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07/12/25
BATTLE BEAST + DOMINUM + MAJESTICA
LIVE CLUB - TREZZO SULL\'ADDA (MI)
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11/10/2025
( 3031 letture )
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Gli Amorphis giungono a Borderland forti di una carriera che, in oltre trent’anni, li ha consacrati come una delle realtà più in evoluzione e allo stesso tempo riconoscibile del metal europeo. Nati come band death metal dalle venature folk, i finlandesi hanno incrementalmente intrecciato melodie eteree con un’anima fortemente progressive, dando vita a un linguaggio unico, riconoscibile già dai capolavori Tales from the Thousand Lakes (1994) e Elegy (1996). Con il passare degli anni, album come Silent Waters (2007), Skyforger (2009) e Queen of Time (2018) hanno consolidato questa alchimia perfetta tra forza e introspezione. Borderland si inserisce idealmente in questa linea evolutiva: un disco profondamente melodico, accessibile e molto catchy, costruito su un equilibrio elegante tra complessità e immediatezza, tra riff scolpiti e arrangiamenti dal respiro quasi sinfonico.
Fin dalle prime note di The Circle è evidente come la band punti a una dimensione più luminosa e corale. Il lavoro delle chitarre è raffinato e incisivo, ma a catturare davvero l’attenzione è da subito la voce di Tomi Joutsen, che domina l’intero disco con una prova espressiva e controllata. I growls vengono usati con parsimonia, lasciando spazio a una vocalità pulita, calda e profonda che esalta la componente melodica del sound. Il risultato è un flusso musicale scorrevole e ammaliante, capace di richiamare a tratti le atmosfere melodiche del controverso ma a tutt’oggi affascinante Tuonela (1999). I brani della prima metà si distinguono per ispirazione e potenza: Bones alterna energia e lirismo con un ritornello magnetico, mentre Dancing Shadow gioca su una costruzione dinamica che intreccia riff granitici e aperture melodiche. Fog to Fog si muove invece su territori più crepuscolari, ma conserva una tensione melodica costante. Elemento chiave del disco sono le tastiere di Santeri Kallio qui in stato di grazia e capace di intessere tappeti sonori che si fondono con le chitarre di Esa Holopainen e Tomi Koivusaari, creando un tessuto armonico di una distinta eleganza. In brani come Tempest e Light and Shadow, le tastiere non si limitano a colorare, ma diventano motore melodico e narrativo, contribuendo in modo determinante alla fluidità e al respiro del disco. Holopainen, dal canto suo, regala assoli intensi e perfettamente calibrati, sostenendo l’architettura melodica con classe e sensibilità. Nella seconda parte, Borderland rallenta leggermente il passo, abbandonando l’impatto diretto dei primi brani per una dimensione più atmosferica e contemplativa. The Lantern e la conclusiva Despair chiudono il lavoro con toni malinconici e introspettivi, mantenendo comunque un’alta qualità compositiva. La produzione è questa volta affidata a Jacob Hansen, già al lavoro con nomi di primo piano della scena metal europea e con un ruolo qui pivotale, in grado di conferire al disco un equilibrio impeccabile tra impatto e pulizia, mettendo in risalto le trame chitarristiche e la profondità delle tastiere senza sacrificare la potenza del comparto ritmico. L’artwork, firmato da Valnoir Metastazis, accompagna perfettamente questa visione sonora, un’immagine simbolica, dai toni caldi e autunnali, che richiama l’immaginario mitologico e naturalistico tipico della band finlandese.
Rispetto al precedente Halo, Borderland mostra dunque un tasso melodico decisamente superiore, con arrangiamenti più ariosi e un focus costante sulla fluidità del songwriting. È un album che non rivoluziona il percorso degli Amorphis, ma ne consolida lo status di maestri dell’equilibrio tra forza e melodia. Un disco fluido, piacevole, ispirato, privo dei picchi mistici di album come Silent Waters e Skyforger, ma intriso di una maturità che pochi gruppi possono permettersi oggi.
