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Radiohead - Kid A
16/02/2025
( 2090 letture )
Caparezza cantava che "il secondo album è quello più difficile nella carriera di un artista", ma per alcuni musicisti come i Radiohead quasi ogni uscita discografica ha rappresentato una gravidanza a rischio coronata da parti con complicazioni. Nonostante tutto la band di Oxford ha raggiunto uno status di "intoccabile", venerata da pubblico e (soprattutto) critica a dispetto di una proposta negli anni sempre più ostica e lontana dal rock alternativo più canonico dei tempi di Pablo Honey.

Kid A rappresenta lo spartiacque maggiore nella discografia degli inglesi, nonché uno degli album dalla genesi più travagliata, figlio di un contesto tecnologico sociale imprescindibile per valutarne la portata del successo. È il 1998 e la band sta facendo i conti con il successo globale di Ok Computer e il relativo tour, che ha lasciato i componenti spossati, con il blocco dello scrittore e ovviamente con la EMI con il fiato con sul collo. Thom Yorke dirà in seguito che in quel periodo non riusciva a prendere in mano la chitarra e scrivere musica senza interrompersi dopo poche battute, avendo il rigetto per le melodie. La situazione lo portò a spostare i suoi interessi verso l’elettronica, i synth e le ritmiche, rivoluzionando il sound di un gruppo basato originariamente su 3 chitarre. Ed O’Brien e Phil Selway, rispettivamente chitarrista e batterista, meditarono l’abbandono del gruppo, con il primo che spingeva su binari pop rock e composizioni da 3 minuti ed un mal di stomaco comune nel digerire che nelle nuove dinamiche della band in certi brani i loro strumenti non avrebbero avuto spazio.
Saranno la fiducia riposta nelle capacità del gruppo, la capacità organizzativa del fido produttore Nigel Godrich (vero componente aggiunto della band) e l’eclettismo del polistrumentista Jonny Greenwood, capace di veicolare le visioni di Thom Yorke, a tenere in piedi la baracca e convincere il resto della band a "partecipare in una canzone senza suonare una sola nota". Così dopo un periodo di stallo il processo creativo iniziò a ingranare, con i componenti divisi in due squadre, ognuna delle quali atta a processare e modellare quanto creato dall’altra e il tutto con strumenti acustici o percussivi banditi dalle sale prove. Il nuovo assetto convinse tutti i membri delle possibilità infinite date dall’uso dell’elettronica e le registrazioni dei brani entrarono nel vivo.

Se alcune canzoni sono figlie del periodo stress vissuto nel biennio 98-99 come Everything In Its Right Place e How To Disappear Completely (titolo che rende omaggio a un consiglio dato da Michael Stipe dei R.E.M. a Thom Yorke sul come gestire l’ansia da prestazione) altre come Motion Picture Soundtrack o The National Anthem vengono da tempi lontanissimi, addirittura antecedenti a Pablo Honey, embrioni conservati in vitro per anni ora pronti per essere sviluppati.
Così, introdotto da una gelida copertina rappresentante dei monti innevati ma dalle vette infuocate che sovrastano una pianura pixelata e distorta al PC e accompagnato da un libretto senza liriche ma corredato da immagini astratte e dal significato a volte politico (aspetto che sarà sempre più vivo, insieme al tema ambientale, nei brani della band), Kid A si apre con Everything In Its Right Place. Un mantra elettronico spoglio e soffuso, dall’inquieto crescendo, dove anche la voce di Thom Yorke viene processata, filtrata, mandata in loop e utilizzata più come uno strumento a corredo della band che come cantato vero e proprio; a questo riguardo il singer dirà che da questo album in poi ha sempre più frequentemente fatto uso della metodologia cut-up nell’imbastire le liriche dei brani, ovvero scegliendo parole e frasi casuali in virtù delle melodie. La titletrack, secondo brano in scaletta, è l’emblema di queste scelte stilistiche: la base ritmica si fa via via più presente mentre la voce, distorta e filtrata, pronuncia frasi di difficile comprensione (Yorke dirà successivamente che è filtrare la voce è stata una scelta obbligata in quanto il testo era troppo emotivamente impegnato per riuscire a cantarlo in maniera "normale" senza emozionarsi, anche se non ha mai voluto spiegarne esattamente il significato), mentre prende piede un concetto sempre più evidente di destrutturazione sonora rispetto allo stile precedente della band. Tale metamorfosi trova il suo compimento nella allucinante The National Anthem, brano in larga parte strumentale, dove una base quasi Big Beat di basso (suonato per l’occasione non da Colin Greenwood, ma dallo stesso Thom Yorke) e batteria ripetuta in ostinato si trova a "incrociare" nel suo procedere un’orchestra di ottoni impazziti che improvvisano soli free jazz in pieno stile del compositore Charles Mingus.
