente è vero, che non vedere Tipton e Downing sul palco fa davvero uno strano effetto. Che discograficamente si parla quasi di una band nuova, ma che sa riprodurre live i Priest alla perfezione forse meglio di quanto facevano a suo tempo gli Halford. Questi magari non sono né i Priest di un tempo, né gli Halfrod di Resurrection e Crucible, ma una terza cosa. Penso che i nuovi dischi con faulkner non siano in nessun modo la prosecuzione artistica dei dischi fino a Nostradamus e di questo sono davvero dispiaciuto, ma Live lo spirito dei Priest è tenuto alto e i concerti sono comunque il meglio che si possa sentire con un cantante che con le sue quasi 73 candeline rimane in cima alla piramide per potenza di voce ed espressività. é davvero impressionante e imperdibile e non può che essere adorato e ammirato per le sue capacità. Sarebbe bello se queste ssue capacità fossero state spremute assai meglio nella loro potenzialità rispetto a quanto fatto da subito dopo il 2008 (anno di nsotradamus) in poi. Speriamo che il tempo sia clemente e l\'abbondanza fluisca |
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Su Escape From Reality a un certo punto sembra la voce di ozzy |
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Seguo i Judas in \"presa diretta\" da quando è uscito \"Screaming for Vengeange\", e quindi mi sento di dire che sono cresciuto insieme a loro e che ci \"conosciamo\" da ben più di 40 anni. Sono contento che questi simpatici vecchietti (Faulkner a parte) siano ancora in circolazione e il giorno 06/04 sarò a Milano, e con tanto di prole al seguito; ci mancherebbe, onore alla Vecchia Guardia. Questo disco lo devo ancora metabolizzare e per adesso faccio fatica a giudicarlo, ma se proprio bisogna lasciare un parere
mi vien da sottoscrivere in toto il commento n. 122 di Maurizio, probabilmente per affinità culturali proprio tra appassionati appartenenti alla vecchia guardia. Giudizio sospeso; ricordo che anche \"Painkiller\" all\'epoca mi face storcere il naso (a parte il bellissimo concerto in quel di Brescia), mentre oggi lo considero un quasi capolavoro. Qui si vedrà. |
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Il 6 aprile tutti lì, data da ricordare. Potrebbe essere l\'ultima occasione per vedere dal vivo i JP, leggenda dell\'heavy metal. I veri Giganti del cielo. Onore a questi grandissimi protagonisti storici che, ancora oggi, ci regalano emozioni uniche. Viva l\'heavy metal, quello vero, unico, insuperabile, viva I Judas!! |
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Se non li avessi visti con i Saxon exciter ecc un paio di anni fa a Verona, sarei venuto volentieri. quest\' anno tocca ai Rammstein e a Bruce Springsteen |
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Maaah…..trovarci in gruppo al concerto? Non vale scrivere io sono quello con la maglietta di…!
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Voto 87, discone! bello pensare che Rob abbia l\'etá di mio padre!  |
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Va bene così. Quello che volevano i fans è questo. Potente, aggressivo, motivante. Però innovazione e voglia di fare qualcosa di nuovo no; c\'è stato Nostradamus e ha fatto troppo discutere quindi andiamo sul sicuro. Non delude ma per me reduce della NWOBHM ne hanno in catalogo almeno 6 meglio di questo. Buon ascolto. Il voto 78 |
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I Judas hanno fatto l\'album che dovevano fare e che volevano i fans, basta vedere l\'entusiasmo con cui è stato accolto. E hanno fatto molto bene! Produzione ottima, canzoni quasi tutte al top ,band in gran forma e Rob in stato di grazia. E se a 72 anni ha usufruito di qualche aiutino in sala, pazienza, non mi cambia il giudizio. Io ci ho trovato anche qualche atmosfera che mi ha riportato al troppo denigrato Turbo (Gates of hell e Crown of horns in sequenza). Dovesse essere l\'ultimo da studio sarebbe davvero un saluto degnissimo.
Curiosità: il primo pezzo bonus Fight of your life ha un chiaro accenno a God of thunder dei Kiss |
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Brus, è vero, dal vivo il nostro Rob non sarà mai più quello di una volta, ma a lui e a tutti i cantanti storici di una certa età si perdonano anche alcuni "aiutini" tecnici, ci mancherebbe.. e poi da sempre sono nel mio cuore visto che loro "sono stati" il mio primo concerto mai visto.. Era il 1991 nel tour di Painkiller |
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Disco fantastico..voto 90 |
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Ci non ama questo disco non ama l'heavy metal... Quanto sorrisi mi sta regalando |
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Siamo nel 2024 e sia i Judas Priest che i Saxon sfornano ancora dei mezzi capolavori capaci di mettere a tacere tante band moderne... Due dischi sensazionali, soprattutto per via dell'età delle band |
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E\' giusto una settimana che ascolto il cd in cuffia e sulle casse. Chi se lo aspettava un album di questa qualità, su tutti i versanti, e con questa energia (anche dopo il buon Firepower)? Non è possibile non voler bene ed essere riconoscenti a questi vecchi ragazzi. Semplicemente grandi. |
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Celtico concordo, alla luce dell'età e dei tempi di oggi questo album merita 90 a tutti gli effetti, le song sono tutte ottime compreso le bonus , scrittura,arrangiamenti produzione esecuzione è tutto perfetto.
Certo dal vivo il nostro robbi nn riesce a cantare così ma il disco è spaventoso |
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Dico solo che mi sono venuti i brividi... Album sicuramente da 90 |
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E chi se lo aspettava un disco della Madonna così a 70 anni suonati, merito sicuro anche del nuovo innesto ritchie
Ma gli stacchi iniziali della title track che cosa sono?? Mamma mia!!
E cavolo i maestri hanno ancora da insegnare molto non c'è niente da fare.
Per non parlare poi del fatto che una song ottima come fight of your life sia relegata a bonus track, per altre band sarebbe stato il singolone.
Grandi priest, nn provavo da tempo certe emozioni.
Vorrei avere 12 anni e sentire sto disco con orecchie vergini |
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Grandissimi! Invincibili! |
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Grandissimi! Invincibili! |
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e al numero 5 categoria cd vinili musicassette TOP |
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Intanto entrano in classifica al numero 8
Sempre grandi. Orgoglioso di averli hanno inventato l\'heavy metal |
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Strepitosi veramente.
Richie ha ringiovanito il songwriting, il sound e la resa dal vivo. Bravo!
Halford inarrivabile ancora oggi (al netto degli effetti da studio).
Voto 90 |
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La vecchia guardia non delude, non mi aspettavo un disco del genere ma che qualità! Halford è praticamente inscalfibile, un timbro del genere alla sua età è da alieni.
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Le critiche costruttive le hanno fatte quelli a cui hai risposto. |
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Gran disco davvero. Solo che applausi per Halford e Soci |
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@Kronos: se ti riferisci a me, ti rispondo con una frase tipica di una vecchia pubblicità: “sbagli candeggio”. Rileggiti i tuoi commenti e se sei intelligente capirai che non c’è nulla di costruttivo. Scrivere che c’è troppa plastica e che Greta non sarà contenta non è una critica costruttiva, là si può prendere come battuta e riderci sopra ma niente di più. Cos’altro hai scritto in proposito? L’altra battuta su KK è scritto che del disco non resterà nulla. Dov’è la tua critica costruttiva? Da quando tu e l’altro personaggio siete comparsi sul sito (magari siete la stessa persona) il livello dei vostri commenti è sempre rasente il trollaggio. Su questo sito ci sono persone che scrivono da anni ed hanno imparato a conoscersi, discutere e rispettare la critica degli altri anche quando non si é d’accordo. |
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@Kronos c\'è anche chi esercita il sacrosanto diritto di parlarne male a prescindere e senza averlo ascoltato, ma non è che con questi bisogna per forza perdere tempo a discuterne |
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@zzap: cavoli, hai ragione!!! |
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È inutile. Quando qualcuno prova ad avanzare critiche costruttive perché un album non gli è piaciuto arrivano subito quelli che devono fare gli avvocati difensori solo perché il loro gruppo preferito non si può toccare. |
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@Painkiller esempio poco calzante, il tizio rimasto a back in black sa che esistono ancora, magari non sa chi ci suona, ma ha il biglietto per Reggio Emilia, l\'ha postato su Instagram e lo sfigato sei tu che non ce l\'hai |
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@progster: io l’ho criticato il buon Bruce per come ha cantato in diversi concerti, e come ho scritto nella recensione non ho amato molto tyranny of souls, nel senso che lo trovo solo un buon disco. The Mandrake project mi sta piacendo parecchio, é diverso da tutto quanto ha fatto finora ed è piuttosto vario. Ci sono poi quei tre/quattro pezzi dal refrain ipnotico che non mi si tolgono più dalla testa.