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Nel complesso anche stavolta l’album mi è piaciuto, anche se mi ha preso un po’ meno dei precedenti del passato, anche più recente. Nessuna sorpresa: sì, è un po’ più leggero e c’è un po’ di melodia in più, ma la formula è - come da decenni - la stessa. Poco male, perché loro riescono a mantenere un livello compositivo sempre alto e comunque il loro rimane uno stile personale e inconfondibile. Fog to Fog e The Strange il momento migliore dell’album secondo me. Voto 79 |
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Band che nel loro percorso si sono affinati in stile Anathema, cambiando molto e addolcendo le sonorità rispetto alle loro radici.
Escono sempre con ottime cose, ma la magia di un Tales...per loro e di un Silent Enigma per gli Anathema fu unica. |
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Seguo gli Amorphis dai tempi di Eclipse. Per questo disco avevo grandi aspettative; al primo ascolto devo ammettere che ero un po\' deluso...adesso credo sia uno degli album più godibili e scorrevoli di sempre. Certo, forse manca un po\' di novità e potenza, ma sfrutta appieno la capacità della band finlandese di arrangiare suoni per creare atmosfera, sempre coadiuvata dalla consueta maestria di Joutsen. L\'impressione ascoltandolo è che stiano raccontando una storia, sempre intrisa di ombre e luci, fuoco e ghiaccio..e bisogna assolutamente arrivare all\'ultima canzone per sapere come finisce la storia. Insomma, diverso si, più leggero? Anche! Ma cavoli che bello. |
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Ho fatto pochi ascolti ancora e di solito me ne servono di più per apprezzare i loro lavori. Però devo dire che il precedente mi invogliava a riascoltarlo. Questo un pò meno. Forse c\'è troppa melodia per i miei gusti. Al momento più di un 7 non riesco a dare. |
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Con gli Amorphis si va sempre sul sicuro! |
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@Le Baron Boy: condivido, sono quindici anni vanno avanti così... avrebbero i mezzi per fare qualcosa di più... è inevitabile che prima o poi vengano a noia, pur mantenendo livelli elevati. |
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@Marquis: \"Piacere\" (\"piacevolezza\" l\'ha tirato fuori anche Jannik Sinner in un\'intervista). Oppure \"ho apprezzato molto quest\'album\". |
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Leggendo il commento di Monsieur Le Baron Boy, posso trovarmi d\'accordo con il fatto che procedano con il pilota automatico. Bien sur, è il loro stile ma che stile. Borderland è un altro album assolutamente notevole, di ottimi pezzi e a mio avviso, superiore al precedente Halo che mi era parso un po\' forzato. Questi sanno comporre ottima musica e i brani sono piacevolissimi da ascoltare. Sono rientrato da un viaggetto tedesco un po\' lungo (in Germania sulle autostrade è pieno di lavori in corso...) e la musica degli Amorphis è stata di grande piacevolezza (se si dice così in Italiano...) e me la sono gustata alla grande. Non è l\'album dell\'anno (per me Heretoir e Messa, li preferisco) ma è un gran bell\'album. Au revoir.
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16
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Voto 80 pieno per me - disco notevole e scorrevolisismo |
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Gli Amorphis arrivano a questo 2025 forti di una carriera splendida e di lavori davvero notevoli. Però ho l’impressione che, dopo l’ottimo Under the Red Cloud e soprattutto Queen of Time (che all’epoca considerai personalmente disco dell’anno) la band stia procedendo un po’ col pilota automatico. I nuovi lavori sono sempre ben confezionati, di qualità, ma anche prevedibili, privi di quel guizzo capace di sorprendere davvero.
Preferisco gli Amorphis che osavano, quelli di Elegy e Tuonela, quando la loro musica sapeva ancora rischiare e spingersi oltre.
