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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Warlord - Free Spirit Soar
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09/06/2024
( 2491 letture )
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Poche band hanno riscosso un’attenzione maniacale e una quasi venerazione a livello underground come i Warlord nel corso dei decenni metallici. La band californiana è stata formata nel 1981 dal chitarrista e songwriter William J. Tsamis e dal tecnicamente esuberante drummer Mark Zonder, in seguito unitosi ai Fates Warning. Un anno dopo, nel 1982, la canzone Lucifer's Hammer, ispirata romanzo di Larry Niven e Jerry Pournelle apparve nella compilation Metal Massacre II, sfociando in un accordo discografico con la Metal Blade Records e nel debut EP Deliver Us, pubblicato nel 1983 ed ancora oggi pietra mi-liare di epic metal, sottogenere plasmato proprio ad inizio anni Ottanta assieme ad altre band statuni-tensi come Virgin Steele, Manilla Road, Manowar e Omen. Deliver Us fu poi seguito da And The Cannons Of Destruction Have Begun... nel 1984, prima che una lunga pausa avvolse l’attività della band, periodo in cui Tsamis si dedicò al progetto Lordian Guard assieme alla moglie, ripresa poi in modo rarefatto con Rising Out of the Ashes, album di ritorno nel 2002 con Joacim Cans frontman degli Hammerfall alla voce. Ci sono voluti infatti altri undici anni prima che il seguito The Holy Empire vedesse la luce nel 2013, questa volta con Richard M. Anderson al microfono, ad oggi ultimo full length in studio dei Warlord con materiale inedito, dal momen-to che Tsamis morì tristemente nel maggio 2021 all'età di soli 60 anni.
Questo nuovo Free Spirit Soar è frutto della decisione di Mark Zonder e del vocalist Giles Lavery (giá con Dragonsclaw e ultimo vocalist in sede live dei Warlord) di rendere omaggio all’eredità musicale di Tsamis, a seguito delle volontà musicali lasciate dallo stesso chitarrista assieme a svariati demos e tracce lasciate negli anni. Si uniscono per questo tributo l’esperto Jimmy Waldo alle tastiere (membro degli Alcatrazz), il bravissimo e versatile Phillip Bynoe al basso (noto per l’intensa attivitá in studio e dal vivo con Steve Vai, oltre che per aver registrato diversi album con i Ring of Fire di Mark Boals) ed il giovane chitarrista tedesco Eric Juris (Crystal Viper) alle chitarre. Tutta la musica è stata scritta da Tsamis, che compare anche nei cre-dit dal momento che la band ha saputo estrarre alcune linee originali a livello ritmico e solistico dai demo a disposizione, con Juris che ha cesellato e completato il resto, in modo fedele alle trac-ce e alle bozze lasciate come testamento dal chitarrista californiano, con il resto della band impegnata a completare linee vocali e arrangiamenti strumentali. La mano e la mente di Tsamis aleggia-no in modo marcato dietro i dieci brani, e specialmente nei due episodi più lunghi, articolati ed epici, posti non a caso in apertura e chiusura dell’album, Behold a Pale Horse e Revelation XIX sono entrambi pezzi epicissimi e che arrivano a sfiorare gli otto minuti di durata, tratti da ma-teriale risalente al periodo con i Lordian Guard e resi in maniera fedele, e arrotondati da un sound più pulito e dinamico a livello di sezione ritmica e da un buon lavoro tastieristico di Waldo. La velocità sale in pezzi come The Rider e Conquerors, in cui il drum-ming di Zonder si fa più sostenuto e le linee vocali si fanno ricche di pathos su atmosfere di power epic metal fortemente ottantiane. L’epicità resta elevata in momenti più cadenzati ed evocativi come Worms of the Earth, con influenze doom che ci fanno capire come la penna di Tsamis abbia influenzato generazioni di chitarristi e Free Spirit Soar, ben introdotta dalle tastiere quasi sognanti di Waldo, che lasciano spazio a linee chitarristiche che alternano riff accelerati (con un solo degno di nota per tecnica ed intensità melodica) a momenti maggiormente granitici, sulle quali si adagiano le linee vocali acute di Lavery, che pur non essendo un fe-nomeno per estensione e timbrica, invero un’ugola dalle resa piuttosto simile a quella di Cans, si impegna con una prestazione complessivamente buona nel corso dell’intero album. Sensazioni presenti e amplificate tutte assieme nei quattro minuti abbondanti di The Bell Tolls, mid tempo sostenuto dal drumming tecnico di Zonder con un refrain ad effetto e tastiere evo-cative, un pezzo che non avrebbe sfigurato nemmeno agli esordi dei Warlord.
