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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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20/10/2024
( 1496 letture )
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The Resistance rappresenta il culmine di quella che può essere definita la seconda fase di carriera dei Muse, più orientata alla sperimentazione e all’elettronica. Inserimenti di musica classica, una suite in tre parti, questo quinto album degli inglesi non si fa mancare nulla, nonostante le radici rock ben presenti della band si facciano sempre più smussate e indirizzate verso derive più radiofoniche.
Derive che vengono subito messe in evidenza dal brano di apertura Uprising, che con il suo andamento cadenzato simil shuffle cattura subito l’ascoltatore con una melodia orecchiabile a fronte di un testo da vero anthem. Peccato che il sound risulti un po’ spoglio rispetto al resto della produzione dei Muse, come se mancasse qualcosa. La titletrack racchiude un po’ quanto espresso nel corso degli anni dalla band, con un misto fra una strofa più sommessa e orecchiabile, un preritornello da stadio e un refrain esplosivo. Tuttavia non rimane certo uno dei pezzi più memorabili dei tre, in bilico fra lo scontato e il "colpo sicuro". Ottimo il lavoro di Dom Howard alle pelli. Undisclosed Desires invece mette in luce la parte più pop e da classifica dei Muse, con un brano semplice dove a parte la melodia piacevole quello che risalta è il grande lavoro di Wolstenholme al basso. La vera parte gustosa del disco si sviluppa nella sezione centrale, che si apre con il rock venato di melodie barocche, mai così vicine ai Queen, fuse con gli arabeggianti arrangiamenti di United States of Eurasia, uno dei brani più interessanti del repertorio degli inglesi. Qui tutta la band funziona alla grande, inserendosi armoniosamente con l’orchestra, fino alla parte finale denominata Collateral Damage, dove il Notturno in Mi bemolle di Chopin suonato da Bellamy al piano si fonde con i rumori di un parco giochi e quelli di una radio di un bombardiere che passerà in chiusura del brano. Tale passaggio apre il brano successivo, Guiding Light, dove una batteria marziale e un synth simile a un organo accompagnano il cantante in una delle sue migliori interpretazioni dell’album. Anche qui, di fronte a un brano all’apparenza semplice, si può notare quanto i Muse abbiano lavoranto sugli arrangiamenti e le stratificazioni musicali, fra l’altro inserendo un ottimo assolo di chitarra nella parte centrale del brano. Altro organo è quello protagonista dell’intro di Unnatural Selection, che ben presto si trasforma nel brano più violento e veloce del platter, dove lo spettro di Absolution si sente in maniera riconoscibile, dall’uso delle chitarre distorte e degli ottavi di cassa martellanti di Howard, anche qui artefice di un’ottima performance. Il brano poi rallenta nella parte centrale più oscura e atmosferica, per poi ricongiungersi al portamento iniziale. La band di Teignmouth ci sa ancora fare, eccome, con il rock, chiudendo il brano con un groove quasi al confine col metal. MK Ultra continua sui binari del rock, con un brano dall’andamento più frammentato e complesso, meno immediato, ma non per questo meno riuscito. Anche qui ottimo l’inserimento dell’orchestra in alcuni frangenti. Brano sicuramente particolare è il successivo I Belong to You, dove l’amore per la classica di Bellamy si fonde con una base quasi funk sorretta da piano, basso e batteria. La genialità degli inglesi emerge in frangenti come questi, in cui riescono a rendere organico, orecchiabile e in un certo senso digeribile a tutti questo melange fra pop, rock, classica, senza perdere in freschezza o risultando stucchevoli. La parte centrale del brano è una rivisitazione in chiave rock del Mon Cœur S'Ouvre a Ta Voix, brano contenuto nell’opera Sansone e Dalila del compositore Camille Saint-Saëns. L’album si chiude con la suite in tre parti Exogenesis, composta da un’overture orchestrale scritta dallo stesso Bellamy (che si rivela essere un ottimo compositore, fra l’altro), al quale si aggiungono gli strumenti moderni e la voce distorta e in falsetto, come già fatto ai tempi di Micro Cuts su Origin of Symmetry. Il brano è oscuro, drammatico e barocco come giusto che sia. La seconda parte continua nel solco, con un solo di piano che evolve in una dapprima sommessa e poi drammatica declamazione del concetto di "impollinazione incrociata", teoria secondo la quale la genesi del genere umano sarebbe da imputare a una razza aliena che avrebbe lasciato qui parte del suo DNA. La terza sezione è la più sognante e placida, sempre guidata dal piano di Matt Bellamy. Forse unica pecca della suite è la tutto sommato breve durata, perché le idee sono molteplici e le melodie fra le più belle del repertorio della band, ma avrebbero meritato più spazio in un concept album dedicato, magari.