@zapp: un po’ come quando incontri qualcuno che vedendo una tua maglietta dice (ad esempio) “ah, gli AC/DC, sono il mio gruppo preferito! E tu : “ti piace l’ultimo? A me non fa impazzire”. Ed il tizio “ah ma esistono ancora? io sono rimasto a Back in black!” 🤣 |
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@Painkiller ahah ho riassunto parametri totalmente soggettivi in verità lapidarie e insindacabili, leggo certi commenti che sarebbero da incorniciare |
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In UK al secondo posto. 🙂 |
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Painkiller,il Mandrake Project al 99...devo prenderlo fisico. |
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E intanto il disco é entrato al n.ro 8 in classifica italiana… |
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Ok, tu no sei zzap, ma il suo anagramma/alter ego, pazz! 🤣 |
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A me dopo tanti anni hanno stufato le chitarre elettriche e le urla sovraumane. Pertanto il disco è mediocre 😂 |
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Continuo a pensare che molti usino parametri diversi e totalmente soggettivi per giudicare le bands storiche sugli stessi argomenti, il che lo trovo davvero poco coerente.
Vediamo se riesco a spiegarmi: quello che mi ha fatto apprezzare i Judas da ragazzo e negli anni successivi c’è ancora? Si, punto a favore del disco. Nostradamus mi piace? Molto. Cosa mi sarebbe piaciuto sentire in un nuovo disco dei Judas? 1) un disco potente, veloce e tirato ma melodico, con un bel suono, perché no con qualche richiamo al passato: lo hanno fatto? Si, punto a favore. 2) Un disco che potesse essere un concept, una evoluzione sonora di Nostradamus? Anche: ma Nostradamus è tutto sommato recente, ha un suono perfetto, ed è talmente bello che lo ascolto spesso e volentieri, nella sua interezza. 3) un disco con brani storici (per me ci sono brani storici anche tra quelli che non suonano mai live…) riarrangiati in chiave semi-acustica. Prima dell’uscita di invincible shield avrei firmato per 1 e 3.
Sulle scalette live: concordo tutto sommato con Iommi. Quando hai una discografia lunga 19 dischi di qualità per me non ci deve essere una canzone intoccabile.Ed é anche vero che la “massa” chiede sempre gli stessi pezzi . Occorre essere onesti. Poi ciclicamente i Judas hanno inserito pezzi che non si sentivano dai tempi di una Bibbia, sono sicuramente meno immobili degli Iron Maiden in tal senso, e questo riguarda la quasi totalità dei gruppi storici, quindi criticare i Judas per questo non ha proprio senso.
Poi se dovessi scegliere io pescando una canzone per disco che non suonano abitualmente…: Run of the mill, Island of domination, here come the tears, stained class, delivering the goods, you don’t have to be old to be wise, hot rockin’, fever, heavy duty/defenders of the faith (a fine concerto), Locked in, Ram it down, one shot at glory, hellrider, pestilence and plague, cold blooded, sea of red. Per non parlare di alcune b sides e outtakes di valore, mai proprio mai suonate da vivo…. |
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IL GRANDE DILEMMA E\' IL SEGUENTE:
MEGLIO FIREPOWER,
INVINCIBLE SHIELD O LA FIGA?
Ai posteri l\'ardua sentenza. |
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lo trovo un gran bel disco, con l\'esperienza sono riusciti a colmare alcune lacune naturali del tempo che passa. se si vuole sentire ancora ottimo metal la strada passa di qua. |
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La voce di halford è molto lavorata. Non ci sono più i 2 chitarristi originali. Bravissimi ancora musicalmente ma non capisco dove siano i jp, qui, senza tipton e KK.
Io direi che forse bisognerebbe ascoltare si più quello che han da proporre band più giovani e riascoltare i vecchi album di questi grandissimi gruppi.
Bisognerebbe guardare un po\' avanti per davvero. Lo dico dall\' alto dei miei 46 anni. 😄 |
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Finora ho ascoltato solo 3-4 pezzi e me lo devo ancora comprare fisicamente... però quello che ho sentito l\'ho trovato bello e da quel che sento e leggo in giro sembra essere una bomba atomica. |
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Parere sicuramente positivo il mio. Premetto che, dal rientro di Halford, ad eccezione di Redeemer of Souls, per i miei gusti hanno pubblicato un album più bello dell’altro. Invincible Shield nelle mie preferenze lo vedo appena un gradino sotto, 2/3 pezzi nella seconda parte non riescono a convincermi come il resto. Complessivamente però rimane un ottimo album, stilisticamente sono andati sul sicuro, questo sì, ma dopo 50 anni e passa di attività, ascolto la tripletta iniziale…e alzo le mani. Tra le bands “storiche” attualmente sono i numeri uno. Tra le bonus tracks mi ha molto colpito The Lodger e mi dispiace non vederla nella tracklist standard: diversa da tutto il resto, ma molto bella; l’avrei vista bene a concludere l’album, a mo’ di sorpresa finale. Voto 80 |
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Sadwings il principio di uguaglianza sta nel trattare casi diversi in modo diverso e così io ho aspettative per band diverse aspettative diverse. Nostradamus per me di difetti non ne aveva salvo semmai quel breve pezzo cantato in italiano e lo trovo innovativo eccome, una sola canzone lunga due dischi...fai te. Che non sia stata seguita quella deriva per me non è una dimostrazione che quella deriva non era buona , ma piuttosto del contrario: milioni di mosche mangiano merda ma non vuol dire che sia la miglior scelta o, detto in altri termini, la maggioranza è sempre matematicamente in errore. Poi certo, son gusti , ma é obbiettivo che la maggioranze hanno sempre gusti faciloni così come la superficialità é piû diffusa della profondità, la grettezza più della finezza, l\'egocentrismo piû dell\'altruismo e della sensibilità. Insomma, ci siamo capiti. Dai Priest speravo che dei fans se ne fottessero visto che é per il responso della maggioranza dei fan che da 40 anni non ci liberiamo di living after midnight e altri coretti da stadio ad ogni esibizione e mai che si siano sentite le diverse gemme della discografia (anche i purple se sento un,altra volta smoke on the water vomito e di canzoni belle mai sentite dal vivo ci sarebbe il grosso del repertorio) che mai si sentiranno. Anche questa é una scelta basata su quel che vogliono i fans. Ergo i fans presi come maggioranza da statistica sbagliano sempre |
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\"Invincible Shield\" è il degno erede di \"Painkiller\" del 1990, il migliore album dei Judas Priest dal ritorno di Rob Halford. Meglio di \"Firepower\" e di \"Angel of Retribution\", che erano album eccellenti. Con questo capolavoro i Priest erano e restano, a mio modesto parere, i \'Metal Gods\', e nessuno gli potrà togliere questo titolo blasonato, neppure gli ultimi Black Sabbath, che nel 1970 l\'heavy metal l\'anno inventato (si veda l\'ultimissimo album, \"13\", del 2013, con Ozzy Osbourne alla voce o, col nome Heaven & Hell, l\'album del 2009 \"The Devil You Know\", col sommo Ronnie James Dio). Colpisce soprattutto che questo capolavoro è stato fatto da una band i cui membri hanno l\'età media di settan\'anni e con uno dei due chitarristi, Glenn Tipton, affetto da morbo di Parkinson. Tanto di cappello. |
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La contraddizione nasce dal metro di giudizio basato su fattore ( la mancanza di innovazione) che dovrebbe essere applicato per tutte le band e non a discrezionalità. se diventa un fattore discrezionale applicabile solo ad alcune band e non ad altre allora è un problema soggettivo.