Free Spirit Soar va dunque letto come un tributo a Tsamis, a tre anni esatti dalla sua scomparsa, e una maniera apprezzabile di salutare il talento di uno dei fondatori e maggiori songwri-ters del movimento epic metal, in termini qualitativi e certamente non da intendersi come quantità. Un modo senz’altro azzeccato per dare linfa postuma a una produzione tanto rarefatta quanto qualitativa-mente significativa. E chissà non salti fuori nient’altro dal cassetto dei ricordi di Tsamis, diffi-cile sarebbe altrimenti giustificare il mantenimento di un glorioso monicker come quello dei Warlord in futuro, senza il suo songwriting alla base.
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Assolutamente daccordo @metaldog, i pezzi sono eccezionali, li adoro, ma iniziano, secondo me, a campare troppo di rendita, nel senso che anche in questo, se togli i pezzi che erano già usciti come Lordian Guard, rimane non moltissimo.
E anche le ultime riproposizioni, sono appunto pezzi già usciti.
Concordo sulla grandezza della band, sull\'eredità di Tsamis, ecc., ma ora vorrei più musica nuova.
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Epic forever, una band che merita tantissimo, fortunatamente stanno risalendo la china. Vi prego di non etichettarli come Mark Zonder band, la qualita\\\' musicale e\\\' ancora altissima, e Mark e\\\' un batterista stratosferico. |
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Sarà perché non vedi l ora di vederli a Trezzo tra un mesetto..ma ...album splendido a prescindere dall eredità pes9di Tsamis!
Discografia scarna..ma di livello!
Mrs Victoria, please, devastante! |
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Anch\'io!
a me non dispiaceva alla fine nemmeno il secondo.
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fasanez,ci mancherebbe...il fatto è che il primo Damien King( Rucker) ce l\'ho nel cuore  |
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Io non so quanto lui tiri il freno o lo faccia apposta per sposarsi meglio con la musica. Lo scrivo nel senso che secondo me non fa di più di quello che serve. Tipo Leptos, che come voce è nettamente sopra, per me ci stava peggio. Comunque, de gustibus.
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fasanez,più che virtuoso avrei preferito un singer più gradevole.Lavery con tutto il rispetto lo trovo limitato. |
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Progster, stavolta la vedo in modo diametralmente opposto. Credo che nell\'economia della loro musica ci sia bisogno un cantante non virtuoso e he non rubi la scena alle canzoni e soprattutto ai passaggi chitarristici. Cioè, te la immagini una deliver us cantata da Eric Adams, per citare un mio top? . secondo me invece la voce di lavery si sposa bene con la loro proposta, già Cans secondo me era un pelino \"troppo\" per loro. |
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Con un Voli questo disco sarebbe da 87! |
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Ascoltato durante il weekend. Non male ma sarebbe meglio se cambiassero cantante. La voce è fastidiosa e rovina molti dei passaggi melodici e dei riff sui pezzi. In alcuni branii (Worms of the Earth, per esempio) somigliano agli HammerFall. Non memorabile come sembra suggerire la recensione. Au revoir. |
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Acoltato tante volte. Buon ritorno da tutti i punti di vista. Melodie magnifiche. Giusto tributo a Tsamis. |
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Ascoltato più volte e metabolizzato, e nonostante qualche dubbio iniziale questo album postumo mi ha convinto. Difficile trovare dei cali in quest’ora di musica. La mano di Tsamis, sempre singolare, si riconosce subito (come è sempre stato d’altra parte) e i pezzi, convincenti sia per riff che per linee vocali, conquistano facilmente fin da subito. Voto 80 anche per me. |
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ganzo ma onestamente non mi ha prseo granché, 77 |
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Anche per me il problema principale del disco è l\'impianto vocale, che non giudico insopportabile come Zess, ma sicuramente sottotono rispetto l\'eccelsa poesia degli antichi splendori . C\'è anche sottolinea l\'eccessivo uso di tastiere come Barfly, ma la cosa a me non sorprende in quanto Waldo viene dalla vecchia scuola pomp rock con i New England. Comunque album buono, 75 |
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Non sono riuscito ad arrivare a metà per via delle vocals, per me insopportabili. Peccato. |