In conclusione, se da una parte The Resistance continua a mostrare la propensione dei Muse a spostare l’asticella del loro sound verso lidi più orecchiabili, con le chitarre e le "esagerazioni" vocali di Bellamy sempre più addomesticate, con ripetuti ascolti si può comunque notare come i tre non rimangano mai fermi nella loro ricerca sonora e nell’inseguimento della sperimentazione. Quello che manca a The Resistance probabilmente è il "graffio", il singolo potente, a cui gli inglesi ci avevano abituato. Tuttavia, pur non arrivando alla qualità dei primi lavori, anche questo lavoro rispecchia comunque il valore di una band coesa in cui la somma delle parti è maggiore del valore dei singoli elementi.
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10
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Il loro ultimo album interessante |
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9
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Grazie, no ma non credo proprio che mi facciano schifo, assolutamente, non è quello che intendevo nel commento sotto, è solo un tipo di musica che adesso non mi interessa. Ovviamente anni e anni fa qualcosa avevo ascoltato ed ero passato oltre. Sì dai posso dare un ascolto a quello che dici. |
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8
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@No Fun ti consiglio di dare almeno un\'ascoltata ad Origin of Symmetry che è il loro migliore, se ti farà schifo no problem lol |
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7
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E comunque ci si può anche prendere per il culo per i gusti musicali. A me un sacco di amici mi prendono per il culo per i gusti musicali. Dei Muse conoscevo solo una canzone ma non sapevo come si chiamava, quindi ho deciso di approfondire. Ecco ho approfondito e ho finalmente capito qual è questa canzone, Uprising. Ora posso lasciarli perdere del tutto. |
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6
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@Gabrydrummer, non prendo per il culo i gusti musicali ma il fatto che secondo il tipo non sia uscito niente di decente, dal 2000 in avanti, a parte i Muse, a me sta cosa fa ridere, tutto lì  |
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5
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Alla fine sono gusti, perché prendere per il culo? |
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4
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Premetto che non mi piace mezza nota di questo gruppo. Qualche anno fa parlo con un tipo, uno che si vanta di aver visto gli Iron Maiden nel loro primo Live in Italia. Mi fa: l\'unica band che ha fatto qualcosa di decente dal 2000 in avanti sono i Muse ...io e un altro lo stiamo ancora prendendo per il culo  |
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3
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Non ho sentito le cose che hanno fatto dopo ma fino a prima di questo disco che comunque non era male avevano quasi solo fatto dei bei dischi.
A me piacciono soprattutto i primi due anche per affetto! |
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2
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Resistance \"in bilico fra lo scontato e il \"colpo sicuro\" \".. Mah! |
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Anche in questo album ci sono pezzi veramente eccellenti quali Uprising e Resistance e con Unnatural Selection confermano che quando c\'è da pestare lo sanno fare e bene. Come sempre i Queen sono ben presenti, ma il lato squisitamente classico emerge in modo evidente con United States of Eurasia e Exogenesis. Però, per la prima volta ebbi l\'impressione che - soprattutto Matthew e il suo cantato, più misurato che in passato - procedessero con il freno a mano tirato. Non so, mi sembrarono meno avventurosi. Bel disco, ma...78 |
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INFORMAZIONI |
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Warner Bros Records / Helium-3
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Tracklist
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1. Uprising 2. Resistance 3. Undisclosed Desires 4. United States of Eurasia / Collateral Damage 5. Guiding Light 6. Unnatural Selection 7. MK Ultra 8. I Belong to You / Mon Cœur S’Ouvre a Ta Voix 9. Exogenesis: Symphony Part I (Overture) 10. Exogenesis: Symphony Part II (Cross-Pollination) 11. Exogenesis: Symphony Part III (Redemption)
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Line Up
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Matt Bellamy (Voce, Chitarra, Tastiera, Arrangiamento orchestrale) Chris Wolstenholme (Basso, Cori) Dominic Howard (Batteria, Sintetizzatori)
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