Se si salvano gli ultimi accept ( secondo me il migliore rimane blood of nation) , 13 ( si concordo sono uno dei gruppi che meno si è adeguato alle mode ) e allora mi stride la critica ai judas--
Ancora di piu se consideri the jodger come riempitivo quando invece dovrebbe essere proprio la diversità di cui cerchi .
Mi sembra un fattore soggettivo poi che oggettivo.
Inoltre nostradamus piace o no (a me piace anche se ha dei difetti) non ha innovato e nessuno ha seguito quello stile e purtroppo non è neanche stato cosi apprezzato dai fans. Quindi può essere stato un bel esperimento per la band ma sicuramente non ha influenzato nessuno |
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Secondo me vi rimarrà solo un bel ricordo... |
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Mi auguro davvero tu abbia ragione perché al momento mi paiono tutte bonus track inconsistenti e non me ne rimane in testa nessuna come non mi viene voglia di riascoltarlo, sto addirittura tornando su Ros che mi deluse tantissimo (ma che ho potuto accettare con dieci anni di ascolti) |
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Secondo me invece ha delle canzoni che rimarranno nel tempo. |
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Sadwings perché mi contraddico? Gli accept mi stanno piacendo (blind rage e pure seppur meno too mean to die) e ora incrocio le dita e prego per il prossimo. 13 dei sabbath (devo ammettere di aver levato due filler a averci aggiunto 3 da the end) è un bel sentire seppur immagino non regga nel tempo come i classici dell\'era Ozzy. I sabbath sono cambiati completamente ad ogni cambio cantante, piú che una necessità la definire una grande opportunità ben sfruttata che ne fa per me il gruppo più inarrivabile di tutti perché non saprei scegliere una era piuttosto che un\'altra pur riconoscendo che molte hanno solo vagamente mostrato ma non approfondito la loro potenzialità. Trovo che i sabbath abbiano seguito le mode meno di quanto abbiano fatto i Judas priest da ben prima del periodo Owens. Direi che lo hanno fatto per tutti gli anni 80 in particolare da turbo, ma anche prima da British steel a ram It down. In realtà i veri dischi innovatori sono sad wings of destiny, stained class e endorse anche sin after sin e poi sicuramente painkiller e nostradamus. Gli altri no. Però almo sono diversi tra loro, hanno piglio ecc ecc. Che abbiamo detto già tutto non penso, penso che per ragioni di età abbiano perso quella voglia di spaccare il mondo che avevano da ragazzi e che questo non faciliti il trovare idee innovative oggi, ma, ripeto, nel 2008 ci erano riusciti. E comunque prendendo ad esempio una altra band di vecchi, i Deep purple, il cui gillan ha pure perso il 90% della sua vecchia voce (al contrario si Rob) han saputo se non innovare comunque essere molto creativi e freschi con i loro ultimi tre album. Ciò non toglie che loro eccedano ancor più dei Priest nel fare live sempre le solite e che dunque per questo come per lo spettacolo io preferisca live i priest , ma questo ultimo disco mi sembra vuoto. Non smetterò di riprovare ad ascoltarlo perché la speranza con una delle band più adorate è l:ultima a morire e perché in fondo nemmeno nostradamus mi piacque subito alla prima però almeno mi agganciò. Dopo di quello mi sono sempre dovuto sforzare io a farmeli piacere |
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Ben suonato e ben prodotto. Amo i Judas ma di un album così non resta e resterà nulla tra qualche anno. Angel of retributivon per me è di gran lunga superiore. Fino a Nostradamus li ho ascoltati più che volentieri, anche quello dopo aveva un suo perché... Live poi almeno vocalmente questi pezzi non saranno apprezzabili come su disco. Fare paragoni anche lontani con Painkiller mi pare proprio fuori luogo. |
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iommi ripeto ti contraddici quando poi salvi gli accept e un album come 13 dei black sabbath ( che sicuramente è una band che per necessità ha avuto evoluzioni e album con sonorità differenti).
Se sei deluso è un fattore tuo personale ma poi non riesco a prendere in considerazione questo tuo ragionamento se viene applicato solo ai judas priest, che dopo 50 anni e passa di carriera e in un genere che ormai ha detto tutto, si \"limitano\" a comporre ottime canzoni nel loro stile.
Poi l \' era ripper è sicuramente diversa ma inseguiva delle mode e quindi secondo me è anche peggio quando qualche band storica si adegua ai generi che vanno di moda snaturando il loro sound(anche se apprezzo jugulator).
Concordo su redeemer of souls è probabilmente l album piu insipido con idee anche interessanti ma che poi vengono affossate da una produzione indecente. |
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Secondo me al di là della forma dello stile dei tecnicismi qua ci sono le canzoni che funzionano a meraviglia. Anche l\'ultima the lodger veramente una sorpresa. L\'ultimo firepower mi è piaciuto ma qua siamo sicuramente oltre. La chitarra è veramente a fuoco e protagonista indiscussa, parlo al singolare perché è tutto un lavoro di Faulkner, ci scommetto, Glenn secondo me è stata una presenza simbolica, troppo compromesso |
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Quando è troppo bello per essere vero, non ci si crede e si da un\' 83 alla carriera. A me piace quando le band fanno il loro mestiere e lo fanno bene, le sciccherie e le genialate le fanno appunto i geni, come i roger water di turno, altrimenti escono i lulu della situazione. Questo è l\'album non del genio ma del maestro si! E va dato atto a questa band che è più in forma di tanti vecchi e pischelli. Album di sostanza, pregno di tutto ciò che l\'heavy possa offrire al suo meglio, con una super prestazione di halford che copre ogni frequenza con disinvoltura. 93 alla carriera |
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Comunque la discussione che ne sta venendo fuori mi piace 👍.
@Moreno(64): no problem, ora é più chiaro, ma io l’ultimo dei Megadeth non riesco ad ascoltarlo per intero ad esempio.
@Iommi 65): guarda, Nostradamus per me é un grandissimo disco, ricco di preziosi arrangiamenti, con una produzione “leccata” il giusto e che si sposa benissimo col tappeto di tastiere di Dom Airey. Ad essere sincero però mi mancava un disco con Rob “sparato” e spinto come questo, dai tempi di Painkiller, quindi per me è ben accetto, desideravo questo da un po’ in effetti. Il tuo commento sembra partire dal presupposto (assolutamente plausibile capiamoci) che questo sia l’ultimo album del gruppo. Se però così non fosse, ciò che mi piacerebbe di più in assoluto è che facessero un disco ancora con tastiere e guitar synth, anche più morbido di Invincible Shield e nel quale Rob potesse utilizzare al massimo la sua espressività, ancora unica e inarrivabile per me, senza chiedergli di raggiungere picchi di note difficilmente riproducibili live in modo continuo. Quindi sí, mi piacerebbe una evoluzione di Nostradamus, eccome, ma questo invincibile shield era quello che aspettavo da un po’.