Ma quando si può pensare che i Radiohead passati ormai non tornino più la band cambia completamente rotta e con la dolente e spettrale How To Disappear Completely riporta ad atmosfere soffuse di rock più chitarristico e dal sapore vagamente brit pop, anche se l’utilizzo di strumenti inconsueti come le onde Martenot arricchisce il brano di un’aura malinconica e oscura, grazie anche agli archi arrangiati da Jonny Greenwood. Da segnalare in questo caso il bellissimo e struggente testo e la grande interpretazione del singer in stato di grazia. La successiva Treefingers è uno strumentale ambient che, per quanto semplice, nasconde al suo interno "l’idea" dei nuovi Radiohead: quello che all’apparenza può sembrare un brano di pura elettronica ruota tutto intorno a un riff di chitarra di Ed O’Brian stravolto, processato e filtrato tanto da diventare un qualcosa di completamente diverso.
Optimistic è quanto di più rock potessero concedere in quel momento i cinque di Oxford, un brano che non avrebbe sfigurato su Ok Computer e che divenne il più passato in radio dell’album, sia perché il più accessibile da un punto di vista musicale, che per via del messaggio all’epoca in voga di denuncia del consumismo (siamo nell’anno dell’uscita di No Logo di Naomi Klein, libro che peserà molto sulle composizioni della band in quel periodo, come di tantissimi altri artisti in generale); già con la successiva In Limbo i Radiohead ritornano più criptici e lontani dal rock alternativo, con una base sghemba di basso e batteria e un ostinato giro di chitarra che accompagnano un testo che rotola su se stesso come se le parole scorressero ininterrottamente da una cascata.
Idioteque è il brano più conosciuto dell’album, tutt’ora un must della band, pezzo nichilista che parla di un’umanità rinchiusa in un bunker in attesa di una nuova era glaciale. L’elettronica si fa anch’essa glaciale e pulsante, mentre i campionamenti di Jonny Greenwood vanno a conferire un’aura al brano fra il progressive e la psichedelia. Verrà scelta come colonna sonora di una delle rubriche principali dell’epoca di MTv e rimane ancora oggi uno dei brani più trascinanti degli inglesi. Morning Bell appare più interlocutoria invece, sospesa a metà fra i "vecchi" Radiohead chitarristici e i "nuovi", con uno sfacciato loop di batteria che va via via a sfilacciarsi e un Thom Yorke lamentoso che incita a "tagliare i bambini a metà" e altre frasi sconnesse. Chiude il disco Motion Pictures Soundtrack, che risolleva l’asticella della qualità presentando quella che doveva essere la visione di Yorke e Greenwood di una ipotetica soundtrack per un vecchio film Disney: cascate di arpe per un pezzo breve ma struggente che fa da chiusura perfetta per l’album (anche se c’è una breve ghost track strumentale dopo qualche attimo di silenzio).

All’epoca dell’uscita, con un mercato musicale completamente diverso da quello di oggi e internet certamente meno sfruttato di ora, la band decise di non affidarsi a singoli o a video per la promozione del disco ma a semplici blips, video di pochissimi secondi che uscirono online o sui canali di musica e con i quali si poteva interagire online attraverso un’applicazione Java per sentire stralci della musica in anteprima su internet. La distribuzione di copie pirata sull’allora noto Napster creò un effetto di anticipazione tale che appena uscito l’album fisico, nonostante le tantissime copie digitali pirata, divenne disco di Platino in Inghilterra e Stati Uniti debuttando al primo posto in classifica.
Se si pensa agli antefatti, alla volontà di creare una sorta di taglio netto concettuale e stilistico con quanto pubblicato in precedenza, alle scelte di marketing, Kid A avrebbe dovuto essere il ritratto perfetto di un suicidio commerciale. Rimane, invece, non solo uno degli album più di successo dei Radiohead in fatto di vendite, ma nel tempo il suo lascito verrà sempre più rivalutato, tanto che la rivista Time nel 2006 arrivò a considerarlo uno dei migliori 100 album di sempre, definendolo "l’opposto dell’easy listening, e l’album più strano che abbia mai venduto un milione di copie, ma anche una dichiarazione definitiva su come possa essere complessa la musica pop".