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Bell\'album. All\'inizio ero un po\' scettico, però devo dire che cresce molto con gli ascolti. Si sente che c\'è la mando di Tsamis anche se lui non c\'è, quell\'epicità elegante e delicata che contraddistingue i Warlord fin dall\'inizio. Comunque è un album che cresce con gli ascolti e non stanca. Forse preferisco il precedente \"The Holy \"Empire\" però, un po\' più magniloquente in alcuni punti. |
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10 pezzi belli , epici ,melodici , evocativi. Cito Conquerors, una canzone metal da manuale e The Rider, con quel suo incedere prog, ma meritano tutte. Difetti? Si , un paio: ho trovato il suono della batteria un po\' \"inscatolato\" e alla lunga le tastiere sono troppo invadenti , tanto che la chitarra fatica a farsi largo (e quando ci riesce è una meraviglia). Comunque dopo averlo ascoltato mi viene subito voglia di ricominciare, per me 80 |
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fasanez,mi ero dimenticato di Lavery nel live in Grecia e pensare che l\'ho visto varie volte sul tubo...cmq un bel casino con tutti i cambi di singer  |
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@fasanez: Ora che ci penso, mi pare di aver letto da qualche parte che il gruppo avesse smesso coi concerti ad un certo punto, quindi dopo il 2017 non ne hanno tenuti (forse proprio per la salute di Tsamis). |
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P.S.
Lavery fu preso la prima volta per i live che fecero in grecia nel 2013, se cercate si trova il \"live in athens 2013\" |
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Io però mi riferivo a \"ultimo vocalist in sede live dei Warlord\"
Gli ultimi live sono del 2017, ultimo al Chania rock fest, e se cercate sul tubo, il singer è Leptos.
Se poi ne hanno fatti dopo e non sono aggiornato, chiedo venia .
@Michael Rosenberg senza di voi non sapremmo cosa fare. |
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Ragazzi siete top! Preparatissimi, un piacere essere “letti” e “commentati” da voi. Veramente. Cheers, Michael |
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Esatto Transcendence,aggiungo solo che nel 2015 han fatto uscire una raccolta di classici Hunt For Damien con lui alla voce. |
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@fasanez: Esattamente il contrario: Nicholas Leptos (anche nei Arrayan Path) precedeva Giles Lavery. Leptos lasciò il gruppo nel 2021, lo stesso anno in cui morì Tsamis. |
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Giusto un piccolo chiarimento per il recensore. I warlord, non avevano preso Leptos alla voce? gli ultimi live mi pareva fossero con lui, non con Lavery che c\'era prima di lui |
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Devo dire che l\'ho ascoltato sul tubo, non volevo prenderlo, e mi è piaciuto. Sto ancora decidendo se prenderlo o meno. Comunque il giudizio è decisamente positivo. L\'operazione in se\', comunque, mi lascia qualche dubbio. |
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Sorprendente. Per me un 90 pieno. Mi piacciono tutte le canzoni. Decisamente superiore a The Holy Empire. Ispiratissimo, elegante, Heavy, Epico e con il cantante che mi ha sorpreso in positivo. |
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(fortunatamente) il tempo si è fermato! Bello, bello..dopo l\'inarrivabile DU , forse il migliore.
(PS: sistemate la line up, Voli non c\'entra proprio nulla) |
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Copio e incollo Dariomet,anch\'io avevo molti dubbi ma questo disco mi ha sorpreso positivamente. 80 anche per me. |
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Bel disco, si sente che sono partiure di Tsamis e mi piace credere ci possano essere altri inediti/demos in futuro…. |
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Meraviglioso...ha fugato tutti i miei dubbi iniziali |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Behold a Pale Horse 2. The Rider 3. Conquerors 4. Worms of the Earth 5. The Watchman 6. Free Spirit Soar 7. The Bell Tolls 8. Alarm 9. Twin 10. Revelation XIX
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Line Up
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Giles Lavery (Voce) William J. Tsamis (Chitarra) Eric Juris (Chitarra) Jimmy Waldo (Tastiera) Philip Bynoe (Basso) Mark Zonder (Batteria)
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RECENSIONI |
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