Poi per capirci io non ostracizzò il periodo Owens, o meglio trovo che Jugulator sia ottimo, e l’ho sempre detto, eppure li mancava la colonna Halford, eppure è un gran disco, e quindi parto dallo stesso presupposto nel giudicare questo disco, manca Downing e Tipton ha solo partecipato alla stesura dei pezzi? Amen, quando schiaccio play quello che sento è Judas al 100%. Infine, tornando ai desideri, mi piacerebbe un concerto semi-acustico coi pezzi riarrangiati, da ogni epoca… |
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Sons of thunder e fight for your Life sono tanta roba. Il secondo poi con quel riff anni,70... splendido |
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Io non sono mai stato un grande fan dei JP , a parte ovviamente Painkiller che innegabilmente è il disco Metal per eccellenza, oserei dire il migliore disco Metal della storia, ma cosa ci si può aspettare daloro se non fan service fatto bene come in questo caso? In vista del definitivo pensionamento fanno quello che devono fare cercando di metterci un po\' di qualità ed evitando mezze ciofeche che altre band comparabili hanno prodotto negli ultimi anni. |
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si ROS era molto fan service, anche troppo per il tempo (ben 6 anni dopo l\'inventiva di nostradamus), ma considerando che il suo tempo era 10 anni fa e che questo odierno esce ben 16 anni dall\'ultima spremuta di meningi mi risulta ancora meno giustificato (il tempo in 16 anni per essere creativi si trova) e ancora più fan service. Inoltre ROS aveva Beginning of the end che era di un altra categoria, battle cry che poteva esser meglio e che era certo fan service e non immortale, ma che era buona e le piacevoli down in flames, tears of blood, cold blooded e secrets of the dead, qualche sufficienza come halls of valhalla e sword of democles e con qualche sforbiciata e una produzione migliore sarebbe venuto fuori un discreto album, non tra i migliori,ma discreto si, da questo.....da questo taglierei tutte e non mi rimarrebbe niente pur non sentendone nessuna con i ritronelli stupidi di dragonaut o ros title track, ma nemmeno niente che abbia il livello, comunque per me modesto di quanto citato sopra |
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Più fan service di redeemer of soul però non l\'hanno mai fatto. Senza contare che oltre alla pessima produzione il songwriting era decisamente sotto la media dei Priest. Ora io di questo album ho solo ascoltato due pezzi, ma già posso dire che ROS se lo mangiano a colazione. Per scrittura, assoli, arrangiamenti, produzione e grinta. Riguardo all\'innovazione ROS nevera l\'antitesi quindi in questo senso non mi esprimo. |
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ps: eccetto che in live, li sono una buona approssimazione di quanto sian stati i judas priest fino al 2009 |
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mi dovrò rassegnare ad essere sempre nella parte minoritaria di qualcosa. non nego sia frustrante perché quando hai tanto amato una band per qualcosa va quasi sempre che ls stragrande maggioranza dei fan le chiedano altro e che questa band gli accontenti. Infatti io trovo davvero molto fan service negli ultimi 3 loro dischi e ora come ora mi trovo addirittura a preferirgli qualche parte di redeemer of souls che a suo tempo e per tutti gli anni a venire è stata la mia più grossa delusione. Io post painkiller ho apprezzato (eccetto degli evidenti filler) molto angel of retribution e moltissimo Nostradamus da dire che lo metto tra i primi 3 album dei judas priest a fianco di sad wings of destiny e painkiller (al secondo posto pari ,merito metto sin after sin e steined class, al terzo defenders e forse ram it dow e tutti gli altri a scendere e condividere scalini). Firepower non è assolutamente del livello di tutto il resto della discografia (ci metto dentro anche point of entry, proprio tutta tutta la discografia) è compatto e piacevole, ma completamente fiori tempo. questo non è nemmeno piacevole per me. i dischi con owens invece a me piacciono molto, e li ritengo entrambi superiori forse anchea firepower ma certamente a quest\'ultimo che non lo ritengo nemmeno piacevole. c\'è da dire che per apprezzare il periodo owens ho operato un gioco di prestigio mentale; ovvero gli ho sempre considerati di un\'altra band perché va bene il cambiare dei priest tra un disco e l\'altro che ne è sempre stata caratteristica (tranne che in questo periodo faulkner) ma li si andava oltre cambiava la voce, il genere, la dinamica tra le due chitarre gemelle, tutto e con un nome diverso andava benissimo, anzi forse era la giusta direzione artistica per una band che senza halford non erano i juda. solo che ora senza tipton e downing lo sono ancora meno |
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@iommi il mio è un parere personale, la musica è questo, emozioni e stato d\'animo personale, capisco bene che a tanti potrebbe sembrare un album banale, scontato, perchè in fondo lo è, è il disco che la maggior parte dei fan dei Judas volevano. Dopo Painkiller ho apprezzato Angel of Retribution e Reedemer of Souls, e mi è piaciuto moltissimo Firepower, i dischi con Owens non mi sono piaciuti, e così Nostradamus. De gustibus. |
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@iommi vorrei sottolineare il tuo \"purtroppo\" nel tuo primo periodo. Sono un mega fan e ribadisco, trovo comunque l\'ascolto dell\'album piacevole. E\' il mettersi le mani nei capelli della meraviglia che mi sfugge.
Ormai mi tuffo anche nella dissertazione: il miglior disco post Painkiller a mio avviso è...Jugolator!
Scherzi a parte, se badiamo alla formazione classica non ho dubbi nel dire che il migliore post reunion è Firepower che secondo me ha proprio un bel tiro, nonostante non abbia veramente nulla di originale.
Non lo so oh, poi mettiamoci pure che non c\'è nessuno dei due chitarristi sul palco con l\'attuale formazione e che io credo POCHISSIMO al contributo di Tipton alle composizioni (e mi cascano le braccia quando cercano di asserire che abbia partecipato alle incisioni...ma per cortesia!). Mettiamoci infine una copertina che più di merda non si poteva...e sono comunque riusciti a fare un disco migliore degli ultimi 3 dei Maiden messi insieme! |
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SHOW mi trovo purtroppo perfettamente d\'accordo con te. e ora che l\'ho ascoltato tutto non riesco a capire tutti i commenti positivi, e davvero trovo assurdo un commento come quello di mauro paietta che lo considera il migliore dai tempi di painkiller. Senza offesa, a mio gusto proprio non capisco. Non me ne è rimasta in testa nemmeno una. Mi volete dire che è un album di difficile ascolto che ne richiede molti? Lo spererei, ma nessuno lo ha detto in nessun commento, anzi. Va bene Pinkiller il discorso che nostradamus è li e si può riascoltare,ma proprio non avresti preferito un seguito di quell\'album o una fusione di quel sound a quello di painkiller o ancora di sad wings of destiny? questo cos\'è? io lo sento vuoto e i judas sono in cima all\'olimpo dei miei preferiti (molto molto sopra agli iron, di pochissimo sopra agli accept e giusto sotto a black sabbath e forse uriah heep che a qualità, quantità e longevità sono inarrivabili da chiunque in questo genere) |
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Painkiller nel commento 46 citi il mio intervento ma forse sono stato poco chiaro io ( mica sarebbe una novità...)
la mia non era una critica ne all\'albunm ne al gruppo ma sono io che, probabilmente come tanti altri, cambio e se a 16 anni mi sparavo Venom Slayer e Motorhead a manetta nelle cuffie ora è veramente difficile che riesca a reggere un intero album Metal. Eccetto rarissimi casi tipo Megadeth. Perchè loro? perchè hanno canzoni più strutturate e meno nooise.
Ma la colpa sarà mia che divento vecchio
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Caspita....acquistato ieri....lo sto ascoltando ora ....che trittico di brani di inizio,suoni fantastici,un tiro che mi ha rimandato alla sensazione simile come quando usci\' Defenders of the faith....Halford immenso! |
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c\'ero nel 92 quando Halford lasciò la band, amavo Painkiller. Ero in prima file davanti al Riff Raff (storico negozio di dischi di Gallarate degli anni 90) il giorno dell\'uscita di Jugulator e sa dio quanto rimasi deluso.... non pensavo dopo 30 anni di restare così emozionato da un nuovo disco dei Judas...
Faulkner merita pienamente il suo posto nei Judas, tutto ottimo, suoni, brani, tecnica. Miglior disco da Painkiller ad oggi e miglior disco metal da anni a questa parte |
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Da superfan della band non capisco se sono io che mi sto perdendo qualcosa o se semplicemente certe cose non siano fatte per me.
Premesso che ho ascoltato il disco 9 o 10 volte perchè, comunque, tutto ciò che è firmato Priest mi dà piacere all\'ascolto. Mi chiedo però come sia possibile entusiasmarmi dinnanzi ad un album così. Non lo dico con intento polemico!
Lo stesso identico discorso potrei farlo per Firepower ma quel disco aveva una marcia in più, nella sua semplicità. Questo secondo me si dispedere in soluzioni magari più eleganti ma meno efficaci. \"Panic Attack\" ha un super intro ma trovo veramente pessimo il ritornello. Stesso discorso per la seconda. Title track invece semplicemente una bomba...da lì in poi, mi perdo. Salvo Trial By Fire, Giants in the Sky...ma in realtà nessuna delle canzoni si contraddistingue per essere brutta, quanto piuttosto inutile.
Non lo so, a sforzarmi di dare un voto mi verrebbe da dare 62. Massimo 65 perchè la produzione è una mina e gli assoli ottimi. Ma niente di più.