VOTO RECENSORE
93
VOTO LETTORI
80.21 su 89 voti [ VOTA]
marco
Sabato 8 Marzo 2025, 16.10.49
28
Kid A è musica della dissoluzione, dispersione, angoscia spettrale, Del tutto pertinente accostarlo, quale ideale colonna sonora di un film horror psicologico
Signorina Silvani
Sabato 8 Marzo 2025, 14.31.20
27
@DuerD @dario @Roddy Blastbeat siete tre stronzi.
Dariomet
Sabato 8 Marzo 2025, 14.26.01
26
Per me è uno degli ultimi capolavori della storia del rock. Senza se e senza ma. Con loro ho un rapporto di amore e odio, ma questo disco è imprescindibile
Vai Girardengo
Sabato 8 Marzo 2025, 13.39.40
25
Mi trovo in sintonia con tutti i commenti lasciati finora, ad eccezione dei n. 21, 22, 23 su cui stenderei un velo pietoso. Gli ultimi due commenti almeno mi hanno fatto sorridere.
d.r.i.
Sabato 8 Marzo 2025, 11.29.37
24
Commento 22 di Dario e 23 di Roddy sono davvero fuori luogo. Capisco affermare che non piace ma sta storia dei radical chic è abusata solo da chi non ha argomentazioni a riguardo.
Roddy Blastbeat
Sabato 8 Marzo 2025, 11.01.01
23
Sopravvalutatissimi è dir poco. Pochi lo sanno, ma la loro canzone/sonnifero più conosciuta è diventata celebre grazie a un attacco sbagliato con la chitarra elettrica che il gruppo ha voluto inserire come parte integrante della canzone pensando che fosse un\'idea geniale. Non a caso Vasco ha voluto fare una cover di questo cesso di canzone. Invidio i radical chic che si esaltano con così poco.
dario
Sabato 8 Marzo 2025, 8.30.14
22
disco per radical chic che vogliono darsi un tono ma che in privato fa schifo anche a lorio. Siamo ai livelli di Lou Reed & Metallica Lulu come inascoltabilità
DuerD
Venerdì 7 Marzo 2025, 21.06.07
21
Prodotto eccezionale che consiglio a tutti, i migliori 13€ spesi in vita mia: ha la doppia funzione di rimedio contro l\'insonnia, altrochè melatonina, camomilla o valeriana, inoltre è estremamente efficace quando ci si sente costipati, basta sedersi su water fare partire il cd e in breve tempo l\'effetto sarà superiore a quello delle supposte evacuanti.
Pez
Venerdì 7 Marzo 2025, 20.43.18
20
Il vero capolavoro (insieme al fratello Amnesiac) dei Radiohead.
Clifford_Lee_Burton91
Giovedì 6 Marzo 2025, 21.50.56
19
@Pietro77 Sono lavori di una qualità stupefacente. Anch’io adoro “The bends”, ma questo e il precedente “Ok computer”, sono davvero fuori parametro, per me i dischi più belli degli ultimi 30 anni.
Pietro77
Giovedì 6 Marzo 2025, 10.18.17
18
Capolavoro assoluto come OK Computer. Non saprei scegliere tra i due, seppur così diversi sono entrambi nell\'olimpo. Amo molto anche The Bends, Hail To The Thief e In Rainbows ma insomma, i Radiohead sono un unicum nel panorama rock, band sempre in movimento.
Moro
Martedì 4 Marzo 2025, 12.16.28
17
Uno dei 10 album più bello e più importanti del mondo. I Radiohead con questo album hanno detto per la prima volta che un gruppo rock può anche fare musica elettronica. Da questo album sono nate le vere contaminazioni, anche quelle più stravaganti.
TheStemon
Sabato 22 Febbraio 2025, 11.45.23
16
Adoro i RH ed il mio album preferito in assoluto è The Bends (Fake Plastic Tree live Glastombury 1997 immane!) ma non riesco a spiegare perchè quando sento il brano Kid A non riesco a non commuovermi!
pablo
Mercoledì 19 Febbraio 2025, 20.08.01
15
bella copertina, per il resto più ermetici di lucio battisti del periodo dischi bianchi. Questo è l\'unico disco che meriterebbe senza voto
Andy Cappato
Mercoledì 19 Febbraio 2025, 16.18.34
14
Speriamo che quelli che continuano ad abbassare il voto lettori si facciano presto una vita. Qui siamo sul 95.
