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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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27/04/2024
( 761 letture )
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E siamo a quattro. Dopo aver pubblicato due capolavori e un solido successore nel giro di una manciata d'anni, i Raw Power trovano il tempo di scodellare un'altra discreta bomba prima del concludersi del decennio. Siamo più precisamente nel 1989; il disco è il qui presente Mine to Kill, inciso a Londra e licenziato tre anni dopo After Your Brain, che invece era stato registrato in Italia. Il nuovo nato si porta dietro i consueti avvicendamenti di line-up, da sempre ancorata attorno ai fratelli Codeluppi. Da segnalare, in particolare, il ritorno all'ovile del chitarrista Davide Devoti, già presente sul seminale Screams from the Gutter e che fertilizza il disco con i suoi notevoli solisimi, mentre la macchina da guerra Helder Stefanini viene degnamente sostituito dietro al drumkit da Fabiano Bianco, assecondato al nuovo bassista Alessandro Paolucci. I maggiori cambiamenti si limitano per fortuna alla formazione: Mine to Kill si inserisce infatti nel solco del predecessore, proseguendo l'irrobustimento del sound che vi era stato accennato, senza per questo sconfinare veramente nel crossover.
Le influenze metal presenti nei solchi del lavoro si riscontrano specialmente in alcuni massicci momenti cadenzati. Si veda Make or Break, che alterna andamento roccioso a nervose accelerazioni -queste, invece, di gusto squisitamente hardcore. Anche Revenge presenta la stessa, possente lentezza, prima di trovare un po' di brio nella seconda parte. Si faceva poc'anzi accenno agli assoli: piuttosto diffusi, questi si cristallizzano nella sorprendente Raw Power 12, strumentale rapidissima di puro shredding neoclassico, dove Davide Devoti dà sfogo delle sue notevoli capacità tecniche. Per il resto, il gruppo fa quello che ci ha abituato a fare: hardcore caustico e velocissimo. I brani che tengono il pedale del gas saldamente premuto sono la maggioranza. Così l'innodica Inside Me o l'affilatissima Wasteland, canzone che sfoggia il tipico riffing di scuola Codeluppi e che non avrebbe affatto sfigurato su Screams from the Gutter. Animals Wearing Uniforms e White Man's Invasion, oltre che confermare il carattere politico dei testi, si rivelano altre due riuscite mazzate HC, tra l'altro abbellite dagli assoli vorticanti di Devoti, vero valore aggiunto della formazione e carattere piuttosto inusuale in contesto punk hardcore. Di questa categoria fa parte anche la title-track, livellata da un intenso tappeto percussivo, così come una versione della classica You Are the Victim, resa assolutamente devastante dalla nuova produzione. Scarna, tagliente e a tratti sferragliante, questa aumenta notevolmente la carica di violenza dei pezzi e mette parecchio in primo piano la sezione ritmica, che pulsa implacabile durante tutta la durata del lavoro. Certo, si tratta di una resa sonora grezza, ma comunque migliore rispetto ai primi due dischi e perfetta per rendere la crudezza dei brani proposti.
In altre parole, Mine to Kill presenta ancora una volta tutti i migliori ingredienti del sound dei Raw Power. E lo fa in maniera vincente. Certo, non siamo sui livelli di uno Screams from the Gutter o uno You Are the Victim, specialmente per importanza storica. La qualità resta però parecchio elevata, forse un tantino superiore al precedente After Your Brain. Ma poco importano queste inutili graduatorie interne. Il quarto album del gruppo funziona a meraviglia e propone un'ennesima lezione di punk hardcore con tutti i crismi.
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11
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@Rain a proposito di gente che non sa pogare, potrei raccontarti di quel coglione che pogava ad un concerto degli Helloween tanti anni fa al Rolling Stone di Milano, che mi arrivò con una ginocchiata sulla parte laterale esterna della coscia, una spanna sopra il ginocchio, facendomi quasi svenire dal dolore (non sto esagerando): io mi stavo guardando il concerto un pò laterale lontano dal casino, perchè non me ne fregava niente di pogare, e volevo vedermi il concerto in santa pace, sto scemo deve aver beccato in pieno il muscolo e mi sono accartocciato a terra. Mi ha fatto male per una settimana con conseguente lividazzo... |
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10
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@Lambruscore...mi fa piacere che mi sciorini le tue credenziali, ma col pogo ho smesso molto in fretta, praticamente appena dopo l\'adolescenza giusto una ventina di anni fa.... probabilmente negli Stati Uniti é o era diverso ma in Italia la gente lo fa spesso senza alcuna cognizione e spesso sfociava in altro. Per cui...
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8
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@Rain, Paolucci è un bassista della madonna, sentilo nel Live from the gutter. Ero presente quella sera lì, concerto memorabile ,anche se io all\'epoca ero più occupato in stage diving e pogo, piuttosto che seguire le performance dei singoli  |
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7
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@Lambru, Beh Fabiano Bianco dei Raff era un treno alla batteria! I Raw Power coi due fratelli affiancati dal Devoti da Piacenza erano assurdi.
Poi dici bene Crossover Thrash ma senza dimenticare lo stile/attitudine Hardcore un cosa che li ha resi influenti in Giappone, Brasile, in mezza Europa e negli States. |
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6
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D\'accordo con Area, sul fatto che si possa parlare anche di Crossover / Thrash, sempre però con un\'attitudine Hardcore che a loro non è mai mancata. Ricordo che in un\'intervista dell\'epoca, dissero che il batterista aveva suonato il disco o parte di esso con un piede rotto, dovrò chiedere conferma al cantante. Il risultato comunque non si discute... |
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5
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E\' uno dei miei dischi preferiti dei Raw Power ed é sicuramente il loro più vicino al Metal uscito negli anni 80.
In realtà il disco venne originariamente registrato in Italia con Helder alla batteria, solo dopo si decise di rifarlo in Inghilterra con un altra line up...
Questo album é esattamente figlio del suo tempo ed é per questo penso che la figura e lo stile chitarrista del Devoti non fosse inusuale.
Qui infatti io parlerei più che altro di Crossover Thrash., l\'Hardcore propriamente detto dopo il 1986 era nu altra cosa ed é tenuto in vita principalmente dai gruppi Youth Crew di New York salvo poi cascare a loro volta in quelle influenze Metal che loro stessi rifuggivano (vedere anzi sentire i JUDGE per capire).
Il mio pezzo preferito é proprio la title track perché mi ha sempre intrigato la parte introduttiva anche se secondo me é leggeramente meglio quello dellla prima versione registrata in Italia agli UMBI studios. |
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4
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..che dire....band hc italiana ...leggendaria .......osannati sia in patria che all\'estero......disco da avere assolutamente.... |
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3
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Sonic  |
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2
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Capolavoro del genere. Genere che loro stessi hanno contribuito a plasmare. Disco unico e riconoscibile ad ogni mezza nota. Ho la versione in vinile rosso, sempre della Sonick Attack. Per me impossibile dare un voto. STORIA  |
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1
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Che dire... Gran disco... Un altro pezzo di storia dell\'hc italiano targato Raw Power |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. You Want More 3. Wasteland 4. Make Or Break 5. What Was 6. Buried Alive 7. You Are The Victim 8. Mine To Kill 9. Revenge 10. Animals Wearing Uniforms 11. The White Man's Invasion 12. Power Not Violence 13. Raw Power 12 14. Inside Me 15. Zaff
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Line Up
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Mauro Codeluppi (Voce) Giuseppe Codeluppi (Chitarra) Davide Devoti (Chitarra) Alessandro Paolucci (Basso) Fabiano Bianco (Batteria)
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