PS: non riuscirà comunque a farmi rimpiangere Nostradamus! |
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Album stupendo.uno dei migliori della loro discografia.voto 90.compratelo segaioli invece di scaricarlo!adieu! |
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Ci sono diversi ricorsi storici legati a questo disco. Come scritto da Lizard, Bob Halligan Jr. È tornato a collaborare con la band ad esattamente 40 anni di distanza da Some heads are gonna roll [prima ancora con (take these) chains in screaming for vengeance]. Fa eccezione la collaborazione con Halford su Twist, pezzo di Resurrection. Poi non vorrei dire una cavolata ma non credo ci siano molte bands Metal o hard rock che abbiano pubblicato dischi in cinque decadi: Judas, Deep Purple, poi non mi viene in mente altro. E tira fuori un disco così grintoso non è da poco. |
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@Testamatta: Tipton, Halford, Faulkner hanno lavorato separatamente, poi si sono trovati insieme per elaborare le idee l’uno degli altri. Glen ha proposto e suonato dei riffs anche nelle registrazioni, ma non ha potuto suonarli tutti. Quando stava bene suonava e quando invece non ce la faceva le parti le ha suonate Ritchie. |
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Iron Maiden al primo mercyful fate al secondo |
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Sono assolutamente in linea con i giudizi positivi delle recensioni e dei commenti precedenti. È vero, c\'è la sensazione di risentito un po\' qua un po\' là ma sempre in un ambito Judas Priest e non in generale. E comunque è un bel risentire. Non sono stato dietro alle notizie antecedenti la pubblicazione dell\'album e la sua gestazione quindi non ho capito quanto ci sia di Tipton in esso. Immagino sia stato attivo più a livello compositivo che non esecutivo. Le tre bonus (che trovo sempre fastidiose oserei dire \"a prescindere\") stanno bene lì dove sono: sono indubbiamente tre canzoni minori che, se poste all\'interno della tracklist ufficiale, avrebbero allungato il disco rendendolo inutilmente più prolisso e beccandosi il solito ingrato ruolo di filler. Invece le 11 canzoni secche danno una bella compattezza sia all\'ascolto che al valore definitivo. |
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Iron e Black Sabbath...🙂 |
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Tino, chi c\'è al primo e secondo posto?
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Sono fan dei Priest da esattamente quarant\'anni ma non ho mai considerato painkiller tra i miei lavori preferiti forse perché all\'epoca ero dentro al thrash metal mentre i Priest erano i miei ascolti da teenager. Come gruppo heavy classico lo metto al mio terzo posto, però devo riconoscere che adesso sono il gruppo più in forma del genere, sicuramente Faulkner è stato un innesto fondamentale e Rob è semplicemente il numero uno. Detto questo disco veramente valido, fresco potente, roccioso, ci sono tutti gli ingredienti del loro metal d\'annata in chiave moderna. I deja vu ci sono come per chiunque ha personalità artistica, per me 80 |
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Heavy Metal, What do you want ... cantavano e così è ancora oggi. horns up per loro |
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Concordo in pieno @Philosopher3185. Che poi su the sound of perseverante si incastrava alla perfezione. Capolavoro nel capolavoro. |
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Painkiller credo metta d\'accordo un po\' tutti;e\' Heavy metal classico ma suonato con tecnica moderna e una ferocia che lo avvicina a tratti a generi piu\' estremi(non e\' una caso se Schuldiner ne ha fatto una cover spettacolare oltre tutto). |
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Non sono mai stato un amante dell\'heavy classico: i miei gusti si orientano sul death e sul trash, ma reputo Painkiller l\'album più bello di tutti i tempi. Carico, pathos, cattiveria inarrivabili.
In questo caso sicuramente i ritocchi alla voce di Halford e la produzione tirata a lucido aiutano, ma ascoltarsi in cuffia panic Attack e invincibile shield è da infarto.
Per me album dell\'anno, voto 80 tondo.
Incredibili (da un loro non fan, tendo a precisarlo). |
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Ammetto che,probabilmente,mi sono fatto prendere dall\'entusiasmo e da un ascolto a \"caldo\" ;certo la produzione e\' ottima,Faulkner e\' un ottimo chitarrista,ma non si puo\' negare che sia davvero un album valido se paragonato a quelli della reunion,li spazza via almebo fino a Firepower.
Non hanno introdotto nessuna novita\' ma e\' la cattiveria,l\'energia,la volonta\' di darci ancora dentro che ti lascia soddisfatto.Ora aspetteremo il nuovo degli Accept,perche\' tra le band classiche,per ora,i Judas sono in netto vataggio. |
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Sono d\'accordo con te fondamentalmente....chiaro che \"fare qualcosa di nuovo\" è utopistico vuoi perchè ormai il \"genere\" (preso in senso lato ) è saturo (anche di offerte di basso se non pessimo livello) vuoi perchè alla fine i \"vecchi\" (di cui io faccio parte) si illudono di ritrovare la magia di brani come , per rimanere ai JP, Staind Class o Tyrant, per citarne due: impossibile, altri tempi, altra età (per tutti), altro contesto!.
In ogni caso il 6/4 ci sarò e ho visto la scaletta...ci andrei anche solo per Victim of Changes |
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Capisco il ragionamento sull’innovazione, ed io sono tra quelli che considerano Nostradamus un grande disco. Però quello lo hanno fatto, ed è lì da ascoltare quando si vuole.
Non sono molto d’accordo col ragionamento che si usa per giudicare i dischi, espresso in un paio di commenti: “non aggiunge nulla alla loro storia e all’heavy metal” oppure “non riesco più a sopportare albums interi di metal classico. L\\\'ho fatto per tutta la vita e mi sono ammazzato un timpano ma ora cerco altro, cerco canzoni vere che solo l\\\'hard rock riesce a darmi.” Credo che nel 2024 innovare in campo musicale sia difficilissimo, ci sono tante ottime interpretazioni di temi e stilemi creati nel tempo, e se non si può dare un voto alto ad un album perché “non innova” allora aspettiamoci di vedere solo voti dal 79 in giù. E poi scrivere che queste non siano canzoni vere e che solo l’hard rock riesce a darle é un ragionamento insensato per me. |
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Il commento 34 potrebbe concludere le discussioni, mi trovo completamente d\'accordo con Epic. |
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Per rispondere a sadwings, secondo me si,o stile dei Judas é quello di fare album sempre diversi che si riconosca che sono loro, ma che in effetti interpretino il metal in modo sempre diverso e talvolta facebdl cere e proprie (turbo, nostradamus). Poi certo, ci sono dischi che si somigliano un po\' di più perché quel particolare verbo aveva bisogno di essere spalmato su più dischi (e penso a defender of the faith e painkiller) ma il concetto rimane. Per rispondere a galilee capisco pure il concetto di fare la chiusura del cerchio, ma a parte il fatto che non la ritengo così necessaria, se così avessero scelto do fare avrebbero dovuto rifarsi allp stile di sad wings of destiny, sin after sin e stained class e se ci fossero riusciti lo avrei trovato piú interessante. Invece qui (ma in firepower pure) ci sono le cotonature anni 80, ma almeno negli anni 80 le produzioni pompose erano certamente meno efficaci degli anni 70 ma non mancavano del tutto di emozione come i suoni di questi ultimi 10 anni. Ps: gli accept non sono criticabili con lo stesso criterio perché hanno una diversa natura stilistica e non è vero che dischi come bling rage (definiamolo ancora recente) abbiamo solo due o tre tracce buone, anzi. I Saxon si, fanno dischi davvero troppo simili tra loro e difficilmente uno emozionante da inizio a fine. Ma delle tre band sono quelli che da sempre hanno prodotto dischi con gli intervalli di tempo minori e con i contenuti sempre molto simili per cui non si può dire che abbiano mai tradito la loro natura, con loro i cambiamenti gli puoi notare solo prendendo un ventennio di produzione (che nel loro caso corripaonde ad un buon numero dj album) e allora ti rendi conto xhe l,unica sostanziale modifica sia stata l\'indurimento e le trame un po\' più epiche. Per rispondere invece a Drake, mi sa che hai ragione, la scelta dello stile deve esser stata dovuta molto a Faulkner e sneap il che per me dimostra che questi non sono i Judas priest ma I loro fan che ci lavorano dentro e che giustamente non sanno innovare niente. Alla fine i Judas erano Tipton,downing e Halfords e quest\'ultimo sapeva fare meglio da solo (resurrection e crucible) che in questa band che deve reggere la bandiera senza più l\'artista creativo dentro. Per rispondere invece a chiunque parli della voce di Halford, io non ci giurerei che sia aiutato in studio perché gli ho visti dal vivo una decina di volte dal 2008 all\'anno scorso (anche fuori italia quindi) e nell\',80 per cento dei casi Rob è stato impeccabile (salvo che su Blood Red skyes) per cui non trovo inverosimile che con la calma dello studio possa aver tenuto note alte, che poi le sappia mantenere tutte dal vivo dipende da quante canzoni vocalmente tirate metteranno in fila. Se poi lo avessero aiutato in studio (non credo) andrebbe comunque benissimo per compensare le prestazioni sin troppo sotto le sue capacità tenute in redeemer of souls (davvero troppo presto il 2014 per trattarlo come una voce da vecchietto quando tuttora dal vivo fa impressione). Il problema della sua voce in realtà sta piú nella scelta delle interpretazioni davvero troppo banali tenute in molti pezzi degli ultimi 3 album. Per rispondere a Jon Nodveidt è vero che ritornelli ripetuti sono cosa che va avanti da 50 anni; appunto: io mi sono rotto i coglioni. Poi prima avevano un senso (confronta hell patron con the serpent and the king), ma oggi sanno di stantio. Infatti finalmente nel 2008 con Nostradamus.avevano smesso |
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I forum è da un\'altra parte e non è così bello 😂 |
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Ascoltato un paio di volte per intero, più alcuni ascolti spezzettati... Mi sta piacendo tanto. C\'è da dire che non ascolto quintalate di HM, quindi non sento il peso di eventuale poca originalità. Dovessi dargli un voto sarebbe 8,5. In cuffia si sente che è una favola.