Capisco che siano passati trent’anni, e che la spregiudicatezza giovanile lasci naturalmente spazio alla concretezza dell’età adulta. È un passaggio umano e legittimo, ma sul piano artistico continuo a non condividerlo pienamente, anche se i loro successi e i palazzetti pieni dimostrano che la loro formula funziona davvero. Li ho visti dal vivo e sono micidiali, ma se “Amorphis” significa “senza forma”, allora il loro percorso recente sembra aver trovato una forma fissa, rigida, quasi cristallizzata. Voto 78 |
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Borderland è bellissimo. Un disco d’atmosfera, che ti avvolge dall’inizio alla fine. Ok, alcune melodie sembrano facili e immediate, ma non mi importa, funzionano. La voce clean, intensa e coinvolgente e le tastiere di Santeri sono i punti di forza dell\'album. Meravigliose Fog to fog e Tempest, ma il mio pezzo preferito arriva alla fine : Despair , evocativo e profondo, che riassume l\'essenza della band. Per me 84 |
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Comprato a scatola chiusa, aspetto che arrivi cercando di non ascoltare nulla nel frattempo. |
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12
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Lo ascolto a ruota da qualche giorno. Incredibilmente leggero, ma allo stesso tempo energico.
Anche la mia compagna, non troppo avvezza ai suoni duri, lo trova piacevole.
Ottima prova! |
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11
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Concordo in toto con Mariamaligno n.9.
Ottimo disco, Amorphis una garanzia. |
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10
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Sarà la solita minestra, ma è sempre molto buona |
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9
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Stessa formula dal 2006. Giustamente dato che funziona. Alternano acoppiate di dischi più ispirati (Silent Waters- Sky Forger, Under The Red Cloud- Queen Of Time) a episodi più trascurabili (su tutti The Beginning of Times e Halo) ma sempre mantendendo una qualità media invidiabile per gruppi coevi e piu blasonati. Questo, dopo lo scialbo e preoccupante Halo torna a livelli sublimi, forse un po più \"leggero\" di alcuni predecessori ma stupendamente atmosferico e malinconico. Spiccano Bones, The Strange e Despair ma tutto il disco viaggia che è una meraviglia...85 meritato a questi splendidi artisti.. |
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8
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Non solo non mi offendo per Lizzy, mi rincuora anche. Ascoltiamo il disco è poi non mancherà di che commentare. Per ora dico solo che un mezzo passo indietro si può avvertire fin da subito, ma senza ascoltarlo bene tutto no ha senso parlarne. |
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7
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In realtà il primo pensiero è stato scrivere sotto la recensione degli Halestorm. Ho anteposto Lzzy a te. Penso che mi capirai e che anche tu avresti fatto lo stesso. (Incubus quali? Quelli di Morning view? Mai piaciuti troppo) |
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6
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Io per ora ne ascoltato solo la prima metà... nonostante sembri in effetti più scorrevole del solito, non sono arrivato in fondo. Quanto sentito non sembra male, anzi, ma non fa saltare sulla sedia per quanto in effetti sia presto per parlarne. |
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Rob, se il tuo primo pensiero alle otto di mattina sono io mi sa che stanotte hai avuto gli incubus  |
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@Skull, come anticipato l\'ho comprato. E non l\'ho ancora ascoltato (i Paradise Lost e Halestorm mi hanno rapito. E ci metto anche gli Scream di John Corabi che, finalmente trovato, mi ha fulminato). Diciamo che se devo ascoltarlo 50 volte sono un pò in ritardo. Ma ti terrò al corrente perché so che ci tieni |
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3
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Molto catchy, a tratti quasi radiofonico nel senso positivo - da cui alcuni tiferimenti con Tuonela ci stanno. Voto 83 per me |
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2
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D\'accordissimo con la recensione: buonissimo album, ma Halo è lievemente meglio. |
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A mio gusto personale, che non impazzisco per il growl, il migliore dopo Elegy. Album che può essere messo benissimo a cavallo tra appunto Elegy, Touneala e Am Universum. Grandissimo ritorno. E comunque non ne sbagliano una.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Circle 2. Bones 3. Dancing Shadow 4. Fog to Fog 5. The Strange 6. Tempest 7. Light and Shadow 8. The Lantern 9. Borderland 10. Despair
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Line Up
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Tomi Joutsen (Voce) Esa Holopainen (Chitarra) Tomi Koivusaari (Chitarra) Olli-Pekka Laine (Basso) Santeri Kallio (Tastiere) Jan Rechberger (Batteria)
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RECENSIONI |
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