Rob Fleming
Mercoledì 19 Febbraio 2025, 15.03.47
13
Io ho un rapporto decisamente strano con i Radiohead. Anche se penso che Creep sia uno dei brani simbolo degli anni \'90, di loro ho solo due dischi: questo e Ok Computer. E tra i due preferisco di gran lunga questo. Bellissimo, ipnotico, avvolgente. Ho molte riserve su Ok Computer (Paranoid Android e Exit escluse, quelle non si discutono) anche se da più parti considerato IL capolavoro (nella storia, secondo solo dietro a Revolver secondo una rivista inglese che comprai dopo la sua uscita). E\' che la voce di Yorke non mi piace proprio. Anzi, per niente. Ma questo album è veramente bello. 85
Lizard
Martedì 18 Febbraio 2025, 20.59.39
12
Naturalmente arriverà anche Ok Computer non sempre seguiamo un ordine cronologico, specialmente nella Low Gain. Ma di questa babd cercheremo senz\'altro di coprire tutta la discografia.
progster78
Martedì 18 Febbraio 2025, 20.39.03
11
Scratch,assolutamente d\'accordo...una delle più belle cose di questo sito è proprio il fatto di recensire e trattare anche altri generi.
Scratch
Martedì 18 Febbraio 2025, 20.14.36
10
progster anche a me fa strano non vedere recensito un simile capolavoro però dobbiamo ricordare che questo era prevalentemente un sito metal, fortunatamente stanno ampiando le proprie vedute e recensendo molti altri capolavori di rock alternativo del passato, ho notato che anni fa quando venivano recensiti venivano accolti dai metallari accaniti a suon di insulti e sfottò, ti faccio l\'esempio dei miei adorati Muse: guarda le recensioni dei primi 3 capolavori, ci sono troppi commenti denigratori, volgari e vergognosi, addirittura c\'è chi si è coalizzato per abbassare il voto lettori al minimo, avevo segnalato agli amministratori il problema del review bombing ma invano...
progster78
Martedì 18 Febbraio 2025, 19.23.03
9
Splendido lavoro,cmq fa strano non vedere recensito il meraviglioso Ok Computer.
Carmine
Martedì 18 Febbraio 2025, 18.18.16
8
Gran recupero per il sito e non penso ci sia altro da aggiungere ad una recensione precisa come questa. Uno dei capolavori della musica alternativa, niente se, niente ma.
Galilee
Martedì 18 Febbraio 2025, 17.00.18
7
Discone. Uno dei picchi della band.
Duke
Lunedì 17 Febbraio 2025, 20.45.33
6
....bel disco......innovativo....
ldn
Lunedì 17 Febbraio 2025, 18.56.57
5
Casualità, l\'ho ascoltato venerdì dopo tantissimi anni. Per me un capolavoro. voto 99
Awake
Lunedì 17 Febbraio 2025, 14.27.58
4
Discone, sperimentale e originalissimo...
Rain ex Area
Lunedì 17 Febbraio 2025, 13.25.09
3
Idioteque ricordo che mi piaceva ed era un epoca interessante! Di sicuro nel Rock e affini si poteva ancora parlare di ricambio generazionale... c\'era questa roba e in ambito metal c\'era ancora qualcosa di mainstream che poteva piacere o non piacere ma erano dei linguaggi nuovi che facevano avvicinare i giovani ai generi.
The Discount of Tuscany
Lunedì 17 Febbraio 2025, 12.10.50
2
Da The Bends fino a metà 2000, i Radiohead hanno prodotto solo capolavori, questo e il suo \"fratello\" Amnesiac sono i miei prediletti. Suggerisco di cambiare la dicitura del genere da \"alternative rock\" a \"opere d\'arte\".
deadc
Lunedì 17 Febbraio 2025, 11.47.15
1
Per me resta uno dei dischi migliori della storia
INFORMAZIONI
2000
Parlophone / EMI
Alternative Rock
Tracklist
1. Everything In Its Right Place
2. Kid A
3. The National Anthem
4. How To Disappear Completely
5. Treefingers
6. Optimistic
7. In Limbo
8. Idioteque
9. Morning Bell
10. Motion Picture Soundtrack
Line Up
Thom Yorke (Voce, Chitarra, Basso, Organo)
Jonny Greenwood (Chitarra, Sintetizzatori, Campionamenti, onde Martenot)
Ed O’Brien (Chitarra, Campionamenti)
Colin Greenwood (Basso, Campionamenti)
Phil Selway (Batteria, Percussioni elettroniche)
 
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