Gran bel forum questo, ottime recensioni
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Il fratello di Glenn Tipton ha detto che sta peggiorando. Gli auguro ogni bene ma qua non penso che abbia suonato una nota. |
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Assolutamente strepitoso 🤘 long live Judas Priest 🤘🤘🤘 |
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Per rispondere a Iommi. Direi che sono d\'accordo con lui. I Judas han sempre sfornato album diversi fino a Nostradamus, quindi uno si aspetterebbe da loro ancora qualcosa di diverso. Però secondo me ad un certo punto devi chiudere il cerchio, e secondo me loro ci han provato 3 volte. La prima con Redeemer of soul e gli è andata malissimo quindi ci hanno riprovato con Firepower. Questo terzo album è venuto fuori dal fatto che probabilmente con le ultime sessioni c\'è stata alchimia , son venuti fuori più pezzi e la salute di Tipton si è un po\' stabilizzata. Hanno un po\' preso la palla al balzo. Anche perché lo sanno benissimo che è l\'ultimo giro di giostra. Son proletari, è difficile farli smettere. Between the Hammer and the anvil. Il disco lo ascolterò quando sarà il momento, per ora ho altro da smaltire. |
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Mi è arrivato venerdì, giorno di uscita. L\'ho ascoltato un paio di volte, troppo poco per giudicarlo, anche se è un disco di \"impatto\" quindi ti prende già da subito. Da capire se con il là degli ascolti crescerà o andrà a stancare. |
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Non nominiamo KK che poverino sarà lì a darsi la pomatina da quanto, a ragione, gli brucia il culo. Se dal punto di vista umano hanno fatto male ad escluderlo perché era anche lui parte della storia, dal punto di vista pratico hanno dimostrato di non averne proprio bisogno. Anzi, probabilmente gli avrebbe rotto i maroni su ogni cosa. |
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Il valore storico non lo può avere perché viene riciclato di tutto. Non c\'è niente di nuovo per quel motivo. Non gli chiediamo di cambiare genere. |
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Ma i voti ora secondo me sono molto relativi e ovviamente è il tempo che dirà l effettivo valore di un loro album ma per me ora è 85 ovviamente nel loro contesto. Ovviamente so bene che non può avere il valore storico di sad wings, british steel o altri lavori.
Secondo me ha degli elementi di firepower (trial by fire è quello che piu mi ricorda quel lavoro) ma secondo ma ha anche delle diversità .
Gates of hell , devil in disguise, the lodger e escape from the eternity non sono una tipologia di brani che trovi in firepower e le prime due mi richiamo i judas anni 80 piuttosto che painkiller (secondo me c è una grande lavoro di chitarra da parte di richie). All interno dei brani le strutture sono piu ricercate rispetto all approccio piu diretto di firepower (eccetto brani come sons of thunder) . Poi ovviamente ci sono i gusti e quelli non si possono discutere ne per chi ama questo lavoro e ne per chi lo denigra. |
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Ragazzi, questo album è autocelebrstivo al massimo, Firepower parte seconda, e riprende a piene mani da Painkiller, Angel of Retribution e così via. Ma su questo non c\'era dubbio, i Judas hanno cambiato sound mille volte in carriera, ma ora a 75 anni vanno sul sicuro, e fanno bene, visti il responso del pubblico. L\'importante è che sia un disco ispirato, e questo lo è, tante belle canzoni e ottimi riff, non gli si può chiedere di più. Rispetto ad Accept e Saxon, che propongono dischi tutti uguali e piatti, con 3 brani decenti, i Judas non deludono mai. Però mi fanno ridere i commenti entusiasti, ho letto di capolavoro, di disco incredibile, ho visto votazioni allucinanti, 85 90. Siamo Seri, un bel disco, non aggiunge nulla alla carriera dei Judas ne allheavy metal, si ascolta piacevolmente. Ma i capolavori sono altri. Confermo il mio 76, che è comunque un signor voto. Sono re del metal classico. Punto. |
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Il mio post sui riff non era una critica verso i Priest ma sul fatto che ho voluto ascoltare il loro nuovo lavoro nonostante io non riesca più a sopportare albums interi di metal classico. L\'ho fatto per tutta la vita e mi sono ammazzato un timpano ma ora cerco altro, cerco canzoni vere che solo l\'hard rock riesce a darmi. I priest li ho amati e consumato loro vecchi 33 giri a iosa ma, come altri vedo, riesco ad ascoltarlo a pezzi, 2/3 pezzi alla volta.
Daccordissimo con l\'utente Shock sulla voce di Hartfold che non mi piace per nulla |
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Sì satanasso probabilmente è l\'entusiasmo iniziale che ha il sopravvento sull\'oggettività, vedremo tra un po\' di ascolti quando sarà più la testa e le orecchie a dare un giudizio e meno la passione. Ci sono alcuni brani davvero belli e ben riusciti, altri meno. Sul perché abbiano voluto seguire la strada dell\'auto referenzialità anziché provare a sperimentare bisogna chiederlo a loro, io posso solo immaginare che gli artefici di questo disco siano in buona parte sneap e faulkner e che da veri fan abbiano voluto tributare dall\'interno la band secondo quello che è maggiormente il loro tratto distintivo e conosciuto, cioè il sound di painkiller e dei classici heavy. Chissà, magari in futuro oseranno di più! |
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I Judas Priest avevano le twin guitars. E attenzione a dire che sono rimasti a Painkiller che gli odiatori di KK si scatenano... |
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Mi fanno sorrideee le osservazioni sui riff e ritornelli ripetuti. Ma che davvero?
È lo stile dei Judas Priest da 50 anni a questa parte.
Vogliamo parlare del ritornello di bloodstone ripetuto all\'infinito? Metal Gods, Breaking The Law...potrei citare tanti esempi.
Questo è un album che riprende a piene mani da Painkiller, per me il loro apice. Forse anche troppo...sento riff e persino soli fatti nello stesso identico stile, a tratti qualcosa degli 80 e dei 70. Freno i facili entusiasmi, non é un album da 100, alla fine non aggiunge e non toglie nulla a quanto già detto, però è un bel disco ed è totalmente JUDAS PRIEST ed è quello che vogliamo.
Da fan dei Maiden posso dire che il confronto con quelli attuali è implacabile. Migliori negli 80 per me, ma i Priest sono rimasti i veri Difensori della Fede e ultimo baluardo dell\'Heavy Metal. Nota positiva per Halford, non sale come un tempo ma il timbro sulle medie è quello, complice anche un utilizzo intelligente di accordatura, suoni moderni e composizioni fatte ad HOC per la sua voce attuale, cosa che i Maiden non faranno mai.
Metal
Da fan dei Maiden
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Buono nella prima parte, meno nella seconda. Però tante canzoni sono un bel collage di brani del passato. Quello che meno mi piace è purtroppo la voce di Halford. Considerando che non è la sua vera voce ma è stato notevolmente aiutato in studio (ascoltare il duetto recente con Doro per capire), quando canta nei toni medi ha ancora una buona voce ed espressiva (Devil in disguise e Gates of hell, le migliori per me), ma quando urla mi sembra una gallina strozzata, come fa lo stesso Dickinson negli Iron. Diciamo un disco da 7, 7,5, non di certo un 9, ovvero un capolavoro, quello sono ben altri album come Painkiller o Defender of faith. Tra l\'altro, lo scorso anno dissero che questo album sarebbe stato diverso da Firepower, addirittura più progressive: come no, Firepower parte seconda con una produzione più moderna. |
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Fammi capire gli accept i ripetono e si con il pilota automatico e va bene, i black sabbath si autocelebrano anche un po troppo (e infatti gli stessi sabbath non hanno speso parole di encomio nei confronti di 13) e no non conto, le b sides (anche se concordo che siano migliori di molti brani presenti su 13) perche tali rimangano , e tutto va bene ( the devil you know è di altra categoria).
I Judas no devono per forza innovare e creare qualcosa di diverso (cosa che qui vi è in quanto the lodger e escape from reality non sono tipici brani alla judas) . Ma sei sicuro che ti piacciono i judas?
P.S. Angel of retribution è conservativo ma eulogy e lochness piacciono o no sono anche loro un elmento di diversità rispetto al loro catologo.
P.S. Nostradamus a me piace ma ha dei difetti oggettivi come la produzione che secondo me soffocae un po troppo le chitarre e forse poteva essere un po corto. |
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con sabbath, judas e accept stai citando la mia santa trinità e posso dire che 13 è abbastanza autocelebrativo, forse quello che lo è di più all\'interno della loro carriera, ma ha comunque ottime canzoni (soprattutto considerando i b sides che sono arrivati con l\'ep the end) e un paio di filler. Era un buon album di reunion,ma non un buon commiato definitivo, per me 13 sta a quanto lo avrebbe potuto seguire come angel of retribution sta a nostradamus e lo stesso discorso lo potrei fare per the devil you know (grande reunion con Dio). i Saxon, è vero, non si danno il tempo di creare album ben distinti che superino la buona sufficienza, ma nemmeno sappiamo se ne sarebbero realmente in grado. i Judas, i judas la scusa della troppa produzione non ce l\'hanno e non si può dire che non sappiano creare dischi dalle trame complesse e originali, quindi per me sono la band classica a cui più delle altre è lecito chiedere che continuino ad innovare e sperimentare ed invece dopo una bomba in questo senso come Nostradamus anziché procedere evolvendosi, si sono molto involuti. Per gli accept posso solo dire: al momento sono per me i più affidabili in rapporto qualità e quantità |
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Non capisco questa storia dei Riff. Tutto il metal classico e l\'hard rock si basa sui riff. Se non c\'è il riff è un\'altra musica. Il signor Tony Iommi per dire, ha basato tutta la sua carriera sui riff, forse ancora più dei Judas. Poi comunque mi sembra che all\'interno dello stesso pezzo ci siano comunque assoli, cambi di tempo, stacchi centrali, intro etc etc.. Ovviamente mi riferisco ai Priest in generale e a Firepower, perché di questo ho solo sentito i due ottimi singoli panic Attack e crown of horns. |
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Ero restio a dire qualcosa vista la diffusa ipercelebrazione del cd, ma gli ultimi 2 post mi hanno dato un assist.
Sentito già 2/3 volte ma non per intero, non ce la faccio proprio: brani a volte tropo lunghi e/o ripetitivi: spesso un bel riff va a finire che si perde nella prolissità: morale , a 3/4 di brano salto al successivo e così via.
Lavoro che nulla toglie e nulla aggiunge alla storia dei JP...la sufficienza se la prende , ma nulla di più , direi!
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non è autoreferenziale quello secondo me è un album 13 dei black sabbath in cui si cerca di ritornare a certi suoni e atmosfere di un determinato preriodo storico. Qui ovviamente riprendono gli stilemi dei judas ma non rinunciano ad un suono moderno e attuale. Poi pare semplice saper scrivere brani dopo 50 anni di carriere di ottima qualità, visto che nemmeno chi li copia ci riesce e di un genere che forse ha già detto tutto.
Secondo me la mossa intelligente è di non pubblicare album su album come i Saxon, accept ( band che amo ma che secondo si loro pubblicano album con il pilota automatico) ma di attendere il momento in cui pensano di aver dato un prodotto adeguato e all \'altezza.
Altro punto centrale è la bravura di richie faulkner che secondo me è il vero motivo di questa qualità -
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anche io come moreno non reggo più canzoni basate solo su un riff e meno ancora i ritornelli ripetuti all\'esasperazione. di questo disco ho ascoltato le prime 3 e mi sono annoiato. Adoro Halford eppure lo trovo precato, il ritornello di serpent of the king mi ha urtato i nervi. ascolterò il resto dopo un po\' di silenzio che per ora mi rincoglioniva. sospendo dunque il giudizio sul disco, ma è certo che sono molto scettico perché non ho più sentito i veri judas priest da quel capolavoro che era Nostradamus. Perché non si può chiedere innovazioni ai Judas Priest? Perché? con Nostradamus 2008 lo fecero. Uno può dire: sono passati già 16 anni, si, ma discograficamente sono passati solo 3 album, prima la distanza tra uno ed un altro veniva ben ripagata da grande qualità e originalità, da dopo nostradamus abbiamo sentito soltanto autocelebrazioni del sound classico (considerato quello anni 80 con spruzzate power e tanta plastica). Posso aspettarmelo dai Saxon (più la ripetitività che la autocelebrazione) band che però non ha mai avuto la stessa caratura e che comunque sforna un album ogni due anni da sempre. |
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Ascoltato diverse volte nel WE, il mio giudizio è ovviamente positivo ma senza arrivare a certi eccessi che credo dovuti all\'entusiasmo iniziale. Il disco è oggettivamente di alto livello e se dovessi esprimere una valutazione numerica credo sarebbe analoga al voto assegnato nella seconda recensione; limitandoci agli 11 pezzi della versione standard, 6 sono assolutamente positivi (peccato il ritornello di \"The serpent and the king\" che azzoppa un pò l\'andamento travolgente del pezzo) con i rimanenti 5 che definirei filler o quasi, se non fosse che si tratta dei Priest e quindi non si può... diciamo \"ordinari\", tranne Crown of Thorns che è proprio bruttina. E\' un disco di maniera, come Firepower, ed è assolutamento autoreferenziale, come Firepower, ma è meglio riuscito perché i pezzi sono migliori... e buoni pezzi, seppur autoreferenziali, vanno comunque composti. Ammetto che non mi dispiacerebbe vedere questi campioni cimentarsi in qualcosa di più impegnativo dal punto di vista creativo, come fecero con Nostradamus, ma va bene così... non esagererei però con gli entusiasmi o i paragoni col passato: sono i Priest che fanno i Priest, in un certo senso questa è ordinaria amministrazione per loro, seppur patinata e tirata a lucido. |
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Per me i Judas Priest sono la musicalizzazione dell\' Heavy Metal puro. Punto! E questo disco è da manuale dell\' heavy metal degno successore di painkiller, ispirato, veloce, compatto, melodico, con assoli da paura, vocalmente perfetto per la musica proposta, immediatamente digeribile e già classico dalla prima all\'ultima nota sin dal primo ascolto. Peccato per la parte grafica davvero pacchiana, per il resto: GRAZIEEEE! |
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Spettacolo assoluto . Un disco favoloso che onora tutta la loro carriera. Grandi! |
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Ascoltato un po di volte, bel suono bel tiro bella potenza ma sarò io in difetto che sto diventando vecchio ma dopo aver ascoltato metal di ogni tipo da quando avevo 10 anni ( ne ho quasi 54 ora) non riesco più a digerire una musica basata su un riff. Ascolto 2/3 pezzi e cambio genere.
I Priest sono immensi nel suo e Haltford ancora in forma, anche se sicuramente ritoccato. |
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Favoloso !! Gran ritorno degli inventori dell\'heavy metal ! Il miglior album del dopo Painkiller. E si sentono anche sonorità nuove, poche spruzzate qua e là (d\'altronde non è loro il compito di innovare il genere) ma ci sono. |
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TEMPO é ciò che mi sono ripromesso di dedicare all’ascolto della musica, un ritorno all’ascolto in cuffia e con un impianto degno, evitando un giudizio sommario dopo un ascolto su web e con strumenti non idonei. É con questo intento che ho approcciato l’ascolto di Invincible Shield e The Mandrake Project di Bruce Dickinson. Una doverosa premessa: dopo un iniziale entusiasmo ed a qualche anno di distanza dalla pubblicazione, non considero Firepower un gran disco. Al netto dell’ottima produzione lo trovo pervaso da una scrittura troppo semplice e diretta, e di alcune canzoni che alla lunga hanno le stigmate del filler. Di fatto, le canzoni che ascolto sempre con piacere sono rising from ruins, traitors gate e sea of red, Firepower è il disco che ascolto meno tra quelli post-reunion. Questo invincible shield é stato accostato da molti a Firepower ma per me non ha nulla in comune, nemmeno la produzione che ad un primo ascolto può sembrare identica ed invece qui si mostra rasente la perfezione. Invincible shield é un disco dalla personalità forte, di fatto scevro da fillers e con arrangiamenti ben più complessi (e di buon gusto) rispetto al suo predecessore. Se le prime tre canzoni sono mitragliate che ricordano pezzi dei tempi d’oro con richiami a dischi quali Painkiller e Defenders of the Faith occorre giustamente notare come per Rob possa essere dura riproporle da vivo tutte le sere, e questo desta sicuramente curiosità nel sentire cosa ci riserverà sul palco. Ad un primo ascolto Devil in disguise e gates of hell risultano più canoniche, abbassando un po’ la tensione emotiva creata dai brani precedenti, eppure sono perfettamente incastrate in una scaletta che si dimostra dinamica, emozionante e coraggiosa. Ritengo che questo disco non possa prescindere dalla presenza delle tre bonus tracks, che per una volta non suonano come b-sides ma, al contrario, sono tra gli highlights del disco. Da Crown of Horns a the lodger si ascoltano nove pezzi uno più incisivo dell’altro, tutti diversi e con una personalità spiccata, nei quali ogni membro dimostra la sua classe, con tanto di basso di Ian Hill che pulsa ed è presente come raramente nel recente passato. Faulkner fa un lavoro di chitarra da manuale, e sarebbe riduttivo dire che abbia “degnamente sostituito” KK Downing. Ritchie ha la sua personalità musicale, ma riesce ad emergere senza essere un clone ed apportando il suo riconoscibile tocco. In questi nove pezzi poi si capisce perché Rob Halford é stato definito Metal God: la sua voce dai toni bassi fino ai medio alti è ancora la piu calda, vibrante, graffiante e raffinata dell’intero panorama metallico, mentre a livello interpretativo sta semplicemente una spanna sopra chiunque.
Ci sono cantanti più giovani e con l’ugola d’acciaio ma che non possono sfoggiare uno strumento così ricco di sfumature e colori. Scott Travis é un batterista che non ha eguali per gusto, tecnica, precisione e capacità di non essere ripetitivo ed invadente.
Un disco strepitoso come non mi sarei mai aspettato. Se fino a ieri mi avessero chiesto il nome di un disco per spiegare l’heavy metal ad un giovane avrei detto Painkiller, oggi tenendo conto anche della produzione più contemporanea consiglierei ANCHE Invincibile Shield.
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NEVER ENDING METAL GODS!!!!! |
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Io invece non sono d’accordo con il commento #3. JP hanno sfornato a 6 anni dall’ottimo firepower non un capolavoro ma un vero miracolo , dopo 50 anni di musica rispetto altri coetanei, non hanno lasciato ai fan con un pugno di mosche , anzi si sono lasciati ispirare e perché no guidare non solo dalla loro inarrestabile carriera ma anche da “giovani leve”, come l’introduzione di Faulkner difatti ha dato una nuova spinta metallica al gruppo e la produzione di Sneap ha aiutato a rendere la band acciaio inossidabile con buona pace per Harris e Shirley . Ragazzi oltre all’amore che un metallaro deve riporre per la band che ha inventato l’heavy metal dopo 50 anni non si può e non è possibile chiedere di più alle leggende, regalandoci uno degli album più riusciti ( non il migliore in assoluto) della loro discografia . Grazie Halford, Tipton, Travis, Faulkner, Hill e Sneap , grazie all’heavy-metal. |
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Sono sulla scia di @Epic al #3. |
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@Sadwings;concordo.Gia\' i singoli promettevano bene ma non mi aspettavo un lavoro eccezionale come questo.Ancora piu\' feroce,vario e riuscito di Firepower.Uno dei loro migliori album e sicuramente l\'album di Metal classico del 2024.Una grande vittoria dell\'Heavy Metal. |
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12
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Lo reputo un gradino sopra l\'ottimo \'Firepower\' e forse il miglior disco del dopo \'Painkiller\'. Mi ha convinto subito. Ottimi pezzi, ispirati e con una produzione brillante. Forse un po\' del merito ce l\'ha anche Richie Faulkner che ha portato una ventata d\'aria fresca, quanto bastava. Al di là di tutto, è grasso che cola nel 2024. A cinquant\'anni dal primo album dopo che una miriade di gruppi ha finito la benzina dopo 1/2 albums, i Judas sono sempre lì.
Davvero non capisco come un altro gruppo che inizia per \"i\" non sappia stare al passo. |
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10
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Per me è l album migliore dei judas dal ritorno di halford e superiore ovviamente all era ripper. Poi penso che molti ascoltatori sono un po superifiiciali perchè il richiamo a firepower c è piu nella produzione che nel contenuto e secondo me questo pilota automatico non vi è ma vi è molta qualità e capacità di scrittura.
Ovviamente non è un album innovativo ma fa quello che deve fare con classe e gusto e riesce comunque ad esplorare zone inedite o inusuali per la band come escape from reality e the lodger.
Non vi è un richiamo solo a painkiller ma anche ad altre ere dei priest e questo dona varietà all album,
Per me 85 - gia mi immagino chi si lamenta che i judas non innovano e poi vedrò esaltati lavori di gente come primal fear, kk priest , hammerfall etc. |
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9
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Finalmente mi sento a casa! |
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7
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Album stratosferico, superiore a Firepower.
Il Metal God ci regala una prestazione straordinaria, Faulkner assoluto mattatore del disco, ha rivitalizzato, insieme a Sneap, il gruppo.
Fantastici, il 6 Aprile sarà epico. |
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6
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Album dell\' anno nel campo del metal classico.90 secco . chiunque ami il metal deve ascoltarlo. Sono semplicemente incredibili, ed in questo caso non ci sono nuove leve che tengano ( hitten e striker mi hanno deluso e i traveler hanno fatto un disco solo buono) |
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5
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Troppa plastica. Greta non sarebbe contenta... |
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4
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Ma x me un gran bel album,di questi tempi grami ,certe sonorità sono una manna dal cielo. grazie Judas |
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3
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Grande album, stesso livello di Firepower. I Judas vanno col pilota automatico, ma sono sempre ispirati. Lasciate perdere le giga di giubilo di gran parte degli ascoltatori, non è un capolavoro, non è un disco miracoloso, è ottimo, così come lo era Firepower, con brani tutti godibili. Voto 76 |
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2
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Di sicuro superiore a Firepower...per me 85! Ottimo,veramente ottimo! |
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ho avuto tempo di sentirne solo metà, ma già è in top 5 del 2024 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Panic Attack 2. The Serpent and the King 3. Invincible Shield 4. Devil in Disguise 5. Gates of Hell 6. Crown of Horns 7. As God Is My Witness 8. Trial By Fire 9. Escape From Reality 10. Sons of Thunder 11. Giants in the Sky 12. Fight of Your Life (Bonus Track Deluxe Edition) 13. Vicious Circle (Bonus Track Deluxe Edition) 14. The Lodger (Bonus Track Deluxe Edition)
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Line Up
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Rob Halford (Voce) Glenn Tipton (Chitarra) Richie Faulkner (Chitarra) Ian Hill (Basso) Scott Travis (Batteria)
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